, il direttore dell’istituto di ricerche Farmacologiche Mario Negri. Secondo il ricercatore infatti il numero crescente di contagi è dovuto al fatto che “
Secondo il ricercatore continua a essere di fondamentale importanza il rispetto delle norme imposte dal Governo, prime fra tutti il rispetto della distanza di sicurezza e l’obbligo della mascherina, ma non bisogna farsi spaventare dalle cifre, anche perché, continua il ricercatore, nel nostro Paese la situazione è sotto controllo.
L’incremento degli infetti è una buona notizia
Secondo Remuzzi quindi il crescente numero delle infezioni non è una cosa che deve spaventare, ma anzi, è la dimostrazione che il sistema sta funzionando e che è possibile controllare le catene dei contagi tenendo sotto controllo i focolai. Il ricercatore precisa inoltre che il contagio non deve allarmare poiché non si trasforma necessariamente in malattia:
“L’aumento dei contagi riflette il numero dei positivi al tampone, dovuto in parte al fatto che ne facciamo di più, visto che adesso chiunque si ricovera in ospedale, per qualsiasi ragione, viene sottoposto al test. Il dato importante però è che i positivi che scopriamo hanno una carica virale bassa, almeno in Lombardia, e sono per lo più asintomatici. Finché non aumentano i ricoveri per Covid in pneumologia e in terapia intensiva possiamo stare abbastanza tranquilli, perché il contagio non si traduce in malattia”.
Remuzzi parla anche della spaccatura che si è verificata nella comunità scientifica nei vari dibattiti sul virus, affermando che: “i medici conoscono i malati, i virologi registrano che il virus circola ancora, ed è vero. Gli epidemiologi studiano le pandemie e cercano di prevedere cosa succederà. Quelli bravi di solito ci vanno vicino, ma poi ci sono quelli, anche loro bravissimi, che tendono a esagerare”.
Il sistema immunitario sconfigge il virus
In Italia la situazione è nettamente cambiata dallo scorso febbraio, spiega Remuzzi, ormai infatti “abbiamo imparato a curare i malati di COVID-19” e il virus ha perso la sua carica rispetto allo stadio iniziale della pandemia, tant’è che adesso sembra fare fatica a infettare le cellule in coltura. Anche le conseguenze per chi contrae la malattia sono nettamente diverse rispetto a febbraio:
“Abbiamo studi che ci dicono che quattro persone su dieci non si ammaleranno mai di Covid-19 in forma grave perché hanno un sistema immunitario capace di distruggere il virus molto rapidamente. Un altro 35% è immune perché ha già incontrato altri Coronavirus simili a questo”.
Anche se attualmente la situazione è sotto controllo Remuzzi paventa la possibilità di una seconda ondata in autunno, poiché con l’abbassamento delle temperature il virus potrebbe riprendere forza. Durante l’estate inoltre tendiamo a passare più tempo all’aria aperta, riducendo quindi la possibilità di contagio.
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