Re: God bless America ¶
By: gianlini on Sabato 15 Giugno 2019 10:56
Grazie, ora me lo leggo in originale.
Letto:
Se è vero che la trascrizione è abbastanza fedele, mi sembra che l'articolo non colga il punto della questione, e cioè l'"anacronismo" a cui fa riferimento l'autore e che è il punto cruciale.
"Die Einteilung in Staaten, die etwas tun sollen und Staaten die weiter CO2 ungebremst anwachsen lassen können, stammt aus dem Jahre 1994. Das wurde vor 25 Jahren in Rio festgelegt. Da kann man ja schon froh sein, dass dieser Anachronismus dem amerikanischen Präsidenten Trump aufgefallen ist"
Il concetto espresso dal professore tedesco è che le assunzioni su cui si basa l'accordo risalgono al 1994, anno in cui nessuno (tranne ovviamente Gano) poteva immaginare lo svilupppo avuto poi da Cina (e parzialmente India e resto del sud-est asiatico).
Quindi ai tempi si era pensato ad un sistema di compensazione Paesi sviluppati - Paesi sviluppandi e scarsi limiti sulle emisssioni dei secondi perchè nessuno immaginava che questi ultimi ci avrebbero messo così poco tempo a colmare il gap, e andavano invece aiutati a dotarsi di tecnologie e fondi per lo sviluppo. 100 miliardi l'anno non sono molti nell'economia globale, che è di 100.000 miliardi l'anno ormai. Ma probabilmente nel 1994 erano moltissimi per quei paesi. Si tratta dell'ennesimo caso in cui la realtà ha superato di gran lunga la fantasia.
Quindi Trump ha ragione a denunciare la differente situazione in cui ora si trova ad essere implementato l'accordo di Parigi, ma quello che manca di indicare è in che termini ridiscuterlo al più presto.
Il professore non credo sia per la tesi che l'accordo va cancellato e ognuno possa andare per conto suo. A meno che Xtol non voglia ritrovarsi una Cina che produce tante emissioni quanto gli attuali Stati Uniti, ma moltiplicate per 5 (essendo una popolazione cinque volte più grande)
Last edited by: gianlini on Sabato 15 Giugno 2019 11:45, edited 6 times in total.