Di chi è la sovranità monetaria ?

 

  By: giorgiofra on Sabato 10 Agosto 2013 17:07

Quiz per i più intelligenti (che abbiano letto qui sotto la soluzione di Bossone). Se la Banca d'Italia accredita al Tesoro 100 miliardi in cambio di bonds creati ex-novo che il Tesoro le da in modo che questo possa cancellare l'IMU dimezzare l'IRPEF o cancellare l'IRAP o ridurre le imposte sulla benzina cosa succede a questi 100 mld nel bilancio di Banca d'Italia ? (ripeto; è un quiz per i più intelligenti, i commenti che denotino un quoziente di intelligenza inferiore a 90 verrano cancellati) Praticamente entrerebbero 100 miliardi nell'economia del paese, producendo un aumento dei consumi e quindi della produzione. L'aumento della produzione determina un aumento del PIL e quindi un abbassamento del rapporto debito pil. I cento miliardi di titoli detenuti dalla Banca d'Italia diverrebbero ciò che sono, fuffa, dal momento che lo stato non dovrà mai rimborsarli. Si tratterebbe semplicemente di un maquillage contabile privo di alcun valore reale, che però, grazie all'aumento della massa monetaria, produrrebbe effetti positivi reali. La moneta, dicono gli esperti, deve nascere necessariamente come debito. Ma un conto è un debito che costa interessi, ed un conto è un debito verso se stessi, come accade quando è la banca di stato a creare moneta. Domanda da un milione di dollari: se tutti estinguessero i propri debiti la moneta sparirebbe. Questo vuol dire che il debito è un fardello dal quale l'umanità non può liberarsi? Conosco tante persone e tante aziende che non hanno debiti. Questo vuol dire che sono pessime persone e pessime aziende? Non mi pare. Mi pare piuttosto che ce lo stanno mettendo in kulo, ecco la mia impressione.

Ogni giorno c'è qualcuno che spiega la soluzione - Moderatore  

  By: Moderatore on Sabato 10 Agosto 2013 16:08

^Biagio Bossone#http://www.voxeu.org/person/biagio-bossone^ ha fatto una carriera in Banca d'Italia e poi ha avuto incarichi vari in Banca Mondiale, è stato direttore del bilancio e tesoro della Regione Siciliana, Presidente della Banca Centrale di San Marino, Direttore esecutivo della Banca Mondiale, membro del consiglio direttivo del Fondo Monetario Internazionale e altri incarichi simili a livello internazionale per cui forse sa quello che dice quando ^su Vox.eu illustra un altro modo semplice di risolvere la crisi finanziaria e uscire dalla depressione#http://www.voxeu.org/article/time-eurozone-shift-gear-issuing-euros-finance-new-spending^. Bossone spiega sul sito degli economisti più frequentato Vox.eu la stessa cosa che predico da un paio di anni, che per evitare il collasso devi semplicemente aumentare la moneta, cosa che NON COSTA NIENTE, SI FA IN UN GIORNO E RIENTRA NEI POTERI DELLO STATO ITALIANO e darla alle imprese e le famiglie, cioè il contrario dell'austerità. Per evitare al minimo ogni conflitto istituzionale, essendo Bossone uno che da 20 anni lavora in queste istituzioni, propone di usare l'ELA che già hanno usato per 250 miliardi Germania, Belgio, Grecia e Irlanda. L'ELA è uno dei tanti meccanismi finanziari istituiti in sede UE e consente alla Banca d'Italia di comprare bonds che il Tesoro emette e dargli in cambio Euro. Cioè con l'ELA puoi, ALL'INTERNO DELLE LEGGI E TRATTATI EU E CON I POTERI ATTUALI DEL GOVERNO ridurre le tasse di 50 o 100 mld facendo arrivare i soldi dalla Banca d'Italia (NON dal mercato finanziario come adesso!). Finora gli altri paesi hanno fatto creare moneta a colpi di 60 miliardi alla volta inclusa la Germania usando il trucco dell'ELA e allo stesso modo l'Italia può creare moneta e ridurre le tasse ora. Bossone offre un altra soluzione ingegnosa a cui non avevo pensato sfruttando il meccanismo dell'ELA (di soluzioni finanziarie ne esistono almeno tre o quattro che ho descritto, tutte basate sullo stesso principio: SE L'UNICA COSA CHE MANCA E' LA MONETA CREANE ! NON COSTA NIENTE ! DI COSA HAI PAURA ? SEI SOLO VITTIMA DI UNA SUPERSTIZIONE MAGICA ! ------- ^"Nuovi strumenti per nuova domanda" 17.05.13 Biagio Bossone#http://www.lavoce.info/italia-fa-qualcosa/^ All’Italia serve un immediato rilancio della domanda per evitare il collasso e riacquistare la fiducia. Si può ricorrere ai meccanismi di emergenza dell’euro per finanziare nuova spesa con nuova moneta, senza creare debito. La strada è alquanto eterodossa, ma altri paesi l’hanno già intrapresa. SITUAZIONE INSOSTENIBILE: CHE FARE? L’Italia ha un nuovo Governo, ma è ancora ben lungi dal disporre di soluzioni ai suoi mali economici. Compressione dello spazio fiscale e arretramento della spesa privata continuano a deprimere la domanda aggregata, tra declino della produttività e caduta dei redditi reali. I fallimenti industriali e commerciali crescono, la disoccupazione è a livelli record e gli ammortizzatori sociali, compresi quelli familiari, sono allo stremo. La fiducia crolla. (1) Per quanto tempo ancora la gente conterrà il disagio? Il Governo ha promesso di rilanciare l’economia senza toccare i saldi finanziari. Il costo delle promesse, tuttavia, richiede finanziamenti la cui copertura non risulta coerente con i vincoli di bilancio. Cosa fare in questa situazione? La proposta è di attivare la Emergency Liquidity Assistance (Ela) del Sistema europeo delle banche centrali (Sebc), per effettuare operazioni di overt money financing (Omf) per l’acquisto permanente di una speciale classe di titoli di Stato, che sostenga programmi di spesa o una riduzione delle tasse. (2) L’idea di ricorrere alle Omf ha trovato di recente autorevoli sostenitori. (3) Difesa da eminenti economisti come Henry Simon, Irving Fisher, John Maynard Keynes, Abba Lerner e Milton Friedman, fu ripresa nel 2003 da Ben Bernanke, che raccomandò al Giappone di combattere la deflazione con un programma di tagli delle tasse o di spesa statale, finanziato con acquisti incrementali e permanenti di debito pubblico da parte della banca centrale. (4) MA COME FARLO NELL’EUROZONA? Giappone, Stati Uniti e Regno Unito stanno adottando misure della specie. L’Italia e i paesi dell’euro in difficoltà dovrebbero ricorrervi d’urgenza. Devono convincere l’Europa della necessità di utilizzare mezzi eccezionali di rilancio della domanda. L’Ela riconosce alle banche centrali dell’Eurozona di sostenere in circostanze eccezionali istituzioni finanziarie nazionali con assistenza aggiuntiva rispetto a quella del Sebc. L’Ela non è una funzione del Sebc. Il potere di attivarla risiede presso le banche centrali e non trae origine dalla loro appartenenza al sistema. Le condizioni e le procedure di attivazione devono essere specificate in disposizioni di legge nazionali. (5) Tuttavia, l’Ela sottosta ad alcune restrizioni, tra cui il divieto di concedere facoltà di scoperto a istituzioni statali e di acquistare titoli di Stato. L’uso dell’Ela non richiede l’approvazione del Sebc, ma può essere interrotto per decisione presa a votazione, se ritenuto contrario al suo mandato. Inoltre, deve essere garantito alle banche centrali il medesimo grado d’indipendenza di cui esse godono nel condurre le operazioni del Sebc. (6) L’uso dell’Ela per l’acquisto di titoli di sStato contravverrebbe alle regole del Sebc. Tuttavia, così come il governatore Draghi ha difeso le outright monetary transactions (Omt) come mezzo per salvaguardare l’efficacia della trasmissione della politica monetaria dell’Eurozona, l’uso dell’Ela che qui si propone si giustificherebbe quale modo per restituire efficacia alla politica monetaria in fasi di recessione particolarmente gravi e per adattarla a eccezionali circostanze nazionali, nell’obiettivo di preservare la stabilità e l’integrità dell’Unione. Al pari delle Omt, che prevedono una condizionalità legata a programmi di aggiustamento da attuare sotto la vigilanza dello European Financial Stability Facility/European Stability Mechanism, le Omf a valere sull’Ela richiederebbero ai governi di sottoporre al vaglio dell’UE programmi di stimolo fiscale congiuntamente a riforme strutturali coerenti con le esigenze interne. (7) COME AVVERREBBE L’USO DELL’ELA? L’uso dell’Ela avverrebbe secondo il seguente schema: La banca centrale comunica al Governo la disponibilità a valere sull’Ela di finanziare provvedimenti fiscali di sostegno alla domanda nominale coerente con gli obiettivi d’inflazione dell’eurozona. Il Governo stabilisce la composizione degli interventi fiscali (programmi di spesa e/o riduzione delle tasse). Il Governo decreta l’emissione di speciali titoli non trasferibili da cedere alla banca centrale in cambio di euro. I titoli possono essere fruttiferi, in tal caso la banca centrale li acquista e li detiene perpetuamente, rinnovando le quote dei titoli che giungono a scadenza, e restituisce allo Stato gli interessi maturati; in alternativa, i titoli possono essere infruttiferi e non redimibili. L’operazione è accompagnata da una dichiarazione della banca centrale che conferma il carattere di permanenza dell’acquisto di titoli e chiarisce che l’emissione di titoli non pone questioni di sostenibilità del debito poiché essi non vanno collocati sul mercato e non danno origine a nuove passività dello Stato.Nulla vieta che, a condizioni economiche mutate, con decisione separata, il governo disponga di riacquistare dalla banca centrale i titoli speciali in cambio di euro. L’operazione è accompagnata dal varo di un programma di riforme strutturali. A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI L’Italia si faccia leader dell’idea proposta presso i partner europei. Dichiari anche che, in caso di diniego, Governo e banca centrale sono pronti a considerare l’emissione di una nuova valuta a corso legale e parallela all’euro, che alimenterà il meccanismo sopra descritto sino a che l’economia non avrà traversato il guado. Lo schema proposto richiede un grado di coordinamento fra banca centrale e Governo, che non compromette l’indipendenza della prima. Un dialogo è necessario per pervenire a decisioni condivise che assicurino la massima efficacia dell’intervento (per esempio, riguardo alla entità e composizione del pacchetto da finanziare). Le decisioni, tuttavia, coinvolgono responsabilità separate e autonome. La proposta ha carattere di forte eterodossia, ma non sarà l’ortodossia a tirarci fori dai guai. È in ballo una situazione d’eccezionale gravità che richiede rimedi eccezionali, come altri paesi hanno fatto. ============================= Quiz per i più intelligenti (che abbiano letto qui sotto la soluzione di Bossone). Se la Banca d'Italia accredita al Tesoro 100 miliardi in cambio di bonds creati ex-novo che il Tesoro le da in modo che questo possa cancellare l'IMU dimezzare l'IRPEF o cancellare l'IRAP o ridurre le imposte sulla benzina cosa succede a questi 100 mld nel bilancio di Banca d'Italia ? (ripeto; è un quiz per i più intelligenti, i commenti che denotino un quoziente di intelligenza inferiore a 90 verrano cancellati) ============================= (1) Bovi M. (2013), “Realism, austerity or demagogy? Evidence from Italy”, VoxEU.org, 20 March. (2) Articolo 14.4 dello statuto del Sebc. (3) Si vedano: McCulley P. and Z Pozsar (2013), “Helicopter money: or how I stopped worrying and love fiscal-monetary cooperation”, Global Society of Fellows, 7 January; Wolf M (2013), “The case for helicopter money”, Financial Times, 12 February; Wood R (2013), “Helicopter money is purely about initial stimulus”, Financial Times Letters, 17 February; Turner A (2013), “Debt, money and Mephistopheles: how do we get out of this mess”, Cass Business School Lecture, 6 February. (4) Bernanke B. (2003), “Some thoughts on monetary policy in Japan”, Tokyo, May. Se la moneta emessa avesse sostenuto la riduzione delle tasse, argomentava Bernanke, i consumatori e le imprese avrebbero speso il maggior reddito disponibile poiché l’acquisto permanente del nuovo debito non avrebbe aumentato il costo del suo servizio. (5) Buiter W. H., J. Michels, and E. Rahbari (2011), “Ela: an emperor without clothes”, Global Economics View, Citigroup Global Markets, 21 January. (6) ECB “Opinion of the European Central Bank of 24 January 2012 on a guarantee scheme for the liabilities of Italian banks and on the exchange of lira banknotes” (CON/2012/4). L’Ela è stata utilizzata dalla Bundesbank nel 2008 per sostenere la Hypo Real Estate e dalla Banca nazionale del Belgio nel 2009 per salvare dal fallimento la banca Fortis con 54 miliardi. È stata attivata anche da Irlanda e Grecia, sebbene con finalità e modalità diverse da quelle previste dalle norme. L’Irlanda ne avrebbe fatto un uso costante sin dal 2008, emettendo dal 2010 tra i 40 e i 60 miliardi di euro e la Grecia vi avrebbe fatto ricorso per circa 55 miliardi come fonte di risorse addizionali (Vistesen C (2012), “Emergency Liquidity Assistance in the Eurozone: Draghi’s irreversible euro put explained”, Credit Writedowns, 9 August). (7) ECB (2012), “Technical features of Outright Monetary Transactions”, European Central Bank, Press release, 6 September, available at www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120906_1.en.html. Biagio Bossone: Biagio Bossone presiede il "Group of Lecce" on global governance (www.thegroupoflecce.org), è membro del Comitato di sorveglianza del Centre d'Études pour le Financement du Développement Local, e senior advisor del Payment System Development Group della Banca Mondiale. È stato Ragioniere generale e direttore del bilancio e tesoro della Regione Siciliana, Coordinatore del Nucleo per la valutazione degli investimenti pubblici presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino. E’ stato inoltre Direttore esecutivo della Banca Mondiale, membro del consiglio direttivo del Fondo Monetario Internazionale e advisor dell’Independent Evaluation Office del FMI e della Banca Africana di Sviluppo. È stato membro del gruppo di esperti che ha assistito la High Commission on World Bank Reform, presieduta dall’ex Presidente del Mexico On. Ernesto Zedillo.

 

  By: pana on Venerdì 09 Agosto 2013 09:50

una cooperativa del denaro dove gli utenti sono al tempo stesso azionisti .. forse forse sicuramente un modo per stgrangolare le grandi banche americane e quello di togliere i soldi dai loro conti e metterli da una altra parte.. questa proposta l avevo gia letta 1 anno fa ma ora pare che la stanno mettendo in pratica http://www.occupycooperative.com/who_we_are

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube

 

  By: gianlini on Mercoledì 07 Agosto 2013 10:40

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  By: antitrader on Mercoledì 07 Agosto 2013 03:58

Tutto giusto direi (deo gratias), si vede che hai frequentato qualche addetto ai lavori di recente. Pero' c'e' uncora una boiata residua e ti do una dritta per scoprirla da solo: Lascia i libri negli scaffali e va dal tuo banchiere di riferimento e fagli questa domanda: se domattina Bill Gates (individuo al di sopra di ogni sospetto quanto a solvibilita') va alla sede centrale di Unicredit a Milano e dice a Ghizzoni in persona "mi servono 20 miliardi entro un'ora e ti offro un tasso del 10%" cosa fa Ghizzoni? Siccome non gli sembra vero un affare del genere preme il bottone e glieli accredita oppure gli risponde papale papale "ma te se matt!"? Buone vacanze ragazzi! E attenti alle elezioni tedesche, dopo vien giu' tutto!

 

  By: Moderatore on Martedì 06 Agosto 2013 22:14

quello che non capisci è che la moneta è il metro di misura e lo strumento tramite cui si scambiano merci e servizi, non è un bene scambiato come gli altri per cui non ha un prezzo che dipende da domanda e offerta, che sarebbe l'interesse. Qui occorre spruzzare un disinfestante... -------- 1) ^la quantità di moneta è legata alla domanda di prestiti#http://keynesblog.com/2013/03/21/inflazione-e-moneta-endogena-3-domanda-e-offerta-di-moneta/^ 2) i prestiti creano i depositi e i depositi creano le riserve in moneta legale. 3) Il tasso d’interesse non è il prezzo d’equilibrio tra investimenti e risparmio. La moneta può venire tesoreggiata, come sosteneva Keynes, non trasformandosi in investimento o spesa; i risparmiatori possono non comprare i titoli o il debito delle delle aziende ma mantenere liquidità; la stessa offerta di moneta è di per sé incapace di influire sull’ammontare della massa monetaria. Nulla perciò assicura a priori che l'investimento sia sufficiente a mantenere la piena occupazione delle risorse. La moneta “endogena” Per illustrare come la moneta viene creata dal sistema creditizio, partiremo da un esempio semplice, ma estremamente istruttivo, che ci permetterà di capire che la moneta è un “segno” rappresentativo di una “promessa di pagamento” da parte dell’emittente e di un “potere d’acquisto” in mano a chi la detiene. Supponiamo che il signor A, proprietario di un mulino che produce farina, chieda al signor B un prestito di 100 euro. Il signor B tuttavia non possiede al momento contante e firma un foglio di carta con su scritto “pagherò 100 euro a chi si presenterà con questo foglio”. Poiché il signor B è persona notoriamente affidabile, il signor A considererà quel foglio un valido sostituto temporaneo dei 100 euro. A lo girerà ad un altro soggetto (ad esempio un macellaio, che conosce anch’egli l’affidabilità di B), che lo girerà ad un altro ancora (ad esempio un fruttivendolo), che lo girerà ad un terzo, ad esempio un panettiere. Il panettiere ha bisogno di farina e la compra dal signor A, pagando in parte con il “pagherò” emesso dal signor B. Quindi il signor A tornerà dal signor B e gli restituirà il “pagherò”, estinguendo così il debito. A questo punto il signor B semplicemente lo straccerà, distruggendo la moneta precedentemente creata. Si noti che il signor B non ha mai avuto davvero bisogno di possedere 100 euro. Né, al momento in cui ha emesso il “pagherò”, era obbligato a sapere quanto possedeva precedentemente. Doveva solo fidarsi del signor A. La moneta è un cioè un “IOU” (I Owe You, “io ti devo”), viene creata con i prestiti e distrutta con la loro restituzione. Che la moneta sia una “promessa di pagamento” è sempre stato chiaro ai banchieri centrali. Sulle sterline inglesi viene esplicitamente dichiarato “Prometto di pagare al portatore su domanda la somma di … sterline”: Per comprendere quindi come funziona realmente il sistema monetario dobbiamo partire dall’idea che siano i prestiti a creare la moneta. Nella realtà economica la questione quindi diventa: da dove le banche commerciali ottengono la moneta per i prestiti? La risposta è che, a livello aggregato, la creano “dal nulla”. Esse aprono cioè delle linee di credito dalle quale le imprese attingono per iniziare la produzione. Le banche nel loro insieme non sono quindi vincolate nel concedere prestiti dall’ammontare del denaro precedentemente depositato. La sequenza logica funziona esattamente al contrario rispetto alla TQM: le banche concedono prestiti, con i quali gli imprenditori investono, pagano le famiglie e queste depositano i soldi nella banche. Infine le imprese, grazie agli incassi realizzati con l’attività economica, restituiscono i prestiti e quindi la moneta inizialmente creata si “distrugge”. Gli incassi dell’attività economica altro non sono che il frutto delle vendite realizzate dalle imprese alle famiglie, le quali, come si è detto, hanno un reddito perché le imprese hanno pagato loro i salari (i dividendi in caso degli azionisti). E i salari (o dividendi) possono essere pagati solo perché le imprese hanno inizialmente chiesto e ottenuto un prestito alle banche. Se le famiglie risparmiano una certa parte del reddito, le banche avranno dei depositi residui. Essi ammonteranno a una frazione del reddito percepito dalle famiglie, che a sua volta è il risultato del prestito iniziale. Ecco quindi perché i depositi sono una frazione dei prestiti. Invece che di moltiplicatore monetario, quindi, si può parlare di “divisore”. Pertanto, a differenza di quanto comunemente si crede, i prestiti creano i depositi e non viceversa. Le banche non sono perciò un intermediario tra i risparmiatori che depositano denaro e coloro che chiedono i prestiti. E’ questo in sintesi il cosiddetto “circuito monetario”, ossia la sequenza logica di fasi concatenate che scandiscono la produzione e lo scambio in un’economia capitalistica. Un’economia in cui le imprese usano la moneta “creata dal nulla” dalle banche per investire (comprare beni capitali) e pagare i lavoratori al fine di produrre le merci. Successivamente le imprese venderanno le merci sul mercato e con la moneta così ottenuta restituiranno i prestiti alle banche. Questo semplice modello può essere poi arricchito per rappresentare il reale funzionamento dell’economia. Per motivi pratici il pubblico potrebbe desiderare dei mezzi di pagamento cartacei per le spese, invece che ordinare alla banca di effettuare un trasferimento a favore delle imprese. E’ questa l’origine dei “biglietti di banca”, cioè le banconote, prima che nascessero le banche centrali controllate dallo Stato. Inoltre le banche, temendo l’insolvenza di alcune aziende e per assicurarsi un proprio profitto, chiederanno un prezzo per i prestiti concessi: il tasso d’interesse. Poiché sotto forma di liquidità la moneta può venire conservata (non necessariamente in forma cartacea, ma anche in conti correnti e depositi “liquidi”) le imprese si troveranno costantemente in debito con le banche. Per eliminare questo problema, le aziende emettono titoli (le obbligazioni) che vendono alle famiglie, ottenendo in cambio moneta: in questo modo sono in grado di ripagare le banche e si indebitano direttamente con le famiglie. Infine, nasce l’esigenza di strumenti di pagamento definitivi che estinguano tutti i debiti, compresi quelli tra le banche, generati, ad esempio, dai trasferimenti dei clienti (si pensi ad un bonifico effettuato da una banca ad un’altra). Difatti una banca non può estinguere i propri debiti con un’altra banca emettendo la propria moneta bancaria, altrimenti godrebbe del privilegio di signoraggio. E’ quindi necessaria la moneta legale emessa da un’autorità terza: la banca centrale. In effetti che questo sia lo scopo della moneta legale è chiaro leggendo quanto scritto su ogni dollaro americano: “This note is legal tender for all debts public and private” (questa banconota è a corso legale per [estinguere] tutti i debiti, pubblici e privati). Nella realtà i pagamenti interbancari non vengono effettuati con denaro contante, ma attraverso le riserve delle banche commerciali presso le banche centrali, che fanno comunque parte della moneta legale come le banconote e le monete metalliche. Nella maggior parte dei paesi le banche centrali richiedono una riserva obbligatoria minima (una frazione dei depositi), di cui abbiamo già parlato quando abbiamo descritto il moltiplicatore monetario. In alcuni (Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Svezia) al contrario non è richiesta alcuna riserva obbligatoria, senza che ciò faccia crescere l’offerta di moneta all’infinito, come suggerisce il modello del moltiplicatore monetario. L’esigenza per il sistema economico di ottenere una moneta legale dà quindi alla banca centrale il potere di fissare il suo prezzo: il tasso di interesse della Banca Centrale è perciò il riferimento per le banche quando concedono prestiti alle aziende. In questo quadro allora la banca centrale svolge un ruolo completamente differente rispetto a quanto sostenuto dalla TQM. Essa fissa un prezzo per la moneta legale che influenza il tasso d’interesse bancario. La domanda di moneta, sensibile al tasso d’interesse, diminuirà o aumenterà in funzione di questo, dando quindi una certa efficacia alle politiche monetarie. A questo punto la banca centrale stamperà quanto effettivamente necessario a rispondere alla domanda di moneta legale, che sarà una frazione della moneta totale. I due grafici in fondo illustrano la differenza tra la Teoria Quantitativa della Moneta e la Teoria della Moneta Endogena (qui ci riferiamo alla sua versione più semplice, l’ “orizzontalismo” sviluppato da Basil Moore sulla base delle osservazioni di Kaldor): Nel caso della TQM, la Banca Centrale è in grado di controllare la quantità di moneta che non dipende in alcun modo dalla domanda, ma esclusivamente dall’offerta. Al contrario, nella Teoria della Moneta Endogena, la Banca Centrale non è in grado di controllare direttamente la quantità di moneta. Essa fissa il tasso d’interesse al quale rifinanzia le banche con la moneta legale e tale tasso d’interesse influisce su quello effettivamente applicato dalle banche ai clienti. A tale tasso d’interesse bancario la domanda di moneta “tirerà” una certa offerta. Se la Banca Centrale riduce il tasso d’interesse, e di conseguenza lo riducono anche le banche, la domanda aumenterà e quindi aumenterà anche l’offerta. La Banca Centrale deve essere sempre pronta a fornire la liquidità in moneta legale necessaria, pena l’insolvenza del sistema finanziario. Si noti tuttavia che, durante una crisi, il fatto che la BC sia in grado di diminuire il tasso d’interesse sulla moneta legale non implica che le banche riducano nella stessa misura il tasso d’interesse bancario, né che esse siano più propense al rischio (esse possono cioè sempre razionare il credito se temono l’insolvenza dei propri clienti), né che la domanda di prestiti aumenti di conseguenza nel caso in cui gli imprenditori abbiano aspettative negative sul rendimento degli investimenti. In ogni momento, insomma, è il rapporto tra le banche e chi richiede i prestiti a determinare la quantità di moneta nel sistema economico. Gli economisti spesso usano le metafore “non si può spingere una corda” e “il cavallo non vuole bere” per descrivere quelle situazioni in cui la politica monetaria “rilassata” della banca centrale non si dimostra abbastanza efficace per far riprendere il ciclo del credito. L’affermazione che le Banche Centrali non siano in grado di determinare la quantità di moneta può sembrare molto azzardata, ma l’esperienza lo conferma. Nel grafico seguente, che abbiamo già mostrato nella scorsa puntata, la retta orizzontale azzurra rappresenta l’obiettivo di crescita di M3 fissato dalla Banca Centrale Europea (4,5% annuo). Come si può notare, M3 è quasi sempre cresciuta a ritmi notevolmente superiori all’obiettivo stabilito dalla BCE.

 

  By: VincenzoS on Domenica 04 Agosto 2013 13:28

x Lutrom Giusto, VINCENZO! Ma cosa bisognerebbe fare per avere questo libero mercato delle banche?? ---------------------------- Basterebbe fare una cosa semplicssima, eliminare tutte le leggi che impediscono a un privato cittadino, come te e me, di fare prestiti chiedendo una qualche forma di remunerazione diversa dall'interesse legale. Se per esempio tu hai dei soldi da aprte e un tuo conoscente vuole, che so, aprire un bar, tu devi essere libero di finanziarlo fissando con lui liberamente i termini del prestito. Sono pronto a scommettere che in tal modo si diffonderebbe molto il "venture capital", praticalmente sconosciuto in Italia, cioè praticamente tu, piuttosto che chiedere la restituzione di capitale e interesse molto probabilmente finiresti per trovare conveniente, se la sua idea è buona, chiedere una aprtecipazione agli utili futuri.

 

  By: lutrom on Sabato 03 Agosto 2013 14:04

[...] Se per i tassi di interesse vi fosse un vero libero mercato, insomma non vi fosse il cartello bancario, avresti tutta la possibile offerta dallo 0 al 100 %. E sicuramente chi chiede troppo uscirebbe dal mercato. E non ci sarebbe usura. --------------------------- Giusto, VINCENZO! Ma cosa bisognerebbe fare per avere questo libero mercato delle banche??

 

  By: VincenzoS on Sabato 03 Agosto 2013 11:25

x Trucco Se non stabilisse cosa e' legale e cosa no vivremmo nell'anarchia totale. Io sono antiproibizionista quindi con me sfondi una porta aperta su certi aspetti, ma credo che lo stato possa e debba condannare l'usura. Tu vorresti che fosse legale l'usura? -------------------------- Il fatto che lo stato legiferi, direttamente o indirettamente, su un qualche cosa su cui non dovrebbe legiferare affatto o comunque se ne impicci fa si che fenomeni che altrimenti sarebbero limitati solo al fisiologico, visto che come esseri umani siamo imperfetti, diventino patologici. La chiarissima dimostrazione te la da l'alcol. Pur essendo l'Italia uno dei maggiori produttori al mondo di vino, lo stato italiano non si è mai impicciato più di tanto dell'alcol sul fronte del consumo e infatti l'Italia è sempre stata un paese dove l'alcolismo è stato un non-problema, appunto limitato al fisiologico. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento dei casi di incidenti causati da abuso d'alcol che, non a caso, riguardano quasi tutti immigrati provenienti da paesi dove lo stato si è sempre impicciato pesantemente. Ti dice niente la cosa? Se per i tassi di interesse vi fosse un vero libero mercato, insomma non vi fosse il cartello bancario, avresti tutta la possibile offerta dallo 0 al 100 %. E sicuramente chi chiede troppo uscirebbe dal mercato. E non ci sarebbe usura.

 

  By: Trucco on Venerdì 02 Agosto 2013 20:28

Vincenzo S. che ti piaccia o no lo stato qualcosa deve pur legiferare. Se non stabilisse cosa e' legale e cosa no vivremmo nell'anarchia totale. Io sono antiproibizionista quindi con me sfondi una porta aperta su certi aspetti, ma credo che lo stato possa e debba condannare l'usura. Tu vorresti che fosse legale l'usura?

 

  By: VincenzoS on Venerdì 02 Agosto 2013 12:19

x Trucco Osservando la cosa in questi termini, forse le leggi e lo stato dovrebbero tutelare maggiormente la popolazione dall'usura legalizzata e dal gioco d'azzardo. Lo stato purtroppo ne ricava ingenti entrate fiscali che in questa epoca gli sono indispensabili, ecco un motivo in più per uscire dall'euro! ----------------------------------- Ma chi è lo stato per decidere cosa è bene e cosa è male per me? Chi è lo stato per decidere che io non possa gettare i miei soldi nelle slot machines? Quali doti salvifiche ha questo stato, che poi altro non è che l'insieme dei cittadini, per decidere cosa è buono e cosa è cattivo? Se una popolazione è fatta di stupidi, allora anche lo stato è stupido e quindi non può certamente decidere meglio di me. Se le persone sono invece intelligenti non vi è nessuna necessità di qualcuno che le tuteli. Se alcuni sono intelligenti e altri stupidi, per quale ragione gli intelligenti si dovrebbero arrogare il diritto di tutelare gli stupidi? E in base a cosa essi deciderebbero di essere gli "intelligenti"?

 

  By: fedita on Venerdì 02 Agosto 2013 11:49

Appunto, come mai era così coglione, me lo sono sempre chiesto... una risposta non ce l'hai?

 

  By: foibar on Venerdì 02 Agosto 2013 11:40

"Lo studio è bello, ma i due prof. non si pongono la questione fondamentale: il Re di Spagna aveva un impero coloniale con miniere d'oro e argento, ma era sempre indebitato e in pratica se guardi la tabella tutti i proventi delle sue miniere in Sudamerica andavano in interessi pagati a cinque famiglie di banchieri. Come mai era così coglione". Perchè era della stessa "tribu" dei banchieri :-)) Sembrerebbe che il giochino sia sempre quello. buone cose.

 

  By: gianlini on Venerdì 02 Agosto 2013 11:34

Trucco, ma ti pare che se sei Re, per di più di un impero bello grande e potente, devi farti problemi di spese e indebitamento?? se sei RE, spendi e spandi come si confà ad un Re! e che diamine! (non per niente Re o Granduchi di regni o ducati molto più piccoli in genere non cadono in questi errori) PS ogni tanto mi sembra che siate degli automi, psicologia zero....;)

 

  By: Trucco on Venerdì 02 Agosto 2013 11:29

Il Re di Spagna pagava la tassa sulla stupidità. A volte si fa fatica a comprendere quante persone paghino questa tassa senza porsi il minimo problema. Il credito al consumo con tassi usurari (tipo il 15-20% che pagava il Re di Spagna) o le slot machines che restituiscono la metà dei soldi che gli butti dentro, uno si aspetterebbe che non trovassero nessun pollo da spennare, invece sono "industrie" che fanno enormi fatturati. Purtroppo un loro vantaggio e' la difficoltà di molte persone a comprendere le nozioni di statistica, calcolo delle probabilità e interessi composti, che non sono poi così intuitivi, quindi forse più che di stupidità sarebbe meglio dire "tassa sull'ignoranza". Anche io sarei facilmente raggirabile da un idraulico o da un elettricista o da un meccanico che cercassero di convincermi che un certo congegno sia da riparare, perché sono molto ignorante in questi ambiti. Osservando la cosa in questi termini, forse le leggi e lo stato dovrebbero tutelare maggiormente la popolazione dall'usura legalizzata e dal gioco d'azzardo. Lo stato purtroppo ne ricava ingenti entrate fiscali che in questa epoca gli sono indispensabili, ecco un motivo in più per uscire dall'euro!