By: EMBI6 on Giovedì 05 Giugno 2014 07:51
Heinz von Foerster ( fisico e cibernetico)
La verità è l'invenzione di un bugiardo.
[…] Gli oggetti sono in continuo divenire. È chiaro, quindi, che una volta che si supponga che il segreto della conoscenza sia la percezione di ogni singolo soggetto, ci si trova in difficoltà nel poter dimostrare in che modo allora gli uomini riescono ad avere, e a comunicarsele a vicenda, opinioni e concezioni comuni sul mondo. Il solipsismo è l'abisso che sempre si apre ogni volta che si assumono posizioni radicalmente antirealiste. Foerster ne è consapevole, tant'è vero che si ingegna a dimostrare che la realtà è sì costruzione, ma costruzione collettiva effettuata attraverso il medium del dialogo. Dialogo che, tuttavia, non gli serve a costruire un livello di realtà condiviso fra i diversi soggetti senzienti, ma solo a consentire ad ogni soggetto di costruire il suo referente esterno. Dunque, secondo lui, il soggetto non è solo. Queste indicazioni non ci sembra però che siano risolutive del problema cui facevamo precedentemente cenno: se ogni soggetto dispone, infatti, di una verità irriducibile a quella di ogni altro soggetto impossibile risulta di fatto l'atto dell'intendersi reciproco, per non parlare del destino che toccherebbe ai concetti, ai significati, etc. La distruzione della verità ha per lo scienziato austriaco, tuttavia, un immediato e salutare effetto etico: impone ad ogni individuo il rispetto di tutte le visioni e l'assunzione di una forte responsabilità rispetto a quanto si dice e si fa. Se, inoltre, la realtà è costruzione, allora è valido quello che Foerster chiama imperativo etico: "agisci sempre in maniera che il numero delle possibilità cresca" (p. 33). Si deve agire, cioè in modo da produrre nuove possibilità percettive. Possibilità percettive che possono ampliarsi solo a patto che si amplino la libertà degli altri individui e delle comunità umane.[…]