Uber Files, la super lobby: dagli Usa a Roma, soldi e manovre per cambiare leggi e condizionare i governi
L’«Operation Renzi» in Italia. I favori di Macron in Francia. Il contratto per l’ex commissaria europea Kroes. Gli incontri con Biden e Netanyahu. Oltre 124 mila documenti svelano i segreti della multinazionale. La nuova inchiesta de L’Espresso con il consorzio Icij. E domenica prossima in edicola tutti i particolari sulle operazioni italiane.
Soldi spostati nei paradisi fiscali per non pagare le tasse, mentre nei bilanci ufficiali vengono esposte perdite miliardarie. Accordi da centinaia di milioni con gli oligarchi e i banchieri russi più vicini a Putin. E una massiccia attività di lobby per reclutare politici, comprare consensi, condizionare e orientare leggi e regolamenti in tutto il mondo.
«Italy - Operation Renzi» è il nome in codice di una campagna di pressione organizzata dalla multinazionale, dal 2014 e il 2016, con l'obiettivo di agganciare e condizionare l'allora presidente del consiglio e alcuni ministri e parlamentari del Pd. Nelle mail dei manager americani, Matteo Renzi viene definito «un entusiastico sostenitore di Uber».
Per avvicinare l'allora capo del governo italiano la multinazionale ha utilizzato, oltre ai propri lobbisti, personalità istituzionali come John Phillips, in quegli anni ambasciatore degli Stati Uniti a Roma.
Tutti i particolari sulla «Operation Renzi» e sulle altre manovre di Uber per condizionare la politica italiana, cambiare le leggi e sfuggire ai processi verranno pubblicati sul prossimo numero de L'Espresso, in edicola da domenica 17 luglio con numerosi articoli accessibili da venerdì 15 per gli abbonati all'edizione digitale.