APPUNTI BELLICI D’AGOSTO
In questo inizio di agosto sembra che, invece della tanto attesa offensiva ucraina verso Kherson, stia per prendere avvio una nuova, massiccia offensiva russa. In particolare, si segnalano una serie di attacchi verso le cittadine di Soledar e Bakhmut, oltre le quali c’è solo l’ultima linea di difesa trincerata ucraina, lungo l’asse Slovyansk-Kramatorsk. I russi hanno conquistato in due giorni il villaggio fortificato di Pisky, che secondo le previsioni occidentali avrebbe dovuto reggere per almeno due mesi; le avanguardie russe sono già nella periferia di Soledar e Bakhmut, e minacciano anche Slovyansk. L’obiettivo è, chiaramente, liberare la restante parte dell’oblast di Donetsk.
Sul fronte sud, mentre le forze armate russe accumulano truppe e mezzi provenienti dalla Crimea, si sono moltiplicati gli attacchi aerei e missilistici contro le postazioni di artiglieria, i depositi di armi e le munizioni, gli acquartieramenti ucraini. Non è chiaro al momento se intendano attendere gli sviluppi sul fronte del Donetsk oppure se muoveranno all’attacco appena riterranno di essere pronti. Va sempre tenuto presente che la Russia è ormai entrata in un’ottica di guerra di lunga durata e, quindi, si muove senza particolare fretta.
Se questo è il quadro attuale sul campo, si possono intanto fare alcune considerazioni su taluni aspetti del conflitto che stanno emergendo.
Appare sempre più evidente che l’Ucraina è in grandissima difficoltà sul terreno. Le pesanti perdite subite sono difficilmente sopperibili, non solo in termini quantitativi, ma anche e soprattutto in termini di addestramento dei militari inviati al fronte. Sempre più spesso, i russi si trovano di fronte reparti composti interamente da coscritti, con una preparazione scarsa ed affrettata e senza alcuna esperienza di combattimento. Come emerso da numerose interviste a mercenari occidentali, che sono venuti via dall’Ucraina, l’intensità del fuoco russo è spaventosa, anche per militari di lunga esperienza, e di conseguenza l’impatto su soldati senza alcuna vera preparazione è devastante. Non a caso, le diserzioni e la resa di interi reparti non accennano a calare.
L’unico terreno su cui gli ucraini sembrano tenere botta, grazie alle armi fornite dall’occidente (in particolare, artiglieria pesante e lanciarazzi multipli), nonché al supporto logistico fornito dall’intelligence USA, è quello di colpire le retrovie russe, puntando più ad obiettivi civili, colpiti indiscriminatamente ed anche con armi vietate (le mine antiuomo a farfalla, lanciate a migliaia su Donetsk).
Questo è un punto centrale per comprendere non solo e non tanto il livello di coinvolgimento NATO (ormai sfacciatamente senza limiti) nelle operazioni militari, ma anche in tutto ciò che di sporco viene fatto dalle forze ucraine.
Cominciamo col dire che i satelliti USA tengono sotto costante controllo il territorio e, sulla base dei dati forniti, l’intelligence passa agli ucraini le coordinate degli obiettivi da colpire. In pratica, armi NATO, con munizionamento NATO e sulla base dei rilevamenti NATO: gli ucraini mettono solo la carne da cannone.
Ma ciò implica che, quanto meno, i comandi NATO sappiano bene che armi e munizioni fornite vengono utilizzate anche contro obiettivi civili. E non fanno nulla per impedirlo. Così come sanno benissimo che gli ucraini cercano di colpire la centrale nucleare di Enerhodar, anche se continuano ad accusare di questo i russi; una cosa semplicemente senza senso, visto che i russi la controllano da mesi.... https://giubberosse.news/2022/08/09/appunti-bellici-dagosto/