By: lutrom on Lunedì 11 Giugno 2007 02:53
Polipolio, spinto da questo attestato di stima nei miei confronti (essere accostato a Bardolla, anche se Bardolla è il termine di paragone negativo rispetto a me, è una cosa per me molto divertente e inaspettata - comunque su Bardolla ho la stessa pessima opinione che vedo hai anche tu) racconterò qualche episodio (comico-tragico, ma vero, della mia vita scolastica).
Premesso che insegno in un liceo statale dove,come detto, ho l'onore-sciagura di fare anche il vicario del dirigente (tipo il vicario di Cristo, cioè, ma il povero Cristo in questo caso sono io), io devo arrivare ogni giorno lavorativo a scuola crca 30 minuti prima degli altri professori che fanno la prima ora per preparare un foglio con le sostituzioni (cioè devo sostituire i professori assenti della giornata). Mentre inizio l'ingrato compito (dovete sapere che devo stare attento a non dare troppe ore di straordinario a uno e troppe poche all'altro, a non far stancare troppo i professori che, pagati, stanno a disposizione in sala professori facendoli ruotare nel migliore dei modi e con par condicio - naturalmente anche quello che quel giorno non farà nulla sarà pagato dallo stato -, ecc. ecc.), dicevo mentre inizio a compilare il foglietto, arriva quasi sempre una professoressa in sala riunioni (sala che il preside della scuola dice che è riservata a me, ma in realtà è riservata a me come la vagina di una prostituta nigeriana che batte a Roma è riservata al pene di un solo uomo, e scusate l'esempio volgare), dicevo arriva una professoressa, che è una nota esaurita la quale, sempre strillando, incomincia a raccontare i problemi della scuola italiana, la maleducazione di alunni e professori, ecc. ecc. quando è lei la capoccia delle maleducate, tiene lezioni - se così si possono chiamare - in dialetto (ma guadagna più di me che sono il vicepreside, invece lei insegna solo - per modo di dire insegna, in realtà va in classe ad arare - ma guadagna più di me perché ha più scatti di anzianità: infatti nella scuola italiana conta solo l'anzianità di servizio, praticamente la mummia di Oetzi, o come cavolo si scrive, qual povero sciagurato che qualche miagliaio di anni fa è morto in mezzo alle Alpi, adesso guadagnerebbe nella scuola italiana più di qualsiasi professore, ma almeno potrebbe insegnare ai ragazzi la virtù dello stare zitti e del tacere, e non farebbe le lezioni in dialetto). Appena finito il foglio con le sostituzioni (certi giorni sono assenti anche 10 professori, ma in media siamo sui 4), arriva, nell'80% dei casi, una telefonata di un altro docente che dice di stare male e quindi quel giorno non potrà venire a scuola: allora il sottoscritto deve compilare nuovamente il foglio, perché ci sono molti criteri da seguire per dare le suddette supplenze e quindi il nuovo malato ti sballa tutto e devi ricominciare da capo. Per evitare che le classi rimangano scoperte, allora devo telefonare ai bidelli dei vari piani affinché avvertano i docenti di andare nella classe perché il foglietto è pronto solo per la prima ora e non per tutte e sei le ore di lezione, quindi non può essere esposto ufficialmente (scusate, ho scritto bidelli, però oggi però i bidelli si chiamano collaboratori scolastici, non più bidelli: in Italia, siccome alla fine non si cambia quasi mai un c...o, si cambiano i nomi: però, guarda caso, anche io mi chiamo collaboratore vicario del dirigente: il fatto di avere in parte il nome in comune con i bidelli mi fa cpire che io sono un docente-bidello-vicepreside, ed infatti, tranne pulire i cessi - però conto di fare anche questo in futuro-, io faccio anche le cose che fanno i bidelli e che i miei colleghi con decenni o secoli di anzianità di servizio mai farebbero).
Per ora termino qui, perché domani mi devo alzare presto, anche se la scuola è finita devo andare a scuola a fare cose che solo un vicepreside può fare, e naturalmente devo andare a scuola dopo aver sistemato tra asilo e nonni i due figli piccoli di uno e tre anni, e dopo aver litigato con mia moglie che la mattina, tra il lavoro -dove arriva sempre tardi- i due figli da preparare, il marito, cioè io, da sopportare, è spesso un po' esauritella.