Debito Pubblico (USA e Italiano)

 

  By: Gano on Mercoledì 28 Dicembre 2005 10:33

Questi sono giorni di scambi molto bassi, e percio' non molto indicativi. Si puo' pero' supporre, e tutto sommato con un certo margine di sicurezza, che vi sia uno spostamento di capitali dal mercato Nord-Americano dei bonds, verso quello azionario Giapponese e anche verso gli altri asiatici in generale.

 

  By: delta0618 on Martedì 27 Dicembre 2005 20:15

da notare come la FED abbia pompato oggi a livelli mai visti...

 

  By: GZ on Martedì 27 Dicembre 2005 17:36

novità di oggi ------------ USA: CURVA DEI RENDIMENTI SI INVERTE DOPO 5 ANNI, VERSO RECESSIONE? 27 dic - Non accadeva da cinque anni di vedere la curva dei rendimenti dei titoli di Stato Usa con i tassi a breve termine piu' alti di quelli a lungo. E' successo oggi, durante le contrattazioni in Europa dei Treasury, con il rendimento del 2 anni a 4,411% mentre il 10 anni viaggiava a 4,405%. Poi, all'apertura dei mercati Usa, la curva e' tornata a inclinarsi positivamente con i tassi a 2 anni a 4,385% e quelli a 10 anni a 4,391%, ma la differenza tra il costo del denaro a breve termine e quello a lungo termine rimane comunque irrisoria, appena lo 0,06%. Quando la curva dei rendimenti si inverte (tassi a breve piu' alti di quelli a lungo) ci sono realistiche probabilita' che entro 6-8 mesi possa avere inizio una fase di contrazione economica. In un recentissimo report, gli economisti di Morgan Stanley prevedono, nei prossimi mesi, una inversione della curva dei rendimenti che precedera' la recessione del 2007. In tempi non remoti, si sono verificate due significative inversioni della curva dei rendimenti. La piu' recente nel 2000 e precedette la recessione Usa che inizio' nell'autunno del medesimo anno. Stessa musica all'inizio degli anni 90 a cui segui' la recessione, prima negli Usa e, poi, in Europa.

 

  By: polipolio on Domenica 27 Novembre 2005 21:53

"Queste belle esercitazioni di attacco con testate nucleari "tattiche" sono andate avanti per decenni fino al 1989 e anche se non se ne parlava (perchè erano segrete) sotto sotto si sapeva che c'era questa possibilità. I mercati finanziari degli anni '90 e anche quelli attuali hanno beneficiato della "decompressione", dalla riduzione della "Percezione del Rischio" creata dalla scomparsa di questa minaccia latente che è durata per 50 anni ed era stata introietta a livello inconscio e quindi richiede qualche decennio perchè la psicologia collettiva si aggiusti al cambiamento (positivo)" ------------ Cambiamento positivo? Ma come, potevamo finalmente condividere le sorti del progresso con i nostri fratelli dell'est, cosa di cui credo tuttora sia convinto il buon Cossutta, e tu dici cambiamento positivo? Sei un reazionario, un borghese. E come te questi maledetti mercati, che sono anch'essi mossi prima di tutto dalla ideologia antiproletaria e dalla logica dello sfruttamento. Ma finalmente i mercati crolleranno e daranno ragione a noi orsi, che da anni andiamo dicendo che siamo alla fine di onda 5, che la rottura del livello xx o il raggiungimento del livello yy sul SP scatenerà il sell off o altrimenti sull'oex o sul vix o sul trin o sul macd del roc dell'indice ugandese che per effetto farfalla...

La prospettiva storica: una volta era peggio per via delle atomiche - gz  

  By: GZ on Domenica 27 Novembre 2005 14:15

Leggevo un intervista al matematico-trader Nassim Taleb di cui si è parlato qui dove insiste sul fatto che ^c'è TROPPA INFORMAZIONE#http://www.smartmoney.com/theproshop/index.cfm?story=20051110&src=fb&nav=RSS20^ sui mercati finanziari e in genere e questo eccesso crea un "rumore" impedisce di vedere i pochi fatti importanti di fondo. Ad esempio uno dei motivi per cui non si è abituati al fatto che le borse salgano è che una volta in Europa non salivano o non esistevano quasi. Questo per diversi motivi, ma ad esempio anche perchè per decenni c'è stata una cappa di tensione latente di cui ora non ci si ricorda più. Il mercato toro delle borse è iniziato in Europa nel 1984, ma la grossa accellerazione è stata dal 1991 in poi. Come mai proprio 1991 ? Il Financial Times di oggi riporta che c'è tensione tra Polonia e Russia ora che il nuovo governo ha deciso di rendere pubblici i documenti sulle manovre militari del Patto di Varsavia a cui i polacchi partecipavano. Come rivelano ora i polacchi nonostante le proteste russe i nostri vicini dell'Est si esercitavano ad un ^attacco nucleare sulle principali città europee# http://news.ft.com/cms/s/29c06326-5df3-11da-be9c-0000779e2340.html^ vicine al confine, Bruxelles, Francoforte, Strasburgo... Erano manovre in cui si iniziava simulando un attacco a Germania, Belgio, Olanda, Italia del Nord con testate nucleari, poi ci si aspettava una risposta nucleare tattica della Nato che colpisse con testate nucleari le basi russe nell'Europa dell'Est per impedire l'afflusso della Armata Rossa e poi partiva un attacco con forze convenzionali del Patto di Varsavia che occupasse l'europa occidentale e così via (c'erano i cartelli stradali scritti in russo già pronti per tutta l'Italia) (questo dettaglio che le manovre della Nato sono sempre state Difensive e quelle dell'armata rossa sempre Offensive è sfuggito a molti) Ai polacchi questo piano scocciava perchè si sarebbero presi in testa le atomiche della Nato di risposta per cui anche adesso che sono passati 25 anni gli è rimasto il rospo sullo stomaco e rinvangano il passato. Queste belle esercitazioni di attacco con testate nucleari "tattiche" sono andate avanti per decenni fino al 1989 e anche se non se ne parlava (perchè erano segrete), sotto sotto si sapeva che c'era questa possibilità. I mercati finanziari dal 1991 hanno beneficiato della "decompressione" dopo la Caduta del Muro soprattutto per questa storia delle atomiche russe in confronto alle quali Bin Ladin è una fatto di cronaca nera. Questa riduzione della "Percezione del Rischio" creata dalla scomparsa di questa minaccia latente che è durata per 50 anni ed era stata introietta a livello inconscio richiede però qualche decennio perchè la psicologia collettiva si aggiusti al cambiamento (a mio avviso positivo)

negli anni '80 c'erano 20 problemi di cui preoccuparsi e oggi ce ne sono solo 15 - gz  

  By: GZ on Giovedì 03 Novembre 2005 23:16

Se leggo in giro dovrei essere cauto perchè sembra c sono tanti problemi, ma come ha detto Greenspan oggi: "...negli anni '80 c'erano 20 problemi di cui preoccuparsi e oggi ce ne sono solo 15..." Se guardo i NUMERI siamo nel mezzo del periodo migliore per le società per azioni del secolo. Non è un modo di dire, come nota il Financial Times non si è mai visto tre anni e mezzo di incrementi dei profitti OGNI TRIMESTRE e ogni trimestre sempre maggiori di almeno il 10% (lo so che per i consumatori o lavoratori non è così, ma ci sono le elezioni politiche per questa questione) La cosa curiosa è che se leggi gli esperti siamo sull'orlo una grossa crisi e se guardi solo i numeri ignorando i commenti sembra il trionfo del capitalismo. Nel frattempo l'S&P 500 è fermo a 1.220 da un anno. Bisogna stare attenti perchè se non capita in fretta qualche guaio vero non ci vuole niente per mettere su altri 150 punti --------------------------------------------------------------- Wall Street earnings streak to record By Steve Johnson November 2 2005 Wall Street stocks are set to beat an ^all-time record by posting their 14th straight quarter of double-digit earnings growth#http://news.ft.com/cms/s/b139f478-4bc6-11da-997b-0000779e2340.html^ With the third quarter reporting season now two-thirds complete Standard & Poor’s, the ratings agency, is expecting earnings growth of 12.3 per cent – less than the 17 per cent foreseen by the market before Hurricane Katrina struck in August but above the 11.5 per cent that expectations sank to in the wake of Katrina and little sister Rita. To date, 69 per cent of S&P 500 companies have reported results above expectations, with 12 per cent in line and 19 per cent below forecasts, according to Henry McVey, chief US investment strategist at Morgan Stanley. However, there may be the first signs of storm clouds gathering over Wall Street. Mr McVey notes that negative outlook statements for the fourth quarter have outnumbered positive ones by a ratio of three to one. Despite this, he remains relaxed about the big picture. “Visibility post-Katrina is more limited, there are alot more things that can go bump in the night,” hesays. “We are going togo through a period ofheightened volatility butwe still have a favour-able backdrop for equities.” Howard Silverblatt, market equity analyst at S&P, also remains upbeat, forecasting further earnings growth of around 14 per cent in both the next two quarters (taking the record run to 16 periods), before growth eases to 10.2, 12.2 and 9.2 per cent in the second to fourth quarters of 2006. The energy sector led the way this quarter, posting a 60 per cent year-on-year leap in earnings, including ExxonMobil’s 75 per cent surge in third quarter profits to $9.9bn. Mr Silverblatt foresees further strong growth in the next two quarters, before growth turns negative in the second half of 2006. However, the consumer discretionary sector has reported a 6.9 per cent slide in earnings, not helped by the travails of the auto industry. Materials – an energy-intensive sector encompassing paper, chemicals and mining – surprised by also unveiling a slight fall in earnings. Mr McVey now sees a divergence in the market, with those industries with pricing power, such as energy and hotels, likely to do well, while “price-takers” who cannot pass cost rises on – such as food, retailers and autos – struggle.

 

  By: GZ on Lunedì 17 Ottobre 2005 13:10

sì, penso che il senso sia le borse anglo-sassoni

ora tocca agli anglosassoni - gz  

  By: GZ on Lunedì 17 Ottobre 2005 01:05

Dal 1 gennaio ad oggi i rendimenti azionari sono stati : Mercati emergenti +20% Asia +11% Giappone +10% Europa +6.5% Gran Bretagna +3% USA -1% L'ultima volta che questo si è verificato è stato nel 1995 e come allora il mercato mostra oggi un enorme appettito per le obbligazioni di tutti i generi ed è freddo verso le azioni (salvo per gli emergenti ed asia). Questo è un segno che gli anglo-sassoni finora rimasti indietro si uniranno all'Asia secondo un noto indicatore di CSFB ---------------------------- da economist.com ------ ....An intriguing twist in Credit Suisse First Boston's much-followed risk-appetite indicator seems to confirm this view. Last week, it shot into the “euphoria” zone for several days, which would normally be a signal to sell equities. But for the first time in ten years, enthusiasm for developed countries' shares did not accompany the spike, points out Andrew Garthwaite, a global equity strategist. It is bonds that investors are crazy about, plus shares in Japan and some emerging markets. Continental and American equities leave them cold, and British ones even colder. The indicator last shot up without support from shares in 1995, the beginning of a memorably snorting bull market in equities. Without implying anything half so dramatic now, ^the moral would appear to be to buy shares, and buy—curiously—British....#http://economist.com/displaystory.cfm?story_id=5025915^

Ora tocca gli anglosassoni - gz  

  By: GZ on Lunedì 17 Ottobre 2005 01:03

 

  By: GZ on Lunedì 19 Settembre 2005 22:19

L'ho letto anche io qui sopra sul ^TimesOnline #http://www.timesonline.co.uk/article/0,,11069-1786949,00.html^ citando anche altri studi Per speculare devi fare degli errori e a differenza degli errori che uno commette in una pratica professionale che sono l'eccezione (altrimenti uno deve cambiare mestiere se li fa troppo spesso), qui in borsa sono inevitabili In pratica devi provarci una volta e magari perdi, una seconda volta e puoi perdere ancora, una terza e guadagni per le prime due volte e poi anche altro E questo anche dopo vent'anni che lo fai, non è che l'esperienza ti consente di evitare gli errori, arrivi a 70 come Warren Buffett e lo stesso perdi due miliardi di dollari comprando l'euro a 1.34 Ma te ne devi infischiare, insistere o passare a un altra speculazione come se niente fosse e questo dal primo giorno all'ultimo, devi solo fare i conti sull'insieme delle giocate ed essere insensibile a quelle che vanno male. A un certo punto devi "anestetizzare" l'ansia delle perdite che periodicamente capitano e evidentemente la gente che ha danni cerebrali che sopprimono le emozioni trovano più facile farlo

 

  By: Gilberto on Lunedì 19 Settembre 2005 21:10

E se fosse tutta questione di predisposizione mentale ?? ----------------------------------------- Lo psicopatico sa investire perché non ha paura di rischiare "Il ragionamento frena l'istinto e blocca le speculazioni" di ELENA DUSI ROMA - Se i mercati finanziari sono come le montagne russe, chi meglio di uno "psicopatico funzionale" può seguirne le evoluzioni? Una ricerca statunitense pubblicata sul Journal of Psychological Science ha trovato che gli individui "disturbati emotivamente" sono pronti a gettarsi in scommesse ad alto rischio. Quelle in grado di cambiare la vita una volta per tutte. I pazienti arruolati avevano particolari aree del cervello danneggiate, ma in loro gli psicologi hanno rilevato le caratteristiche giuste per indovinare un investimento finanziario. I ricercatori dell'università di Harvard hanno utilizzato la simulazione di un gioco finanziario. La loro fiducia non si è spinta fino ad affidare ai soggetti della loro sperimentazione denaro vero, da investire in una borsa vera. Ma i risultati sembrano lo stesso convincenti. I quindici pazienti intellettualmente compromessi, dopo un periodo di speculazioni virtuali, hanno stracciato per ammontare dei guadagni 41 individui perfettamente normali. Le onde dell'intuizione psicopatologica hanno prevalso sulle armi della razionalità. Il segreto dei "disturbati" si è rivelato la mancanza di paura. Il ragionamento frena infatti la capacità di rischiare. Gli individui sani anche di fronte al timore di una piccola perdita preferivano tirare i remi in barca, pur sapendo che il premio sarebbe stato cospicuo. Il fenomeno, sempre tra gli psicologi, è noto con il nome di "avversione miope al rischio", è tipico degli individui razionali e a lungo andare sembra comprometterne l'efficienza nel settore della finanza. "I migliori investitori di borsa - è la conclusione cui è giunto Antoine Bechara, neurologo dell'università dello Iowa - hanno probabilmente tratti tipici dello psicopatico funzionale". Questi tratti, suggerisce anche un volume patrocinato dal National Institute of Health americano dal titolo "The Psychopath", sarebbero diffusi all'interno delle nostre società molto più di quanto non si creda. Baba Shiv, coautore della ricerca e professore alla Stanford School of Business, rincara la dose: "Lo stesso tratto potrebbe essere comune anche a manager d'azienda e avvocati di vertice". Le emozioni, spiega la ricerca del Journal of Psychological Science, hanno la proprietà di accelerare il processo decisionale. Fu il famoso neurologo Antonio Damasio, origine portoghese ma una cattedra all'università dello Iowa, ad avanzare alcuni anni fa l'ipotesi che il circuito neurale incentrato sull'amigdala, oltre a presiedere la vita emotiva di un individuo, assume anche la funzione del direttore d'orchestra nel momento in cui occorre prendere una decisione. "Va dove ti porta il cuore" - sembrano suggerire i professori americani - è il segreto per ottenere il successo. Non come pensavamo nel campo dei sentimenti, bensì in quello finanziario.

Investire E' Facile - gz  

  By: GZ on Lunedì 19 Settembre 2005 13:20

A dimostrazione del fatto che se uno vuole può investire in borsa da solo usando internet con dei bei risultati, ci sono gli screening (gratis) che offre Reuters. Sono 16 selezioni di titoli quotati a New York che sorprendentemente ^hanno reso tutti da 2 a 10 volte più degli indici#http://www.investor.reuters.com/ScreenPerformance.aspx?target=%2fopinion%2ffind%2fwperf^. Ad esempio il migliore degli Screening è il "VALUE" Contrarian Opportunities +1300% e anche sotto questo c'è uno lo Screening SENTIMENT "Lesser-Known Stocks " +300% (le percentuali sono dal 2000, un periodi di cinque anni in cui molte borse sono appena in pari o in perdita) Sono screening che vanno da pochi titoli fino a 50 titoli e vengono ribilanciati ogni mese, tutto gratis e con criteri economici spiegati chiaramente

 

  By: marco on Martedì 07 Giugno 2005 14:57

la competizione non piace a nessuno in casa propria... Prendiamo per esempio le Obligations Assimilables du Trésor indexées ( OAT- ei) 25- 7- 2032 3,15%: erano il meglio per un risparmiatore in cerca di investimenti senza rischi a lungo termine, per esempio per integrare la propria pensione. Peccato che le banche opponessero un ostruzionismo sistematico a chi le chiedeva, vogliose di rifilargli solo i propri titoli di seconda e terza scelta. Dopo la quotazione gli è certo più difficile mettere i bastoni fra le ruote dei loro clienti. Peccato che ormai non siano più interessanti, perché da mesi esistono i Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati ( BTP- i) 2035 2,35% che rendono meglio. Così non hanno nulla più dei titoli italiani le altre tre emissioni francesi con la stessa indicizzazione e dicono poco le quattro legate ai prezzi d'Oltralpe. TASSI NEGATIVI. I titoli di Stato reali, cioè indicizzati ai prezzi di beni e servizi, offrono una soluzione a un'esigenza prima insoddisfatta. Si tratta infatti di investimenti sostanzialmente sicuri e alla portata di un comune risparm i at o re . Il rischio di fondo del reddito fisso non è infatti l'insolvenza: per evitarlo basta restare nell'ambito dei titoli pubblici di paesi affidabili. Il problema vero sono i rendimenti inferiori all'inflazione, ovvero i tassi reali negativi: in proposito si veda il grafico sui rendimenti reali dei Bot dal 1974 a oggi. Sono essi che scatenano la corsa ai cosiddetti beni rifugio: oro, argento e sciaguratamente anche diamanti. Ma per difendersi dall'inflazione sono di gran lunga preferibili toli quali i BTP- i o le OAT- ei. Peccato solo che, data la loro struttura complessa, occorrano competenze matematico- finanziarie per calcolarne il rendimento reale netto a scadenza. Comunque ai corsi attuali i titoli più brevi (BTP- i 2008) rendono uno 0,25% e i più lunghi ( BTP- i 2035) un 1,50% annuo, sempre al netto d'inflazione e imposte. Particolarmente interessante è poi la Grecia 25- 7- 2025 (codice GR0338001531) che però continua a essere tenuta fuori del listino ufficiale. RITORNO ALLA LIRA. Ma c'era soprattutto un altro titolo a indicizzazione reale che la Borsa Italiana faceva ( e farebbe) bene a quotare di corsa: sono le Infrastrutture ( ex- Anas) 2019 al 2,25% con codice IT0003621452. Benché reperibili qualsiasi giorno sull'euromercato, le banche si rifiutano regolarmente di procurarle a chi le richiede, accampando pretesti e inventando divieti inesistenti. Il vero motivo è che rappresenta una concorrenza spietata ai prodotti della casa, trattandosi dell'unico prestito con una garanzia da parte dello Stato legato all'inflazione interna. E sarebbero il meglio anche per chi pensa a un ritorno della lira. Sganciandosi la moneta italiana dall'euro, diventerebbe ancora maggiore il vantaggio di un titolo indicizzato ai prezzi italiani anziché a quelli di Eurolandia.

 

  By: marco on Martedì 07 Giugno 2005 14:57

la competizione non piace a nessuno in casa propria... Prendiamo per esempio le Obligations Assimilables du Trésor indexées ( OAT- ei) 25- 7- 2032 3,15%: erano il meglio per un risparmiatore in cerca di investimenti senza rischi a lungo termine, per esempio per integrare la propria pensione. Peccato che le banche opponessero un ostruzionismo sistematico a chi le chiedeva, vogliose di rifilargli solo i propri titoli di seconda e terza scelta. Dopo la quotazione gli è certo più difficile mettere i bastoni fra le ruote dei loro clienti. Peccato che ormai non siano più interessanti, perché da mesi esistono i Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati ( BTP- i) 2035 2,35% che rendono meglio. Così non hanno nulla più dei titoli italiani le altre tre emissioni francesi con la stessa indicizzazione e dicono poco le quattro legate ai prezzi d'Oltralpe. TASSI NEGATIVI. I titoli di Stato reali, cioè indicizzati ai prezzi di beni e servizi, offrono una soluzione a un'esigenza prima insoddisfatta. Si tratta infatti di investimenti sostanzialmente sicuri e alla portata di un comune risparm i at o re . Il rischio di fondo del reddito fisso non è infatti l'insolvenza: per evitarlo basta restare nell'ambito dei titoli pubblici di paesi affidabili. Il problema vero sono i rendimenti inferiori all'inflazione, ovvero i tassi reali negativi: in proposito si veda il grafico sui rendimenti reali dei Bot dal 1974 a oggi. Sono essi che scatenano la corsa ai cosiddetti beni rifugio: oro, argento e sciaguratamente anche diamanti. Ma per difendersi dall'inflazione sono di gran lunga preferibili toli quali i BTP- i o le OAT- ei. Peccato solo che, data la loro struttura complessa, occorrano competenze matematico- finanziarie per calcolarne il rendimento reale netto a scadenza. Comunque ai corsi attuali i titoli più brevi (BTP- i 2008) rendono uno 0,25% e i più lunghi ( BTP- i 2035) un 1,50% annuo, sempre al netto d'inflazione e imposte. Particolarmente interessante è poi la Grecia 25- 7- 2025 (codice GR0338001531) che però continua a essere tenuta fuori del listino ufficiale. RITORNO ALLA LIRA. Ma c'era soprattutto un altro titolo a indicizzazione reale che la Borsa Italiana faceva ( e farebbe) bene a quotare di corsa: sono le Infrastrutture ( ex- Anas) 2019 al 2,25% con codice IT0003621452. Benché reperibili qualsiasi giorno sull'euromercato, le banche si rifiutano regolarmente di procurarle a chi le richiede, accampando pretesti e inventando divieti inesistenti. Il vero motivo è che rappresenta una concorrenza spietata ai prodotti della casa, trattandosi dell'unico prestito con una garanzia da parte dello Stato legato all'inflazione interna. E sarebbero il meglio anche per chi pensa a un ritorno della lira. Sganciandosi la moneta italiana dall'euro, diventerebbe ancora maggiore il vantaggio di un titolo indicizzato ai prezzi italiani anziché a quelli di Eurolandia.

 

  By: Moderator on Martedì 07 Giugno 2005 13:51

Purtroppo forse è semplice ma forse non lo è (siamo in Italia). Dovrebbe essere segnalato come ETF non armonizzato e quindi pagare i redditi di capitale (Nav e dividendi) con aliquota progressiva irpef.Mentre il capital gain no, è 12,5%.(Tassazione USA :ritenuta secca del 15% sui dividendi, escludendo ogni tassazione del capital gain eventualmente realizzato per gli stranieri non residenti).Se in regime amministrato. Se fosse un etf. Ma non sono sicuro che un closed end fund sia sempre equiparato ad un etf ,perchè questi qua ti danno mille versioni in contraddizione uno con l'altro ;alla faccia della promessa semplificazione. Le banche(fineco imiweb) non capiscono neanche cosa gli chiedi Come scappatoia converrebbe sapere se e quando staccano il dividendo e uscire prima di rimanerne invischiati.Rimane il problema del Nav ,come segnalazione o meno al cliente e al fisco . Ci vorrebbe uno che lavora in quegli uffici.