Trame, Connessioni, Network e Intrighi

 

  By: moher on Mercoledì 31 Gennaio 2007 16:08

Commenti al libro Il Dilemma dell’Onnivoro” di Michael Pollan che esamina l'industria alimentare americana. Che l’America sia oggi il “granaio dell’umanità”, e lo sia stata per molti anni, è cosa abbastanza nota. Questa capacità degli Stati Uniti di esportare grano e – soprattutto – mais in tutto il mondo viene spesso vista come un’ulteriore riprova della superiorità del sistema economico americano. E’ vero, si dice, che gli americani consumano una quantità sproporzionata di risorse mondiali rispetto alla loro popolazione, ma è anche vero che con queste risorse producono più di tutti gli altri paesi del mondo e danno anche da mangiare a tutti. La fantastica resa delle coltivazioni di mais è stata ottenuta a un prezzo; e questo prezzo è stato pagato con una cambiale in combustibili fossili. Adesso, l’assegno sta ritornando per l’incasso e potremmo scoprire che il conto è scoperto. Lo strato di humus fertile era all’inizio del ventesimo secolo circa quattro piedi (circa 120 cm), ma adesso si è ridotto a meno di due piedi (60 cm). In natura, per fare un centimetro di humus fertile ci vogliono circa due secoli. In un secolo, i coltivatori americani hanno distrutto quello che la natura aveva impiegato migliaia di anni a creare. Non solo, mentre l’humus di una volta era una ricca mistura di nutrienti che potevano far crescere qualsiasi pianta, quello che è rimasto è una polvere grigia che non genererebbe niente se non fosse caricata tutti gli anni con quantità crescenti di fertilizzanti artificiali. Fa impressione leggere come tutto questo è avvenuto in pochi decenni. Fino agli anni ’80, circa, l’agricoltura del Midwest era ancora qualcosa che somigliava a quello che noi pensiamo debba essere l’agricoltura: c’erano fattorie, animali, terreni di diversa natura che venivano coltivati in modo diverso. Tutto è sparito da quando il governo Nixon ha deciso che l’agricoltura non doveva essere considerata niente di diverso dagli altri settori dell’economia. La perversità di questa azione merita di essere descritta in dettaglio. Esistevano fino agli anni '80 in America meccanismi economici che servivano per evitare la sovraproduzione di mais. Il governo dava un sussidio all'agricoltore in proporzione al mais stoccato nei silos. Con i silos ben pieni, l'agricoltore non aveva incentivi a produrre ulteriore mais e poteva produrre altre cose. Ma dagli anni '80, il governo paga agli agricoltori un minimo garantito per ogni "bushel" di mais messo sul mercato. Quindi, l'incentivo per l'agricoltore è di produrre sempre di più. Inoltre, il minimo viene ridotto tutti gli anni, cosicché gli agricoltori si trovano in una spirale perversa in cui devono produrre sempre di più per guadagnare sempre meno. Questo ha generato la corsa ai fertilizzanti, alle specie ingegnerizzate, ai semi prodotti dall'industria chimica, alla distruzione di tutte le attività che non fossero piantare mais; alla sparizione dalla superficie della terra di ogni forma vivente che non fosse mais, con l’eccezione dell’occasionale agricoltore alla guida del suo trattore. Per un industria, incentivi a produrre sempre di più possono anche essere una cosa buona, ma ci sono limiti a quello che l'agricoltura può fare. Un'industria può rinnovare il proprio macchinario ogni anno, ma la produzione di una monocultura intensiva a lungo andare distrugge l'humus fertile che non si può rimpiazzare. Inoltre, il mais messo sul mercato comunque e a qualsiasi costo, riduce i prezzi a un livello tale che viene svenduto per usi folli e sciagurati come la "stufa a mais" e l'etanolo per autotrazione. Oggi, la pianta di mais è un’officina dove si trasformano combustibili fossili in proteine e carboidrati. La produzione è dipendente dalla disponibilità di pesticidi e di specie di mais ingegnerizzate; semi che non possono riprodursi in natura, ma che devono essere continuamente forniti dall’industria chimica che li crea. Se mai c’è stata un’industria insostenibile, l’agricoltura americana ne è l’esempio perfetto. Se dovessero cominciare a mancare i fertilizzanti prodotti dai combustibili fossili, tutto il midwest americano si trasformerebbe in pochi anni in una distesa sterile di polvere grigia che le piogge spazzerebbero via in pochi anni. Da li’, il sistema di “fast food” americano, tutto basato sul mais a basso prezzo, scomparirebbe anche quello. Le conseguenze......, non stiamo a parlarne; meglio non pensarci sopra nemmeno. Dal punto di vista europeo e italiano, la corsa alla iperproduzione americana ha, in un certo senso, protetto la nostra agricoltura. Certe aree della pianura padana che hanno adottato il mais americano, ma qui da noi non vediamo ovunque l’invasione delle monoculture che distruggono tutto il resto. Abbiamo ancora boschi e fattorie che producono agricoltura di una certa qualità D’altra parte, la resa della nostra agricoltura in termini di capacità di produrre cibo è insufficiente. L’agricoltura nazionale non è mai riuscita a sostentare più di circa 20-25 milioni di persone. Se non importassimo cereali dall’estero, e in particolare dagli Stati Uniti, come potremmo dar da mangiare ai 60 milioni di abitanti attuali della penisola? E cosa succederebbe se gli Stati Uniti decidessero di utilizzare il loro mais per fare etanolo per le loro automobili? Cosa succederebbe se la loro produzione agricola crollasse a causa dell'erosione e della mancanza di fertilizzanti? Anche su questo punto, meglio non pensarci troppo sopra.

 

  By: diliberto on Mercoledì 31 Gennaio 2007 12:59

Per essere un po più intraprendenti quel titolo POTASH si potrebbe commprare in CAD ....che sia contro USD sia contro EURO è sceso parecchio in virtù della calata delle materie prime e della debolezza dell'economia americana a cui il Canada è molto vincolato. In attesa di una ripresa sia delle materie prime (ora quasi tutte in contango vedi anche il petrolio WTI) sia di una virata dell'economia ...magari con il CAD così basso se inverte abbiamo anche una leva cambio da sfruttare.

 

  By: GZ on Mercoledì 31 Gennaio 2007 12:32

sì, ad esempio si legge che la pampa argentina va molto di moda tipo Cresud, quotata a NY che ha terra agricola in Argentina

 

  By: diliberto on Mercoledì 31 Gennaio 2007 09:21

Noto con piacere che il mio contributo (se pur piccolo) su POT forse a qualcosa è servito a parte Barron's (mai letto). Ho invece letto da qualche parte che i fondi ed i gestori real estate stanno comprando proprietà con terreni agricoli, boschivi, laghi ecc. oltre alle case ed ai centri commerciali. Forse stan tornando di moda i poderi....qui da noi sono ottimi "nel Chianti".....

 

  By: Nostradamus on Giovedì 27 Settembre 2001 19:55

Lanci... io uso vero suino di qualita', quello di Parma! "...non entra adesso ha davvero le fette di coscia di suino sugli occhi..." Sei un poeta! :)

Masoch per alcuni è sempre vivo - lanci  

  By: lanci on Giovedì 27 Settembre 2001 19:52

sbalorditivo come cambia l'ottica dell'investitore/speculatore a seconda se si è in o out mercato. Se si è investiti (es. nasdaq) più o meno qualsiasi cosa influisce in senso BULL sulla tua percezione del mercato, così se entri sopra 1500 confidando nel rimbalzo e ti ritrovi invece subito a 1460 di compo, ti risulta trasparente come l'acqua di ruscello che tutta l'AT dice che da 1460 si decollerà presto per minimo 1525, e chi non entra adesso ha davvero le fette di coscia di suino sugli occhi ecc. Quando il nasdaq rompe 1460 naturalmente non è altro che una falsa rottura presto si riporterà su 1460 e comincerà l'atteso rimbalzo. Quando il compo accelera in discesa allora adesso non può andare oltre con questo ipervenduto. Poi un attimo di resipiscenza, fai violenza a te stesso e liquidi tutto. Sei uscito, ti fa ancora male ma sei OUT. Vai a berti un caffé ritorni e guardi il grafico. E' immediatamente constatabile l'ineluttabilità della discesa, anzi si scenderà ancora di più, è così chiaro, anzi SPERO che si scenda ancora di più, ed è ancora più evidente che chi entra in questo mercato ha solo voglia di farsi del male e Masoch per alcuni è sempre vivo eccetera eccetera. Nulla di nuovo naturalmente per i colleghi, ma più o meno a tutti o prima o dopo capita di ricascarci ed ha sempre un sapore diverso ciao lanci