By: Moderatore on Sabato 31 Dicembre 2011 23:34
I TIMORI PER LA STRETTA CREDITIZIA NELL'EUROZONA DOPO LA CONTRAZIONE DELL'’AGGREGATO M3
Sabato, 31 dicembre
DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD, Telegraph.co.uk
L'Europa è a sempre più a rischio di un nuova stretta creditizia dopo che l'offerta di moneta dell'eurozona si è contratta a novembre per il secondo mese consecutivo e il volume dei prestiti privati inizia a contrarsi.
I dati pubblicati dalla Banca Centrale Europea indicano che l'aggregato monetario M3, considerato dagli esperti come uno dei principali indicatori dell'economia, è in territorio negativo dal mese di agosto, segnalando una recessione quasi certa nei prossimi mesi in tutta la regione.
"Il messaggio di questi numeri è che l’eurozona si affaccia su un fosco 2012, con l'inflazione in calo rapido", ha dichiarato Tim Congdon dell'International Monetary Research. "C'è un disperato bisogno di ripristinare la crescita nel sistema bancario e di aumentare la quantità di moneta".
Il credito alle famiglie e alle imprese sta ancora crescendo dell’1% su base annua, ma su base mensile è piatto da mesi e ora è in calo. Lo stesso vale per l'aggregato monetario "allargato" M3, che include i contanti e una vasta gamma di depositi e forma un pilastro fondamentale della politica monetaria della BCE.
Simon Ward di Henderson Global Investors ha detto che i dati dell'aggregato monetario "ristretto" M1 – monitorato per le indicazioni sui depositi a breve termine - mostra una forte divergenza tra il Nord e il Sud dell’eurozona: "Parte del centro potrà evitare la recessione, ma non c'è luce in fondo al tunnel per la periferia. I depositi M1 in Grecia e Portogallo sono scesi a un tasso annuo di quasi il 20% negli ultimi sei mesi."
Il quadro generale, sia per l'offerta di moneta che per il credito privato, è in contrazione come alla fine del 2008 dopo la crisi Lehman. Il Presidente della BCE Mario Draghi ha invertito la rotta dalla sua nomina nel mese di ottobre, tagliando i tassi d'interesse due volte portandolo all'1% e fornendo € 489 miliardi di credito alle banche per tre anni per sostenere il mercato del debito dell'UEM.
Draghi spera di addolcire la situazione mentre le banche si arrabattano a per riuscire soddisfare i duri requisiti patrimoniali del Tier I pari al 9% entro giugno. Il rischio è che i creditori rispondano tagliando i crediti e svendendo i titoli, invece di raccogliere capitali freschi in un mercato ostile. Il Global Stability Board con sede a Basilea ha detto che le banche dovranno tagliare i propri bilanci per 2,5 miliardi di euro se decidessero di diminuire l’indebitamento tagliando gli asset, con la minaccia di uno shock economico.
L'unico segnale positivo è dato dal fatto le banche dell’eurozona hanno iniziato a novembre a riacquistare le obbligazioni governative dopo quattro mesi di vendite senza sosta. Questo mutamento segue le piroette delle politiche della BCE dal mese di ottobre ed è un timido indicatore che la nuova strategia di Draghi potrebbe avere un qualche successo.