Fenomeni e indicatori di risposta |
Evidenze da dati osservativi con relativi riferimenti bibliografici |
Temperature globali |
Dal 1850 manifestano un trend all’aumento, seppur con fasi di crescita (es: 1910-1950) alternate a fasi di decrescita (es: 1950-1977). In complesso l’aumento registrato è stimato in +1,2°C del 1850 ad oggi (Climate Research Unit, 2021). |
Ondate di caldo |
La tendenza globale riferita alle serie storiche 1951-2017 indica un aumento in frequenza ma non in intensità (Perkins-Kirkpatrick and Lewis, 2019)
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Venti estremi |
Per i venti con velocità superiore a 10 m/s la tendenza riferita alle serie storiche 1973-2019 è lievemente negativa per tutti gli areali mondiali (Zeng et al., 2019).
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Cicloni tropicali |
Le osservazioni globali non mostrano tendenze significative sia nel numero sia nell’energia rilasciata dai cicloni tropicali negli Stati Uniti e in altre regioni del globo (Diamond and Schreck, 2020; Loehle and Staehling, 2020; Xiang et al, 2020). La serie storica statunitense è particolarmente rilevante in termini conoscitivi in quanto copre gli ultimi 160 anni.
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Tornado |
Le serie storiche più accurate disponibili a livello mondiale sono quelle USA (1950-2021). Da esse si deduce che l’aumento nel numero di tornado dal 1950 a oggi è interamente dovuto a eventi deboli (EF0-EF1 secondo la scala Fujita), che in passato sfuggivano spesso all’osservazione mentre oggi sono più facilmente identificati. Al contrario i tornado da forti a violenti (categorie da EF-3 a EF-5), non mostrano aumenti significativi nel tempo.
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Precipitazioni estreme |
La recentissima analisi di Sun et al. (2021) realizzata su un totale di 8326 stazioni pluviometriche distribuite sull’intero globo per il periodo 1950-2018 mostra che l’89% delle stazioni presenta intensità pluviometriche stazionarie, il 9% presenta un aumento di intensità e il 2% un diminuzione della stessa. L’area mediterranea manifesta un generalizzato calo di intensità delle piogge estreme confermando con ciò i risultati dell’analisi di Mariani e Parisi (2014). A ciò si aggiunga che l’analisi di Libertino et al (2019) su 5000 stazioni dell’area italiana indica l’assenza di trend in intensità e frequenza degli eventi estremi per oltre 90% delle stazioni indagate.
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Ghiacciai montani europei |
Sono in generale arretramento salvo casi specifici (es: Scandinavia) ove la crescita in volume è spinta dalle più intense precipitazioni nevose proprie della fase climatica odierna alle alte latitudini (EEA, 2021 a). L’arretramento attuale ripropone situazioni più volte verificatesi dopo la fine della glaciazione di Wurm (Goering et al., 2011), ad esempio durante il grande optimum postglaciale, fra 8500 e 5500 anni fa (Gabrielli et al., 2017).
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Ghiacci marini artici |
Dopo il consistente regresso del volume dei ghiacci registrato fra 1988 e 2010, il volume si è poi stabilizzato come attestano i dati del Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System (Piomas, 2021).
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Livello marino |
Le misure con mareografi indicano che il livello marino è aumentato di 19 cm dal 1900 a oggi. La crescita per il periodo 1993-2019, per il quale sono disponibili misurazioni satellitari, è stata di 3,1 mm/anno e nel periodo 2010-2019 ed è salita a 4,4 mm/anno (EEA, 2021 b).
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Siccità |
La siccità è un concetto complesso, per cui si parla di siccità meteorologica, idrologica, agronomica ed ecologica. Limitandoci alla sola siccità agronomica (carenza idrica per le colture agrarie), Kogan et al (2020) hanno analizzato le sue tendenze globali utilizzando dati da satellite periodo 1981-2018. I risultati mostrano che per l’intero globo, negli emisferi e nei principali paesi produttori di grano (Cina, USA e India) la siccità nel periodo indagato non si è intensificata e/o ampliata arealmente.
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Eventi alluvionali |
Un lungo elenco di studi mostra l’assenza di evidenze stringenti circa l’aumento della magnitudo delle inondazioni, mente alcuni studi indicano il prevalere delle diminuzioni sugli aumenti. Si veda ad esempio Sharma et al. (2018).
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Rese delle grandi colture |
Mais, riso, soia e frumento sono le 4 grandi colture che garantiscono il 64% del fabbisogno calorico globale dell’umanità. L’analisi delle serie temporali delle loro rese medie globali (t/ha) per il periodo 1961-2019 (Faostat, 2021) mostra un trend di incremento annuo lineare molto robusto e pari rispettivamente a +3,3%, +2,4% +2,6% e +3,8% (Alimonti et al., 2021). I principali driver di questo trend sono il progresso tecnologico e la fertilizzazione carbonica. L’analisi dei residui fatta dopo avere sottratto la componente di trend mostra che gli effetti degli eventi estremi sulla produttività agricola non sono aumentati dal 1961 ad oggi (Alimonti et al., 2021).
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Global greening |
La biomassa vegetale globale è aumentata del 31% dal 1900 ad oggi per effetto degli aumentati livelli atmosferici di CO2 (Campbell et al., 2017). Un tale fenomeno non sarebbe possibile in presenza di un accresciuto impatto negativo degli eventi meteorologici estremi sugli ecosistemi naturali e agricoli.
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Catastrofi naturali |
La serie storica dei disastri naturali dal 1900 ad oggi (dataset EM-DAT del Center for Research on the Epidemiology of Disasters dell’Università Cattolica di Lovanio) evidenzia che i disastri naturali erano molto pochi fino a metà del secolo scorso, quando è iniziata una crescita improvvisa che si arresta verso la fine del XX secolo per lasciare poi il posto a una leggera diminuzione che interessa ain particolare i disastri di origine meteo-climatica. La crescita registrata dal 1950 al 2000 viene attribuita alle maggiori capacità di reporting (Scheuren et al., 2007).
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Mortalità da catastrofi naturali |
La serie storica dal 1900 ad oggi (dataset EM-DAT del Center for Research on the Epidemiology of Disasters dell’Università Cattolica di Lovanio – https://ourworldindata.org/natural-disasters) indica che la mortalità media annua è passata dai 309481 morti del periodo 1900-1950 ai 120683 del periodo 1951-2000 ai 64273 del periodo 2001-2020 (un quinto di quelli che si avevano nel 1900-1950. Tutto ciò nonostante vi sa stata una crescita imponente della popolazione mondiale, passata dagli 1,5 miliardi del 1900 ai 7,5 miliardi attuali.
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