Cosa fare con i no vax in ospedale e a scuola: rispondono gli economisti
L'intervento di Tito Boeri, presidente dell'INPS, e Roberto Perotti, professore della Bocconi di Milano
22 Luglio 2021
Il discorso ricorda molto quello di Ilaria Capua. In comune c’è sicuramente il fatto che nel mirino, sia della virologa Ilaria Capua, sia degli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti, ci sono i no vax.
Ieri ha scatenato un’intensa discussione la proposta della professoressa dell’Università della Florida di far pagare a chi non vuole ricevere un’iniezione i costi “non sanitari” (lenzuola, pranzo e cena, ecc) degli ospedali. L’idea di Boeri, presidente dell’INPS, e Perotti, professore alla Bocconi di Milano, non è molto diversa e verte sul concetto di “esternalità negativa”.
Cosa significa “esternalità negativa”
Un esempio di “esternalità negativa” è il fumo: fumando in un parco pubblico, vengono danneggiati i polmoni dei bambini, ed è per questo che lo Stato vieta di accendere una sigaretta nelle aree verdi. Il Covid presenta esternalità negative ancor più “pervasive e forti”, scrivono gli economisti in un intervento su La Repubblica.
Concentrare la disponibilità di vaccini nelle zone ricche del mondo, ad esempio, ha favorito l’emersione di varianti in quelle povere: “Se si fa un rapido calcolo del costo di una dose di vaccino e dei danni economici (per non parlare più in generale dei danni umani) della variante Delta nei paesi ricchi, è probabile che a questi ultimi converrebbe fornire i vaccini gratis e al più presto a tutta la popolazione mondiale”. È questa la conclusione a cui arrivano gli estensori dello scritto.
Cosa fare con i no vax nelle scuole e negli ospedali
Una volta afferrato il concetto di “esternalità negativa” è facile capire quale sia “l’esternalità negativa” prodotta da chi non si immunizza: per Boeri e Perotti, i no-vax “creano enormi costi alla società” per essere curati in ospedale. Inoltre, i reticenti alla puntura “impediscono il ritorno a una vita sociale normale”.
Premesso che “una campagna di vaccinazione forzata” sarebbe “immorale, incostituzionale, e inattuabile in pratica”, ci sono, per gli autori, “esternalità negative più forti di altre, su cui la società ha il diritto di intervenire”. Si tratta di ospedali e scuola. Per andare ai fatti, la proposta del tandem di scrittori è di escludere dalle lezioni in presenza i professori che non si vogliono vaccinare. A loro (come agli studenti che rifiutano il vaccino) toccherebbe la didattica a distanza. E uno stipendio inferiore.
Sugli ospedali, inoltre: “Se sono ricoverato d’urgenza in ospedale, come posso sapere se il medico che mi visita o mi opera è no-vax? Anche in questo caso la società ha il diritto di proibire a un medico no-vax di esercitare la sua professione, se non in privato previa adeguata informazione al paziente”.