Re: Trame, Connessioni, Network e Intrighi
¶
By: DOTT JOSE on Lunedì 21 Ottobre 2019 00:40
Non gli sono bastati gli anni del fascio Pinochet???????????
Stato d’emergenza e coprifuoco. Militari che sventagliano con i mitra e carabinieri che si lanciano con affanno contro ogni essere umano che muove passi. Proibito uscire di casa in tutta Santiago dalle nove di sera alle 7 del mattino. Il pinochettismo torna a respirarsi a pieni polmoni.
Gli studenti però non mollano: le manifestazioni proseguono, a Santiago come a Valparaiso e nelle altre città cilene; altri settori della società cilena si mobilitano e i cacerolazos (lo sbattere di pentole a mo’ di protesta ndr)si amplificano continuamente. La protesta contro il governo del cialtrone Pinera, (che la Procura Generale ha accusato di 30 anni di totale evasione fiscale), era nata contro l’aumento del prezzo dei trasporti pubblici. Protesta sacrosanta dato che è il dodicesimo aumento in dieci anni e visto che porta a più di un Euro il prezzo della singola corsa in un Paese dove i salari minimi, numericamente i maggiori, non arrivano a 400 euro al mese.
Ma sebbene il presidente evasore si sia reso disponibile a cancellare l’ultimo aumento, la protesta ha proseguito. Perché il Cile continua ad essere un Paese insostenibile economicamente per diversi milioni dei suoi abitanti mentre le multinazionali statunitensi e l’oligarchia locale spolpano il Paese in ogni sua risorsa.
Un sistema insostenibile che dimostra di essere indisponibile a riformarsi, preferendo inviare i suoi militari a ristabilire le distanze tra ricchezza e dominio da un lato e miseria e obbedienza dall’altro. E così, con mitra e lacrimogeni contro i suoi figli, il Cile sembra tornare alla sua vecchia narrativa. Quella di un paese dominato da un apparato militare genocida, storicamente imbelle all’estero ma efficiente all’interno, uso ad aprire il fuoco contro la sua stessa popolazione. Proprio il ruolo preponderante dei militari ed il loro atavico asservimento alle classi dominanti condiziona, in forme diverse a seconda delle fasi storiche ma ugualmente incidenti, il mancato approdo definitivo del Paese alla democrazia.
Quello cileno è infatti un apparato militare protetto dalla destra e sopportato dalla sinistra che, da Lagos alla Bachelet, anche quando ha raggiunto il governo ha scelto di girare lo sguardo dall’altra parte, accettando l’immondo scambio tra impunità e memoria. D’altra parte, le politiche repressive contro studenti, lavoratori e indios Mapuche non hanno visto significative differenze nei rispettivi governi di destra o di centrosinistra, entrambi dediti allo stroncare con la forza qualunque forma di dissenso. I militari continuano quindi a decidere il livello del conflitto possibile e la fretta precipitosa di Pinera, che ha delegato volentieri ai militari la repressione e al FMI la politica economica, racconta bene lo spessore del presidente.