By: Lelik on Martedì 12 Aprile 2011 11:33
Lmwillys, la sua risposta al di solito composto Lutrom mi sembra un po' violenta.
Comunque Lutrom può essere questa volta "politically uncorrect" e generalista ma ha senso pratico.
Nell'azienda che gestisco, e dove passo la maggior parte del mio tempo lavorativo, ci sono parecchi immigrati stranieri. Ormai la manodopera è spesso quella. Ci sono differenze molto ampie tra le varie etnie.
Gli albanesi per esempio, pur con mille distinzioni di comportamento stimoli e aspettative, posso più o meno assimilarli agli italiani, ovvero lottano, lavorano, si danno da fare per costruire qualcosa per sè e i propri figli, anche se purtroppo per loro il rapporto costo della vita e salario non è a favore di chi cerca di crescere e far crescere per un futuro migliore oggigiorno.
Gli africani (termine generico, ma nel mio caso direi soprattutto senegalesi che sono buoni lavoratori, e persone abbastanza affidabili, senza per questo che siano affatto sfruttati, anzi hanno paghe orarie superiori a diversi italiani proprio per impegno e produttività) invece hanno aspirazioni differenti. E non è detto che filosoficamente abbiano torto. Comunque la loro priorità è diversa; cercano di passare almeno un paio di mesi all'anno nel loro paese, e possibilmente sfruttando la cassa integrazione (che ora noi così come altre aziende industriali abbiamo in corso per una quota di dipendenti) e non le ferie; una parte piccola di stipendio la mandano ad una moglie in Africa, e a volte un'altra la mantengono qui. In generale non interessa affatto costruire qualcosa per il futuro; la vita è adesso e solo per sè. E come integrazione in mezzo al popolo bianco (italico e non) non se parla proprio, e meno che mai per le mogli.
Gli egiziani sono un pochino in mezzo, nel senso di integrazione locale pari a zero, ma un poco più portati a costruire per la famiglia, che però considerano con le radici future nel proprio paese, perchè per lo più non vogliono figli con i valori occidentali.
Storicamente gli immigrati di una qualche nazione hanno ricreato un ambiente simile alle proprie usanze e mentalità nei paesi dove si sono trasferiti. E così abbiamo in Argentina zone "tedesche" e "gallesi" ordinate e pulite, e zone "mediterranee" gestite un "pochino" peggio. Lo stato di Santa Catarina in Brasile (pieno di biondi con gli occhi chiari di origine tedesca) è lo stato trainante e con la qualità della vita più alta in Brasile, anche se poi magari ha nulla a che fare con la gioia di vita e samba che caratterizzano altre zone più povere apparentemente più attraenti per chi voglia tentare di cambiare la propria vita monotona (a rischio elevato però di omidicio o violenza).
In Australia i tedeschi hanno portato le viti, e - cavolo ste tedeschi sempre così efficienti! - hanno avviato attività ordinate ovunque han messo piede per primi...
Insomma, quel che ha detto Lutrom può sembrare un poco razzista, ma assomiglia molto a ciò che la realtà mostra in vari esempi.