Consigli per il Rescue Team
Il rescue team non ha bisogno di consigli in queste occasioni: sarebbe come pretendere di insegnare al ladro come entrare in una casa con il portone già aperto e l’allarme disattivato.
Semmai è interessante notare come ormai la narrativa abbia deciso di puntare molto sugli incendi: non passa estate senza che vengano segnalati come “straordinari” e “mai visti prima” gli incendi estivi che fanno parte della normalità stagionale delle grandi foreste boreali o della sterpaglia australiana.
Andata male (anzi malissimo) l’estate australe con temperature decisamente fresche e (troppi) pochi incendi, adesso tocca parlare del Canada nella speranza che anche l’Italia regali grandi soddisfazioni: di sicuro il Rescue Team non sta nella pelle all’idea di descrivere con accenti degni di Tacito dei begli incendi che distruggano il nostro patrimonio boschivo come “ai bei tempi” degli anni ’80 e ’90. In fondo basta aspettare che i piromani facciano il loro sporco lavoro, per poi puntare il dito contro la CO2.
PS: la narrativa sul “caldo record” della costa occidentale americana risponde in realtà a necessità meramente politiche locali, con la California che in balia delle lobby green, ha trasformato negli anni la propria rete elettrica in una barzelletta che fa ridere il mondo, e che va in crisi per la semplice accensione estiva dei condizionatori.
Ergo, piuttosto che ammettere che il “green” regala bollette energetiche care come il fuoco, e riporta paesi un tempo sviluppati all’età della pietra, meglio parlare di “caldo record”. Non sia mai che politici, enti regolatori, giornalisti e scienziatoni in testa al regale corteo in questione, siano chiamati a rendere conto delle loro previsioni, delle loro scelte, e delle loro responsabilità. Come un Fauci qualunque.