By: marco on Martedì 24 Aprile 2007 10:53
ECONOMIA: al lupo, al lupo
La settimana sui mercati si conclude all'insegna della famosa storiella in cui i compaesani del pastorello che gridava "al lupo, al lupo" non gli credono più. Il 27 febbraio il primo "al lupo" (la caduta della borsa cinese-10%) era stato inizialmente creduto; poi, visto che in realtà il lupo non era arrivato, tutti sono tornati al solito andazzo. Mercoledì notte, il secondo "al lupo" (innescato da un altro calo della borsa cinese, per i motivi spiegati nel Flash Boom Cina) è stato creduto solo da pochi e per pochissimo tempo: nel giro di 24 ore non solo si è tornati al solito andazzo, ma si è anche concluso venerdì con ulteriori rialzi record. Al terzo "al lupo" nella storiella il lupo arriva sul serio, nessuno gli crede più e il pastorello finisce sbranato.
Nel frattempo, sul fronte macro USA i dati sulla crescita sono stati di stagnazione: vendite al dettaglio in termini reali(al netto di benzina ed auto) pari a zero, produzione in calo, licenze e nuovi cantieri edili sostanzialmente fermi su un livello di oltre il 20% inferiore a un anno fa, Philly fed a zero. I segni che dalla stagnazione si è in procinto di passare alla recessione, sono numerosi, ed anche l'ultimo elemento,quello occupazionale, che finora sostiene la baracca e le speranze dei sostenitori del soft-landing, nella componente dei sussidi settimanali sta iniziando a cedere. Ma i mercati sembrano ignorare tutto ciò, ed anzi prendono spunto dalla crescita del resto del mondo per convincersi che anche qualora gli USA recedessero, il danno globale non ci sarebbe; ed hanno trovato motivo di ottimismo dal dato sui prezzi al consumo che pur essendo fortemente cresciuto nel suo totale, al netto di petrolio ed alimentari è aumentato meno delle attese portando il tasso annuo al 2,5% (che resta sempre ben oltre il tetto ufficiale Fed:2%) in calo dal 2,7% del mese precedente. Il che è bastato per far quindi scendere i rendimenti, e soprattutto salire le borse, mentre il dollaro è restato debole rallentando però la caduta grazie ai dati sui flussi netti di capitale risultati positivi. E certo: poichè il credito globale continua ad espandersi e i finanziamenti in yen sono ripresi con forza, così come i consumi americani tengono ed i cespiti patrimoniali si inflazionano, l'estero continua a comprare debiti degli USA .
Ma questa è Finanza Ponzi all'estremo grado: il sistema finanziario deve continuare a espandersi sempre più e rapidamente per mantenere la crescente piramide del debito sottostante, supportando utili e redditi, ergo l'economia reale. Come ormai evidente, questo tipo di espansione creditizia non fa altro che aggiungere nuova liquidità in dollari all'eccesso già esistente. Il sistema Ponzi (pagare i debiti facendo altri debiti) non può durare per sempre, ad un certo punto si raggiunge il limite: si devono fare debiti anche per pagare gli interessi sui debiti esistenti. E finchè dura, crea inflazione. Basti pensare che nel 1980 un dollaro di nuovo debito creava un dollaro di nuovo PIL; oggi per avere un dollaro di nuovo PIL ci vogliono 8 dollari di nuovo debito. Ecco perchè i beni rifugio dall'inflazione(oro) continuano a salire.
Nel frattempo, i tassi Fed restano bloccati: non possono scendere per non far crollare il dollaro già ai limiti del collasso, e non possono salire per non precipitare in recessione l'economia già in stagnazione. In ogni caso, ciò che la Fed vuole e ciò che può fare sono due cose diverse, perchè il 75% della creazione di credito è ormai fuori del suo controllo.
I tassi nipponici restano anch'essi bloccati se non altro fino a giugno (elezioni politiche), ed anche quando poi aumentassero allo 0,75-1% non cambierebbero il quadro della liquidità mondiale; del resto i giapponesi sono 30 anni che sbagliano, prima provocando la enorme inflazione locale di case e azioni, poi precipitando nella grande deflazione, ed ora di nuovo contribuendo a questa inflazione epocale e planetaria degli assets e del debito.
I tassi europei aumenteranno stentatamente, così come quelli delle altre economie periferiche (Inghilterra, Australia, etc.) ma non sono in grado di modificare la dinamica globale.
L'unica che potrebbe imprimere la svolta è la Cina, sia agendo sul cambio che sui suoi tassi: ma anche qui non pare che i cinesi, almeno fino al 2008 anno delle Olimpiadi cui tengono così tanto, siano seriamente intenzionati.
Resta il fatto che più la Fed e le altre banche centrali provano ad evitare l'implosione di tale sistema, più grande sarà il disastro finale. Il dubbio non è su cosa succederà, ma su quanto febbrile diverrà la speculazione nell'ultima fase pre-implosione e , ovvio, su quando succederà.
Lo scenario più probabile per i prossimi mesi è che si continui sull'onda attuale, con borse,obbligazioni(soprattutto aziendali e degli emergenti), materie prime,valute ad alti tassi, contenitori ideali per la liquidità in eccesso, e per quella in fuoriuscita (magari lentamente) dal dollaro.(http://michelespallino.blogspot.com/)