By: Nevanlinna on Mercoledì 26 Novembre 2014 23:30
"Infine, il presidente fece un gesto, un mormorio si levò, caddero due ombrelli: la parola era ancora all'accusato. Subito i gesti di collera dei presenti lo additarono; perché non aveva detto la verità, FABBRICATO I DIAMANTI E DIVULGATO L'INVENZIONE? Tutti, financo il più povero, avrebbero saputo - la cosa era sicura - RICAVARNE MILIONI. Se li vedevano perfino davanti, nella violenza del rimpianto in cui si crede di possedere ciò che si è perduto. E molti si abbandonarono ancora una volta alla dolcezza dei sogni che avevano formulato quando avevano INTRAVISTO LA FORTUNA, ALLA NOTIZIA DI QUELLA SCOPERTA, PRIMA DI AVER RICONOSCIUTO L'IMBROGLIO.
Per alcuni, sarebbe stato il ritiro dagli affari, un palazzo al Bois, UN CERTO PRESTIGIO ALL'ACCADEMIA; e perfino uno yacht che li avrebbe condotti d'estate verso i paesi freddi, non al Polo però, dove è curioso, i cibi sanno di olio, il giorno di ventiquattro ore ostacola il sonno, e infine come fare a difendersi dagli orsi bianchi?
Per gli altri i milioni non bastavano; subito li avrebbero investiti in Borsa; e, comprando titoli al ribasso il giorno prima del loro rialzo - UN AMICO LI AVREBBE INFORMATI - avrebbero assistito al centuplicarsi del loro capitale in poche ore.
Ricchi ormai come Carnegie, si sarebbero ben guardati dal cadere nell'utopia umanitaria. (D'altronde, a che scopo? Un miliardo suddiviso fra tutti i francesi non ne renderebbe ricco nemmeno uno, è già stato calcolato). Ma, lasciando il lusso ai VANITOSI, essi non avrebbero cercato che agiatezza e prestigio, si sarebbero FATTI NOMINARE PRESIDENTE della Repubblica, AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, avrebbero avuto le pareti delle loro camere rivestite di sughero per attutire il rumore dei vicini. Non avrebbero fatto parte del Jockey-Club, giudicando l'aristocrazia per quel che vale. Più attraente un'ONORIFICIENZA PONTIFICIA. Forse era possibile averla senza pagare.
Ma allora a che scopo tanti milioni? In una parola, avrebbero accresciuto l'obolo di san Pietro pur condannandone l'istituzione. Che cosa importano al papa cinque milioni di merletti, se tanti preti di campagna muoiono di fame?
Ma alcuni, all'idea che la ricchezza sarebbe potuta arrivare fino a loro, si sentivano quasi venir meno; perché essi l'avrebbero deposta ai piedi di colei che fino a quel momento li aveva disprezzati, e che finalmente avrebbe svelato loro il segreto di un suo bacio e la dolcezza del suo corpo. Si immaginavano con lei, in campagna, fino alla fine dei loro giorni, in una casa tutta di legno bianco, sulla malinconica riva di un grande fiume. Avrebbero conosciuto il grido della procellaria, l'arrivo delle nebbie, il beccheggio delle navi, il moltiplicarsi delle nubi e sarebbero rimasti per ore col suo corpo sulle ginocchia, a guardare la marea che saliva e gli ormeggi che si urtavano, dalla loro terrazza, in una poltrona di vimini, sotto una tenda striata di blu, tra ampolle di metallo. E finivano per non vedere altro che due grappoli di fiori viola, che scendevano alla corrente, toccandola quasi, nella luce cruda di un pomeriggio senza sole, lungo un muro rossastro che si sgretolava. A costoro, l'eccesso della disperazione toglieva la forza di maledire l'accusato; ma tutti lo odiavano, ritenendo che li avesse defraudati del vizio, degli onori, della fama, della genialità; forse di illusioni più indefinibili, di ciò che di profondo e di dolce ognuno custodiva, fin dall'infanzia, nella peculiare stupidità del proprio sogno."
Marcel Proust, "Pastiches": l'affare Lemoine secondo Gustave Flaubert.
[Dedicato ai soci Prometeon, e ad altri.]