By: Bobugo on Domenica 06 Novembre 2011 16:57
Il Giappone viene segnalato come un modello a cui guardare, laddove il rilevante debito pubblico è interamente sottoscritto dalla popolazione, per cui se ne fregano di spread, rapporto defici/pil e quant’altro: ed è questa in altre parole la proposta avanzata dal Melani.
Ma perché i giapponesi si sono comprati tutto il loro debito?
E’ stata spiegato molto bene su questo sito che quando tu fai un investimento in bond, il prima parametro a cui devi guardare è il CAMBIO: poco importa se i tuoi bond nazionali rendono ad es. il 2% mentre gli esteri arrivano diciamo a 4-5-8%; perché se poi la valuta estera perde il 10% contro la tua alla fine ci hai comunque perso, ed era molto meglio investire nei tuoi bond al 2%.
Se noi guardiamo al cambio dello yen, che contro dollaro era a 160 nel 1990 ed ora è a 78 (e teniamo presenti che la serie storica ha visto anche 360…) , abbiamo in buona parte la spiegazione di questa situazione. E se guardiamo anche al cambio yen/euro (ricalcolato) dal 1990 ad oggi siamo a 180 contro gli attuali 107.
Mai sentito poi parlare della “sindrome giapponese”, cioè la DEFLAZIONE? Chiaramente se oggi un bene ti costa ad es 2mila yen e tra pochi mesi lo potrai comperare a 1900 yen è chiaro che rimandi gli acquisti e nel frattempo resti liquido. Visto che i tassi sui depositi sono pari a zero, diventa automatico investire nei bond che pagando pur relativamente poco ti danno comunque un rendimento aggiuntivo alla rivalutazione implicita del liquido. Ricordiamoci poi che in Giappone è particolarmente rilevante il ruolo delle Poste, una istituzione che arriva in pratica ovunque a raccogliere depositi per poi girarli in bond.
Se a questo quadro aggiungi inoltre l’andamento della borsa giapponese. Con il Nikkei che da 40mila è sceso fino a 10mila punti dove, a parte varie false partenze, sempre torna a girare, hai chiaro e limpido il quadro per il quale ad un giapponese non rimane che un investimento sicuro: il bond di Stato.
Ma può durare questa situazione? Chiaro che NO! Prima o poi qualcosa succederà e qualcuno si sveglierà gridando che “il re è nudo” ed allora ci sarà la fuga a razzo dallo yen e dai bond. Intervisteranno qualche eminente professorone che spiegherà: “è chiaro che la situazione non poteva durare, quando si arriva ad un rapporto deficit/pil del 200% ed oltre, indipendentemente da chi lo detiene ecc ecc….”
E’ inutile improvvisarsi patrioti: se sul rapporto deficit/pil tu vuoi operare sul lato deficit, l’unica manovra che hai è la patrimoniale da usare in ammortamento del debito (ed è l’unica!). L’altra strada, quella auspicabile, è di agire sul PIL, e quindi fare le riforme per dare competitività ed opportunità di crescita reale al Paese: Come? Con le RIFORME, che non sono le litanie di Peppone al tempo del Pci, ma i cambiamenti ben descritti dalla BCE e sollecitati dall’Europa: libertà del mercato del lavoro, riforma della giustizia, chiusura degli ordini professionali, ridefinizione dell’assetto della P.A. ecc ecc ecc.