By: shabib on Venerdì 13 Marzo 2015 10:51
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Altro che de-dollarizzazione, rally divisa minaccia di portare il caos ovunque
di: WSI | Pubblicato il 13 marzo 2015| Ora 08:55
.Grazie alla Fed, le "aziende asiatiche e dell'America Latina hanno contratto prestiti come mai prima in valuta Usa". E ora?
ROMA (WSI) - Da mesi si parla del fenomeno della de-dollarizzazione, intendendo come tale quel processo secondo cui il biglietto verde starebbe perdendo il suo status di valuta di riferimento numero uno al mondo. Che si parli di Russia o di Cina, diversi articoli sono stati scritti e allarmi sono stati lanciati sul presunto trend.
Ma in un'opinione pubblicata sul Telegraph da Ambrose Evans-Pritchard, si fa riferimento a un altro report esplosivo, che racconta invece come il mondo intero sia assolutamente dipendente dal dollaro.
Il titolo dell'analisi è più che indicativo: "Global dollar credit: links to US monetary policy and leverage". Nello studio che porta la firma di Robert McCaule e Patrick McGuire viene dimostrato che "la politica di tassi a zero della Fed e il QE abbiano inondato i mercati emergenti di liquidità in dollari negli anni del boom", e come "questa abbondanza abbia portato le aziende asiatiche e dell'America Latina a contrarre prestiti come mai prima in dollari, a tassi reali vicini all'1%".
Ora che il ciclo monetario della Fed è sul punto di segnare una svolta importante (da espansiva a restrittiva), si capiranno gli effetti di questa dipendenza. "Contrariamente al pensare comune, il mondo oggi è più dollarizzato che mai. Gli stranieri hanno preso in prestito $9 trilioni in valuta Usa al di fuori della giurisdizione americana, dunque senza la protezione di un prestatore di ultima istanza che sia capace di emettere dollari illimitati in extremis. E il valore è in progressiva crescita dai $2 trilioni nel 2000".
Di questo ammontare, la quota dei mercati emergenti coinvolti - principalmente asiatici - è raddoppiata a $4,5 trilioni dalla crisi di Lehman, compresi tutta una serie di prestiti camuffati attraverso banche registrate a Londra, Zurigo e Isole Cayman.
Il risultato è che il sistema globale del credito è molto sensibile a qualsiasi cambiamento delle politiche della Fed.
Basti pensare che l'indice del dollaro è balzato +24% dallo scorso luglio e +40% dalla metà del 2011. "Si tratta di un rally molto superiore e più ripido rispetto a quello della metà degli anni Novanta, anche in quel caso causato dalla ripresa degli Stati Uniti in un momento di debolezza europea, e dal rialzo dei tassi della Fed, che diede il via alla crisi asiatica e al default della Russia nel 1998".
"Il mondo si basa sullo stardand del dollaro, non su quello dell'euro o dello yen, ed è per questo che è così importante quello che fa la Fed", ha detto Stephen Jen, ex funzionario dell'Fmi che ora lavora presso SLJ Macro Partners.
(Lna-DaC
http://www.wallstreetitalia.com/article/1806221/altro-che-de-dollarizzazione-rally-divisa-minaccia-di-portare-il-caos-ovunque.aspx