By: Lelik on Giovedì 31 Marzo 2011 15:57
Lmwillys, siamo su pianeti distantissimi io e Lei, e l'ho già notato nei suoi commenti di tipo politico in altri post, e non me ne voglia perchè non è una critica ma solo una constatazione che nasce dato che partiamo da posizioni differenti. Una cosa è la teoria, (più) facilmente difendibile e su cui in principio Lei non fa altro che ribadire concetti validi, corretti e anche difficilmente opinabili e su cui aggiungo che sono pure per lo più d'accordo. Altra cosa poi è come attuarli e, in questo caso, metterli in pratica e vederne i dettagli e le "pieghe". Ma rimanendo al discorso delle procedure, molti interventi qui sono relativi a piccole aziende di cui l'Italia è piena, e pure con eccellenze a livello tecnico/organizzativo/flessibilità ecc. E a cui appunto si rivolgono spesso come clienti anche grosse aziende (pure multinazionali) perchè NON riescono a muoversi con sufficiente rapidità e agevolezza quando i piccoli mercati estremamente specializzati richiedono estrema flessibilità, variazioni e personalizzazioni, oggi ancor più di solo 2 anni fa perchè si insegue ogni vendita possibile.
Aziende di 20-30-40-50 persone, in cui in genere non esiste una "dirigenza da rimuovere immediatamente causa incapacità totale", ma in cui c'è il proprietario dell'azienda spesso motore e creatore di tutto (e che vera fortuna per quelli che riescono a stargli dietro ad imparare!), in cui oggi si lavora 14 ore al giorno e domani si va a casa dopo 6 ore perchè non c'è un nuovo ordine. In cui devi confrontarti e rimanere competitivo in una zona di confine di prezzo/perfomance del prodotto dove l'alternativa a basso prezzo (paesi emergenti) anche se con performace inferiore è sempre pronta.
Ecco: in queste numerosissime realtà italiane, che danno lavoro, pagano tasse, stipendiano controllori vari, accade quello che ho descritto prima.