Tasse sul reddito

 

  By: antitrader on Martedì 15 Dicembre 2015 14:03

Oscar! La caduta di IBM (e gli acciacchi di MSFT) non c'entrano niente con l'antitrust. Molto piu' semplicemente non han saputo vedere quel che gli succedeva sotto al muso. IBM segno' il suo declino quando, prima, costrui' il PC e poi lo snobbo', poi tento' di recuperare sviluppando Os/2 ma ormai era troppo tardi, la frittata era fatta. Ancora peggio ha fatto MSFT. Pur avendo il grande vantaggio di possedere il sistema operativo non ha saputo vedere l'enorme business che si apriva con i motori di ricerca e i social network, in sostanza non ha saputo prevedere che l'informatica si stava spostando verso le boiate (piu' o meno pazzesche) e cosi' e rimasta indietro perfino nei sistemi operativi per cellulari facendosi fregare proprio da Google (Apple non c'entra, e' tutto un altro mondo). Come se non bastasse MSFT si e messa a comprar bidoni quali skype e nokia. Il messenger loro ce l'avevano anni prima di Skype ma non ci hanno creduto. Insomma, piu' che l'antitrust fu la tecnologia e l'intuizione di ragazzi terribili quali Larry Page, Segei Brin e Zuckenberg.

 

  By: Morphy on Martedì 15 Dicembre 2015 14:02

Tu pensa Gianlini da quanto tempo stiamo declinando industrialmente. Avevamo tutto. Facevamo televisori, computer. Ci siamo rifugiati in produzioni di nicchia che si pensavano inespugnabili. Ma non è bastato, ci stanno stanando pure li. E' uno schifo perdere le guerre...

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Morphy on Martedì 15 Dicembre 2015 13:58

Anche Pentole Ballarini (più grande produttore nazionale) sono passati due mesi fa ai tedeschi. L'offerta fatta dai tedeschi era molto alta.

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: gianlini on Martedì 15 Dicembre 2015 13:56

Morphy, bell'intervento. Tutto quanto hai scritto mi è passato davanti in un baleno, quando l'altro ieri, ho visto un negozio Walt Disney ad Agrigento (!!)

 

  By: Morphy on Martedì 15 Dicembre 2015 13:49

Negli anni ottanta, quando ancora leggevo libri, gli argomenti che mi appassionavano di più erano: strategia aziendale e marketing. Per il marketing un libricino in particolare mi aveva colpito per la sua apertura mentale ed era il Marketing Imagination di Theodore Levitt, docente alla Hardvard Business Scholl. Fu in quel libro che Levitt coniò il termine “globalizzazione”. E lo fece facendo la divisione concettuale delle imprese in due categorie, le multinazionali e le imprese globali. Le multinazionali erano quelle ditte che si espandevano nel mondo acquisendo realtà nazionali, gestendole, senza cambiarne la struttura produttiva o le linee di prodotto. Per così dire si adattavano ai consumi locali. Le imprese globali invece avevano obiettivi completamente diversi. La loro espansione era dovuta alla produzione di prodotti che potessero incontrare i gusti comuni che gli umani avevano nel mondo. I gusti comuni. Cioè non tanti prodotti per ognuno ma un singolo prodotto per tutti. La coca-cola oppure la Walt-Disney erano il tipico esempio. L’obiettivo fu raggiunto con specifiche massicce azioni di marketing. Questo portò a ritorni spaventosamente alti dati dalle economie di scala. Gli anni 70’ furono gli anni del marketing, gli 80’ furono quelli della qualità, i 90’ del reengineering, poi venne l’ingegneria finanziaria. In Italia tutto questo era tabù. Sconosciuto. Nulla ci perturbava. Noi avevamo l’artigianato e passavamo indenni sopra i cambiamenti e senza cambiare. Oggi, com’era facilmente prevedibile, il mondo ci presenta il conto. La più grande occasione che l’Italia ha avuto è quella dell’unificazione europea e cioè la creazione di un mercato da 500 milioni di consumatori, il più grande mercato del consumo unico del mondo. Avevamo la possibilità di fare palestra su un mercato poderoso. Perché di palestra avevamo bisogno dato che eravamo veramente fiacchi. Ci è stata data la possibilità di fare i muscoli su un mercato che tutto sommato era abbastanza omogeneo di per se stesso. Abbiamo fatto i muscoli? A quanto pare no, a quanto pare oggi ci stanno comprando e ad alti prezzi. Siamo carne per cannoni. E intanto il nostro premier continua con le sue stupide battutine…

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: traderosca on Martedì 15 Dicembre 2015 13:45

"In certi casi è ( e sarà ) pure necessaria l'anti-trust come a inizio secolo scorso con l'impero di Rockfeller che fu spezzettato per abuso di posizione dominante." oops qualcosa di sensato. Ricordo il monopolio IBM, senza l'anti-trust ed il conseguente frazionamento, forse internet non sarebbe esistita......

 

  By: Tuco on Martedì 15 Dicembre 2015 13:18

Il mercato è mondiale : chi non sa starci ...è FUORI. ------------------------------------------------------------- Il mercato tende strutturalmente all'oligopolio. In certi casi è ( e sarà ) pure necessaria l'anti-trust come a inizio secolo scorso con l'impero di Rockfeller che fu spezzettato per abuso di posizione dominante. Cosa che accadrà presto o tardi pure con Amazon, la quale sta cannibalizzando e monopolizzando il commercio spicciolo grazie ai ricarichi bassissimi che può permettersi.

SLAVA UKRAINII !

 

  By: hobi50 on Martedì 15 Dicembre 2015 12:07

Non è sufficiente produrre manifatturiero avanzato : bisogna saper andare su tutti i mercati. Gianlini ha spiegato molto bene l'ambaradan indicando Cova. Ma c'è anche l'esempio Loro Piana. Saper fare dei meravigliosi golfini di cachemire è assolutamente insufficiente. Se parli solo piemontese e vuoi venderli in Cina rischi di incontrare i problemi del neofita. Se sei Vitton no. Ecco perché Vitton può riempire di denaro gli imprenditori italiani. In mano sua Loro Piana ,pagata il doppio del fair price ,vale tre volte tanto. Il mercato è mondiale : chi non sa starci ...è FUORI. Hobi

 

  By: traderosca on Martedì 15 Dicembre 2015 10:49

"quindi bisogna rivolgersi al manifatturiero per pareggiare bilancio commerciale" Tuco,eccolo uno dei miracoli che dobbiamo perseguire!!! produrre manifatturiero avanzato e molto meno quello tradizionale altrimenti...............è inutile che scriva la lenzuolata.

 

  By: lmwillys5S on Martedì 15 Dicembre 2015 10:47

la conosco, prendevo il panettun loro perché il panettun è milanese e tocca prenderlo milanese e per ricordi personali di anni fa ... francese, in effetti lo scorso anno era già peggiorato, cambio fornitore panettun d'ora in avanti :-)

 

  By: gianlini on Martedì 15 Dicembre 2015 10:41

Willis, la pasticceria Cova (un negozio d'angolo fra via Montenapoleone e via S.Andrea) fatturerà 3 o 4 milioni di euro l'anno al massimo. Tieni conto che il caffè al banco costa 1 euro e 10, come in qualsiasi altro bar di Milano. Tanto per dirti un qualsiasi locale in Germania o Inghilterra te lo mette come minimo a 2 euro 50, e in Svizzera non te la cavi da nessuna parte con meno di 4 franchi! è passata di mano per 32 milioni di euro. Perché? Perché è un nome così affermato, sinonimo di lusso, che adesso, grazie a LVMH, ne apriranno 20 o 30 in giro per il mondo, nei posti più chic (soprattutto in Asia), e paff! di incanto troverai Cova anche a Bangkok o Ho Chi Minh. Ovviamente questa operazione sarebbe stata impossibile per i vecchi proprietari (mi sembra fossero padre e figlia), solo una società col network di LVMH può immaginare un'operazione del genere (e magari ci mette solo 2-3 anni a completarla), con buona pace di quelli che danno la colpa alla lira. Non per niente se la sono contesa loro e Prada (nome italiano) per cui c'era pure il rischio che rimanesse in mani, teoricamente, italiane.

 

  By: lmwillys5S on Martedì 15 Dicembre 2015 10:33

ma anche la PAsticceria Cova è passata per una cifra incredibile ------ m.erda, non lo sapevo, me tocca castroni (me sta sui cojoni) o provo qualche bar, meno male che ancora non avevo preso i panettun ... ogni giorno che passa i miei acquisti 'italiani' diminuiscono, ecchekazzo, mica posso informarmi ogni giorno sulle proprietà

 

  By: gianlini on Martedì 15 Dicembre 2015 10:12

ad esempio a Messina, Tuco, a me hanno detto che quello è il livello dei salari. 400 euro http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/economia/2013/12-novembre-2013/crisi-catania-come-serbia-reddito-medio-famiglie-9mila-euro-l-anno-2223628925212.shtml http://www.tempostretto.it/news/terz-ultimo-posto-provincia-messina-stipendi-pi-bassi-d-italia-report-jobpricing.html

 

  By: Tuco on Martedì 15 Dicembre 2015 10:04

Il Sud per essere competitivo avrebbe bisogno di salari nell'ordine dei 350/400 euro. Comunque, pure Anti lo ha capito da tempo. Il suo carattere estremamente orgoglioso gli impedisce ammetterlo, ma chi voleva o poteva capire, lo ha fatto. In un regime deflattivo di questa sorta, è impossibile uscirne, non è possibile nemmeno ri-moralizzare la fauna locale come vi piace tanto, visto che non esiste la possibilità di un sistema premiale al quale fare ipoteticamente riferimento. Questo dato che siamo in deflazione spinta e qualsiasi impresa tu intraprenda, questa finirà statisticamente male... Se ne esce solo con le ossa rotte.

SLAVA UKRAINII !

 

  By: gianlini on Martedì 15 Dicembre 2015 09:55

Hanno salari bassi, quindi sicuramente le aziende estere hanno saturato la capacità lavorativa, giusto? pur con 2 milioni di emigranti, non sembra che la Polonia si discosti molto quanto a disoccupazione dagli altri stati UE - un 3-4 punti percentuali in tutto tra l'altro livelli di salari polacchi /(700 euro al mese) ce li hai anche nel Sud Italia, quindi basterebbe che Pininfarina si trasferisse a Ragusa (da Torino) e tornerebbe competitiva