Questa volta la storia è diversa - Eldorado
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By: Eldorado on Mercoledì 28 Dicembre 2005 14:33
OGGI PER LA PRIMA VOLTA DA 5 ANNI LA CURVA DEI TASSI IN USA E' DIVENTATA NEGATIVA !!!!
Per la borsa questo è storicamente il dato peggiore in assoluto.
La borsa fatta seguendo i fondamentali è un investimento e non un gioco d'azzardo, ma per il fatto che la borsa anticipa il ciclo economico, l'importanza che si deve dare ai dati fondamentali ha un criterio diverso da quello solito, dove alcuni indicatori possono sembrare più importanti per un'azienda privata e che invece non lo sono per una quotata.
Come insegnava il Keynes l'occupazione è il dato più importante, perché anche a buttar soldi per pagare chi scava fossi e poi li riempie, quello poi consuma e rende profittevoli le aziende, ma per la borsa l'occupazione è un dato poco rilevante in quanto le aziende che vengono da una crisi o rallentamento, prima fanno sgobbare i dipendenti in carico e solo successivamente assumono altri, quando ormai il ciclo economico è migliorato da molto tempo e la borsa è già salita da tempo; per la cronaca l'occupazione in USA ormai va benissimo e solo nell'ultimo anno sono stati creati circa 2 milioni di nuovi posti di lavoro, ma la borsa USA invece, che procede laterale da circa due anni, lo aveva già scontato nel 2003 seguendo solo i dati anticipatori del ciclo economico, anche se sono meno importanti di quello occupazionale ai fini economici e di tutti i dati anticipatori LA CURVA DEI TASSI è storicamente il più importante di tutti, in fatti nel 2003 prese a salire velocemente, per questo il fatto che oggi abbia invertito la curva, passando in negativo, è un fatto epocale da segnalare.
Nel 2000 è accaduto per l'ultima volta che la curva dei tassi andasse in negativo, segnalando con un anno di anticipo che una recessione era in arrivo e puntualmente a fine 2001 gli USA sono ufficialmente entrati in recessione e così è quasi sempre accaduto, facendo accreditare a questo indicatore il più alto valore anticipatore per l'andamento delle borse.
Questo indicatore è dato dal semplice raffronto tra il rendimento del titolo di stato USA decennale con quello biennale; il decennale deve sempre rendere più del biennale così da avere positiva la curva dei tassi, ad indicare che dovendo l'investitore attendere di più per la scadenza del decennale, ottiene un rendimento maggiore rispetto al biennale, ma quando il decennale aumenta il suo prezzo, facendo così calare il rendimento fino ad un tasso minore del biennale come è accaduto oggi, vuol dire che sempre più investitori lo stanno comprando per rifugiarsi nel reddito fisso credendo in un rallentamento dell'economia e quando il tasso decennale diventa inferiore al biennale, segnala addirittura una recessione, in quanto gli investitori non solo si stanno mettendo sul reddito fisso, ma preferiscono il decennale perchè ritengono che il rallentamento sia pesante e spinga la Banca Centrale ad abbassare i tassi e si sentono più sicuri sui tassi lunghi, che nelle recessioni hanno un rendimento più stabile rispetto ai titoli a breve termine, che sono direttamente influenzati dalle variazioni del tasso di sconto, che saranno calati per favorire la ripresa.
Quindi da oggi il mercato si attende ufficialmente una recessione, perchè il tasso lungo è addirittura inferiore a quello corto; già recentemente ad ogni aumento del tasso USA il tasso breve aumentava mentre quello lungo non lo faceva, anticipando un rallentamento economico, ma il fatto che oggi il confronto dei due tassi sia addirittura negativo, significa che un crollo del mercato è in arrivo e come sempre nella storia della borsa occorre uscire.
STAVOLTA PER MASSIMO PEPPE e alcuni grandissimi analisti con cui discuto la storia è diversa, quindi stampate questa pagina e conservatela, perchè prima vi ho descritto capillarmente il punto del ciclo economico in cui ci troviamo e cosa i libri e la storia ci dicono di fare in questo caso, ma da un'attenta analisi questa volta occorre stare investiti, perché addirittura mi aspetto un 2006 eccezionalmente positivo per la borsa USA, per i motivi che vado a descrivere:
Nel 2000 il ciclo economico era ai massimi, il PIL cresceva a circa il 4/5% l'anno, il tasso di sconto era al 6,5%, la borsa era sopravvalutata secondo la media storica come MAI ERA ACCADUTO in tutta la sua storia, cioè il rendimento medio delle azioni era la metà di quello dei titoli di stato e un investitore che comprava un azione per rientrare dell'investimento con gli utili necessitava di un numero di anni record per la storia della borsa e quindi appena la curva dei tassi andò in negativo era chiarissimo che anticipava una recessione, cioè era ancora più attendibile di altri casi in cui ha ugualmente anticipato il crollo delle azioni pur essendo queste meno sopravvalutate.
Stavolta abbiamo invece il record di sottovalutazione delle azioni riapetto alle obbligazioni di stato USA, cioè le azioni in media rendono il doppio dei titoli di stato e per rientrare dell'investimento in azioni con gli utili, occorre aspettare un tempo medio molto inferiore alla media storica e soprattutto di gran lunga inferiore al 2000, sebbene gli utili dello SeP500, cioè del maggior indice USA, siano superiori addirittura a quelli del 2000, l'indice è molto al di sotto, per non parlare dell'indice tecnologico, il NASDAQ, dai cui picchi massimi siamo lontani addirittura di oltre il 50%.
Quindi anche a calare il PIL nei primi mesi del prossimo anno, anche a pensare al peggior effetto possibile per la borsa non posso andar oltre una piccola presa di beneficio, coerente con il recente rialzo autunnale, cioè un piccolo calo che inducendo la FED a terminare i rialzi addirittura sia da volano per la borsa che per la valutazione eccezionalmente bassa può solo salire, in quanto la valutazione dei titoli rimane asolutamente lontanissima dalla media storica e questa inversione nella curva dei tassi può solo ritardare di qualche mese un altra grossa salita dei titoli azionari.
Prova di questa situazione è che tutti i titoli che solitamente vanno in controtendenza nelle recessioni e che nel 2000 presero a salire, oggi sono rimasti immobili e che pur calando, la borsa USA oggi ha registrato un modesto arretramento con pochi volumi.
Il motivo che attribuisco al recente calo è che i fondi beneficiano del credito d'imposta sulla base dell'anno solare e non nel momento in cui vendono come gli investitori individuali, quindi a fine anno devono liberarsi dei titoli in perdita per poterli subito dedurre fiscalmente a giugno 2006, poichè una vendita in perdita fatta dal primo gennaio sarebbe dedotta solo nel 2007.
Altro valida ragione è il parallelismo del ciclo attuale con quello creato con la riforma Reagan per far riprendere gli USA dalla crisi del 1974, a cui Bush ha copiato ogni sua politica economica e nel caso Reagan dopo l'iniziale ripresa e la pausa successiva, come accaduto recentemente, poi ci sono stati un paio di trimestri debolissimi col PIL positivo di pochissimo col terminare degli incentivi fiscali e il rialzo dei tassi e quindi la definitiva ripresa del ciclo con le sue gambe, e la stessa cosa è accaduto dopo la crisi del 1981 e dopo quella del 1991, che temporalmente appare speculare e precisa a quella del 2000 e dopo la fine del rialzo dei tassi a fine 1994, a partire dal 1995 dopo due trimestri con PIL debole, la borsa partì al rialzo fino al 2000.
Visto che la borsa anticipa e oggi vediamo problemi nonostante il recente PIL a +4,2%, vero anche che se i trimestri deboli sono solo due già tra qualche settimana la borsa dovrebbe partire per un rialzo definitivo pluriennale, anticipando il successivo riazlo del PIL, ma anche a voler aspettare sei mesi prima di farci vedere le sue potenzialità, quello che arriverà è un rialzo tremendo che porterà le quotazioni oltre le fantstiche vette del 2000, naturlamente nei prossimi anni.
Altro paragone storico immportante è quello col 1929, quando è accaduto il più pesante crollo che si conosca, paragonabile a quello del 2000, in cui dopo la ripresa degli utili azionari, che solitamente la borsa anticipa, occorsero quasi trenta mesi di lateralismo degli indici prima del rialzo definitivo che durò 40 anni, cioè prima del '29 la borsa si gonfiò anticipando gli utili della prima rivoluzione industriale e successivamente crollò perchè gli utili tardavano a realizzarsi, ma successivamente arrivò il decollo del sistema industruiale che portò la borsa dove nessuno se lo aspettava. Nel 2000 è successa la stessa cosa, si sono aticipati utili nel tecnologico che erano impossibili in pochi mesi, perchè in quegli anni solo 200 milioni di persone erano collegate ad internet, e le aziende che ci lavoravano come AMAZON, EBAY; ecc...erano tutte in perdita, mentre oggi che su internet hanno superato il miliardo di persone e AMAZON, EBAY; ecc... sono tutte in utile e tantissime altre aziende stanno trovando rapidamente nuovi business che vanno subito in utile perche CI SONO LE PERSONE COLEGATE che non c'erano nel 2000, la borsa è in ritardo con la valutazione dei SOLDI che materialmente le aziende stanno incamerando, perchè come nel '29, anche nel 2000, la paura è stata tanta, ma se nel '29 sono bastati quasi 30 mesi, e più precisamente 29 prima del rialzo, ora che siamo arrivati a 24-25 mesi di attesa siamo vicini, perchè la crisi del 2000 è durata tre anni contro i quattro di quella del '29, e con la borsa in ritardo a riconoscere gli utili, non c'è nulla da temere e il peggio che può accadere è solo un ulteriore ritardo, ma il rialzo arriverà forte, perchè oltre a scontare gli utili non considerati, ci sono da scontare quelli attesi come sempre aveva fatto la borsa negli ultimi oltre 100 anni, e come riprenderà a fare appena saremo arrivati alla fine di questo ciclo più lungo del solito, perchè più lunga del solito è stata la crisi del 2000, basti pensare che nell'ultimo mezzo secolo uma sola volta la borsa USA era calata per due anni di seguito,inizio anni '70, quindi ora che nel 2003 ne abbiamo avuti addirittura quasi tre, anche la pausa prima del rialzo è più lunga, ma il grosso è ormai alle spalle, quindi si rischia di più a star fuori che dentro, perchè comprare dopo un crollo come quello del 2000 in cui il Nasdaq era oltre 5000, ed oggi è ancora sotto i 2300, capita difficilmente una seconda volta nella vita, perchè nei grossi movimenti c'è il grosso guadagno, occorre solo trovarsi a bordo quando inizia, anche se occorre aspettare qualche mese in più, in quanto chi ha vissuto il '29 solo se centenario oggi ha una seconda possibilità.
E' appena uscita una notizia ANSA che riporta dati disastrosi per gli immobili nel 2003, perchè l'ISTAT dovendo fare un lavoro di "precisione" ha un certo ritardo poi nel comunicarli, se immaginiamo che la tendenza è proseguita anche nel 2004 e 2005, allora potremmo essere davanti ad una crisi immobiliare spaventosa. Storicamente gli immobili si sono rivalutati del 5/6 % all'anno e le borse del 15-20% all'anno, invece col crollo dei mercati azionari dal 2000 al 2003 il denaro è confluito negli immobili senza che ci fosse stata una reale esigenza abitativa visto il decremento della popolazione, facendo addirittura raddoppiare i prezzi e portandoci ad oggi alla situazione descritta nei dati ISTAT, che fanno presagire un ritorno alla normalità, con gli immobili che dovranno restituire alle borse il denaro assorbito, anche in considerazione che oggi la media degli utili del maggior indice americano SeP è maggiore che nel 2000, mentre le quotazioni sono ancora al di sotto, quindi nei prossimi anni assisteremo al ritorno dell'azionario e alla crisi dell'immobiliare,
Saluti, ELDORADO
CASA: ISTAT, 2003 DI STASI PER ACQUISTI, CROLLO UFFICI
28 Dicembre 2005 11:00 ROMA (ANSA)
(ANSA) - ROMA, 28 dic - Sboom delle compravendite immobiliari, nel 2003: dopo il picco dell'anno precedente (+15,7%), "legato probabilmente alla legge sul rientro dei capitali all'estero", scrive l'Istat, gli acquisti e le vendite di case e uffici sono calati due anni fa dell'1,7%. "Nel 2003 - si legge in un comunicato Istat diffuso oggi - si è registrato un lievissimo aumento per le unità ad uso abitazione (+0,4%) e uno più consistente per le multiproprietà (+20,6%), ma tutte le altre tipologie hanno subito una diminuzione: dal -42,7% degli immobili ad uso ufficio, al -19,25 di quelle ad uso artigianale, commerciale e industriale, al -11,7% dei fabbricati rurali al -9,3% delle unità ad uso speciale". Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, nel 2003 le compravendite sono aumentate nel Mezzogiorno (+1,1%) ma sono diminuite nel Nord (-2,1%) e nel Centro (-3,9%).(ANSA).