Liquidità delle Banche ed ELA

 

  By: Esteban on Martedì 21 Agosto 2007 00:45

``We had clients asking to be pulled out of money market funds and wanting to get into Treasuries,'' said Henley Smith, fixed-income manager in New York at Castleton Partners, which oversees about $150 million in bonds. ``People are buying T-bills because you know exactly what's in it.'' ``The Fed is going to lower the funds rate, it's a question of when,'' said Thomas Tierney, head of U.S. Treasury trading at Citigroup Global Markets Inc. in New York. ``Credit's gotten tighter, and it's going to slow the economy.'' ^Treasury Bill Yields Fall Most Since 1987 on Money Fund Demand#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=a4zj0H6aDm98&refer=home^

 

  By: pastrocchio on Lunedì 20 Agosto 2007 21:28

due domande x Gz o x altri 1-l'introdurre nuova moneta sui mercati anche se non toccando i fed funds, non ha lo stesso effetto di aumento di massa monetaria e quindi di calmiere? e quindi i tassi sono comunque in discesa? 2-chi sa il valore il quid il numero del credito frazionario ammesso/legale in italia x le banche? e in usa? mi spiego meglio: in italia se una banca ha 100 di depositi penso possa prestare almeno x 1'000 ma non so il numero certo. c'è qualcuno che lo sa? il numero deve essere proporzionale ai liquidi in c.corrente dei depositanti non a strani tier 1 + 2 .... grazie mille

 

  By: Moderator on Lunedì 20 Agosto 2007 21:11

però oltre alla diminuzione della capacità di consumo dovuta ai tassi e alla crisi immobiliare, gli Usa non si possono permettere una diminuzione della ricchezza azionaria , e quindi può darsi che le borse faranno le piagnone e cercheranno di forzare la mano facendo cadere borsa e dollaro e salire le materie prime finchè bernanke non taglierà i tassi ; perchè se le borse salgono o stanno quiete il taglio non lo fa più. Nel senso che qualche affondo in giù potrebbero tentarlo

il mercato sta prendendo una cantonata - gz  

  By: GZ on Lunedì 20 Agosto 2007 20:36

I fuures sui tassi di interesse, a 1 mese, 3 mesi, 1 anno o 2 anni che sono la parte dell curva dei tassi più sensibile alle decisioni della FED prezzano due o tre tagli dei tassi di Bernanke entro dicembre, basta prendere il Dicembre Eurodollaro a 3 mesi qui sotto che prezza un 4.70% per dicembre mentre la FED ha ancora i tassi a un mese al 5.25% Solo che Bernanke NON HA TAGLIATO I TASSI!. Li ha solo ridotti per le banche che chiedano un extra alla "finestra di sconto della FED" che comunque gli costa più del tasso corrente a 1 mese il mercato prezza che Bernanke tagli tutti i tassi a breve, come faceva Greenspan ogni volta che le borse perdevano il -15% ma Bernanke non lo ha mica ancora fatto e anzi ha scelto di ridurre il tasso di sconto apposta per non tagliare il tasso sui fondi federali Quando il mercato si accorge che Bernanke non può tagliare veramente perchè altrimenti il dollaro si sgretola, l'oro esplode e l'inflazione da materie prime accellera, allora sono guai

 

  By: minchietti on Lunedì 20 Agosto 2007 17:31

Io ho l'impressione che i mutui subprime ed il sentiment di sfiducia verso le grandi istituzioni finanziarie sono stati l'occasione che il mercato attendeva da tempo per una correzione. Gli investitori di tutto il mondo vedono crescere gli indici ininterrottamente da 5 anni e da tempo si aspettano una significativa sterzata al ribasso. Il 28 febbraio sembrava che quel momento fosse arrivato, invece vi fu soltanto una breve correzione lampo che si è conclusa con una ulteriore virata al rialzo degli indici americani, di alcuni indici europei e dei paesi emergenti. Dal 25 aprile la linea del NASDAQ 100 oltrepassa stabilmente la tendenza di massima degli ultimi 5 anni, mentre quella di minima non viene raggiunta dal settembre 2006 (mentre in tutti gli anni precedenti è stata sempre toccata, come si può desumere dal grafico allegato). L'intervento della Fed e delle altre banche centrali certamente ha dato enorme sostegno ai mercati, che per il momento hanno risposto in linea con le attese, ma quanto potrà durare? Se da un lato gli investitori fremono ad ogni minima tendenza al ribasso temendo che si reinneschi la spirale di incertezza, dall'altro non si può neppure andare contro il mercato perchè è l'atteggiamento più improduttivo ed autolesionista che un investitore o un trader può avere. Ed allora per evitare grosse perdite o grossi mancati guadagni ci vorrebbe un bel profeta ma di quelli che ci azzeccano.

 

  By: gianlini on Lunedì 20 Agosto 2007 16:51

mah, sono tutti intelligenti, poi c'è la gradazione di furbizia, onestà o desiderio di arrampicarsi che li può distinguere la merkel è una ex-DDR, no? mi sa che ai tempi metà della gente era ricercatrice di fisica questo non per sminuirne la figura, ma solo per intenderci mi sembra che se c'è qualcuno che svetta per intelligenza e capacità, mi spiace dirlo per i suoi detrattori, ma sia Silvio gli altri mi sembrano distanti

 

  By: GZ on Lunedì 20 Agosto 2007 16:33

L'Angela Merkel era una ricercatrice di Fisica, è molto intelligente a differenza del 90% dei politici tipo Chirac che era una bestia sempre dietro ai soldi e al sesso, Blair che ha dichiarato di non leggere libri o Zapatero che ha l'aria del letterato disoccupato

 

  By: gianlini on Lunedì 20 Agosto 2007 15:47

vedo con piacere che anche la Merkel ha capito più o meno quanto ho capito io.....fa anche lei riferimento alle scatole nere " Angela Merkel e' stata intervistata dal domenicale 'Bild am Sonntag': "Abbiamo a che fare con una catena non piu' afferrabile di reimpiego di crediti a rischio che sta influenzando tutti'' ha detto, riferendosi alla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e all'instabilita' delle borse. ''Le agenzie di rating devono salire sul banco degli imputati. In futuro deve essere chiaro su quali basi eseguono le valutazioni di compagnie. Non puo' restare una scatola nera, da dove escono risultati che nessuno comprende''. (

 

  By: gianlini on Lunedì 20 Agosto 2007 14:23

diciamo che il rischio distribuito sotto un certo limite aumenta la sicurezza, al di sopra la riduce drasticamente tanto per fare un paragone : se in una città c'è 1 omicidio ogni 10.000.000 abitanti al giorno, (un omicidio ogni 5 giorni in una città come milano) tutti escono e vanno a farsi un giro tranquillamente se nella stessa città gli omicidi decuplicano e ce ne sono quindi due al giorno (1 ogni 1.000.000 abitanti), la cosa fa notizia e tutti stanno in casa, pur essendo la singola probabilità di rimanere uccisi inferiore a quella di vincere uno dei primi 20 premi alla lotteria di capodanno (in cui vendono circa 5 milioni di biglietti) la stessa cosa sembra avvenire in questo momento, dato che è "impossibile fisicamente" che tutti abbiano in mano dei titoli insolventi però l'impressione è questa prima avevano tutti in mano titoli solidi, adesso tutti li avrebbero di scadenti

 

  By: Moderator on Lunedì 20 Agosto 2007 13:24

forse qualcuno che è in grado di ricomporre quei mutui cartolarizzati e frammentati , e le grandi banche saranno sicuramente capaci, possono magari comprare a 20 quello che una volta ricomposto come un puzzle vale 80

 

  By: gianlini on Lunedì 20 Agosto 2007 13:11

per concludere e vedere se ho capito bene tutto questo fiume di soldi che le banche centrali hanno immmesso nel sistema è stato reso necessario dal fatto non tanto che questi soldi effettivamente mancassero quanto dal fatto che un ingente stock di strumenti derivati (qualche centinaio di miliardi di dollari, appunto) era improvvisamente diventato "senza prezzo" e che tutti i finanziamenti in essere a fronte di detto stock d'improvviso si sono trovati congelati o per meglio dire "senza valore di garanzia" il problema non è stato ciòè che troppi messicani hanno smesso di pagare i loro mutui, ma che tutti gli strumenti derivati legati ai messicani d'improvviso sono stati considerati delle scatole nere in cui poteva esserci dentro niente o di tutto in altre parole : se domani fossero tutti in grado di stimare il valore effettivo, to market, degli strumenti descritti, i mercati si tranquillizzerebbero in fretta, valutando che l'impatto di perdite complessive è tutto sommato ridotto (per quanti messicani possano esserci in america....) ho capito bene?

problema sia l'assoluta distanza fra debitore e creditore - gz  

  By: gianlini on Domenica 19 Agosto 2007 14:05

però mi sembra che, al di là di tutto l'eccesso, il problema sia l'assoluta distanza fra debitore e creditore, il che rende praticamente il debitore insolvibile al 100 % (anzichè avere una posizione rinegoziabile o da cui si può rientrare con perdite ridotte) cioè chi ha in mano il credito non è in grado di andare a prendere per le orecchie chi si è indebitato o lo deve fare attraverso tanti e tanto distanti "intermediari" da non avere speranze di recuperare quanto incautamente prestato il tutto condito con una struttura talmente complicata da bloccare tutto (forse a scadenza so quanto può valere il mio pacchetto, ma ora come ora calcolarlo è impossibile, ecco quindi che non ho più un valore di riferimento in base al quale rifinanziarmi a breve)

i segreti del "lato oscuro della forza" delle banche - gz  

  By: GZ on Domenica 19 Agosto 2007 13:56

I cedimenti delle banche italiane, francesi, tedesche e anche coreane e giapponesi in borsa questo mese si spiegano con il fatto che si sospetta abbiamo anche loro "mutui tossici" e che non riescano a rifinanziare e i loro "conduit" o "structured investment vehicles" (SIV), oggetti finanziari di cui nessuna persona normale, anche interessata alla borsa, ha la minima idea. C'è una una donna bionda sui quaranta, ex-antropologa di formazione, che è diventata la top giornalista finanziaria del Financial Times, la ^Gilian Tett che fa reportage incredibili#http://www.ft.com/cms/s/8eebf016-48fd-11dc-b326-0000779fd2ac.html^ che spiegano i segreti del "lato oscuro della forza" delle banche, come questo qui sotto. Le banche americane e specialmente europee hanno creato negli ultimi anni dei "veicoli" che rimangono fuori bilancio, entità separate dalla banca stessa, in pratica programmi computerizzati che si indebitano a breve termine sul mercato monetario e investono in prodotti finanziari strutturati poco liquidi come queste cartolarizzazioni e i loro derivati creati sulla base di mutui immobiliari residenziali, commerciali, prestiti auto, al consumo e di carte di credito Dietro l'enorma "bolla del credito al consumo" ci sono questi "veicoli", i "conduit" o "structured investment vehicles" (SIV) che tutte le banche hanno e che ora sono nei guai perchè non riescono a rifinanziarsi sul mercato monetario, tipo commercial paper. Quando il mercato non accetta la loro "carta" come succede questo mese. allora questi veicoli devono essere rifinanziati dalla banca che li "sponsorizza". Se questa di colpo deve trovare 20 miliardi e però non li ha, dato che anche se non appaiono a bilancio ne è comunque responsabile, va salvata velocemente dalla Banca Centrale o da un consorzio di banche sorelle che le prestano i miliardi Finora due banche tedesche hanno dovuto essere salvate, AXA ha dei guai, BNP anche, ma le italiane oltre a Italease ovviamente ne hanno sicuramente creati anche loro di "SIV" E' per salvare loro che la Banca centrale europea da lunedì scorso improvvisamente e senza preavviso alcuno ha pompato la bellezza di 250 miliardi di euro (temporaneamente) nel sistema bancario, la più grande iniezione di liquidità della storia finanziaria Un pezzo come questo andrebbe tradotto e spiegato tutto, ma la sostanza è questa: negli ultimi cinque anni hanno creato qualcosa come 7.000 miliardi di credito per le famiglie (crdito per l'acquisto di auto, casa, al consumo...), è stato creato più debito del consumatore ad esempio in Europa dal 2001 che in tutti i secoli precedenti, ma come hanno fatto ? come lo hanno finanziato ? Questi miliardi NON li vedi nei bilanci delle banche, hanno usato "veicoli" extra-bilancio (lo stesso concetto che usava Enron) che ora hanno difficoltà a rifinanziarsi perchè di colpo il costo del debito è esploso in pochi giorni -------------------------- Structured investment vehicles’ role in crisis By Gillian Tett, Paul J. Davies and Norma Cohen August 12 2007 Policymakers and investors have been obsessed in recent years about the potential for a hedge fund collapse to spread financial panic. But it seems one of the biggest threats to stability is coming from the age-old risk of short-term borrowing to fund investments in illiquid long-term products. In a corner of the market few people knew existed, regulators are scrambling to understand what is happening in structured investment vehicles (SIVs), a breed of often huge, mainly bank-run, programmes de­signed to profit from the difference between short-term borrowing rates and longer-term returns from structured product investments. These have proliferated in recent years and control assets worth hundreds of billions of dollars. Depending on whether they are fully rated by credit rating agencies and on how strictly they have to conform to certain rules, they are known as SIVs, SIV-lites, or conduits. They are typically quite opaque, invest in complex securities and often do not need to be displayed on a bank’s balance sheet. It seems they have played a key role in last week’s liquidity crunch. “We are in the middle of a mini-crisis in the commercial paper market, at least half of which is related to the SIV conduits,” says Robert McAdie, global head of credit strategy at Barclays. These programmes typically invest in credit market instruments, such as US subprime mortgage-backed bonds and collateralised debt obligations. These assets tend to be the highly rated, supposedly safe versions of such debt, but in the recent fear-driven turmoil have shown just how illiquid and hard to value they can be. The profit for those who run such programmes comes from the fact that the assets pay fairly high yields, while the conduits and SIVs fund their purchases with short-term borrowings in which interest and principal payments are backed by financial assets that are deemed to have stable cash flow. Collectively this so-called “asset-backed commercial paper” – or ABCP – lasts for anything between a few days and a few months before needing to be refunded. The problem could be thrown into relief when billions of dollars of ABCP mature today and on Wednesday, with great un­certainty as to whether this can be refinanced. Everything in this market depends on investors in the ABCP market maintaining their faith in the programmes and the assets they hold. With the current rush for the exits in many structured credit markets, this faith has been evaporating wholesale. No investors are sure exactly what assets SIVs and conduits are holding, or how damaged those holdings might be. While many non-SIV funds – such as those run by BNP, Axa and others that have hit trouble recently – were able to stop investors pulling their cash out, SIVs and conduits who see their funding expire on a regular basis have no such luxury. In the case of a blip in the market, SIVs and conduits are supported by liquidity facilities from highly rated, mainstream banks. This means banks must step in to provide finance if the SIV cannot raise commercial paper in the normal way, unless the SIVs’ assets suffer significant ratings downgrades. Typically, the credit line provided by the sponsoring bank and a group of others in a syndicate must cover 100 per cent of outstanding commercial paper. These funding lines have rarely been drawn in recent years, because liquidity has been abundant in the ABCP market as almost everywhere else in the financial world. As recently as mid-June, the European commercial paper market was seeing records levels of issuance. However, what sparked last week’s turmoil – and the dramatic intervention by central banks – was a pernicious chain of events. As it became apparent this summer that the US subprime problems were worsening and infecting a broader range of structured products, some investors in the ABCP market started to worry about whether SIVs were also sitting on losses. The rush to sell structured products by hedge funds facing redemptions and other investors meant those market values that could be ascertained were being marked down heavily. As a result, by mid-July some investors decided to stop buying ABCP paper from SIVs suspected of subprime exposure. The German bank IKB was an early victim. Like many local peers, it had a conduit – called Rhineland Funding – which had ex­panded rapidly and had almost €20bn ($27.3bn, £13.5bn) worth of outstanding commercial paper in the markets in July. In mid-July, ABCP investors refused to roll over some of these notes. Rhineland asked IKB to provide a credit line, as the rules of SIVs require. But it appears the German bank did not have enough cash to meet this request and was unable to liquidate enough assets to plug the gap. This threatened to trigger IKB’s collapse, until KFW, the state-owned German bank, stepped in and offered an €8bn credit facility. German officials hoped this action would stop growing panic in the sector. But it may have had the reverse effect: investors started to shun almost all commercial paper issued by SIVs. “This is an environment where there has been a big loss in confidence and nobody is distinguishing between apples and oranges,” notes Mr McAdie. By early August, the problems in the ABCP market had become so serious that some European banks were preparing for additional calls on credit lines to SIVs. But the banks are also grappling with a backlog of unsold leveraged loans, which is placing additional pressure on their balance sheets. So early this month some European banks – and a few US institutions as well – quietly started trying to raise new credit lines themselves. That, however, triggered additional alarm, as rumours spread about the potential losses at SIVs – on top of problems in other corners of the financial world. Consequently, by the middle of last week, some banks started shutting credit lines to a sweeping list of institutions. “Commercial paper is now being funded on an overnight basis. The banks will not roll paper for three months,” says Dominic Konstam, head of interest rate strategy for Credit Suisse. And while it seems that European financial institutions were particular victims of this credit squeeze, the problems – perhaps ironically – were extreme in US markets, since SIVs typically raise a large proportion of their finance in dollars. One banker admitted last week: “The attitude is ‘Don’t show me anything east of a [New York] 212 area code’. If you lend to [those banks] it could be a career-ending experience.” Policymakers hope that some of this panic will dissipate this week following the massive emergency injections of liquidity by the ECB and US Federal Reserve. And indeed, by the end of last week, borrowing rates were stabilising. There were signs vulture funds were circling, ready to pick up ABCP paper at bargain prices. “What some people are hoping is that the bottom fishers will appear and help the market self-correct,” says one big ABCP issuer. However, nobody close to this sector expects to see a quick solution soon. Commercial paper interest rates have not yet fallen, irrespective of central banks’ actions. In New York on Friday, they closed at their highest level for six years. There is deep uncertain­ty about what the central banks will do next – making ABCP players even more reluctant to start issuing and trading again. “Nobody is going to handle commercial paper if they think the Fed could be about to cut rates or do something else completely unexpected overnight,” explains one. However, the third, most pernicious problem is that it is becoming clear central banks cannot resolve the biggest problem – a lack of clarity about valuations in structured credit markets and the almost complete loss of confidence that is infecting even the biggest and most diversified of conduit-type programmes.

 

  By: Moderator on Domenica 19 Agosto 2007 13:55

prestare soldi per far comprare una casa può essere anche una forma di induzione al risparmio forzoso ; naturalmente si presta in base alle capacità di guadagno e di patrimonio. Ma aver prestato soldi non per l'acquisto di una casa , perchè quella l'avevano già comprata , ma solo perchè il valore era aumentato (ma è un valore volatile , va anche in giù ) , mi sa che è un errore . Un conto è comprare beni di investimento o aprire attività ed indebitarsi , un altro è aver credito per beni di consumo senza che la capacità di guadagno sia aumentata ( che quella è meno volatile del valore di una casa)

 

  By: gianlini on Domenica 19 Agosto 2007 13:43

ma il messicano che deve dei soldi ad una banca di San Josè che ha rivenduto il rischio a Morgan Stanley che l'ha rivenduto alla BNP, chi si preoccupa di cacciarlo dalla casa o di fargli pagare quanto dovuto? a San Josè secondo me se ne fregano del messicano, ora come ora....(anzi magari gli vendono una nuova carta di credito....)