By: Bardamu on Giovedì 15 Gennaio 2004 11:15
>Il crollo dell'impero Parmalat pone almeno due gravi interrogativi:
>com'è stato possibile accumulare 20mila miliardi di deficit partendo
>dall'acquisto di una mucca frisona? E soprattutto, dove mettere, adesso,
tutto quel latte prima che
>vada a male e diventi camembert, compromettendo le relazioni
italo-francesi?
>L'epopea industriale di Calisto Tanzi inizia negli anni Sessanta.
>Cattolico impegnato, conosce grazie all'amico De Mita i fermenti
>politici e grazie a una fidanzata bulgara i fermenti lattici. Compera
>di seconda mano la prima mucca, la leggendaria Numero Uno, in un
>autosalone che l'aveva ritirata per errore. Toccandole continuamente le
>tette, come nella secolare tradizione parmigiana, Tanzi si
>accorge che la produzione di latte aumenta a dismisura, anche se la
>mucca insiste per sposarlo.
>Stanco di bersi da solo 50 litri di latte al giorno, distrutto dalla
>colite, Tanzi ha un'idea veramente geniale: perché non venderlo? Si
>rivela un vero e proprio talento della trasformazione industriale.
>Oltre al latte fresco sfuso, venduto a mestoli porta a porta,
>brevetta il latte al cacao, quello al genepì e quello al curry,
>sbancando sul mercato indiano. Dopo la lunga conservazione, ottenuta
>facendo bollire il latte per un'ora, sperimenta con successo la
>lunghissima, facendolo bollire per una settimana finché si marmorizza
>e può essere venduto a blocchi da sei tonnellate. Insieme allo yogurt
>lancia sul mercato il kir, il firl, il puorl e la sciosciammocca,
>derivati dello yogurt ottenuti con un ingegnoso procedimento: si
>cambia il nome sulla confezione.
>Resosi conto che una sola mucca non basta più, Tanzi ne compra altre
>700 mila, contraendo un debito mostruoso: solo per pagare il
>veterinario, firma cambiali per 2mila miliardi. Scopre l'alta ingegneria
finanziaria: per coprire il buco di
>2 mila miliardi fonda una sua banca e si chiede in prestito 3 mila
>miliardi. È così, al tempo stesso, debitore e creditore di se stesso.
>
>Il sistema lo entusiasma, e con l'aiuto dell'amministratore del
>Circo Medrano decide di trasformare il suo colosso caseario in una
>holding mondiale. Inventa le obbligazioni a lunga conservazione,
>le azioni parzialmente scremate (agli investitori vanno dividendi
>dimezzati) e il formidabile budino di bond, un impasto maleodorante di
>debiti fermentati e titoli esteri in polvere.
>Tutto sembra andare per il meglio: Calisto compera centravanti per il
>Parma e tori per la Parmalat con la stessa valuta pregiata (titoli di
>Stato delle Isole Cayman intrecciati a mano dalle indigene)
>e riceve i severi controllori della Consob e di Bankitalia facendo il
>bagno in una piscina di budino alla crema, dando un'impressione di
>opulenza che allontana ogni sospetto.
>Il tracollo, come sempre in questi casi, è dovuto all'eccesso di
>sicurezza. Arrivano i primi investimenti sbagliati: è un totale
>insuccesso il latte in barrique, invecchiato cinque anni, il cui
>forte aroma di calzettone da sci non incontra il favore dei
>consumatori. Male anche il business del latte di cammella, che quando
>bolle fa le gobbe, malissimo il latte in polvere colombiano,
>sequestrato dalla Finanza, disastrose le nuove sottilette
>Parmalat, che per un problema di
>packaging arrivano al consumatore cucite l'una all'altra con le
>dimensioni di un plaid.
>Tanzi viene accusato di trascurare la produzione casearia per
>dedicarsi solo all'alta finanza. Per smentire le voci, nomina
>azioniste le sue mucche. Poi prepara il colpo di teatro: si
>invia una lettera di ingiunzione nella quale si impone di pagarsi
>tutti i debiti. Ormai vanta nei propri confronti un credito di
>diecimila miliardi di euro. Poi si fa causa, si minaccia di morte e
>infine sparisce, terrorizzato dalle sue minacce. Al curatore
>fallimentare non resta che sequestrare settecentomila mucche,
>ventiquattro calciatori e le ultime confezioni di latte in bottiglia.
>Purtroppo, sanno di tappo.