E dopo dove emigreremo tutti ? - Moderatore
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By: Moderatore on Giovedì 11 Giugno 2015 19:19
Anche il leader del maggiore partito di opposizione partecipa alla farsa per cui esisterebbe un diritto degli africani maltrattati nei loro paesi ad essere accolti in Europa:
#i# ^".... La valutazione se un immigrato ha diritto allo status di rifugiato va fatta nei punti di partenza in Africa con strutture e uffici consolari. A chi ottiene lo status di rifugiato deve essere concesso di scegliere il Paese di destinazione in ambito UE..."#http://www.beppegrillo.it/2015/06/immigrati_italia_no_grazie.html^#/i#.
Vediamo di ragionare. Se installi in tutta l'Africa uffici che esaminano i candidati si presentano a milioni e in base al criterio delle guerre, persecuzioni, stupri o discriminazioni subite ci sono 20 milioni di africani su 800 (diciamo il 2% ?) che otterrebbero più o meno "legittimamente" lo status legale di rifugiati. In Somalia ed Eritrea ad esempio, in base al criterio delle sofferenze patite mezza popolazione avrebbe "diritto allo status di rifugiato" in Europa e solo in questi due paesi abitano in 30 milioni
Avendoli esaminati ed accettati "in loco" cioè in Somalia, Zimbabwe, Gabon, Ciad o Congo negli "uffici consolari" italiani o UE sparsi in tutta l'Africa come propone Grillo dovresti anche ovviamente organizzare come UE il loro trasporto aereo da tutta l'Africa!. Immagina la corsa che si scatenerebbe in tutto il continente una volta che gli uffici della UE in loco esaminassero i candidati a venire in Europa...
#i# E le sofferenze di questa gente, non ci pensi, non senti il papa e il vescovo ?#/i#
Ci sono stati dei periodi della storia europea in cui, in base al criterio delle sofferenze, dei torti e delle persecuzioni, metà delle nostre popolazioni avrebbero avuto il "diritto" di emigrare in massa altrove: in Russia in base al criterio delle sofferenze patite avrebbero dovuto poter emigrare quasi tutti praticamente durante tutto il corso della sua storia. Durante la guerra dei Trenta anni in Germania fu sterminato un terzo della popolazione per cui i tedeschi di allora avrebbero avuto tutti diritto a emigrare in Francia ? Ogni volta che c'è una guerra civile, una guerra, un regime feroce su un pianeta di sette miliardi di persone ora le popolazioni coinvolte acquisiscono il diritto di emigrare ? E perchè solo qui in Europa e non a Singapore, Dubai, Israele, Korea, Giappone, Malesia, Cina...) ?
Passiamo ora al tema vero, la distruzione dell'Italia "in progress" sotto i nostri occhi, mentre siamo distratti da stupidaggini come il default o l'Euro. Prova invece ad alzare un attimo lo sguardo al futuro dell'Italia che non è difficile vederlo ora.
#F_START# size=4 color=black face=Helvetica #F_MID# Una volta che cento milioni di africani siano in Europa (anche tramite la crescita demografica di quelli che già ci vivono) questa comincerà ad assomiglierà ai loro paesi di origine e fra un paio di generazioni vorremo tutti trovare qualche angolo dell'Africa poco abitato in cui emigrare. #F_END#
Non ce ne sono però più, nel 1600 il Sudafrica attuale era quasi disabitato, specialmente la costa era vuota e famiglie di contadini olandesi vi si stabilirono come coloni, quelli che a forza di abitare in Africa da tre secoli chiamano se stessi "afrikaaners". Successivamente milioni di africani vi sono emigrati e oggi comandano giustamente loro per cui gli "afrikaaners" cercano di andarsene dal Sudafrica, ma nessun paese occidentale li accetta (stanno provando ad essere considerati come rifugiati soggetti a discriminazione e persecuzione date che migliaia di loro sono finite massacrati nelle loro fattorie, ma essendo lontani e non salendo sui barconi non riescono ad andare da nessuna parte)
(Se per caso poi gli europei in futuro una volta che l'Europa sarà sommersa intorno al 2070 dovessero comunque trovare un altra area in cui ricominciare da capo gli africani e altre popolazioni li vorrebbero seguire...). Nell'Africa "subsahariana" ci sono 800 milioni di persone e se per meritare la patente di profugo devi abitare in un posto disastrato, immerso nella miseria e dove si rischiano abusi crudeli la maggioranza avrebbe diritto di spostarsi qui.
Non esiste il minimo dubbio che nel giro di due generazioni la spinta demografica (arriveranno a tre miliardi mentre gli europei si ridurranno a meno di 600 milioni) li spingerà naturalmente ad occupare l'Europa (se non glielo impedisci). I tuoi nipoti abiteranno di fatto in Africa. L'unica "valutazione" da fare è quella di come fermarli immediatamente, senza eccezioni e ad ogni costo.
#ALLEGATO_1#
#b# Da quasi tutto il mondo le popolazioni vogliono emigrare dove ci sono degli europei che fanno funzionare le cose, non importa il clima, non importa che ci sia un freddo polare come in Canada, siano afose la Spagna o sovrappopolate come l'Olanda, basta che ci siano degli europei#/b# . Una volta però che un area venga sommersa da altre popolazioni (vedi Detroit, New Orleans, Baltimora, il South Side di Chicago, Brooklyn e tante vaste aree urbane dell'America, la ex-Rhodesia, il Sudafrica..) inizia una nuova migrazione verso un altra area in cui gli europei siano in maggioranza e facciano funzionare le cose. Il problema è che gli europei oggi sono solo l'8% della popolazione mondiale ora e hanno sempre meno spazio a disposizione, anche in Svezia ci sono città come Malmoe dove stanno per diventare una minoranza e a Londra sono già in minoranza...
#i# Ok, ok...ma non senti il dovere morale o cristiano di fare qualcosa per questi milioni di disgraziati sui barconi ? #/i#
Se lo sentissi mi unirei ai missionari e alle varie organizzazioni internazionali in Africa come ha fatto la signora Morena che era qui oggi da me e mi raccontava che è stata per quattro interi anni in Zambia come volontaria non pagata, come Rossi il falegname che veniva qualche anno fa è andato per diverse estate coi comboniani non ricordo dove a lavorare gratis per insegnare l'agricoltura e altro. Come mia cugina Antonella che è stata per mesi in giro a visitare nel centro-africa la sua amica Paolotta che lavorava come infermiera e il nostro comune amico Giovanni M. che poi ha continuato fino a diventare un funzionario ONU in Etiopia (abitava con me a Roma quando non era in missione). L'altra mia cugina Bianca è stata per diversi anni in Africa, non ricordo se alcuni mesi l'anno o tutto l'anno a fare l'ostetrica. Biagio Bossone con cui abbiamo scritto questo libro assieme a Cattaneo e poi tutti questi articoli attualmente è ad Addis Abeba con il FMI in un programma di aiuto tecnico. E questi sono solo i miei parenti e conoscenti, se ci penso poi me ne vengono in mente altri.
I personaggi della chiesa e della sinistra PD, SEL, Repubblica, Il Fatto ecc... che predicano di accogliere centinaia di migliaia di africani #b# NON SENTONO INVECE ALCUN BISOGNO DI ANDARE IN AFRICA come i miei parenti e conoscenti#/b# e non in un villaggio turistico a Malindi. Se ci sono andati a lavorare questi che conosco perchè non ci vanno Gad Lerner, Landini, Veltroni la Boldrini o Floris ?
Ci sono tanti programmi di aiuto e tanti che vanno a prestare la loro opera in Africa tra gli europei (Non ci sono invece arabi e asiatici, anche di paesi ricchi, che prestino la loro opera per aiutare popolazioni africane, non incontri mai giapponesi, arabi, indiani, israeliani, cinesi che lavorino gratis con gli africani e sarebbe interessante chiedersi come mai). Se parliamo invece come collettività non abbiamo alcun dovere morale di permettere che intere popolazioni di africani si stabiliscano in Europa, al contrario abbiamo il dovere civico di impedirlo se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro
#b# Il primo dovere di qualunque specie o popolazione vivente è quello alla vita e alla riproduzione e se non ti preoccupi tu dei tuoi figli e discendenti non puoi aspettarti che siano degli estranei a farlo. Se dai la precedenza ai figli di altri, estranei e lontani da te in ogni senso, geografico, culturale, biologico, vai contro l'imperativo alla base della vita stessa.#/b#
L'Italia come entità geografica e naturale è più povera del Congo, Nigeria, Zambia, Uganda o Senegal per cui evidentemente è stato il lavoro di decine e decine di generazioni di italiani a vario titolo che l'ha resa un paese oggi appetibile. Quale sia il motivo preciso per cui la maggioranza delle opere d'arte del pianeta sia state prodotte da italiani ad esempio non lo so e nessuno lo sa veramente, ma perchè fare scomparire questo popolo che negli ultimi tre millenni si è distinto come quasi nessun altro ?
Se invece per qualche motivo secoli fa l'Italia fosse stata occupata da arabi o africani non è forse logico pensare che oggi assomiglierebbe all'Egitto, al Senegal o all'Etiopia ? Non sono state la pianura padana o la costa amalfitana che hanno creato le civiltà che sono sorte dalle nostre parti, ma le popolazioni che le abitavano. Come questo succeda nei secoli è difficile da spiegare, ma quello che conta è che è stato così, che è una realtà. Dato allora che occupiamo solo circa l'1% della superficie terrestre è proprio necessario che milioni di africani (cinesi, indiani, arabi...) vengano tutti qui ? Spiace molto formulare questo pensiero, ma se in praticamente tutti i paesi africani c'è violenza, miseria, degrado, crudeltà e abusi non è logico pensare che una volta che le loro popolazioni si muovano in Italia riprodurranno pian piano situazioni simili a quelle dei loro paesi di origine ?
Se ora l'Italia viene gradualmente occupata da milioni di persone che sono, senza quasi eccezioni, incapaci di far funzionare le loro società in paesi dotati di tante risorse naturali non è logico pensare che ridurranno piano piano l'Italia ad immagine e somiglianza dei loro paesi ?
E dopo dove emigreremo ?
A Singapore che ti respingono a frustate ? in Australia che i "migranti" ora si sono messi a confinarli tutti in qualche isola del pacifico ? in Cina che sono già fitti e probabilmente ti sparano ? in USA ci sarebbe spazio e sono permissivi, ma sai cosa succede, ci sono centinaia di migliaia di africani dei caraibi, di messicani, ecuadoregni, guatemaltechi e altri sudamericani nonchè di cinesi e indiani che stanno entrando ogni anno negli USA, per cui devi metterti in fila e quelli di Haiti o del Messico sono avvantaggiati nel passare la frontiera...
Dopo dove emigreremo allora tutti ? (o più esattamente i nostri nipoti)
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Corriere della Sera, 11 giugno
^"Milano, la stazione sembra un campo profughi: notti sui cartoni e casi
di malaria"#http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_11/notti-cartoni-casi-malaria-centrale-come-campo-profughi-5c9f98a8-1003-11e5-9af2-c0e873d99e21.shtml?refresh_ce-cp^
L’ultimo angolo trasformato in dormitorio è una «gabbia». Una grata davanti, una dietro, a chiudere uno spazio tra le colonne di quella che ancora si chiama Galleria delle Carrozze: l’ingresso alla stazione Centrale a Milano. Restano una mutanda da uomo rossa infilata tra le «sbarre», una traccia di cartoni a terra, una lattina di coca-cola, una chiazza di liquido indefinibile, un sacchetto annodato di plastica azzurra, pieno.
«Ne ho contati 88 che dormivano qui fuori - racconta Giorgio Ciconali -, poi la polizia è passata a svegliarli. In 126 erano stesi nel mezzanino», che già da giorni era stipato di uomini soprattutto, ma anche donne, e persino bambini. «Altri ancora vagolavano tra l’atrio e il primo piano». Erano le otto del mattino, la stazione cominciava ad affollarsi di pendolari, il direttore del Servizio igiene della Asl, Ciconali, era venuto a fare un sopralluogo. Per trovare conferma a quello che aveva già intuito: son troppi, denutriti, stanchi e a volte anche malati. Hanno bisogno di cura.
«Situazione insostenibile»
«Che fame!», esclama una volontaria, distribuendo biscotti. Due bimbette li masticano mogie, in mezzo a tante giovani donne e altrettanti ragazzi. Un gruppetto di adolescenti alle tre del pomeriggio tenta ancora di dormire sulle panchine, in un via vai di operatori sociali, agenti della polfer, fotografi, passeggeri comuni, che sbucano dalle scale mobili coi trolley sul piano ammezzato, guardandosi attorno stupiti. Da un lato e dall’altro, vagamente separata dalle transenne, c’è una folla di siriani, qualche famiglia di recente fuggita da Homs, ma soprattutto di eritrei, la grande maggioranza, che s’arrangiano tra la Centrale e Porta Venezia, in attesa di ripartire. Su una parete qualcuno ha appeso l’immagine di una madonna ortodossa.
Ferrovie e Grandi stazioni ormai non nascondono il disagio e fanno sapere di aver proposto soluzioni, di avere dei «tavoli» aperti con il Comune e la prefettura. L’assessore regionale alla Sanità, Mario Mantovani, vice del governatore Roberto Maroni che ha minacciato di «tagliare i fondi» ai Comuni che accolgono profughi, arriva in stazione nel pomeriggio con tutt’altro tono annunciando, «da subito, un presidio sanitario permanente», che finora mancava: «Siamo in una situazione che non riusciamo più né a controllare né a sostenere». Il caldo, il sovraffollamento, le condizioni precarie, si scopre che dal primo giugno si sono contati 108 casi di scabbia. «Stamattina abbiamo riscontrato anche casi di malaria», continua Mantovani. E quello che non dice è che si è avuto il timore che fosse ebola.
Il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, che si è accollato l’ingrato compito di gestire questi spazi, racconta che l’altra notte, all’una, un ragazzo ha avuto una crisi epilettica; la notte prima ancora è stata una bambina ad aver avuto bisogno dell’ambulanza. Nei suoi calcoli il numero dei migranti che hanno dormito qui, tra martedì e ieri, è addirittura 350. Una cifra enorme, da campo profughi, non da stazione ferroviaria.In due giorni 350 tra eritrei e siriani. «Sono denutriti, hanno bisogno di cure»
di Alessandra Coppola
L’ultimo angolo trasformato in dormitorio è una «gabbia». Una grata davanti, una dietro, a chiudere uno spazio tra le colonne di quella che ancora si chiama Galleria delle Carrozze: l’ingresso alla stazione Centrale a Milano. Restano una mutanda da uomo rossa infilata tra le «sbarre», una traccia di cartoni a terra, una lattina di coca-cola, una chiazza di liquido indefinibile, un sacchetto annodato di plastica azzurra, pieno.
«Ne ho contati 88 che dormivano qui fuori - racconta Giorgio Ciconali -, poi la polizia è passata a svegliarli. In 126 erano stesi nel mezzanino», che già da giorni era stipato di uomini soprattutto, ma anche donne, e persino bambini. «Altri ancora vagolavano tra l’atrio e il primo piano». Erano le otto del mattino, la stazione cominciava ad affollarsi di pendolari, il direttore del Servizio igiene della Asl, Ciconali, era venuto a fare un sopralluogo. Per trovare conferma a quello che aveva già intuito: son troppi, denutriti, stanchi e a volte anche malati. Hanno bisogno di cura.
«Situazione insostenibile»
«Che fame!», esclama una volontaria, distribuendo biscotti. Due bimbette li masticano mogie, in mezzo a tante giovani donne e altrettanti ragazzi. Un gruppetto di adolescenti alle tre del pomeriggio tenta ancora di dormire sulle panchine, in un via vai di operatori sociali, agenti della polfer, fotografi, passeggeri comuni, che sbucano dalle scale mobili coi trolley sul piano ammezzato, guardandosi attorno stupiti. Da un lato e dall’altro, vagamente separata dalle transenne, c’è una folla di siriani, qualche famiglia di recente fuggita da Homs, ma soprattutto di eritrei, la grande maggioranza, che s’arrangiano tra la Centrale e Porta Venezia, in attesa di ripartire. Su una parete qualcuno ha appeso l’immagine di una madonna ortodossa.
Ferrovie e Grandi stazioni ormai non nascondono il disagio e fanno sapere di aver proposto soluzioni, di avere dei «tavoli» aperti con il Comune e la prefettura. L’assessore regionale alla Sanità, Mario Mantovani, vice del governatore Roberto Maroni che ha minacciato di «tagliare i fondi» ai Comuni che accolgono profughi, arriva in stazione nel pomeriggio con tutt’altro tono annunciando, «da subito, un presidio sanitario permanente», che finora mancava: «Siamo in una situazione che non riusciamo più né a controllare né a sostenere». Il caldo, il sovraffollamento, le condizioni precarie, si scopre che dal primo giugno si sono contati 108 casi di scabbia. «Stamattina abbiamo riscontrato anche casi di malaria», continua Mantovani. E quello che non dice è che si è avuto il timore che fosse ebola.
Il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, che si è accollato l’ingrato compito di gestire questi spazi, racconta che l’altra notte, all’una, un ragazzo ha avuto una crisi epilettica; la notte prima ancora è stata una bambina ad aver avuto bisogno dell’ambulanza. Nei suoi calcoli il numero dei migranti che hanno dormito qui, tra martedì e ieri, è addirittura 350. Una cifra enorme, da campo profughi, non da stazione ferroviaria.
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foto alla Statione Termini di questa settimana