cambi e metalli

 

  By: Bardamu on Giovedì 22 Aprile 2004 10:54

"i) l'Europa direi, che stona con dei numero tutto con "1...." ----------------------------- leggevo da qualche parte che l'Europa vecchia ha questo 1%, la parta nuova o prossima all'ingresso gira sui 4%-5%

 

  By: panarea on Mercoledì 21 Aprile 2004 22:16

mi perdoni Zb, ma il deficit è deficit/pil in %? non x rompere sempre ma il problema è DEBITO TOTALE/pil perchè in questo mondo si pensa che i debiti possano aumentare a dismisura. in aziendalista sarebbe come dire deficit/PIL = risultato (negativo)/fatturato totale debito/PIL = passivo/fatturato è chiaro che il secondo rapporto è molto molto + importante, pacta servanda sunt e i debiti sono patti nello specifico il debito totale del paese USA su PIL è 300% cioè la somma dei debiti di stato,privati,aziende USA è 3 volte il PIL americano, SOTTO CLINTON ERANO IN SURPLUS COME STATO MA QUESTO SIGNIFICAVA SOLO CHE, COME STATO,STAVANO RIPAGANDO I LORO DEBITI, CHE GIà AVEVANO. Per il Giappone, solo come stato, siamo al 170% ma forse x gli stati conta + la misura (totale debito detenuto da stranieri)/totale PIL questa è la chiave, purtroppo però nelle statistiche è + difficile da trovare.... lo sa che prima del 1900 gli stati difficilmente contraevano debiti x un periodo così lungo e di aumentare crescente? x alcuni, tra cui lei mi sembra, il debito è la chiave della ricchezza prodotta dal 1945. debiti su debiti. certo ora si sta meglio come vita reale sia in italia che in cina grazie ai debiti, ma per altri stiamo, gigantescamente, ipotecando il futuro dei ns. figli e pronipoti, trasferendo da 50 anni ricchezza futura al presente, anno dopo anno. questa è la paura del credit crunch. Parmalat ha costrutito la montagna di debiti dal 1980, FIAT un altra azienda molto sana, praticamente incamera debiti da 10-15 anni. Il gruppo edison ha sempre dentro i debiti della sciagurata stagione di gardini, italtractor ditta con mini-bond all'italiana invece di pagare il debito l'ha spostato aumentandolo, l'argentina, stato sovrano, oltre che non pagare i propri debiti propone allungamenti di decine di anni. il problema di qualunque addetto finanziario non è come estinguere i debiti o diminuirli è soltanto quello di aumentarne la duration in modo da pagare tra 10-20 anni. ma qualcuno un giorno dovrà pagare o no?

 

  By: GZ on Mercoledì 21 Aprile 2004 21:36

vedo qua riassunta la crescita economica prevista per il 2004 nel mondo (prima colonna qui sotto) beh... non è male che il mondo sia in crescita media del 4.6%, che il giappone del +3.4%, gli USA del 4.6% Cosa salta all'occhio ? i) l'Europa direi, che stona con dei numero tutto con "1...." ii) il fatto che con questa crescita i tassi di interesse a breve siano tra l'1% e il 2% a seconda dei paesi iii) il fatto che il giappone abbia un deficit statale pari al 7.1% del PIL, più del doppio dell'Italia

 

  By: GZ on Mercoledì 21 Aprile 2004 21:33

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 09 Aprile 2004 10:54

Oggi si ha anche il tempo di leggere un poco. Un piccolo riassunto: L'oro e i fattori della sua crescita: sara ancora toro? (a cura di Laura Chiapponi - Teleborsa S.p.a.) Prosegue costante la crescita dell'ORO che ha ormai raggiunto, sul fisico, i livelli segnati nei primi mesi del 1995, all'inizio di un lungo e costoso processo di discesa che ha visto il metallo nobile portarsi su minimi di 255 dollari l'oncia nell'agosto del 1999. Una fase orso che sembrava difficile da superare, anche per effetto della bolla speculativa sui mercati azionari, culminata nell'anno 2000. Oggi un'oncia d'oro vale almeno 420 dollari, in aumento del 4,5% rispetto ai 401 dollari del 1° gennaio di quest'anno. Nel 2003 l'oro ha riportato una crescita di oltre il 42% dai 282 dollari segnati al primo gennaio del 2002, mentre rispetto ai minimi segnati nel 1995 a 255 usd/oncia il salto è addirittura del 65%. Molti i fattori che hanno stimolato la ripresa del metallo giallo, in ossequio alla sua natura di bene rifugio: dalla lunga crisi dei mercati azionari mondiali, alla fase di rallentamento dell'economia globale, alla guerra in Iraq. Tutti eventi noti alla comunità finanziaria internazionale, incluso il vasto deprezzamento del dollaro che nei confronti dell'euro è passato dai massimi dell'ottobre 2000, a 0,847, a minimi di 1,2927 nei primi mesi di ques'anno, con una perdita di valore di quasi il 53%. Non solo questi sono però i fattori che hanno stimolato il bene rifugio, sebbene le tensioni geopoliche e il rallentamento economico abbiano generato ulteriore speculazione sul mercato dei metalli nobili. Da non sottovalutare è infatti il processo di de.hedgin avviato proprio nel 1999 e culminato quest'anno con l'annuncio, da parte della Barrick Gold, uno dei più grandi colossi minerari mondiali, di un abbandono della politica di hedging, perseguita con convinzione per decenni. Un chiaro segnale rialzista per gli operatori globali che possono a questo punto contare su un mercato fortemente rialzista, che potrebbe obiettivamente già raggiungere nel 2004 un valore di 500 dollari l'oncia. Occorre a questo punto fare qualche precisazione. La pratica dell'hedging, invalsa nel settore minerario, è uno strumento "a copertura" che i produttori di oro utillizzano per coprirsi dal rischio di un calo ulteriore dei prezzi. Grosse quantità di oro fisico vengono infatti vendute a termine ad un prezzo prefissato, al fine di contrastare da un lato il forte calo dei prezzi, dall'altro la debolezza della domanda. Naturalmente i produttori di oro hanno sempre venduto a termine molto più di quanto producessero, impegnando così anche la produzione futura ed in qualche modo lanciando un messaggio ribassista al mercato, convinto che grandi quantitativi di minerale fossero disponibili sul mercato. Se le attese sui prezzi non fossero per un un ulteriore deterioramento, si dicevano inoltre gli operatori, non avrebbe senso che i produttori di oro agiscano a copertura. Nel momento in cui i contratti venivano a scadere poi le società aurifere chiedevano a prestito alle banche centrali le quantità non possedute, rinviando ad un momento successivo la consegna del metallo prodotto. Ovvio che questa politica abbia avuto un effetto depressivo sui prezzi dell'oro, che hanno continuato a scendere per anno. Una netta inversione si è avuta proprio del 1999 quando gradualmente i vari produttori hanno abbandonato la politica di hedging, dando il via ad un processo detto appunto de-hedging che consiste nel riacquisto dei contratti (buy-back) o in altre pratiche similari. Il recente annuncio di Barrick Gold, uno dei più convinti sostenitori della politica di hedging, ha dato un impulso notevole ai mercati, insieme alle decisioni in tal senso prese da altri grandi competitors internazionali come la AngloGold Ltd, secondo produttore mondiale. A tal proposito un importante gruppo di ricerca, la Gold Fields Mineral Services (GFMC), nel suo rapporto di marzo 2004, ha stimato che il processo di de-hedgiing continuerà ancora nel 2004, riguardando circa 11-13 milioni di once d'oro, superiori ai 10 milioni di once riacquistati nel 2003. D'altro canto occorre considerare i nuovi progetti che daranno luogo ad ulteriori vendite a termine e che vanno a correggere la cifra sopramenzionata. Tali casi sono tuttavia piuttosto isolati, nonostante prosegua una intensa attivitò di ricerca ed esplorazione, mentre la GFMS stima che coinvolgeranno circa 1-2 milioni di once l'anno sino al 2006. Un ultimo ma non meno importante aspetto del mercato dell'oro riguarda invece il compportamento delle banche centrali, detentrici di grandi quantitativi di fisico che, in taluni casi, hanno un peso dominante sulle riserve totali. La speculazione nei mesi scorsi, infatti, aveva anche tenuto nel debito conto il comportamento delle banche centrali, in vista dello scadere del Washington Gold Agreement del 1999 che limitava le vendite di oro a 400 tonnellate l'anno. L'8 marzo scorso le più importanti banche centrali della UE, in tutto 15 membri, hanno siglato un nuovo accordo, il "2004 Cental Bank Gold Agrrement", che fissa in 500 tonnellate la quantità massima di vendita o prestito (leasing) per i prossimi 5 anni. L'accordo, tuttavia, non è stato firmato questa volta dalla Banca Centrale d'Inghilterra (BOE) la quale ha però tenuto a precisare che non liquiderà a breve le riserve in oro. A livello cumulativo i 15 Paesi firmatari l'Accordo detengono circa 14.395 tonnellate di oro, pari al 45% delle riserve ufficiali di oro. Altre agenzie e Stati, inclusi gli Stati Uniti, detengono ulteriori 13.437 tonnellaste che aggiunte alle precedenti totalizzano 27.832 tonnellate, pari all'87% delle riserve ufficiali. Un accordo importante, dunque, che dovrebbe sencondo gli obiettivi proposti garantire una relativa indipendenza del mercato.

 

  By: Bardamu on Lunedì 08 Marzo 2004 12:58

BASILEA, 8 marzo (Reuters) - Le banche centrali europee hanno raggiunto un accordo in base al quale nei prossimi cinque anni le vendite totali di oro non supereranno le 2.500 tonnellate. L'accordo, concluso a Basilea nel quadro della riunione del G-10, partirà da settembre di quest'anno e subentrerà a quello del 1999. Le vendite annuali di oro non dovranno superare le 500 tonnellate. L'intesa è stata siglata dalla Bce e da 14 banche centrali: la Gran Bretagna non ha firmato, ha fatto sapere il Tesoro di Londra. I limiti alle vendite decisi a Basilea includono il leasing di oro e l'utilizzo di futures e opzioni da parte delle banche centrali. Dopo la notizia dell'accordo a Londra l'oro è sceso a 399,00/399,75 dollari.

 

  By: Noir on Giovedì 26 Febbraio 2004 19:30

E bravo giovanni.. lo vedi che piano piano

l'oro sì che sembra aver preso - gz  

  By: GZ on Giovedì 26 Febbraio 2004 18:13

a proposito di onde (quando ne parlano rael e noir non si capisce un belino) l'oro sì che sembra aver preso l'onda qui sembra che si stia preparando la "Madre di Tutti gli Short Covering Rally" sul dollaro anche se non capisco bene come mai

 

  By: michelino di notredame on Venerdì 20 Febbraio 2004 12:02

scusate lo sfogo di politica monetaria ma mi hanno cambiato 100$ mi han dato 74 euro e 60 non e' un po' poco? poi volevo sapere, e' colpa di berlusconi o di prodi o di uno che sta nascosto non si fa beccare?

C'è il boom, ma da un altra parte del mondo - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Febbraio 2004 18:03

Il rame sale oggi del 5% circa e ^si parla del fatto che per aprile a Londra, che è il centro di stoccaggio maggiore in occidente, non ne avranno più#www.futuresource.com/news/story.jsp?i=i4433116138699882560^ Avevo segnalato quando il "ciclo era completo" 4 giorni fa per fortuna non è una raccomandazione che ho poi messo perchè non solo ha superato subito il punto di ciclo ma è esploso Il rame (come anche il nickel alluminio, platino) è sui massimi degli ultimi otto anni (in alcuni casi degli ultimi undici anni) Una volta se c'era un boom lo si sentiva qui da noi questa è la prima volta nella storia economica che c'è un boom economico e in Europa non lo si avverte perchè è a 15mila km di distanza e segue regole diverse dagli altri

 

  By: gianmario on Martedì 17 Febbraio 2004 17:47

E ,per la cronaca,posizioni sul rame ,in essere al 13 febbraio non ve ne erano in capo alll'autore del post

 

  By: gianmario on Martedì 17 Febbraio 2004 17:46

Ho letto un commento nel weekend di S.Briese;un tizio che pubblica una newsletter sui Futures e ha una certa rispettabilità costruita sui fatti(pubblica ,per esempio,le performance delle posizioni suggerite).Diceva che centrare il prezzo è facile ma non così il tempo.Verissimo.Sta accadendo sui metalli.Sono di nuovo esplosi.Crolla il dollaro e i metalli esplodono.Per trovare delle resistenze,per esempio sul rame ,devi mettere il semiannual sul chart.Poichè no one trend is forever,stare ora LONG sui metalli è perlomeno molto imprudente.

 

  By: rael on Venerdì 13 Febbraio 2004 20:38

Come sarebbe in che senso? Che sta dalla parte sbagliata. Io poi orge non ne ho viste sui metalli, mai. Ho visto un argento su di 45 cent a gennaio, ma era la prima volta. Contro euro l'argento l'anno scorso ha fatto un minimo storico, non so se qualcuno lo sa. L'ho già ripetuto un paio di volte. I metalli per il momento si sono mossi solo come specchio del $. Per il resto sono inespressi. A proposito di cambi, leggo questo: "CNBC just suggested the possibility of an intervention in the EUR/USD, possibly by the Bank of Italy." Ma a Fazio non gli è stato ancora sufficientemente chiarito in questi ultimi mesi di quanto è inutile (sia lui che l'intervento sui cambi, ovviamente)?

 

  By: gianlini on Venerdì 13 Febbraio 2004 20:20

in che senso rael?

 

  By: rael on Venerdì 13 Febbraio 2004 20:08

Ecco un'altro che coi metalli farà una brutta fine.