La nuova civiltà

 

  By: lutrom on Sabato 27 Agosto 2011 13:34

A chi dice che la democrazia è una truffa direi di guardare il caso Svizzera che ha una democrazia da 800 anni e pare funzioni bene. [...] -------------------------------------------------------------- Giovanni, ma gli svizzeri non sono napoletani, palermitani, ecc. (cioè italiani), sono, appunto, svizzeri: e questo è un particolare importantissimo, è questo che fa la differenza!! Il vero difficilissimo problema da risolvere non è tanto cambiare le leggi, quanto cambiare la mentalità e la cultura dei popoli, ed il popolo italiano lo conosciamo bene: lo sai che in Italia esiste (accanto a tanta gente quasi analfabeta, cioè che sa appena leggere e scrivere le 4 parole di uso più comune) dicevo esiste l'analfabetismo di ritorno, cioè c'è tanta gente diplomata (ed addirittura laureata!) che non legge praticamente più, che si limita quasi solo ad ascoltare tv e ragionamenti da bar?? Lo sai che a Berlino ci sono molte orchestre sinfoniche stabili (mi sembra almeno 5-8) ed invece a Roma, praticamente, tranne l'Opera e Santa Cecilia (ma per l'Opera non sono sicuro) non c'è null'altro di stabile??? (poi sul livello delle orchestre sinfoniche stabili italiane stendiamo un velo pietoso...) Lo sai che quando organizzano una crociera per gli italiani sanno che è sufficiente farli mangiare bene, bere e ballare con qualche velina e tutto va bene (non noti una certa analogia con i comportamenti del nano??), invece per i tedeschi (ma credo per gli svizzeri le cose siano simili) devono organizzare anche orchestre di musica classica, giochi "intelligenti", letture di testi, ecc. ecc. Certo, credo che in Italia con delle forme di democrazia diretta le cose potrebbero cambiare in meglio, ma non più di tanto. Il vero problema è che la forma di governo deve essere adatta al popolo specifico ed al suo livello di senso civico e di evoluzione mentale: è come quando gli americano tentano di esportare la democrazia in Afganistan e paesi simili: vanno incontro a fallimenti clamorosi, è come se durante il nostro Medioevo avessero dato a tutti la possibilità di votare come facciamo noi oggi, sarebbe stato semplicemente assurdo, un disastro. Infatti la democrazia diretta ed indiretta è una SCIAGURA se applicata forzatamente a popoli non evoluti, la dittatura (monarchia assoluta, ecc.) per loro sarebbe preferibile e porterebbe meno sciagure. In pratica, "unicuique suum"!!! Purtroppo spesso ragioniamo in modo astratto, senza calarci nella realtà! Le cose che a me mettono tristezza sono le piccole cose di tutti i giorni, molto difficili da cambiare: colleghi docenti di superiori che non sanno usare un computer, genitori di miei studenti ai quali io devo compilare una semplice domanda perché non ne sono capaci (e magari ti dicono che non hanno gli occhiali oppure hanno un problema alla mano, per non far notare che sono quasi analfabeti), case private di miei studenti pulitissime ordinatissime e molto belle contrapposte alle aule frequentate dagli stessi studenti dove non vedi più il muro in quanto ricoperto da scritte (per l'italiano la cosa pubblica È cosa di nessuno, e questo mi fa riflettere molto su come sia possibile avere in Italia forme di statalismo e socialismo efficienti e che non siano solo un frega frega che porta ad un debito pubblico elevatissimo, come in effetti è stato: è non è un caso che, invece, almeno per ora, il debito privato degli italiani sia, in rapporto, più basso di quello pubblico).

 

  By: Giovanni-bg on Sabato 27 Agosto 2011 13:00

A chi dice che la democrazia è una truffa direi di guardare il caso Svizzera che ha una democrazia da 800 anni e pare funzioni bene. Il probelma semmai è che in molti altri stati (quasi tutti, il nostro compreso) è stato costruito un regime oligarchico spacciato come democrazia. Volete delle prove che la Svizzera è una democrazia vera? basta guardare alle scelte che hanno fatto ultimamente: 1) no all'adesione alla CEE 2) no all'adesione all'euro 3) no all'abolizione del segreto bancario 4) si al controllo stretto dell'immigrazione Potrei andare avanti ma basta questo: tenete conto che l'oligarchia finanziaria (che c'è eccome anche in svizzera, vedi De Benedetti, Bertarelli ecc..) aveva spinto per scelte opposte ma con i referedum sono stati stoppati. In quanti altri paesi europei vi risulta sia stato fatto un refrendum sull'immigrazione e sull'adesione all'euro? E perchè non sono stati fatti se siamo in democrazia? Dicono perchè la nostra non è una democrazia diretta. Ah ma sul nucleare ne hanno fatti anche due da noi dato che sapevano già il risultato e gli andava bene. Quindi la democrazia indiretta è ti faccio fare solo i referendum il cui risultato so già che mi andrà bene.

 

  By: gianlini on Sabato 27 Agosto 2011 12:43

se si parla di lotta contro la mafia, nessuno sembra aver fattod i più degli ultimi governi (berlusconi incluso) parlavo proprio ieri con le ingenue ragazze repubblichine che si meravigliavano di quanta gente avessero incontrato nelle loro vacanze in Sicilia e Puglia (una pare aver visto Oscar con l'orecchio attaccato ad una radiolina ma non era il calcio minuto per minuto.....) si stupivano di come fosse diventato tanto di moda in pochi anni in realtà la crescita del turismo in quelle zone è andato di pari passo al crollo verticale dei numeri della criminalità organizzata qualcuno ha più sentito parlare in qs anni di Sacra Corona Unita? a quando risale l'ultimo omicidio di stampo mafioso in sicilia? credo che ormai i numeri degli omicidi per mafia nelle due regioni stiano tranquillamente nelle dita di una o forse due mani quando ero ragazzo sembravano francamente zone offlimits, troppe pericolose; ad ogni telegiornale c'era qualche massacro di lupara, qualche carabiniere crivellato, qualche corpo sciolto nell'acido o usato come armatura di un pilastro.... ora la mafia sembra del tutto scomparsa, e così la percezione che quelle siano zone pericolose le uniche zone rimaste molto malavitose sono quelle campane, la camorra è ancora fortissima e pericolosa; infatti di omicidi a napoli e dintorni ce ne sono ancora tanti

 

  By: GZ on Sabato 27 Agosto 2011 01:05

No, Lutrom non è andata così. ^Il famoso Prefetto Cesare Mori#http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Mori^ fece più lui contro la mafia di tutti quelli venuti prima e dopo di lui messi assieme nella storia d'Italia. E va dato credito a Mussolini che lo nominò nonostante Mori come Prefetto a Bologna nei primi anni '20 avesse represso i fascisti quanto i comunisti e fosse considerato uno dei Prefetti che erano stati più duri con gli squadristi. E quando Mori fu prefetto in Sicilia fece sciogliere a Mussolini il Fascio di Palermo. Tutti i libri di storia testimoniano che ottenne grandi risultati, gli omicidi scesero del 75% a Palermo con lui ad esempio. Mori era uno che sfidò personalmente a duello un mafioso durante il suo primo soggiorno in Sicialia. Fece rastrellare uno dei paesi roccaforti della mafia casa per casa e per far arrendere i mafiosi prese ostaggi i loro figli e mogli. Ma allo stesso tempo insisteva che bisognava fare pulizia in alto inclusi alcuni Ministeri. In tutta la sua carriera diede sempre fastidio sia prima di Mussolini che dopo a chi governava, ma in larga parte lo lasciarono fare ------------------------------- Le prime esperienze in Sicilia A Castelvetrano, nel trapanese, Mori cominciò subito ad agire energicamente, usando quegli stessi metodi decisi, inflessibili e poco ortodossi che riprenderà - con un'autorità ed una libertà di azione incomparabilmente superiori - molti anni dopo in tutta la Sicilia. Compì numerosi arresti e sfuggì a vari attentati: fu infinite volte denunciato per Abuso di potere ma sempre assolto; una volta fu anche rinviato a giudizio ma fu fatta una particolare amnistia.[senza fonte] Scrisse il Procuratore Generale di Palermo: « Finalmente abbiamo a Trapani un uomo che non esita a colpire la mafia dovunque essa si alligni. Peccato, purtroppo, che vi siano sempre i cosiddetti "deputati della rapina" contro di lui... » Mori fu poi trasferito a Firenze nel gennaio del 1915, con la carica di vicequestore. In seguito ad un inasprimento della situazione in Sicilia, coincidente con l'inizio della guerra, vi fu rimandato al comando di squadre speciali mirate ad una campagna contro il brigantaggio le cui file si erano ingrossate con i renitenti alla leva. Nel corso dei suoi rastrellamenti, Mori si distinse ancora una volta per i suoi metodi energici e radicali. A Caltabellotta, in una sola notte, fece arrestare più di 300 persone[2]; nel complesso, ottenne risultati molto positivi. Quando i giornali parlarono di "Colpo mortale alla mafia", Mori dichiarò ad un suo collaboratore:[2] « Costoro non hanno ancora capito che i briganti e la mafia sono due cose diverse. Noi abbiamo colpito i primi che, indubbiamente, rappresentano l'aspetto più vistoso della malvivenza siciliana, ma non il più pericoloso. Il vero colpo mortale alla mafia lo daremo quando ci sarà consentito di rastrellare non soltanto tra i fichi d'india, ma negli ambulacri delle prefetture, delle questure, dei grandi palazzi padronali e, perché no, di qualche ministero. » Con la carica di Prefetto di Bologna dall'8/2/1921 al 20/8/1922[3], Cesare Mori fu - da ligio servitore dello Stato deciso ad applicare la legge in modo inflessibile - tra i pochi membri delle forze dell'ordine ad opporsi allo squadrismo dei fascisti. Il crescendo della tensione politica avvenne in seguito al ferimento di Guido Oggioni, fascista e vicecomandante della "Sempre Pronti", mentre tornava da una spedizione punitiva contro i "rossi", e all'uccisione di Celestino Cavedoni, segretario del Fascio. Mori si oppose alle rappresaglie violente e alle spedizioni punitive dei fascisti, inviando contro di loro la polizia, e fu per questo ampiamente contestato. Ad un ufficiale che gli confessava di supportare la "gioventù nazionale" di Mussolini, Mori avrebbe risposto equiparando i fascisti ai "rossi"[2]: « Gioventù nazionale un corno! Quelli sono dei sovversivi come gli altri. » Si ritirò in pensione nel 1922 a Firenze, assieme alla moglie. La lotta alla Mafia Per la sua fama di uomo energico e di uomo non siciliano (non in contatto con la mafia locale) ma conoscitore della Sicilia, fu richiamato in servizio all'inizio di giugno del 1924 dal ministro dell'Interno Federzoni. Fu nominato prefetto e inviato a Trapani, dove arrivò il 2 giugno 1924 e dove rimase fino al 12 ottobre 1925. Come primo provvedimento ritira subito tutti i permessi d'armi, e nel gennaio 1925 nomina una commissione provinciale che provvede ai nullaosta che rende obbligatori per il campieraggio e la guardianìa, attività tradizionalmente controllate dalla mafia.[4] Dopo l'ottimo lavoro in provincia di Trapani, il 20 ottobre 1925 Benito Mussolini nomina Mori prefetto di Palermo, con poteri straordinari e con competenza estesa a tutta la Sicilia, al fine di sradicare il fenomeno mafioso nell'isola. Questo il testo del telegramma inviato da Mussolini: «vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi»[5]. Mori si insediò quindi a Palermo il 1 novembre[6] dello stesso anno e vi rimase fino al 1929. Qui attuò una durissima repressione verso la malavita e la mafia, colpendo anche bande di briganti e signorotti locali, anche attraverso metodi extralegali (fra cui la tortura, la cattura di ostaggi fra i civili e il ricatto), con l'esplicito appoggio di Mussolini, otterrà significativi risultati e la sua azione continuerà per tutto il biennio 1926-27. Secondo Saverio Lodato e Marco Travaglio [7] "spesso, al prefetto di ferro scivolava la mano anche nei confronti degli oppositori politici - socialisti e comunisti - nell'illusione che la lotta alla mafia desse la possibilità di fare due servizi con un viaggio solo", sebbene Mori "arrestava anche fascisti, se per questo: convinto che la mafia sin da allora fosse trasversale agli schieramenti politici" [8]. Il 1º gennaio 1926 compì quella che è probabilmente la sua più famosa azione, e cioè l'occupazione di Gangi, paese roccaforte di numerosi gruppi criminali. Con numerosi uomini dei Carabinieri e della Polizia passò quindi al rastrellamento del paese casa per casa, arrestando banditi, mafiosi e latitanti vari. I metodi attuati durante quest'azione furono particolarmente duri e Mori non esitò ad usare donne e bambini come ostaggi per costringere i malavitosi ad arrendersi. Fu proprio per la durezza dei metodi utilizzati che venne soprannominato Prefetto di Ferro. Anche nei tribunali le condanne per i mafiosi cominciarono a essere durissime. Fra le "vittime eccellenti" iniziano a figurare anche personalità del calibro del generale di Corpo d'Armata, ed ex ministro, Antonino Di Giorgio, il quale chiede il sostegno, in un colloquio riservato, di Mussolini, cosa che non impedirà né il processo né il pensionamento anticipato dell'alto ufficiale e le dimissioni da deputato nel 1928.[9] Ben presto però circoli politico-affaristici di area fascista collusi con la mafia [10][11] riescono a indirizzare, tramite attività di dossieraggio, le indagini di Mori e del procuratore generale Luigi Giampietro sull'ala radicale del fascismo siciliano, coinvolgendo anche il federale e deputato del PNF Alfredo Cucco, uno dei massimi esponenti del fascio dell'isola. Cucco nel 1927 viene addirittura espulso dal PNF e dalla Camera "per indegnità morale" e sottoposto a processo con l'accusa di aver ricevuto denaro e favori dalla mafia,[12][13] venendo assolto in appello quattro anni dopo,[14] ma nel frattempo il fascio siciliano è stato decapitato dei suoi elementi radicali. L'eliminazione di Cucco dalla vita politica dell'isola favorisce l'insediamento nel PNF siciliano dei latifondisti dell'Isola, talvolta essi stessi collusi o quantomeno contigui alla mafia. A questa azione si aggiunge quella delle "lettere anonime"[15] tempestano le scrivanie di Mussolini e del ministro della Giustizia Alfredo Rocco, avvisando dell'esasperazione dei palermitani e minacciando rivolte se l'operato eccessivamente moralistico di Giampietro[16] non si fosse moderato. Contestualmente il processo a Cucco si rivela uno scandalo, nel quale Mori viene dipinto dagli avvocati di Cucco come un persecutore politico[17] e nel 1929 Mussolini decide di porre a riposo il prefetto Mori facendolo cooptare nel Senato del Regno. La propaganda fascista dichiara orgogliosa che la mafia è stata sconfitta: tuttavia l'attività di Mori e Giampietro aveva avuto drastici effetti soltanto su figure di secondo piano, lasciando in parte intatta la cosiddetta "cupola" (composta da notabili, latifondisti e politici), la quale riuscì a reagire attraverso l'eliminazione di Cucco, e così addirittura installarsi all'interno delle federazioni del fascio siciliane. Alcuni autori sostengono che Mussolini avesse rimosso Mori perché nelle sue indagini si sarebbe spinto eccessivamente in alto, andando a colpire interessi e collusioni fra Stato e mafia.[18] Questa tesi viene recisamente respinta da altri, come Alfio Caruso.[19] [modifica] Risultati dell'azione di Mori Ancora oggi si discute sui metodi impiegati da Mori nella sua lotta al fenomeno mafioso. È indubbio che la sua azione fu vigorosa ed efficace: ebbe la fama di personaggio scomodo per la sua capacità di colpire molto in alto, senza curarsi dell'opposizione di molti fascisti della prima ora. Alla fine degli anni venti, il "prefetto di ferro" era un personaggio estremamente noto ed alcune sue imprese, che la macchina propagandistica del regime copriva di consensi plebiscitari, erano giunte a rasentare la popolarità di Mussolini. Cesare Mori non si fece problemi nemmeno a perseguire (con il consenso del Duce) sia l'uomo più in vista del fascismo in Sicilia, Alfredo Cucco, sia l'ex ministro della Guerra, il potente generale Antonino Di Giorgio. Molti mafiosi dovettero emigrare negli Stati Uniti dove diedero origine alla Cosa Nostra americana. I cardini principali dell'azione di Mori - forte della carta bianca che gli era stata attribuita, e assistito da uomini quali il nuovo Procuratore Generale di Palermo da lui nominato, Luigi Giampietro, e il delegato calabrese Francesco Spanò - furono: Cogliere un primo importante successo con un'operazione in grande stile per riaffermare l'Autorità dello Stato e dare un segnale forte (l'occupazione di Gangi). Riottenere l'appoggio della popolazione impegnandola direttamente nella lotta alla mafia. Creare un ambiente culturalmente ostile alla mafia, combattendo l'omertà e curando l'educazione dei giovani e stimolando la ribellione contro la mafia Combattere la mafia nella consistenza patrimoniale e nella rete di interessi economici. Ripristinare il normale funzionamento e sviluppo delle attività produttive della Sicilia Condannare con pene severe e implacabili i criminali sconfiggendo il clima di impunità. La sua strategia si basava anche sul seguente schema: i mafiosi appartenevano essenzialmente al ceto medio rurale (gabelloti, campieri, guardiani e sovrastanti) e tenevano in soggezione sia i grandi proprietari, sia i ceti più poveri. Eliminato il "ceto medio mafioso", i latifondisti si sarebbero liberati del doppio ruolo di vittime dei mafiosi e, al tempo stesso, di bersagli della rabbia popolare che li vedeva in combutta con la mafia. L'azione di Mori si rivelò in tutta la sua clamorosa efficacia sin dal primo anno: nella sola provincia di Palermo gli omicidi scesero da 268 nel 1925 a 77 nel 1926, le rapine da 298 a 46, e anche altri crimini diminuirono drasticamente.[2] Pentiti mafiosi hanno riconosciuto il grave stato di difficoltà nella mafia dopo quegli anni. [20] Mori non si occupò solo degli strati più bassi della mafia, ma anche delle sue connessioni con la politica - portando lo stesso Mussolini a sciogliere il Fascio di Palermo ed espellere Cucco, che pure era membro del Gran Consiglio del Fascismo, dal PNF. Dopo il suo congedo, vi fu ben presto una recrudescenza del fenomeno mafioso in Sicilia. Come scrisse nel 1931 un avvocato siciliano in una lettera indirizzata a Mori:[2] « Ora in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere... » In realtà i vertici della mafia avevano piegato il capo sotto la repressione, e colsero ^l'occasione dello sbarco degli Alleati in Sicilia per rialzare la testa, con gli Statunitensi che spesso li misero ai vertici delle amministrazioni locali siciliane, come sicuri antifascisti#http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Mori^

 

  By: defilstrok on Venerdì 26 Agosto 2011 23:59

Ho visto il video che hai segnalato, Paolo_B. Grazie!

 

  By: lutrom on Venerdì 26 Agosto 2011 23:58

[...] in ogni caso, e' troppo tardi per pensare di "riformare" o recuperare all'efficienza uno stato inefficiente e parassitario come quello che ci opprime. pieni poteri al dictator, per me va bene, se no altro e' senz'altro piu trasparente del sistema democratico rappresentativo. -------------------------------------------------------- Purtroppo, a proposito di dittatori, neanche Mussolini riuscì a fare molto contro al mafia, anzi alla fine fu costretto a richiamare il prefetto che aveva mandato per la lotta contro la mafia (ora non ricordo bene, forse sbaglio, comunque il succo è che la dittatura fascista nulla poté contro l'antistato mafioso, ed anzi, credo, molti mafiosi diventarono fascisti... mafosi).

 

  By: traderosca on Venerdì 26 Agosto 2011 23:36

e bravo Alevion,dui pezzi di notevole spessore e di tristezza

pieni poteri a qualcuno per fare pulizia - alevion  

  By: alevion on Venerdì 26 Agosto 2011 23:19

gz purtroppo qui spalanchi un baratro la democrazia rappresentativa dei nostri tempi spiace dirlo si sta rivelando come la seconda piu grande truffa in ordine di grandezza della storia della nostra civilta' (la prima resta l'abdicazione dalla sovranita' monetaria degli stati a favore delle banche private dei banksters che hanno appestato la nostra civilta' appropiandosi del monopolio del credito e trasformandolo nell'attivita' piu redditizia della storia..) E' una truffa basata su un subdolo misunderstanding, credo che l'unica forma di pseudo democrazia che tra mille distinguo puo' realmente affascinare chi vive il degrado della civilta' attuale sia l'esperimento della democrazia diretta ateniese. Parliamo di 2 millenni fa e di un sistema rivoluzionario poiche' quella era democrazia DIRETTA cioe' tutti i maschi adulti votavano in prima persona e poteva esercitare l'iniziativa legislativa, ciascun voto aveva lo stesso peso. Dopo 2 mila anni hanno truffato le masse occidentali (e poi tutte le altre) con il mito della democrazia rappresentativa dietro la quale come nel gioco delle tre carte si possono insinuare le peggiori dittature oligarchiche mentre i fantocci che rappresentano il popolo tengono tutti famiglia e si vendono sistematicamente per un tozzo di pane e di gloria ai veri padroni. Tu parli di Agostino Cordova, e lo dici a me! ^Agostino Cordova cacciato come un malfattore#http://www.camelotdestraideale.it/2008/12/07/quando-le-toghe-rosse-epurarono-agostino-cordova-per-salvare-bassolino/^ poiche' stava per mettere le mani quando sarebbe stato uno scandalo senza precedenti sullo scempio orrendo perpretato dalla monarchia bassoliniana che all'epoca appestava al campania al acme della protervia. La monarchia bassoliniana ha cosi potuto sguazzare impunemente per altri lunghi anni disintegrando materialmente (immondizia, infrastrutture, inquinamento) economicamente (immani ruberie personali e di lobby,conuslenze fasulle, stipendi gonfiati e IL GRANDE BARATRO DELLA SANITA' CAMPANA (QUI SAREBBE NECESSARIO APRIRE UNA DISCUSSIONE APPOSITA MA....) e socialmente la regione campania.... Un giorno ci ritorneremo su queste faccende, e racconteremo la vera storia della più grande truffa politica della storia d'italia. In ogni caso, e' troppo tardi per pensare di "riformare" o recuperare all'efficienza uno stato inefficiente e parassitario come quello che ci opprime. Pieni poteri al dictator, per me va bene, se non altro è senz'altro piu trasparente del sistema democratico rappresentativo.

 

  By: gianlini on Venerdì 26 Agosto 2011 14:02

ma che gente frequentate??? io di gente che vorrebbe di nuovo un dittatore non ne conosco nessuno, anzi, sono tutti belli felici così

 

  By: cicala on Venerdì 26 Agosto 2011 10:09

Parole sante

 

  By: Paolo_B on Venerdì 26 Agosto 2011 02:24

>anche PierCamillo Davigo per chi non l'ha visto consiglio questo video, http://www.youtube.com/watch?v=hDZKeBBSXJE Si intitola la via del guerriero giustamente per il finale, in cui cita Arjuna che dialoga con Krisna (che è poi è la più grande opera spirituale di tutti i tempi). Da lì si capisce anche che Davigo non farà mai il capopopolo. Il compito dell'uomo è quello di fare ciò che deve fare, senza voler cambiare il mondo, senza preoccuparsi se prevarrà o meno, perché a questa ultima parte ci pensa Dio. A noi basta fare il meglio nelle nostre possibilità. Questa è anche la superiorità della spiritualità rispetto alla politica. Sei scandalizzato dalla disonestà ? Sii onesto tu per primo e fa il tuo dovere e non occuparti di cosa fanno gli altri (a meno che questo non rientri già nei tuoi doveri specifici). Sei contro la proprietà privata ? Rinuncia tu per primo alla tua. Non è una cosa rivoluzionaria in modo appariscente. Non è etero-rivoluzionaria, bensì è rivoluzionaria all'interno di noi stessi. Anche dolorosa e faticosa. L'ideale si vive sulla propria carne, e solo nella propria persona, non attraverso partiti e azioni animate dalla fantasia di creare mondi nuovi. E' la nobiltà del guerriero, come dice il titolo del video, del soldato che è al suo posto e non discute gli ordini del generale, non sa e non può sapere se la strategia è giusta. Lui è lì e fa quello che deve fare.

 

  By: Moderatore on Venerdì 26 Agosto 2011 01:22

Alevion, di fronte a queste situazioni che si sono ripetute e si stanno ripetendo in tante parti d'Italia viene da dire che, dopo diversi anni che le si vedono aumentare in mezzo all'indifferenza o all'impotenza della maggioranza.... viene da dire che, sulla base della storia italiana concreta e non delle belle teorie e ideali astratti, che forse si capisce meglio quello che non è chiaro nei libri di storie e cioè come mai, in asssenza anche allora di alternative, il noto duce ebbe un certo seguito Cioè viene da dire che ad esempio se un nipote o figlio del generale Della Chiesa che avesse la sua grinta o il procuratore Agostino Cordova se è ancora vivo (quello che messo a capo della Procura di Napoli fu cacciato da una rivolta di sostituti locali perchè non si "adattava" all'ambiente locale come lamentarono) o anche PierCamillo Davigo (ultimo del Pool di Milano rimasto, uno che è veramente tosto) prendesse il potere come dittatore, usando le truppe se necessario per ripulire ad esempio una zona come quella deportanto tutti... usando metodi che sfortunatamente richiamino al ventennio... ma solo per una decina d'anni e limitando il numero delle vittime se possibile.... non sarebbe forse la soluzione peggiore

 

  By: uomoscarpi on Giovedì 25 Agosto 2011 19:53

ahhahaah...ma scusi Zibordi lei si è stupito per Castelvolturno? qui posti sono già africa da tempo....

Storia del sacco del Litorale Domizio - alevion  

  By: alevion on Giovedì 25 Agosto 2011 17:06

Storia del sacco della a suo tempo Malibu del sud italia. Chi di voi conosce los angeles e' certament estato a Malibu, una localita' molto celebre che effttivamente eesercita un fascino anche sui turisti che visitano ...a differenza di Santa Monica, Venice etc, Malibu e' sostanzialmente un agglomerato di ville neppure troppo appariscenti per la verita', dove chi puo' si gode l'oceano, tramonti spettacolari, una costa che mantiene tratti selvaggi de affascinantio, rimanendo a pochi minuti dal centro della citta', se ricordo bene 20 minuti da Beverly Hills. C'era una volta un pezzo di costa della Campania affascinante, che poi e' stato devastato e massacrato dall'incuria ed incivilta' degli abitanti, e soprattutto dalla fuga dello stato che ne ha fatto un piccolo distretto completamente gestito dalla criminalita'. Come e' potuto accadere? Nessun telegiornale italiano nessun report di rai 3 parla dell'incredibile scempio avvenuto nella zona del Litorale Domizio che negli anni '60 era appunto considerata la "Malibu" della Campania, un posto incredibile, senza abusivismo, con 60 kilomentri ininterrotti di pineta meravigliosa, qualche allevatore di bufale, un mare trasparente ed invitante, altro che la (vecchia) riviera romagnola, e qualche grazioso insediamento di villette ( in taluni casi ville per la verita', e pure belle, nel caso di baia domizia) dove avevano la casa "al mare" famiglie per bene della media borghesia napoletana. Questo accadeva sino alla fine degli anni 60. Poi lo stato come SANNO molti da queste parti, HA ABDICATO, scientemnte, lasciando che la speculazione edilizia, una delle classiche forme di attivita' della camorra locale, iniziasse ad invadere il litorale incantato dove mia nonna possedeva una piccola villetta... mettevano su costruzioni orrende e nessuno vedeva niente. Poi ci fu il terremoto dell'80, e le amministrazioni, in primis democristiane ma poi anche della sinistra comunista, dopo aver permesso il sacco di napoli ( che molti attribuscono solo ad achille lauro ma che a molti livelli di ruberia non solo edilizia ha trovato il suo acme proprio a partire dagli anni 70), si magnarono tutta la pecora dei finanziamenti post terremoto risolvendo il problema "incidentale" delle migliaia di sfollati dalle case pericolanti della regione nei modi piu osceni, con container di fortuna, ma anche con la REQUISIZIONE delle villette graziose del litorale domizio che divennero in molti casi abitazione proivissoria per questi disperati senza tetto. Che a volte non ernao tanto disperati e occupavano "a prescindere" anche le case NON requisite a prescindere dalla inservibilita' della loro abitazione, perche' (successe a mia nonna) la figlia si doveva sposare e giustamente aveva il diritto di occupare la casa altrui. Cosi i vecchi proprietari furono fisicamente allontanati dalle abitazioni, e ben prima che iniziasse il riflusso degli ex terremotati che spesso lasciavano le abitazioni in condizioni devastate, iniziò l'invasione degli immigrati senegalesi e marocchini. Questi disperati servivano alla criminalita' casalese in primis come manovalanza a costo zero per la coltivazione dei campi la speculazione edlizia che continuava cieca e senza sosta e l'inizio del piu grand ebusiness mai realizzato in quell'aria, che non e' il turismo (eppure era malibu!) ma lo spaccio di stupefacenti su larga scala. In pochi anni la meravigliosa pineta del litorale domizio dove da bambino trascorrevo indimenticabili pomeriggi di gioco, e' diventata la principale piazza EUROPEA di spaccio di stupefacenti classici, eroina e cocaina. Tutti lo sanno, lo so persino io, e nessuno muove un dito. Lo stato come detto ha definitivamente e scientemente e dolosamente deciso che quell'area andava "dismessa" e resa un vero e proprio principato senza legge e senza umanita' Adesso "malibu" e' il regno della prostituzione di infimo livello, dello spaccio di droga su larga scala, dello sfruttamento dei fantastici litorali sabbiosi in taluni casi resi discarica, in altri serbatoio di sabbia per le costruzioni abusive. Costruzioni abusive costruite in pochi giorni ovunque e destiante spesso a ospiare bordelli di basso rango o decine di senegalesi accampati in condizioni fatiscenti. In italia accadono queste cose. con l'incredibile complicita' di chi e' stato fisicamente espulso e talvolta definitivamente espropriato dei sui beni e dei suoi ricordi, cosi, nel silenzio, nell'indifferenza, incivilta', brutalita', squallore infinito. Tutti sanno e nessuno si e' opposto

 

  By: Tuco on Giovedì 25 Agosto 2011 16:10

Paolo-B ha scritto: >>>L'ideale sarebbe addirittura sposarsi con i secondi e riprodursi con i primi. ------------------------------------------------------------------------------------- ...Molte già lo fanno.

SLAVA UKRAINII !