Una riduzione di tasse funziona solo se è PERMANENTE - GZ
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By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:34
come tradurre in pratica i concetti economici (quelli corretti, non le solite palle sul debito e l'euro che vedi sui giornali) ? Ridurre le tasse innanzitutto. Come, che non abbiamo le risorse, i soldi, e poi il debito... ? Ehi... sveglia, lo sai che lo stato avrebbe il potere di creare moneta ? (tramite la banca centrale se ce l'ha, oppure creando crediti fiscali, oppure nazionalizzando delle banche e facendole prestare allo stato...)
Questa è la risposta corretta in prima battuta, ma in seconda battuta è una risposta #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"statica"#F_END# , mentre in realtà l'economia e la vita sono #F_START# size=3 color=blue #F_MID#dinamiche#F_END# , si muovono nel tempo con effetti cumulativi e dipendono anche dalle aspettative o idee che la gente si fa, ad esempio sulle intenzioni del governo e il pubblico (perlomeno quello con del denaro) cerca di anticipare l'inflazione, la svalutazione o il default, complicando così le cose e dando motivo di scrivere papers di economia.
Negli ultimi 30 anni in economia si sono infatti vinte le cattedre e pubblicati papers e libri studiano queste due cose: gli effetti dinamici e le aspettative. La visione Keynesiana standard e naive, che basta fare deficit e aumentare la spesa pubblica facendo così aumentare la domanda per tenere su l'economia è stata criticata a fondo perchè non terrebbe conto della #F_START# size=3 color=blue #F_MID# dinamica delle aspettative#F_END# (e del debito). (Non che interessi qui, ma la conseguenza di questa critica è che i "keynesiani" noti di oggi, tipo Krugman, se guardi i loro modelli in realtà non seguono più Keynes ...)
Andiamo al pratico: se il governo fa deficit sempre maggiori e accumula debito e poi tassa sempre di più e le famiglie e imprese pure accumulano debito... quando per la prima volta provi a ridurre un poco le tasse scopri che non funziona come pensi. Perchè la gente non usa i soldi per spendere e investire, ma li risparmia o usa per ripagare i debiti... Come si deve fare allora ? Ok, noi proponiamo innanzitutto di ridurre le tasse non di mezzo miliardo come Renzi con il bonus famiglie di ieri, ma di 150 o 200 miliardi. C'è una soglia oltre la quale il denaro che circola nell'economia di nuovo è sufficiente a restituire la fiducia e la gente lo spende. Il problema comunque esiste.
Supponiamo che un nuovo governo riduca di 150 mld nel 2015 le tasse, emettendo 150mld di crediti fiscali, differiti al 2017 come incasso (la proposta dei CCF). L'effetto sul PIL nell'anno successivo può essere di far aumentare il PIL solo di 100 miliardi ("moltiplicatore fiscale, come si sul dire, < 1"). Questo perchè le famiglie e le imprese italiane, che hanno accumulato circa 2,000 miliardi di debiti ora, quanto lo stato, e hanno sofferto sei anni di depressione, non si fidano all'inizio a spendere e investire i soldi che si ritrovano.
E' possibile e sarebbe comprensibile che quando un nuovo governo annunci questo clamoroso taglio delle tasse le famiglie e le imprese non credano del tutto a quello che viene promesso . Per cui gli italiani preferiscano utilizzare buona parte dei soldi che si ritrovano grazie alla mega riduzione di tasse di 150 miliardi, per ripagare debiti o anche risparmiare. Questo è più o meno quello che è successo in Giappone, dove si sono fatti enormi deficit pubblici, finanziati a tassi di interesse vicini a zero, ma l'effetto "moltiplicativo" sull'economia è stato debole. Supponiamo che questo accada anche in Italia e accada più o meno anche il secondo anno, nel 2016 (perchè la riduzione di tasse di 150 mld che si propone non è una tantum, è permanente, quindi sia nel 2015 che nel 2016)
Bene, in questo caso, l'effetto di emettere 150 mld di crediti fiscali in un anno, non sarà sufficiente per riportare l'economia al livello di produzione e occupazione che si ipotizzava e quando i 150 mld di crediti emessi nel 2015 vanno all'incasso, cioè la gente li utilizza per pagare le tasse nel 2017, in quell'anno, il 2017, si aprirà un buco nel bilancio, un deficit pubblico molto maggiore di quello ipotizzato, diciamo ad esempio di 90 miliardi di euro, invece dei 45 miliardi circa attuali. Che male c'è ?
Nei confronti della UE questo ovviamente sarà un problema, ma solo di facciata. Il governo italiano dirà che #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#:"oops... ci spiace tanto, ma il taglio delle tasse non era sufficiente come dimensione o più probabilmente non si è riusciti a convincere il pubblico che è un taglio di tasse permanente, per cui gli italiani temendo che non si ripetesse l'anno dopo e non fidandosi, hanno usato i soldi per ripagare debiti o li hanno risparmiati in percentuale maggiore di quella prevista...Dite che ora il deficit pubblico è al 6% ? Fateci controllare...Beh è vero.... ma di previsioni non esatte però anche voi della UE e BCE ve ne intendete parecchio, no ? finora non ne avete mai azzeccata una... per cui non metteteci in croce ora per un piccolo scarto di deficit... Non vedete che l'economia però è migliorata di colpo ? Fidatevi di noi....basta che insistiamo e vedrete che una volta che gli italiani si convincono che il taglio delle tasse è permanente e non verrà cancellato questi soldi verranno utilizzati...fidatevi..."#F_END#
Nei confronti del mercato finanziario invece il problema sarebbe più serio, perchè questi lupi mannari potrebbero vedere nel 2017 (o prevedere fin da adesso) deficit pubblici dell'8% o 10% del PIL per l'Italia e scatenare un attacco speculativo ai BTP. Ma come si è spiegato, abbiamo la contromossa pronta: lo stato italiano avrà anche dichiarato per decreto che i BTP sono accettati alla pari per ripagare le tasse, per cui la loro quotazione non di discosterà di molto dalla parità.
E se non bastasse, lo stato italiano può nazionalizzare un paio di banche, ritirandole dalla borsa e far comprare loro titoli di stato, contando sul fatto che questo non richiede, per le regole di Basilea, di mettere da parte più riserve o più capitale. Cioè in pratica una banca pubblica (non quotata in borsa) può comprare titoli pubblici senza vincoli, perchè le vengono conteggiati a bilancio come "asset" a rischio zero e che di conseguenza non richiedono più capitale o riserve. E se la nazionalizzi te ne puoi infischiare delle "reazioni del mercato" perchè non è più quotata in borsa.
Bisogna mettersi in testa che SE I BTP E I TITOLI BANCARI NON FLUTTUANO DI PREZZO ALLORA TE NE PUOI FREGARE DI QUELLO CHE DICONO ALL'ESTERO
E per l'economia reale italiana, se il primo o secondo annno il mega taglio di tasse da 150 mld viene usato in buona parte per ripagare debiti e risparmiere vuole solo dire che devi insistere, che devi continuare, forse anche aumentarlo, ma soprattutto devi convincere la gente che è una riduzione di tasse permanente.
Tra parentesi, la differenza tra quello che propongono Giavazzi e Tabellini ora quando dicono di fare deficit pubblici addizionali di 80 miliardi e rotti facendoli finanziare dalla BCE non è solo che la loro idea è utopistica (la BCE non lo farà...). Se li leggi, vedi che da bravi economisti ortodossi, dicono che è una riduzione di tasse TEMPORANEA, non permanente. E quindi non ha molto senso, perchè la gente la userà più che altro per ripagare debiti e risparmiare un poco di soldi, sapendo che poi dopo un paio di anni si ritorna all'oppressione fiscale attuale
Conclusione: è ovvio che una drastica riduzione di tasse, la prima tra l'altro della storia dell'Italia moderna, sarebbe un fatto i cui effetti sono difficili da prevedere perchè appunto NON ESISTONO PRECEDENTI NELLA STORIA o quasi. Finora tutti gli aumenti di moneta dello stato finivano in spesa pubblica, erano più graduali e la gente non era indebitata come adesso.
Può benissimo essere che nel primo o secondo anno l'effetto sulla produzione, reddito e occupazione sia attenuato dal fattore di aspettative, dal pessimismo della gente. Ma questo significa solo appunto che devi essere convincente ed insistere e spiegare che si tratta di un aumento di moneta PERMANENTE