PILLOLONE DOMENICALE
[di Guido Silvestri, domenica 19 luglio 2020]
SITUAZIONE IN ITALIA
Secondo il Corriere della Sera di oggi la situazione in Italia è “pessima”, il che – tradotto nel linguaggio della realtà – vuol dire situazione assolutamente stabile. Malati di COVID-19 in terapia intensive in Italia sono a 50 (minimo storico da mesi e 1.2% del picco); i ricoveri ospedalieri totali sono 757 (al picco erano oltre 29.000); i casi totali attivi sono 12.368 (minimo storico dai primi di marzo). Per ulteriori approfondimenti suggerisco a tutti di leggere la rubrica “Numeri in Pillole” del grande Paolo Spada.
SITUAZIONE NEL MONDO
Oggi ho già parlato del paradosso dell’Australia, che dopo mesi di chiusure si trova ad affrontare una seconda ondata “invernale” di contagi. Negli Stati Uniti la media a 7 giorni dei nuovi casi al giorno è ora a 67.728 (un mese fa era 24.833), mentre la media a 7 giorni delle morti al giorno è ora a 813 (un mese fa era a 684, quindi è ora in moderato aumento). Nella mia Georgia, la media a 7 giorni dei nuovi casi al giorno è ora a 3.639 (un mese fa era 849, praticamente quadruplicata), mentre la media a 7 giorni delle morti al giorno è ora a 24 (un mese fa era a 33) – insomma, teniamo duro, con grande disappunto di chi non vede l'ora di fare un bel titolone "Catastrofe ad Atlanta".
Nel resto del mondo, casi in crescita, oltre che in Australia, in altri paesi dell'emisfero Sud (Argentina, Bolivia, Paraguay e Sudafrica), ma anche in Israele, Giappone, Colombia, India, Indonesia e Kazakhstan, il che fa capire che la stagionalità è importante ma non spiega tutto. Invece si è raggiunto o passato il picco dei nuovi casi in Brasile, Russia, Perù, Mexico, Pakistan, Arabia Saudita, Nigeria, Bangladesh, Cile, Qatar, Iraq ed Egitto (più tanti altri). In genere, come vedete nei due grafici qui sotto, continua l'andamento per il quale da fine marzo i nuovi casi giornalieri sono triplicati mentre la mortalità è tutto sommato stabile e comunque molto minore di quella riscontrata a fine marzo-inizio aprile.
In Europa, abbiamo al momento una fase epidemica in Serbia, Romania e Bulgaria (tutti paesi dove rapide ma insostenibili "chiusure" avevano frenato l'ondata di febbraio/marzo), mentre abbiamo segnali di endemizzazione in Italia, UK, Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Portogallo ed altri paesi. Ricordo che ai tempi del mantra "flatten the curve" (in italiano: evitiamo lo tsunami), avere qualche centinaio di casi al giorno, in gran parte lievi o asintomatici, era esattamente l'obiettivo delle chiusure.
Chiudo con la tanto vituperata Svezia, dove la media "corrente" dei nuovi casi/giorno degli ultimi 7 giorni ad oggi (236) è la più bassa dal 28 marzo, e quella dei morti (3) è la più bassa dal 19 marzo.
BUONE NOTIZIE SUL FRONTE VACCINI
Pubblicati finalmente sul New England Journal of Medicine gli incoraggianti risultati del trial clinico di fase-I del vaccino Moderna a base di RNA messaggero, mRNA-1273 (Jackson LA et al., N Engl J Med, 2020; DOI: 10.1056/NEJMoa2022483).
Il vaccino è stato testato in 45 soggetti tra 18 e 55 anni, ed in tre dosi (15 soggetti per dose), tutte con due somministrazioni a 28 giorni di distanza una dall’altra. Il vaccino è risultato sicuro, con effetti collaterali severi ma non tali da interrompere il trial osservati solo in tre persone (6.7%), tutte testate alla dose più alta (250 microgrammi). La cosa più importante è che i soggetti hanno sviluppato anticorpi capaci di neutralizzare il virus SARS-CoV-2 a livelli corrispondenti a quelli che si trovano nel plasma dei soggetti guariti. Ora avanti con i prossimi studi, tra cui quello in soggetti oltre i 55 anni di età, e naturalmente quelli di efficacia clinica.
IMMUNITA’ CHE PROTEGGE DA REINFEZIONE
Dopo lo studio pubblicato qualche settimana fa su Science da parte del team del mio fratellino Dan Barouch ad Harvard/Beth Israel in cui si dimostra che i macachi che sono stati infettati con SARS-CoV-2 e poi sono guariti sono RESISTENTI alla reinfezione con lo stesso virus (Chandrashekar A et al SARS-CoV-2 infection protects against rechallenge in rhesus macaques. Science 2020 May 20;eabc4776. doi: 10.1126/science.abc4776), lo stesso importantissimo risultato è stato replicato indipendentemente in un altro lavoro anch’esso pubblicato su Science da un gruppo cinese al Peking Union Medical College, Beijing, China (Deng W et al Primary exposure to SARS-CoV-2 protects against reinfection in rhesus macaques Science 2020 Jul 2;eabc5343.vdoi: 10.1126/science.abc5343).
Sono due lavori che confermano in modo formale e prospettico quello che risultava già dalla osservazione clinica nei soggetti umani, cioè che i soggetti guariti da COVID-19 sono immune da una seconda infezione con lo stesso virus.
IMMUNITA’ CROCIATA
Dopo lo splendido studio su Cell dei carissimi amici Shane Crotty e Alex Sette che hanno dimostrato per la prima volta la presenza di immunità cellulare crociata tra SARS-CoV-2 ed altri coronovirus umani, e la conferma indipendente da parte del team dell’altro mio amico Marcus Buggert del Karolisnka Institut, adesso anche il laboratorio di Antonio Bertoletti a Singapore conferma la stessa osservazione (Le Bert N et al., SARS-CoV-2-specific T cell immunity in cases of COVID-19 and SARS, and uninfected controls. Nature, July 16th, 2020).
Sono studi complessi ma di importanza fondamentale perché provvedono a dare una spiegazione plausibile al fenomeno della cosiddetta “materia immunologuica oscura” di COVID-19, descritto dal grande Karl Friston, che a sua volta spiega la mancata osservazione delle previste crescite esponenziali dei casi, che invece mostrano un andamento di tipo lineare-gompertziano (vedi Levitt M et al., MedRxiv, https://doi.org/10.1101/2020.06.26.20140814).
AGGIORNAMENTO SU BRENNO, DODI ED ALTRI ANTICORPI MONOCLONALI
Di anticorpi monoclonali abbiamo già parlato varie volte in passato. La settimana scorsa la rivista Nature, la bibbia della scienza, ha pubblicato un altro articolo su una nuova coppia di promettenti anticorpi monoclonali, scoperti dal gruppo del bravissimo Jim Crowe a Vanderbilt, che si legano alla proteina S e bloccano l’ingresso nelle cellule del virus SARS-CoV-2.
Questi nuovi anticorpi si chiamano COV2-2196 e COV2-2130 (ed io per comodità li ho ribattezzati Luca e Federico come i miei nipoti di Castelvecchio), e si vanno ad aggiungere ai vari LY-CoV555, BD-368-2, B38, H4, CB6 (quelli che io chiamo Brenno, Dodi, Paolone, Silvietta etc) – tutti in grado di prevenire e/o curare con grande efficacia l’infezione da SARS-CoV-2 in topi e macachi, ed ora in fase di studio clinico nell’uomo.
E qui, cari amici lettori, lasciatemi fare una riflessione. Ma non è strano che su un argomento come questo degli anticorpi monoclonali, in cui nelle settimane passate ci sono stati DIECI articoli originali su Cell, Nature e Science, tutti con risultati estremamente promettenti, ci sia il silenzio stampa pressoché assoluto da parte di Corriere della Sera, Repubblica, RAI, Mediaset etc etc? Il tutto mentre vanno in prima pagina il selfie dell’infermiere “stressato” per un-malato-uno in terapia intensive e la letterina insignificante sugli “anticorpi boomerang”?
Ma che facciano pure come vogliono, alla fine se la vedranno con la loro coscienza. Per quanto mi riguarda e finché avrò la salute, io continuerò – insieme e alla meravigliosa squadra delle Pillole di Ottimismo – a raccontarvi la scienza vera, quella delle scoperte più importanti, pubblicate sulle riviste più prestigiose, con l’obiettivo di informarvi e non di terrorizzarvi.