By: defilstrok on Venerdì 08 Novembre 2013 11:38
Fugnoli è sempre affascinante nello scrivere. Ma, come gli accade non di rado, mescola considerazioni di buon senso ad altre che, per la deformazione intellettuale del ruolo che riveste nel settore, lo portano spesso a scadere.
Nello scritto di ieri la parte condivisibile ed empiricamente provata è senz'altro questa: "La crescita bassa di questi anni, dovuta alla produttività che dopo il boom del 2008-2009 si è completamente fermata, sta portando a un aumento dei disoccupati strutturali. I disoccupati ciclici diminuiscono, è vero (e questo ci dà l’illusione di una ripresa ormai irreversibile), ma nel medio termine la crescita potenziale rischia di essere ulteriormente abbassata dall’aumento dei disoccupati strutturali, quelli inutilizzabili".
Il resto sconfina nell'ambito degli auspici, delle supposizioni e dei "se".
Oggi la Germania ha segnato un nuovo record del suo avanzo commerciale. Nello stesso momento, Francia, Olanda e Svezia comunicavano una significativa contrazione della produzione industriale e degli ordini.
Questi sono fatti (e non riguardano Italia, Spagna e Grecia).
L'altro fatto è l'enorme o meglio abnorme avanzamento tecnologico. Immagino che in campo industriale i progressi abbiano ricalcato quelli osservabili nel campo della telefonia.
Ebbene, semplificando al massimo, oggi con un telefono (?) fotografi, invii documenti, ascolti musica, ti svegli al mattino, programmi le giornate, investi in borsa. Ovvero, ricalcando "il gratis che uccide", hanno ucciso: i produttori di macchine fotografiche, di sveglie, di fax e di agende e hanno distrutto il mondo della musica. Cioé, con 9 euro al mese hai tutto ciò per cui ancora poco tempo fa dovevi pagare di volta in volta qualcun altro che adesso non lavora più. Questo è il dannato rovescio della medaglia.
Inutile scommettere su miracolosi effetti della Zirp. Vent'anni di Giappone non hanno insegnato nulla. E parliamo del Giappone dove, a differenza che da noi, lo Stato aiuta direttamente le aziende, che eccellono in elettronica, componentistica, auto; hanno barriere all'ingresso spaventose e hanno goduto per anni di una posizione di mercato - geograficamente parlando - di privilegio.
In conclusione, o ci si ficca in testa di agire sul lato della domanda facendo lavorare il maggior numero di persone riducendo gli orari di lavoro per spalmare sul 99% della popolazione i benefici dell'avanzamento tecnologico (ma questo equivale a chiedere all'1% di condividere i profitti) oppure il rischio è di arrivare al punto in cui il 25% della popolazione continua a tirare la baracca, mentre tutti gli altri fanno la fame. E questa, francamente, non mi sembra una prospettiva sostenibile.