come sempre IMMENSO TRAVAGLIO
Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi commenta lo scontro tra governo e Regioni sulla divisione in zone del Paese a seconda del rischio che corrono.
«Dopo le mosse eversive delle giunte di Lombardia, Piemonte e Calabria, aizzate dal mestatore Salvini, si spera che nessuno rompa mai più le palle con le prediche al governo sul dialogo con le opposizioni. Almeno finché le opposizioni non saranno qualcosa di diverso dal Cazzaro Sedizioso.
Ormai anche il leghista più sfegatato dovrebbe aver capito che la salute e la vita sono cose troppo serie per affidarle a una banda di spostati che si fanno chiamare “governatori” e non riescono a governare neppure il ballatoio di casa loro», scrive il giornalista.
«Hanno voglia Conte, Speranza, Brusaferro e gli altri» – prosegue Travaglio – «con la testa sul collo a spiegare che la divisione dell’Italia in zone rosse, arancioni e gialle non è una pagella politica per punire le giunte di destra e premiare quelle di sinistra: è la presa d’atto di un contagio che, in certe aree, galoppa e minaccia gli ospedali più che in altre. Le gabbie numeriche per incasellare le Regioni sono state concordate fra governo, Iss, Cts e sgovernatori in lunghe e defatiganti riunioni».
«Quindi nessuno ha scavalcato nessuno. E gli squilibrati che contestano i dati come “vecchi”, “superati” o financo “truccati” fanno ridere per non piangere: perché sono i dati che forniscono loro», fa notare il direttore del Fatto.