è confortante ogni tanto imbattersi in qcn che la pensa esattamente come me (giuro, non l'ho scritto io!)
La normativa scolastica crea un insieme di incentivi perversi a cui i ragazzi, opportunisticamente e anche intelligentemente, si adeguano. Tra questi incentivi c’è quello di dover prendere in qualche modo un “pezzo di carta” (oggi indispensabile per sopravvivere), magari anche regalato, a cui non corrisponde alcuna preparazione reale... Per questo il comportamento degli studenti non è moralmente condannabile.
Le opportunità offerte dal perverso insieme di incentivi del sistema scolastico invogliano gli studenti a chiedere che ai professori di fare verifiche facili e alzare i voti, e i genitori a raccomandarsi ai professori affinché concedano ai figli, incapaci o svogliati, di prendere un diploma che attesti il falso.
Il distorto insieme di incentivi incoraggia anche i presidi e gli insegnanti a regalare voti e diplomi facili, vuoi per evitare contenziosi legali, vuoi per non perdere alunni, classi e cattedre, vuoi per altri motivi. Ed è per questo che non è colpa neanche dei presidi e degli insegnanti, che in qualche modo sono costretti a comportarsi così per poter continuare a lavorare. ...
uno degli incentivi più efficaci per non bocciare uno studente gravemente insufficiente in una, due o anche tre materie, è che quello studente, invece di ripetere soltanto il programma di quella o quelle poche materie, sarebbe costretto a ripetere l’anno intero anche in tutte le altre materie dove andava bene. Sarebbe come se all’università uno studente che viene bocciato a un esame, dovesse sostenere di nuovo anche tutti gli altri esami che aveva già superato. Una evidente assurdità logica.
Insomma i problemi della scuola non vanno ricercati nelle persone ma nel sistema scolastico coercitivo e assistenziale, che con la sua normativa crea l’insieme di incentivi sbagliati che spinge tutti all’ipocrisia e alle promozioni facili. Gli atteggiamenti opportunistici di studenti e famiglie, presidi e insegnanti, non sono moralmente da condannare poiché non sono altro che il logico e naturale adattamento delle persone a quell’insieme di incentivi sbagliati.
Per prima cosa bisognerebbe abolire il valore legale dei titoli di studio: i giovani studierebbero per imparare veramente, e non più per ricevere voti fasulli e pezzi di carta regalati.
Purtroppo però queste soluzioni sono rivoluzionarie e si trovano ben al di fuori dell’attuale paradigma ideologico fondato sulla coercizione e l’assistenzialismo del positivismo giuridico, la gabbia mentale dalle sbarre invisibili che imprigiona la quasi totalità delle persone, presidi e insegnanti compresi.