UKRAINA e SANZIONI

 

  By: Bullfin on Venerdì 01 Aprile 2016 00:00

Beh nemmeno l'austerity è un farmaco toccasana...e oggi abbiamo (GZ) anche dimostrato che non centra nulla con la crescita di certi paesi......e chi dice diversamente o è un disonesto intellettuale o è un somaro.

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: antitrader on Giovedì 31 Marzo 2016 23:24

Bull, avevi il 23% contro l'8 dei tedeschi. Sai cosa puo' succedere quando l'inflazione resta a lungo sopra il 20%? Succede che la moneta (da voi tanto amata) manco ce l'hai piu' (altro che stampare), cominciano a circolare i dollari (con sommo piacere dei napoletani), proprio come la Grande (e sovrana) Unione Sovietica. Rcordati sempre che i soldi son dei pezzi di carta e, dargli un valore, non e' proprio cosa automatica.

 

  By: Bullfin on Giovedì 31 Marzo 2016 23:05

crudo oil.... Appunto se puo' fare deficit perchè ha debito sotto il 100% (ottima osservazione) vuol dire che tanto l'austerity non ci azzecca... Come vedete l'inflazione si impenna all'impennarsi dell'olio... Poi sicuramente impatta la scala mobile, mercati oligopolistici, etc... (e con questo grafico ho dimostrato quanto capo tribu' dei somari sei tu! (e fa pure rima..)...

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  By: antitrader on Giovedì 31 Marzo 2016 22:59

Ma cosa mingh... ne volete sapere degli anni 70/80 voi due qui sotto: Uno non era manco nato e l'altro giocava all'oratorio. Le vostre buone letture ve le potete anche infilare su per il c.... se vi dovete confrontare con chi le cose LE SA senza intermediazione alcuna. Per quanti libri possiate leggere ne posso trovare 10 volte tanto che dicono l'esatto contrario, ergo, state solo perdendo tempo (provate ad usare la zucca piuttosto). La Spagna puo' fare deficit perche' ha un debito ancora sotto il 100%, e anche la Francia ha pututo sforaRE (seppure in misura minore) per il debito ancora relativamente basso. Voi i debiti li avete GIA' FATTI IN PASSATO (i mariuoli) e adesso e' il tempo di PAGARLI, NON DI FARNE ALTRI (mettetevelo bene nella zucca vuota). La Russia (e Putin che vi piace tanto) quando son crollati i prezzi del petrolio si e' fatta la sua brava recessione, non si messo a stampre RUBLI SOVRANI pur avendo un debito inesistente (sotto il 10%). InfIne vi metto le righe colorate che vi fanno capire in estrema sintesi quanto siete SOMARI.

 

  By: Bullfin on Giovedì 31 Marzo 2016 22:09

E' abbastanza pernicioso fare l'affermazione....ah ma in Usa il divorzio c'era gia' dal 1953. Considerare il divorzio uguale in Usa, come in Svizzera, come in Giappone come in Germania è da imperatori dei somari.... E' ovvio che un divorzio dove hai il debito pubblico a 50% sul Pil ha effetti diversi di uno che ne ha il 260%, come è diverso con una nazione che ha inflazione al 5% e l'altra al 10%. Ora prevengo gli somari veliardi che pullulano in questo forum nel dire che l'inflazione era stata generata dal divorzio. Infatti a) devono dimostrarmelo b) Una cosa è certa. Prendete un grafico dell'oil anni settanta e soprapponetelo al grafico dell'inflazione italiana...vedrete una correlazione tendente a 1. Quindi affermare....ah ma gli Usa hanno divorziato nel 1951 è un discorso che accetterei da un sempliciotto...non dal numero 3 di DB (che abbiamo l'onore di ospitare)... Una buona serata anche al numero 3....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: Bullfin on Giovedì 31 Marzo 2016 21:52

Visto che qualche somaro cialtrone qualche giorno fa diceva che l'austerity fa bene e ne è l'esempio la Spagna diciamo cosa ci sta sotto questo boom spagnolo......

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  By: MR on Giovedì 31 Marzo 2016 21:16

#i#Mr, non ho problemi ad accettare che nel 1981 si prese una decisione sbagliata. Nella storia economica non è facile stabilire quale fattore abbia pesato di più, uno di essi può benissimo essere stato questo. Ma perchè per 30 anni nessuno ne ha parlato, salvo poi essere sollevata la questione negli ultimi 3-4 anni? possibile che di una questione che sembra aver avuto tante e tali conseguenze, non si fosse accorto nessuno?#/i# Veramente tanto Federico Caffè quanto Augusto Graziani scrissero per tempo di questa cosa, ma non furono particolarmente cagati. Il motivo secondo me è abbastanza semplice: la scelta non fu un errore (esattamente come l'Euro non è un errore ma un deliberato strumento di politica economica). Il Divorzio serviva per far alzare i tassi d'interesse alle stelle, cosa assolutamente necessaria per mantenere in piedi lo SME. Lo stesso Caffè aveva capito quale era il giochetto e tentò di spiegarlo prima di "sparire" misteriosamente. Il problema è sempre quello dell'origine, e cioè si tenta di mascherare la politica economica (che è quella roba che inevitabilmente arricchisce qualcuno, impoverisce qualcun altro ed è neutrale per altri ancora) con il moralismo. Anche all'epoca si diceva (come continua a dire il cassiere di Poggibonsi Hobi) che il "mercato" avrebbe disciplinato la politica, non potendo più il Governo imporre la repressione finanziaria attraverso la BdI. A me sembra che non sia andata esattamente così, anzi. Mi pare che questa classe politica sia persino peggiore di quella democristiana e socialista dell'epoca.

 

  By: DRAGUTIN on Giovedì 31 Marzo 2016 19:22

Fa schifo questo mercato, non si puo' tentare niente Bisogna solo aspettare

 

  By: hobi50 on Giovedì 31 Marzo 2016 18:03

Gianlini hai notato che nell'articolo (bellissimo ) di Andreatta da te postato c'è il dato che io cercavo sulle politiche delle Banche Centrali nei confronti del debito pubblico del loro paese ? Negli Usa il divorzio Fed - Tesoro è avvenuto nel 1951 !!! Hobi

 

  By: gianlini on Giovedì 31 Marzo 2016 17:31

Anti, intendevo dire che non ne facevo una questione di principio.

 

  By: hobi50 on Giovedì 31 Marzo 2016 17:26

Gianlini il mio intento era molto limitato. Rimarcavo solo che abbiamo costruito il nostro debito nelle stesse condizioni degli altri stati ( tutti senza aiutini dalle rispettive banche centrali che hanno cambiato politica solo a partire dal 2009 ). Aggiungo un altro concetto che evidentemente è sfuggito a quelli un po somari. Tantissimi anni di avanzi primari significano solo che i sacrifici servono poco quandoil debito raggiunge certe soglie ,le ruberie non si arrestano ed il sistema paese è una zavorra per lo sviluppo. Quindi solo colpa nostra : il debito l'abbiamo fatto noi ,le ruberie pure ed il sistema paese non funziona sempre per colpa nostra e non causa la sig.ra Merkel. Hobi

 

  By: antitrader on Giovedì 31 Marzo 2016 17:01

"non ho problemi ad accettare che nel 1981 si prese una decisione sbagliata. " Gian, ma quale decisione sbagliata? Quella decisione fu presa, molto a malincuore, dai politici (ai tempi la finanza era ben poca cosa) i quali si resero conto che forse era meglio mettere il borsellino in mani meno bucate delle loro visto i disastri che avevano combinato. inflazione sopra il 20% col panettiere e il fruttarolo che aggiornavano i listini del 3% ogni mese e la disoccupazione che era maggiore di adesso solo che faceva meno notizia in quanto in un'economia arretrata ci sono piu' occasioni di arrangiarsi. Le capre indottrinate da B&B&S ti raccontano che l'inflazione era un fenomeno mondiale dovuto al petrolio, certo che era dovuto anche al petrolio ma da noi era il doppio sulla scia di babypensioni, sussidi a pioggia (a scopo elettorale) ai braccianti democristiani molti dei quali non avevano mai passato una sola giornata in campagna ma figuravano come lavoratori del cugino coltivatore, programmi di "aggiornamento" professionale gestiti dai sindacati che sperperavano montagne di soldi e servivono solo a far lavore gli istruttori i quali, loro stessi, non avevano mai lavorato e quindi non avevano alcunche' da insegnare. Infine una provocazione (per le capre): proprio nel 1981 parti' un potente boom economico. Sara' stato merito del divorzio? Ah, saperlo!

 

  By: DRAGUTIN on Giovedì 31 Marzo 2016 16:51

I bancari stanno reagendo, c'e' meno pressione sui book, del resto c'e un ipervenduto notevole, un rimbalzo ci sta tutto Certo che se uno ci pensa, hanno avuto tutto il tempo per venderle a 4 euro e dopo dieci giorni le vendono a 3,1...vai a capire

 

  By: gianlini on Giovedì 31 Marzo 2016 16:43

Nino Andreatta In questo testo, pubblicato il 26 luglio 1991dal Sole-24 Ore, Beniamino Andreatta analizzava, a distanza di dieci anni, la storica "separazione dei beni" tra Banca d'Italia e ministero del Tesoro avvenuta nel luglio del 1981. Nel finale dell'articolo, Andreatta rievocava anche la vicenda delle "comari", lo scontro con il ministro delle Finanze socialista Rino Formica che nel 1982 portò alla crisi del Governo Spadolini. Con l' asta dei BoT del luglio 1981 iniziava, dieci anni fa, un nuovo regime di politica monetaria. Si inaugurava, infatti, il cosidetto "divorzio" fra Tesoro e Banca d' Italia: una "separazione dei beni" che esimeva la seconda dal garantire in asta il collocamento integrale dei titoli offerti dal primo. Oggi la "separatezza" fra i poteri esecutivo, legislativo e monetario e' chiamata a test ancora piu' impegnativi, con gli impegni prossimi venturi in tema di unione monetaria e di vincoli al finanziamento e alla misura stessa del deficit di bilancio. Il Sole-24 Ore ha voluto ricordare, con gli scritti dei protagonisti e dei testimoni privilegiati del "divorzio" del 1981, uno spartiacque della politica economica degli anni 80. Con l' augurio che questo decennio veda ulteriori progressi nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilita'. Ero al ministero del Tesoro da poco piu' di tre mesi, di cui due quasi integralmente occupati a rimettere in movimento il meccanismo delle nomine bancarie -nomine da ministro della Repubblica, senza condiscendenze alle pressioni dei partiti della maggioranza - quando dovetti valutare, con senso di urgenza, che la crisi del secondo shock petrolifero imponeva di essere affrontata con decisioni politiche mai tentate prima di allora. La propensione al risparmio finanziario degli italiani si stava proprio in quei mesi abbassando paurosamente e il valore dei cespiti reali - case e azioni- aumentava a un tasso del cento per cento all' anno. La soluzione classica sarebbe stata quella di una stretta del credito, accompagnata da una stretta fiscale, che, come nel 1975, avesse creato una recessione con una caduta di alcuni punti del prodotto interno lordo; ma l' esperienza stessa degli anni 70 indicava due ordini di difficolta' : a) la Banca d' Italia aveva perduto il controllo dell' offerta di moneta, fino a quando essa non fosse stata liberata dall' obbligo di garantire il finanziamento del Tesoro; b) il demenziale rafforzamento della scala mobile, prodotto dell' accordo tra Confindustria e sindacati confederali proprio nei primi mesi del 1975, aveva talmente irrigidito la struttura dei prezzi, che, in presenza di un raddoppio del prezzo dell' energia, anche una forte stretta da sola era impotente a impedire che un nuovo equilibrio potesse essere raggiunto senza un' inflazione tale da riallineare prezzi e salari ai costi dell' energia. L' imperativo era di cambiare il regime della politica economica e lo dovevo fare in una compagine ministeriale in cui non avevo alleati, ma colleghi ossessionati dall' ideologia della crescita a ogni costo, sostenuta da bassi tassi di interesse reali e da un cambio debole. La nostra stessa presenza nello Sme era allora messa in pericolo (c'è da ricordare che il partito socialista si era astenuto quando il Parlamento voto' nel 1978 sull' adesione all' accordo di cambio e che i ministri socialisti avevano di fatto un potere di veto sulla politica economica). I miei consulenti legali mi diedero un parere favorevole sulla mia esclusiva competenza, come ministro del Tesoro, di ridefinire i termini delle disposizioni date alla Banca d' Italia circa le modalita' dei suoi interventi sul mercato e il 12 febbraio 1981 scrissi la lettera che avrebbe portato nel luglio dello stesso anno al "divorzio". Il termine intendeva sottolineare una discontinuita' , un mutamento appunto di regime della politica economica; un' analoga operazione che negli Stati Uniti pose termine nel 1951 alla politica di denaro facile, che aveva permesso il finanziamento della Seconda guerra mondiale, veniva ricordata come l' agreement tra Tesoro e Fed. Nei limiti stretti delle mie competenze era invece mia intenzione sottolineare la novita' , la rottura con il passato, quando poteva apparire "sedizioso" un comportamento della Banca che rifiutasse il finanziamento del fabbisogno pubblico per non creare base monetaria in eccesso. Il divorzio non ebbe allora il consenso politico, ne' lo avrebbe avuto negli anni seguenti; nato come "congiura aperta" tra il ministro e il governatore divenne, prima che la coalizione degli interessi contrari potesse organizzarsi, un fatto della vita che sarebbe stato troppo costoso - soprattutto sul mercato dei cambi - abolire per ritornare alle piu' confortevoli abitudini del passato. Per rafforzare l' autonomia della Banca d' Italia altre due questioni venivano affrontate in quella lettera: 1) costituzione di un consorzio di collocamento tra banche commerciali, nelle mie intenzioni destinato soprattutto per il debito pubblico a piu' lunga scadenza; 2) una nuova regolamentazione dello scoperto del conto corrente di Tesoreria. I tempi non erano maturi per affrontare questi aspetti e la Banca d' Italia preferi' procedere solo sul nuovo regolamento della sua presenza nelle aste. Facendo queste proposte era mia intenzione drammatizzare la separazione tra Banca e Tesoro per operare una disinflazione meno cruenta in termini di perdita di occupazione e di produzione, sostenuta dalla maggiore credibilita' dell' istituto di emissione una volta che esso fosse liberato dalla funzione di banchiere del Tesoro. Accarezzai anche l' ipotesi di un rebasement della lira che avrebbe potuto essere sostituita da uno scudo italiano, con parita' uno a uno con l' Ecu, e con l' impegno unilaterale di mantenere nel tempo questa parita' e approfondii l' argomento in numerose conversazioni con Ortoli, allora vicepresidente della Commissione di Bruxelles. Il filo conduttore era lo stesso che ispiro' il divorzio, quello, cioe' , di facilitare la politica di stabilizzazione favorendo il formarsi di aspettative favorevoli da parte degli operatori che avrebbero agevolato la trasmissione sui prezzi della politica monetaria, minimizzando gli effetti negativi sui volumi. Senza presunzioni eccessive, questa lettera ha segnato davvero una svolta e il divorzio, assieme all' adesione allo Sme (di cui era un' inevitabile conseguenza), ha dominato la vita economica degli anni 80, permettendo un processo di disinflazione relativamente indolore, senza che i problemi della ristrutturazione industriale venissero ulteriormente complicati da una pesante recessione da stabilizzazione. Naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi di interesse positivi in termini reali si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l' escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale. Da quel momento in avanti la vita dei ministri del Tesoro si era fatta piu' difficile e a ogni asta il loro operato era sottoposto al giudizio del mercato. Il bilancio di competenza del 1982 e' la dimostrazione di questa nuova situazione: riuscii in pratica ad azzerare i fondi globali, cosa che non era successa prima ne' successe dopo. Il saldo netto da finanziare del bilancio preventivo e il fabbisogno del consuntivo furono del 10% inferiore agli analoghi aggregati dell' anno precedente, anche se poi la Tesoreria, caricata nel recente passato, provoco' un volume eccezionalmente elevato di indebitamento. Bisognava continuare a stringere le spese di competenza e nella preparazione del bilancio ' 83 si chiese al Parlamento una delega amplissima per affrontare con decreti delegati i nodi che il Parlamento stesso si dimostrava riluttante a sciogliere. Queste deleghe furono nell' autunno rifiutate e, nel mezzo del turbamento che ne segui' sui mercati finanziari, il collega Formica propose di rimborsare una quota soltanto del debito del Tesoro con una specie di concordato extragiudiziale. Risposi a rime baciate per sdrammatizzare il panico che ne sarebbe potuto seguire; e subito fu l'affare delle comari. Pochi mesi piu' tardi, in analoghe circostanze, Jacques Delors riusci' a sbarcare cinque ministri che avevano sostenuto - privatamente - la convenienza per la Francia di uscire dallo Sme. La stampa e i politici di casa nostra sembravano invece ignorare il baratro che avevamo sfiorato e ipocritamente si scandalizzarono per la forma delle mie risposte. Il divorzio aveva fatto la sua prima vittima ed era il suo autore; ma aveva dimostrato di funzionare. Negli anni successivi non divenne certo popolare nei palazzi della politica, ma continuo' ad assicurare legami fra la politica italiana e quella dell' Europa.

 

  By: gianlini on Giovedì 31 Marzo 2016 16:35

Mr, non ho problemi ad accettare che nel 1981 si prese una decisione sbagliata. Nella storia economica non è facile stabilire quale fattore abbia pesato di più, uno di essi può benissimo essere stato questo. Ma perchè per 30 anni nessuno ne ha parlato, salvo poi essere sollevata la questione negli ultimi 3-4 anni? possibile che di una questione che sembra aver avuto tante e tali conseguenze, non si fosse accorto nessuno?