efficienza del mercato tra asset class - Trucco
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By: Trucco on Venerdì 03 Giugno 2011 10:45
secondo me è improprio pensare a categorie di investimenti alternative in termini di migliori o peggiori, poiché per la stessa ragione per cui la globalizzazione livella i salari internazionali, anche le varie asset class dovrebbero tendere allo stesso livello di redditività, altrimenti il mercato venderebbe i titoli di stato indicizzati all'inflazione e reinvestirebbe nell'immobiliare, o viceversa, per fare un esempio, cioè il mercato aperto agirebbe fino a portare i prezzi ad un punto di equilibrio tra i rendimenti relativi. La mia visione è che ciascuna asset class permette di fare buoni investimenti soprattutto agli insider, agli adetti ai lavori, che sono anche i soli a poterci campare, cioè che eventualmente potrebbero estrarre da una asset class qualsiasi, una rendita extra rispetto all'inflazione. Per tutti gli altri che pagano costi, diretti o indiretti, per la propria incapacità a gestire da soli il proprio patrimonio, finanziario o immobiliare, mediamente il rendimento reale, al netto del premio per il rischio proprio di ciascuna asset class, DEVE tendere a zero. Questo secondo me è una cosa giusta, il denaro non deve creare altro denaro da sè, può farlo solo a vantaggio di chi ci aggiunge sopra il proprio tempo, know how e tolleranza al rischio, corollario: chi ha la fortuna di ricevere grandi eredità non ci potrà campare di rendita senza o ridurre il potere d'acquisto del patrimonio che a sua volta lascierà in eredità, o mantenerlo a fronte di un lavoro fatto sopra di esso. Ad esempio: chi compra lingotti d'oro e altri beni al portatore è al riparo dall'inflazione nel lungo termine, ma se vuole incassare delle rendite deve smantellare progressivamente il patrimonio. Chi passa invece per gli immobili o i mercati finanziari, ma senza investirci tempo per apprendere e poi gestire attivamente i propri beni, può auspicare di beneficiare di un modesto premio per il rischio che ha in più, rispetto al detenere lingotti nel caveau di una banca elvetica, ma non tanto di più. Rischio che esiste anche negli immobili beninteso, come il rischio di sfitti, inquilini morosi, alea sulla futura tassazione, etc.
Questa legge in un certo senso rende giustizia al denaro, lo rende maggiormente meritocratico, il denaro tende a scappare dal portafoglio dello stolto, ed è quello che cercherò di insegnare ai miei figli: cercate di sviluppare un'arte, un mestiere che vi permetta di guadagnarvi da vivere, perché quello che erediterete da me non vi permetterà di prosperare, a meno che il vostro lavoro stesso sia quello di farlo prosperare, ammesso che vi sia abbastanza materia prima su cui lavorare ovviamente (confido di lasciare una grande eredità perché spero di saper guadagnare molto tradando nei prossimi 20 anni!). Una buona idea, se si è in 2 fratelli o coniugi con grandi beni da gestire, sarebbe quello che uno si specializzasse sul mercato immobiliare, l'altro sulla finanza. Perché poi c'è un'altra controindicazione nel servirsi della consulenza altrui: a differenza di un fratello, un consulente immobiliare o finanziario terzo oltre che generare costi extra, è in conflitto di interesse! Se c'è un extra-rendimento o una occasione ghiotta da sfruttare, più che segnalarla al cliente cercherà di sfruttarla lui.
Però poi anche questa regola magari conosce eccezioni, cioè potrebbero esistere asset class che magari permettono sia di conseguire una rendita adeguata sia di preservare il valore reale investito, se qualcuno ha degli spunti in questo senso sarebbe bello ascoltarli. A me pareva di aver compreso che un bosco potesse appartenere a questa categoria felice, ma i proibitivi costi una tantum di entrata sono compatibili esclusivamente con un'ottica di investimento pluridecennale, direi persino intergenerazionale, sono scelte dalle quali non si torna indietro. A questo proposito domanderei a Faggio ancora una cosa: ma se uno ha degli ettari di bosco, ponendo che si appoggi ad una ditta terza per la raccolta del legno e non si occupi più direttamente della cosa, quale resa % annua è ipotizzabile? Ci saranno posti al mondo dove si possa comprare terra senza sostenere costi di entrata esorbitanti come qui in Italia?
Chi mi ha illuminato su questi concetti, è stato il ragionamento del personaggio Francisco D'Anconia ne "La rivolta di Atlante", che riporto qui di seguito (^l'intero estratto sul denaro tradotto lo trovate qui#http://libertysoldier.splinder.com/post/20385322/ayn-rand-rivolta-di-atlante-elogio-del-denaro^)
l'uomo non può essere più piccolo del suo denaro... Solo l'uomo che non ne ha bisogno, è adatto a ereditare il benessere... l'uomo capace di farsi una fortuna anche se non l'avesse. Se un erede è uguale al suo denaro, il denaro lo servirà: altrimenti lo distruggerà. Ma voi che guardate gridereste che è stato il denaro a corromperlo. Davvero? Non é stato lui, invece, a corrompere il suo denaro? Non invidiate un erede che non vale niente; la sua fortuna non è vostra, e voi non avreste agito meglio di lui. Non pensate che dovrebbe venir distribuita fra voi; gravare il mondo di cinquanta parassiti, invece che di uno, non farebbe rimanere la virtù che ha creato quella fortuna. Il denaro è una potenza vivente che muore senza le sue radici. Il denaro non servirà la mente incapace di esserne degna... Ma il denaro esige da noi le più alte virtù, se vogliamo guadagnarcelo e mantenercelo. Gli uomini privi di coraggio, di orgoglio e di stima in se stessi, gli uomini che non hanno alcun senso morale del loro diritto al denaro e che non sono disposti a difenderlo come difenderebbero le loro stesse vite, gli uomini che chiedono scusa perché sono ricchi... non rimarranno ricchi a lungo. Essi sono la preda naturale dei pescecani che stanno nascosti sotto gli scogli per secoli, pronti a saltar fuori al primo odore di un uomo che chiede di essere perdonato perché possiede il benessere.
(ho tratto solo le frasi a tema ma leggetevi tutto il pezzo, o meglio tutto il libro, se volete essere illuminati anche voi da una scrittrice meravigliosa)