pragmatica dell'immigrazione italica - gianlini
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By: gianlini on Lunedì 18 Aprile 2011 11:57
trucco
mi spiace ma l'idea che l'immigrato regolare arrivi qui con i documenti e il contratto di lavoro, perchè quel lavoro c'è, perchè sa già l'italiano e perchè qualcuno ne ha valutato le caratteristiche, è assolutamente falsa e contraria anche al buon senso
ti spiego cosa succede:
l'immigrato arriva come turista, dovrebbe stare tre mesi ma in realtà si ferma qui (per il visto turistico a seconda dei paesi da cui proviene paga dai 4000 ai 10000 euro)
dato che è una persona brava e in gamba (quasi sempre è così) trova un lavoro in nero, se donna più spesso babysitter, badante o colf, se uomo autista, facchino o badante; se non vive presso la casa del datore di lavoro vive in genere con altri connazionali o "quasi connazionali" in condivisione (tipo ecuadoriani-peruviani, tunisini-marocchini, ucraini-rumeni-moldavi, pakistani-bengalesi), in genere uno o due li conosceva già prima gli altri sono "nuovi"; in ogni caso difficilmente ci sono problemi di coabitazione e se ci sono, cambia casa, la cosa è abbastanza facile
di lì a 3-4 anni impara l'italiano e esce un "decreto flussi"; a quel punto il datore di lavoro può "regolarizzare" la persona che ha presso di sè, fanno finta che lui sia nel paese di origine, il datore di lavoro va in questura, chiede di poter assumere la persona X Y (secondo te è credibile che uno voglia assumere una persona che sta a 12 mila km di distnza e che non ha mai visto????), la persona torna a casa per un paio di mesi, straccia il passaporto, fa finta di averlo perso, se ne fa fare uno nuovo e con la richietsa in mano del datore di lavoro può tornare in italia e diventare REGOLARE
ma prima era CLANDESTINO
a quel punto gode di tutti i diritti di noi italiani e può iniziare a programmarsi il futuro; e quale futuro migliore che non far arrivare qui qualche parente; attende il successivo decreto flussi (in media ce ne è uno ogni due anni ) si mette d'accordo con il datore di lavoro che gli inventa una seconda richiesta di assunzione (come badante per la zia, come babysitter per i nipoti, come colf per il fratello, non importa) e con quella seconda richiesta di assunzione l'immigrato fa arrivare qui, questa volta in REGOLA, la sorella o il fratello .....a quel punto sono in due e far arrivare la madre sotto forma di ricongiungimento famigliare sarà piuttosto semplice (in due avranno un reddito sufficiente a dimostrare di potersene occupare ecc.ecc.)
questo vale per alcune etnie, diciamo meno intraprendenti; per altre, tipo cingalesi, cinesi o senegalesi, la via è diversa; l'immigrato REGOLARE mette su una dittarella, un bar, un ristorante, un piccolo supermarket, a quel punto al primo decreto flussi assume lui direttamente il parente fratello, sorella o cugino nella sua attività; gli basta dimostrare di potergli pagare uno stipendio minimo e di avere una dimora sufficientemente ampia (niente di principesco per carità, basta un bilocale).....
capisci bene che il fenomeno è altamente moltiplicativo come effetto
e soprattutto che nè nel primo caso nè nel secondo, le autorità verificano che ci sia da una parte effettiva necessità di lavoro e dall'altra che chi viene chiamato dal paese straniero possegga effettivamente le qualità necessarie per svolgerlo
la prima generazione di immigrati è in ogni caso sempre CLANDESTINA