Di chi è la sovranità monetaria ?

La Reichlin sul Corriere e Boldrin non capiscono cosa sia il QE - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 28 Gennaio 2015 01:32

Gli economisti non capiscono i fatti economici anche quando come nel caso del QE sono fatti monetari che sfuggono alla gente normale che ha una ditta o una professione e quindi toccherebbe a loro spiegarli al resto della popolazione ^Lucrezia Reichlin, ex-capo economista della BCE... sul Corriere di oggi spiiega il QE#http://www.corriere.it/opinioni/15_gennaio_27/scelte-giuste-bce-ma-ue-non-puo-avere-germania-contro-d461b362-a5fa-11e4-96ea-4beaab57491a.shtml^ #i#" ...Se il debito di questi Paesi [come l'Italia] dovesse continuare ad espandersi...gli scenari possibili sarebbero due. Nel primo, #F_START# size=3 color=darkred #F_MID#la Bce continuerebbe ad acquistare titoli, sostituendosi così al mercato: questo genererebbe però un aumento incontrollato dell’inflazione#F_END# e la perdita di credibilità della Banca centrale. Nel secondo scenario, invece, la Bce interromperebbe gli acquisti per non violare il suo obiettivo di inflazione e permetterebbe il default dei Paesi a rischio. In questo secondo caso, però, la Bce si troverebbe a pagare un prezzo elevato, particolarmente difficile da digerire per chi, tra i suoi azionisti, si trova nella condizione di creditore....".#/i# #b# Come 'azzo faccia il fatto che la BCE o Bankitalia comprino metà dei BTP sul mercato a far salire "in modo incontrollato" prezzi di olio, computer, automobili, divani e plastica non si sa #/b# ^Che non sia ovviamente vero lo dice Michele Boldrin su NoisefromAmerika#http://noisefromamerika.org/articolo/qe-non-qe-ovvero-inutile-dilemma#comment-103276^ #i# "Cos'è successo all'inflazione USA durante i periodi dei tre QE? La risposta breve è "nulla". ...L'inflazione viene quando famiglie ed imprese spendono soldi, ricevuti a credito o via trasferimenti, senza che a fronte vi sia una crescita della produzione di beni e servizi. Ora, a parte il fatto che in teoria il QE dovrebbe servire per far ripartire la produzione di beni e servizi, gli argomenti illustrati prima fanno dubitare che questa liquidità addizionale passi rapidamente da banche e governi a famiglie ed imprese. #/i# #b# Ma poi improvvisamente il prof. Boldrin immagina che la liquidità del QE la spenda il governo ????!#/b# #i#A meno che ... #F_START# size=3 color=darkred #F_MID#a meno che qualche governo buontempone non decida di lanciarsi in operazioni di spesa pubblica a go-go utilizzando tale liquidità ed aumentando fuori misura il proprio debito per fare trasferimenti....Ma, lasciando da parte il fatto che questo sarebbe comunque dannoso perché poi i debiti ti rimangono in groppa...#F_END# #/i# #b# E Boldrin immagina che i BTP che compra la BCE o Bankitalia sul mercato continuino ad essere un debito, anche quando lo stato se li è ricomprati in pratica lui ??!#/b# Per una volta ^ho provato mettere qualcosa sul blog di Boldrin#http://noisefromamerika.org/articolo/qe-non-qe-ovvero-inutile-dilemma#comment-103276^ per correggere questi errori e vedere cosa diceva (visto che ha un blog senza censura come altri) #b# i deficit non sono la stessa cosa del debito (pubblico) • giovanni zibordi •27/1/2015 01:04#/b# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#....non si potrebbe anche ammettere che quando Bankitalia ora, per la prima volta dagli anni '80, può ricominciare a ricomprare i titoli di stato significa che il debito pubblico può scomparire come problema ? Cioè che il QE di Draghi dimostra che potremmo ridurre le tasse ed evitare l'asfissia all'economia scambiando moneta con debito, un operazione che non ha costi come tutti possono notare osservando Draghi. Alla fine della fiera il QE significa che lo Stato, tramite la Banca Centrale che agisce per suo conto, può decidere (se lo ritiene utile) di fare deficit, ma non debito. Con il QE il deficit pubblico può aumentare, ma non il debito visto che se lo può ora finalmente comprare Bankitalia la quale alla fine dell'anno gira le cedole al Tesoro, per cui E' COME SE IL DEBITO NON ESISTESSE una volta che entri nel suo bilancio. Questo è ovvio no ? Nei prossimi 12 mesi il Tesoro emetterà (al netto, come finanziamento del deficit del 3% famoso) circa 45 mld di titoli e Draghi comprerà circa 500 per l'eurozona intera di cui all'Italia spetteranno forse 80 mld (17% ?). Cioè con un deficit del 3% grazie al QE quest'anno il debito si ridurrà (ceteris paribus...) E se qualcuno si preoccupa di dove finiranno questi 80 mld di BTP che Bankitalia compra sul mercato...beh... quando scadranno lei può: a) comprarne altri o b) semplicemente dimenticarseli nel suo bilancio e non chiedere i soldi indietro al Tesoro. Non è magnifico ? Dopo 30 anni che si fanno Finanziarie su Finanziarie e si aumentano le tasse fino a far asfissiare l'economia in nome del Debito Pubblico ora finalmente si può ridurre o anche annullare questo debito. Senza alcun costo, nè diretto e neanche indiretto perchè, come si vede in giro per il mondo, i mercati non vanno contro una Banca Centrale che fa QE in modo massiccio. Insomma: 1) con il "QE", cioè con uno "swap" di debito con moneta, puoi ridurre il Debito Pubblico, 2) puoi fare un maggiore deficit pubblico senza aumentare il debito, 3) ergo, il QE va usato per ridurre le tasse senza aumentare il debito pubblico Visto che ora finalmente Draghi è riuscito far passare il principio e implementarlo, anche se in misura minima, perchè non spiegare alla gente che si può invece farlo su larga scala e così eliminare il debito pubblico e ridurre le tasse. .... ... Insomma è vero che il QE come lo si fa non serve quasi a niente perchè crei un "cash" che non può essere utilizzato da famiglie e imprese, che va solo a comprare BTP....e poi ritorna quasi tutto alla Banca Centrale come "riserve" che le banche le ridepositano..... Se invece rompi il tabù dell'eurozona e dici che il QE PERMETTE DI AUMENTARE I DEFICIT SENZA AUMENTARE IL DEBITO, che deve servire a finanziare una riduzione massiccia di tasse e lo usi solo per ridurre le tasse (non la spesa pubblica! )... allora servirebbe eccome #F_END# Forse il discorso era complicato perchè l'ottimo professore dell'Università di Kansas City ha risposto: #b# Difficile rispondere • michele boldrin •27/1/2015 - 05:47#/b# #i# Troppe affermazioni improbabili e senza fondamento. Ma proviamo. -#F_START# size=3 color=darkred #F_MID# La differenza fra finanziare deficit via emissione di debito o via emissione di moneta e' sottile ma, alla fine, non essenziale. In entrambi i casi, come abbiamo appreso 40 anni e passa fa da Sargent e Wallace, scambi beni e servizi reali per pezzi di carta. Nel caso del debito il pezzo di carta chiede di restituire beni e servizi reali in futuro (debito), nell'altro fa circolare pezzi di carta che si comprano beni e servizi reali in ogni caso. Questi ultimi, in entrambe le circostanze, spariscono dalla circolazione perche' sono stati usati. Detto altrimenti, quale illusione puo' far pensare che scambiare beni reali per pezzi di carta "rosa" (debito) abbia un effetto diverso da scambiare gli stessi beni per pezzi di carta "blu" (moneta")? Sempre pezzi di carta sono in cambio di beni veri!#F_END# Il resto che scrivi segue (privo di senso) dalle ipotesi (erronee) con cui cominci. Scambi debito per moneta, perfetto. E allora? La moneta circola (se circola, vedi sotto) e crea inflazione, perche' mica te la mangi o ci dormi con la moneta! La ricchezza reale se ne va in entrambi i casi. Ma, magari, la moneta non circola. Allora l'unica cosa che succede e' la seguente. Una qualche istituzione finanziaria, banca, prima aveva pezzi di carta rosa (debito) in cassaforte e poi ha pezzi di carta blu (moneta). Fine. Niente e' cambiato. In entrambi i casi lo stato ti ha dato pezzi di carta in cambio di un bene reale. Perdonami ma a leggere commenti come i tuoi tremano le vene ai polsi. Commenti cosi' fanno capire quanto importante sia studiare davvero, capire le cose davvero e non trasformarsi tutti in economisti da bar che pensano di fare miracoli con il gioco delle tre carte. Se fosse cosi' facile saremmo tutti ricchi come Bill Gates da tempo. Svegliatevi, questo e' l'unico consiglio che mi sembra di poter dare. Ma ci spero sempre meno.#/i# Data la risposta confusa ho riprovato: #b# la contabilità bancaria del QE! • giovanni zibordi •27/1/2015#/b# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#.... La storia dei pezzi di carta rosa non capisco bene cosa c'entri, qui parliamo di passività e attività di bilancio, i titoli di stato sono conti di riserva presso la Banca Centrale a fronte dei quali questa segna al passivo delle "riserve" che sono un "cash", ma particolare perchè può essere usato solo per pagamenti tra banche. In altre parole parliamo di "pezzi di carta" (elettronica) CHE PER DEFINIZIONE NON VENGONO SCAMBIATI CON BENI REALI. Quando la Banca Centrale (come è successo in USA) aumenta da 500 a 4,000 mld di dollari sia il suo passivo che il suo attivo riempendo il primo di titoli di stato NON SUCCEDE NIENTE IN TERMINI DI ACQUISTI E VENDITE DI BENI REALI. Tutto il discorso del QE, così come delle operazioni di mercato aperto di cui è un estensione, si riferisce solo a "swap" di debito con cash, dove però detto cash può essere solo usato per accrediti e addebiti tra banche (e BC). Si tratta di un circuito contabile e monetario chiuso, che ha effetti sull'economia reale solo indirettamente, nell'indurre dei soggetti sul mercato finanziario ad aumentare o ridurre il loro debito (essenzialmente) Come riferimento per questo modo di ragionare, di tipo "non partigiano" userei "How the Economic Machine Works" di Ray Dalio di Bridgewater, http://bwater.com/Uploads/FileManager/research/how-the-economic-machine-..., che non è keynesiano o monetarista, ma uno che con questo tipo di schema è arrivato a creare dal niente il fondo hedge "macro" più grande del mondo. Questo solo per dire che non stiamo parlando di bizzarre teorie abbruzzesi. Anche la settimana scorsa a Davos ripeteva che il QE è utile perchè scambia debito con moneta, riduce il debito e aumenta la moneta, cosa che per la Banca Centrale (nel sistema monetario moderno post 1971, in cambi fluttuanti e nella propria moneta) è possibile. Non era possibile quando c'era il Gold Standard, non è possibile in cambi fissi e non è possibile verso il debito estero. Ma una banca centrale di oggi, con il debito pubblico del proprio stato, può farlo. Il problema è che negli ultimi 30 anni la quantità di debito è quadruplicata a fronte di una quantità di moneta essenzialmente invariata (fino al 2009) e di conseguenza ora devi ridurre il debito e con il QE dal Giappone agli USa alllo UK alla BCE fanno più o meno questo. I sistemi per ridurre il debito in generale sono tre: austerità cioè ripagarlo, default/svalutazione, inflazione cioè repressione dei rendimenti reali sotto zero. Nel caso del debito pubblico però c'è la quarta soluzione, discussa anche da Mike Woodford, Adlair Turner ecc.. cioè il QE, far ricomprare alla Banca Centrale i titoli di stato e POI TENERLI NEL SUO BILANCIO PER SEMPRE. Mike Woodford ha detto varie volte che se fai QE poi devi farlo fino in fondo e comunicare la decisione di non rivendere mai più il debito. Ma se la Banca Centrale compra i titoli sul mercato, con "riserve" che crea dal NIENTE e che non le costano niente e poi tiene i titoli comprati, gira le cedole al Tesoro e non li rivende mai.... allora la contabilità bancaria e il buon senso anche dicono che il debito è cancellato. Uno stato può cancellare il proprio debito pubblico. Non può cancellare quello in valuta estera, ma il suo sì. E quello che fa Draghi, in misura minima è esattamente questo. Con tutto il rispetto però, bisogna entrare nel merito dei bilanci e non supporre che ad ogni "pezzo di carta" monetario corrisponde per forza un bene reale. Nel caso dei conti presso la Banca Centrale non è vero... #F_END# Dopodichè nessuna risposta...

 

  By: MR on Giovedì 22 Gennaio 2015 13:23

Mi dici chi è il tuo psichiatra? Deve cambiare le dosi.

 

  By: pana on Giovedì 22 Gennaio 2015 12:02

Ungheria e Polonia, 2 stati sovrani potevano stampare per rendere i mutui nazionali competitivi con quelli svizzeri in questo modo aiutando le banche del paese (con i se e con i ma la storia non si fa ?)

U.S. Navy Ridiculed Over Picture Of Commander With Rifle; 'We're Going To Lose A War' | Viral - YouTube

 

  By: hobi50 on Giovedì 22 Gennaio 2015 10:29

Ottima domanda, come mai i cittadini di Ungheria, POlonia e altri paesi decidono di cedere sovranita monetaria e valutaria indebitandosi in una valuta estera ? A dire il vero a me sembra una domanda idiota .. Probabilmente la sovranità valutaria vi ha dato alla testa. Indebitarsi in valuta estera da parte di un privato cui è consentito pure di indebitarsi nella propria valuta ,è una semplice scelta di portafoglio- La sovranità monetaria non c'entra una mazza. Hobi

 

  By: Giovanni-bg on Mercoledì 21 Gennaio 2015 22:05

Ottima domanda, come mai i cittadini di Ungheria, POlonia e altri paesi decidono di cedere sovranita monetaria e valutaria indebitandosi in una valuta estera ? ---------------- Pana, motivo molto semplice Perchè i mutui in chf costavano come interessi molto meno dei corrispondenti in valuta locale La cosa è andata bene finché la svizzera ha mantenuto i tassi compressi e la valuta svalutata dal PEG e ci hanno guadagnato Ora che è sparito il PEG e il franco si è impennato quelli che hanno voluto fare i finanzieri da strapazzo si leccano le ferite delle perdite in conto capitale. La cosa l'avevano già fatta i lituani i lettoni gli argentini gli islandesi e pure parecchi italiani che poi andarono da Lubrano a sbraitare fandonie sulle banche che sono cattive e occorreva fare una legge speciale.. E' il mercato bellezza. Il mercato finanziario è come la montagna non gli si da del Lei ma del Voi.

 

  By: gianlini on Mercoledì 21 Gennaio 2015 18:14

Paolo, l'austerity di cui parla l'articolo citato da Hobi è a carico del Venezuela, non della Cina Ma secondo me non credo proprio che i cinesi siano stati così fessi da non legare i prestiti ad una eventuale restituzione con materie prime (leggasi petrolio)

 

  By: Paolo_B on Mercoledì 21 Gennaio 2015 18:08

è esattamente come se lo stato cinese stampasse per far produrre alle ditte nazionali beni e servizi. I soldi stampati li prendono i produttori. Che è sempre meglio di una bella austerity dove le ditte spariscono e i beni e servizi, in poco tempo, non sai più neppure farli. P.S. io non mi son mai messo in cattedra qua, sfido a trovare in archivio una mia teoria sulla moneta, su come le cose vadano o - peggio - come debbano andare. Chiedo per capire.

 

  By: hobi50 on Mercoledì 21 Gennaio 2015 16:55

Geniali questi cinesi secondo qualcuno che gioca a fare il "piccolo economista ". Per riprendersi indietro i soldi stampati devono cedere gratis i loro prodotti( che ovviamente in Cina nascono spontaneamente sugli alberi o sotto i cavoli ). Hobi

 

  By: Paolo_B on Mercoledì 21 Gennaio 2015 16:35

la dinamica dovrebbe essere questa: - la cina si stampa dal niente moneta; - scambia la moneta prodotta con dollari americani per prestarli al venezuela - chi ha dato dollari in cambio di moneta cinese, utilizza la moneta cinese come ? Comprando prodotti cinesi. Quindi alla fine si sono ripresi i soldi stampati. Non mi sembra questa grande perdita per la cina. Non capisco perché potrebbe implicare austerity per lei. Cosa diversa quando prestavano l'oro ... Ma con il fiat money potrebbero continuare indefinitamente. O no ?

 

  By: hobi50 on Mercoledì 21 Gennaio 2015 16:18

Sul FT di oggi c'è un bell'articolo sui prestiti che la Cina ha fatto al Venezuela. Siccome il Venezuela è in braghe di tela ,è possibile che la Cina perda dei quattrini. Non è certo una novità che qualcuno presti soldi e non li riveda indietro. Ma c'è un trafiletto dell'articolo assai interessante. "If China had been prudent, it would have made sure that the money it provided was invested in projects that could pay for themselves. Otherwise, the loans can only be repaid through future austerity. China ignored the lessons that many official lenders have learnt the hard way. " Il concetto che sta alla base di queste affermazioni si applica perfettamente alla spesa keynesiana che funziona a seconda della qualità dei progetti e mai se è spesa corrente(in quest'ultimo caso "the loans can only be repaid through future austerity"). Il fatto che i "loans" possano essere sostituiti da tasse e/o moneta non sposta di una virgola il problema. Hobi

 

  By: nacitho on Martedì 20 Gennaio 2015 13:01

Utilizzando accortamente il suggerimento e sapendo che il debito pubblico giapponese è il più alto al mondo il rapporto al PIL e vedendo che la proposta keynesiana e quella di fare più spesa pubblica direi che il difetto sta qui. Magari la cosa funziona ma il debito pubblico continua a crescere e comunque si devono utilizzare eventuali risorse per sua riduzione. La "soluzione" è quella di monetizzarlo e finanziarsi con la moneta. Confesso (se ci ho azzeccato) che non me la sono inventata ;).

 

  By: MR on Martedì 20 Gennaio 2015 12:56

Hai rotto il *** .

 

  By: pana on Martedì 20 Gennaio 2015 11:34

ottima domanda, come mai i cittadini di Ungheria, POlonia e altri paesi decidono di cedere sovranita monetaria e valutaria indebitandosi in una valuta estera ?

U.S. Navy Ridiculed Over Picture Of Commander With Rifle; 'We're Going To Lose A War' | Viral - YouTube

 

  By: gianlini on Martedì 20 Gennaio 2015 11:02

Hanno le loro solide valute nazionali con ampia libertà di stamperia, e si vanno ad indebitare in CHF?? "La moneta elvetica ha da sempre moltissimi estimatori soprattutto nell’est Europa e molti ungheresi, cecoslovacchi, rumeni , bulgari ecc hanno contratto mutui ipotecari denominati in CHF: per loro la rivalutazione del Franco corrisponderà ad una svalutazione dei propri salari, visto che l’importo da corrispondere sarà notevolmente più oneroso. In Ungheria, il governo Orban, preoccupato da questa dinamica, ha deciso con un D.L. di tutelare le famiglie, ridenominando d’ufficio i mutui in Fiorini nazionali e assorbendo in parte le onerose perdite. Ma il caso limite si è verificato in Polonia. Sembra che negli ultimi anni un buon 50% delle famiglie polacche, invogliate dai tassi oltremodo più bassi offerti dalle banche elvetiche (e proposti loro da promotori finanziari a cui interessava esclusivamente il proprio personalissimo tornaconto) abbia INCAUTAMENTE acceso mutui ipotecari in CHF: molte di esse si troveranno nelle condizioni di poter perdere la casa. (Successe anche a molte famiglie italiane che negli anni ’80 decisero per lo stesso motivo di contrarre mutui in Yen ed ECU.)"

 

  By: Roberto964 on Martedì 20 Gennaio 2015 10:46

Svizzera (cambio di “marcatura”?) Giovedì 15 gennaio alle 10:30 circa la Banca Centrale svizzera decideva, senza alcun preavviso, di abbandonare la parità fittizia con la moneta comune euro che da ben 3 anni era stata imposta al cambio fisso di 1,2 Franchi per un euro. Istantaneamente il cambio del CHF contro le maggiori valute mondiali schizzava alle stelle, facendo segnare per qualche minuto anche un incredibile +32%. Alla fine della giornata la borsa elvetica chiude con un -10% ca, mentre il cambio si ferma poco sopra alla parità contro euro e a ridosso di 0,90 contro dollaro USA. Il giorno successivo, venerdì 16 gennaio, il trend è grosso modo simile: la borsa chiude a -6% ca e il cambio si attesta poco sotto la parità contro euro e a 0,86 contro USD. Cosa ha spinto il governatore della BCS a prendere tale decisione, dopo che non più tardi di una settimana prima affermò che non era pensabile un abbandono della soglia di 1,20 contro l’euro? Sicuramente ha inciso la decisione positiva, e forse inaspettata, della corte tedesca che ha di fatto dato il via libera all’€uro-QE (acquisto di titoli di debito in scadenza dei Paesi membri di UE da parte della BCE), di cui ancora non si conosce realmente ne la forma, ne l’entità reale di impieghi. (I mercati pronosticano un QE da €500 mld ma voci bene informate -e anche Padoan l’ha fatto intendere- parlano di un cifra che potrebbe essere anche il doppio di quella pronosticata.) La BCS 3 anni fa decise di “fissare” il cambio a 1,20 per non penalizzare l’export e il turismo verso/da UE e lo fece comprando a man bassa euro e titoli di stato dell’area UE (furono preferiti i titoli francesi a quelli tedeschi –entrambi all’epoca con rating AAA- al fine di non esacerbare ancora maggiormente gli spread tra Germania e gli altri di UE). Negli ultimi 3 anni, ogni giorno, a causa di un forte incremento dei depositi provenienti da residenti di UE che preferivano il CHF all’euro, la BCS doveva comprare euro (e con quelli i tds UE) al fine di tenere in equilibrio il “floor” di 1,20. Le aperture di maggiore trasparenza fatte dalle banche elvetiche con la UE altro non erano che il tentativo di scoraggiare nuovi depositi nei loro istituti ma ciò non ha avuto gli effetti sperati: le casse delle banche svizzere continuavano a scoppiare di euro. Sino al giorno prima dell’annuncio sul via libera al QE l’euro non si è affatto svalutato: potrà anche essere sembrato così ma è stato il dollaro a rivalutare, e lo ha fatto con un +16% medio su un paniere di 13 monete (EUR (e quindi CHF), GPB, YEN, CAD, NZD, AUD, TRY, NOK, CNY, BRL, IDR, RUB, HUF), a partire dal 01-03-2014, periodo in cui la FED ha annunciato il “tapering” (chiusura progressiva del QE USA –pari a circa $1000 mld/anno-). Infatti da quel giorno l’euro ha cominciato a perdere terreno rispetto allo USD (e alle altre monete ad esso strettamente collegate) e sempre da quel giorno ho consigliato di spostare i risparmi sulla valuta statunitense. Evidentemente, per la BCS, tenere agganciato il Franco all’euro in un momento simile, sapendo per certo che la moneta comune si sarebbe certamente svalutata grazie al QE, cominciava a diventare sconveniente e così hanno deciso di legarsi al dollaro USA, sempre grosso modo allo stesso cambio “reale” deciso contro l’euro (1:1.20=0,8333). Penso che l’obiettivo di stabilità a cui la Svizzera sappiamo di non voler rinunciare potrebbe essere intorno a 0,85 CHF per un dollaro USA. Probabilmente lo scenario che si prefigura in €Z, tra QE, elezioni greche e deflazione incombente, non è gradito alla confederazione elvetica e hanno deciso per una brusca quanto inaspettata frenata sul fronte della credibilità delle istituzioni €uro-pee che ultimamente hanno già avuto diverse incrinature. Non dimentichiamo che la Svizzera è anch’essa a rischio deflazione poiché da un anno a questa parte i dati macro non fanno che peggiorare ( il dato sulle vendite al dettaglio ha fatto segnare un preoccupante -1,2% da un +1% previsto). Invece vorrei mettere l’accento su quelli che sono stati i danni collaterali causati dalla repentina rivalutazione del CHF. La moneta elvetica ha da sempre moltissimi estimatori soprattutto nell’est Europa e molti ungheresi, cecoslovacchi, rumeni , bulgari ecc hanno contratto mutui ipotecari denominati in CHF: per loro la rivalutazione del Franco corrisponderà ad una svalutazione dei propri salari, visto che l’importo da corrispondere sarà notevolmente più oneroso. In Ungheria, il governo Orban, preoccupato da questa dinamica, ha deciso con un D.L. di tutelare le famiglie, ridenominando d’ufficio i mutui in Fiorini nazionali e assorbendo in parte le onerose perdite. Ma il caso limite si è verificato in Polonia. Sembra che negli ultimi anni un buon 50% delle famiglie polacche, invogliate dai tassi oltremodo più bassi offerti dalle banche elvetiche (e proposti loro da promotori finanziari a cui interessava esclusivamente il proprio personalissimo tornaconto) abbia INCAUTAMENTE acceso mutui ipotecari in CHF: molte di esse si troveranno nelle condizioni di poter perdere la casa. (Successe anche a molte famiglie italiane che negli anni ’80 decisero per lo stesso motivo di contrarre mutui in Yen ed ECU.) Un terremoto di magnitudo 10 ha investito gran parte dei broker del Forex (la borsa valori monetaria): diversi grossi operatori sono sul punto di fallire mentre qualcuno già l’ha fatto, ma sarà nei prossimi giorni che sapremo meglio circa i danni provocati dall’immensa onda di ridondanza. L’influsso che avrà anche sulle borse mondiali lo vedremo nelle prossime settimane, intanto oggi (19 gennaio) l’indice cinese Shangai composite ha chiuso con un preoccupante -7,7% (perdita giornaliera più alta dal 2008) e sembra che alla base della debacle, oltre alle solite preoccupazioni su di un’economia cinese sempre meno performante (-4,1% il valore del mercato immobiliare annuale), ci siano state le fortissime perdite accusate da 3 delle maggiori holding di brokeraggio (monetario ed azionario) che sono state pesantemente multate dalla consob cinese per un utilizzo spregiudicato e fuori legge delle “leve finanziarie”. Altre Banche Centrali della €uro Zone che hanno mantenuto l’indipendenza monetaria potrebbero a breve sganciarsi dal rapporto di cambio forzoso stabilito in precedenza (tipo SME credibile per intenderci) causando altri maremoti sul mercato dei cambi. Per quanto riguarda il forte calo dell’indice borsistico svizzero voglio far notare che per gli investitori esteri in molti casi si è trattato addirittura di guadagni: mi aiuto con un esempio: ho un’azione svizzera che valeva 10 CHF prima del crack; la mia azione chiude con un -10% di perdite; 10-10%=9; la mia azione adesso vale 9 CHF; però adesso il CHF vale circa il 20% in più dell’euro e del dollaro e allora 9+20%=10,8, ovvero corrisponde un guadagno del +8%. Tutti coloro che hanno avuto perdite del 15/17% sono grosso modo in pari. Solo chi ha avuto perdite superiori al 20% ha avuto perdite consistenti in conto capitale. A causa di tale decisione chi ci perderà realmente? Tutta la filiera di export e turismo svizzero poiché i loro prodotti/servizi costeranno il 20% in più (lo noteremo prestissimo sul cioccolato e sugli Swatch). Ma chi avrà i costi maggiori saranno tutte le aziende che vendono in Euro e comprano in Franchi, come ad esempio tutte quelle che sono andate dall’Italia ad aprire in Svizzera attratti da condizioni fiscali molto vantaggiose (vendono preferibilmente sui mercati europei ma pagano stipendi, tasse ecc alla Svizzera in CHF): a molte di queste non converrà più rimanere nella confederazione. Il casinò di Campione d’Italia ha chiesto aiuto al governo italiano poiché nel 2015 avrà con molta probabilità perdite pari a €20 milioni. Certamente il governatore della BCS (o SBC) avrà avuto i suoi buoni motivi ma il suo gesto rischia di incrinare il collaudatissimo rapporto di fiducia con i mercati, basato sulla stabilità, sulle leggi inerenti il segreto bancario, sulla neutralità, sulla collaudata e stabile democrazia e soprattutto sulla forte attrattiva di considerare il CHF come bene rifugio, al pari del dollaro USA e dello stesso oro. A questo punto il futuro è della Confederazione Elvetica potrebbe essere a tinte fosche: c’è addirittura chi “vede” una iperinflazione del CHF (derivante dallo stampaggio forsennato degli ultimi 3 anni per mantenere la parità con l’€uro) che potrebbe portare ad una possibile annessione tramite referendum all’€uro-mostro e altre più o meno fantasiose (ma non troppo) visioni. Però tale decisione ha anche un grosso ma non eterno vantaggio: la moneta elvetica si è rivalutata pesantemente verso i partner commerciali abituali (area €uro) e continuerà a farlo nel prossimo futuro sia a causa del QE e sia a causa del rialzo dei tassi USA dati per imminenti e Berna potrebbe utilizzare tale vantaggio per ammodernare ancor più il Paese dando il via ad una enorme spesa di Stato indirizzata alle infrastrutture e alle opere pubbliche in generale che sosterrebbe l’economia dall’interno e che eviterebbe di conseguenza quella spirale deflattiva che ancora maggiormente potrebbe innescarsi a causa dalla mossa a sorpresa del 15 gennaio. Al momento tutto ciò sono solo illazioni ma quanto fatto dalla BCS avrà un suo senso e lo scopriremo in futuro; fondamentalmente, a mio modo di vedere, smarcandosi dalla moneta comune e marcando il dollaro a “uomo” la Svizzera si sta “preparando” con anticipo alla dissoluzione dell’euro. E noi ci stiamo preparando? Roberto Nardella. http://scenarieconomici.it/svizzera-cambio-marcatura/