Fallimenti ed illeciti

 

  By: cisha on Giovedì 13 Ottobre 2005 11:42

So che questo sito non tratta molto l'obbligazionario ma quì si tratta di una corporate che in modo speculativo potrebbe diventare un gain veloce come un'azione. Si tratta del braccio finanziario della general motors la GMAC che secondo molti potrebbe/dovrebbe essere scorporata dalla GM con buon credito successivo del titolo da aumento di rating (ora a JUNK BOND) anche nei prezzi attuali sembra di intravedere questa possibilità (da 70 è ora a circa 88) ecc...ecc.ecc. Che ne pensa Mr.G.Zibordi???

 

  By: cisha on Mercoledì 12 Ottobre 2005 18:21

Stock: Refco

L'idea mi è sembrata buona ed infatti l'ho caricata a 11,80 ....ma non è che c'è sotto qualcos'altro. Cioè avendo fatto l'IPO con i bilanci falsi non è che rischia le class actions????

non dovrebbero fare causa in tribunale per cose del genere ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 10 Ottobre 2005 14:48

Ma non dovrebbero fare causa in tribunale per cose del genere ? ------------------------------------------------------------- ............... I warrant che - come da prospetto - avrebbero dovuto arrivare agli ex creditori ^Parmalat#^ insieme alle azioni, non sono ancora stati assegnati e, dunque, non sono ancora quotati. Per i grandi creditori è come una goccia nel mare visto che al massimo ogni singolo azionista Parmalat può ricevere 650 warrant. Ma per i piccoli azionisti che hanno atteso quasi due anni il ritorno in Borsa di Parmalat, avere o non avere a disposizione questo strumento fa una bella differenza. Al prezzo d’apertura di giovedì 6 (3,15 euro) un ex obbligazionista che aveva messo 10mila euro in bond Parmalat avrebbe potuto incassare 3.748 euro dalla vendita delle azioni e quasi 1.400 euro dalla vendita dei warrant (ipotizzando un prezzo di 2,15 euro per il warrant, pari alla soglia d’indifferenza). In totale il signor Rossi avrebbe incassato oltre 5.100 euro, pari a un recovery rate del 51 per cento. Ai prezzi di chiusura di ieri (assumendo un valore teorico del warrant di 1,61 euro) il signor Rossi avrebbe realizzato in totale 4.152 euro (meno 19,3%). Che cosa succederà lunedì? L’unica certezza è che il signor Rossi non avrà ancora la disponibilità dei warrant. Un disguido tecnico, spiegano le autorità di controllo. Per la quotazione dei warrant Borsa spa «attende conferma dell’intervenuta assegnazione dei warrant agli aventi diritto». Anche per la Consob è tutto in regola

La nuova Parmalat ha risparmiato 12 miliardi - gz  

  By: GZ on Domenica 09 Ottobre 2005 02:54

La valutazione di Parmalat post-crac può essere vista a 1.5 euro oppure a 4 euro a seconda di come uno vede i 14 miliardi di debiti che aveva a dicembre 2003 quando è fallita la vecchia Parmalat e la percentuale di possibile recupero sui 20 o 30 miliardi di risarcimenti chiesti da Bondi. La vecchia Parmalat aveva 14 miliardi di debiti su cui pagava 7-800 milioni di interessi e la legge Marzano le consente di risorgere ora pulita da debiti il che non è poco, in molti paesi è impossibile fare una cosa del genere. In secondo luogo Bondi ha calcolato che i creditori di questi 14 miliardi lasciati da Tanzi di debiti hanno diritto a circa il 10% dei vecchi debiti !!!!. Come nota Panerai su MF questa % è molto bassa e probabilmente avrebbe dovuto considerare anche i crediti revocati di 7 miliardi e se lo avesse fatto avrebbero avuto diritto almeno al 40%. Invece ai creditori sono state assegnate azioni corrispondenti a 1.5 miliardi (il valore nominale delle azioni oggetto di "swap") in cambio dei loro 14 miliardi di crediti Bondi in cambio di questo taglio del -90% dei crediti ha promesso il 50% dei dividendi e i risarcimenti delle cause), ma intanto mi sembra che grazie alla Marzano e poi a questa % del 10% estremamente bassa della nuova Parmalat per i creditori alla fine siano gli azionisti "nuovi" ad essere favoriti. Il succo della storia e' che Tanzi ha messo assieme Parmalat facendo 14 miliardi di debiti, con 6-7 miliardi di fatturato non poteva sopravvivere pagando 800 milioni di interessi e si e' messo a truccare i conti. Questi 14 miliardi di Debiti sono stati miracolosamente trasformati da Marzano e Bondi in 1.5 miliardi di azioni della nuova Parmalat con un "guadagno" teorico di 12.5 miliardi (14 - 1,5) rispetto alla vecchia entita'. Se ora Parmalat rimanesse sui 2.70 euro avrebbe bruciato oltre a 3 miliardi di capitale degli azionisti vecchi (che sono stati azzerati) anche circa l'80% dei 14 miliardi di debiti (hanno accettato delle azioni pari il 10% solamente del loro debito e piu' hanno l'apprezzamento dei primi giorni) cioe' qualcosa come 13 miliardi. Secondo me ci saranno sforzi per far oscillare il titolo in su per potere vendere meglio e recuperare qualcosa di piu' dei 10-11 miliardi di debiti a cui i creditori per ora hanno rinunciato ------------------------------- DA "MF" di oggi -------------- ....Il recupero per i creditori si basa sul cosiddetto recovery ratio, cioè il calcolo di quante azioni della nuova società potranno essere concesse ai creditori in base alla dimensione dei loro crediti. Il primo dato che entra a far parte del calcolo del recovery ratio è quello che sintetizza il valore dell'attivo che viene trasferito alla nuova società. Nel caso specifico (ed è questo il dato che rende discutibili le scelte di Bondi), il commissario aretino ha calcolato che l'attivo recuperabile e trasferibile alla nuova società ammontasse a circa 1,5 miliardi di euro, che è diventato anche, insieme ad altre componenti, il capitale della nuova società. ..... il calcolo che ha fatto Bondi è stato elementare. Ha diviso il valore dell'attivo trasferito per l'entità dei debiti complessivi della vecchia società, che da varie comunicazioni risultano essere stati pari a 14 miliardi di euro. Ne è emerso un risultato del 10,6% che ha corrisposto alla percentuale media di recupero dei creditori in generale, sebbene la proposta di Bondi, dal punto di vista giuridico, differenziasse la percentuale di concambio dei crediti in base alla società debitrice e alla tipologia del credito (chirografario o privilegiato). Il concordato, elemento giuridico essenziale per poter procedere, è stato chiuso sulla base di questi numeri che, avendo cominciato a circolare da tempo, hanno indotto molti creditori di tutti i tipi e in particolare i detentori di obbligazioni a cedere il loro titolo agli organismi che nel frattempo si erano organizzati, come succede sempre in procedure di questo genere: oltre agli hedge fund specializzati anche società o persone che hanno un po' la vocazione dei monatti (come il cosiddetto fondo avvoltoio Usa Harbert), anche se il mercato, come si dice, è questo, bellezza! I discriminati sono proprio coloro che sono stati indotti a cedere i crediti poiché avevano ricevuto in via informale l'informazione che avrebbero recuperato al massimo il 10%. Ma i motivi per non esaltare la gestione commissariale sono anche altri e attengono ancora il calcolo del recovery ratio. A giudizio di alcuni esperti, infatti, sarebbe stato necessario includere nel conteggio i crediti di cui lo stesso Bondi ha chiesto la revocatoria e che sono pari a 7 miliardi di euro. Includendo questi crediti che Bondi ha contestato, la divisione avrebbe dovuto essere la seguente, visto che in una ideale partita doppia i crediti revocati vanno inscritti sia a destra che a sinistra, cioè sia all'attivo che al passivo: con questo metodo il numeratore diventa 1,5 miliardi (il patrimonio trasferito) più i 7 miliardi di crediti revocati e il denominatore diventa 14 miliardi di debiti totali più 7, quindi il numeratore diventa 8,5 e il denominatore 21. Il risultato della divisione è circa il 40%, cioè una percentuale assai diversa da quella media accordata. Se poi addirittura si tiene conto non del valore del patrimonio apportato secondo le stime della gestione commissariale ma di quella che il mercato ha dato, tenendo conto che la società ha comunque un forte avviamento non avendo debiti (probabilmente l'errore di Bondi sta qui, nel non aver sufficientemente apprezzato la mancanza di debiti della nuova società), il numeratore sale di 3,5 miliardi e quindi diventa 5+7 (i debiti revocati), quindi 12, e il denominatore rimane invariato a 21. Risultato: 57%. Naturalmente questo ultimo calcolo è estremo poiché tiene conto della valutazione della società che la borsa ha fatto il primo giorno di negoziazione, ma probabilmente dà in maniera evidente anche la spiegazione del perché, come il mercato grigio di Londra indicava da giorni, il valore della società fosse ben superiore a quello indicato da Bondi. Il commissario ha invece scelto un'altra via, garantendo ai futuri soci la distribuzione di dividendi pari almeno al 50% degli utili per 15 anni, più il ricavato delle cause o delle transazioni......

 

  By: polipolio on Venerdì 07 Ottobre 2005 21:25

Francamente dubito che il latte (in particolre l'UHT) dia margini doppi del nescafé o dei dadi

 

  By: fabrizio maiocco on Venerdì 07 Ottobre 2005 20:02

no basta aspettare... piuttosto quante ne hanno messe sul mercato??

 

  By: GZ on Venerdì 07 Ottobre 2005 19:45

...2.59 !? cos'è ci siamo messi a usare il sequential ? ...Società che siano al 70% latte e latticini importanti ce ne sono poche, Danone è quella che si avvicina di più, ma Nestlè di latte ne ha ... Nestle S.A.. The Group's principal activity is the manufacture of the following products: Beverages (instant coffee, ground roasted coffee, ready-to-drink coffee, chocolate and malt flavored beverages and mineral water); Prepared dishes, cooking aids and other (frozen products, soups, bouillons, sauces and culinary preparations, pasta and sauces, noodles, delicatessen products, cold meat and pet food); Milk products, nutrition and ice cream (long life and powdered milk, coffee creamer, infant nutrition, dietetic foods, yoghurt, cereals, desserts and ice-cream); Pet care Products; Chocolate and Confectionery; Pharmaceutical Products (ophthalmic therapeutic drugs, contact lens care solutions, surgical instruments and equipment, intraocular lenses and products used during surgery and dermatology).

 

  By: fabrizio maiocco on Venerdì 07 Ottobre 2005 19:28

si ma nel latte i margini sono doppi e per parmalat il latte è il settore core. comunque a 2.59 ne ho comprate un pò. Quello che può essere interessante sono i volumi, in 2gg oltre 400 milioni di pezzi pari a quasi il 30% del cap. Forse chi DOVEVA uscire - fondi- probabilmente sono usciti o quasi.

 

  By: polipolio on Venerdì 07 Ottobre 2005 19:20

Nestlé è in business diversi da Parmalat.

 

  By: fabrizio maiocco on Venerdì 07 Ottobre 2005 17:03

esatto il problema sono i margini operativi nel settore core ( latte),a quanto lessi tempo fa, Nestlè fa un 9% Parmalat solo un 4% il resto fa schifo. Se poi fosse oggetto d'OPA mi sembra che stante il processo i tempi possano diventare molto lunghi.

 

  By: GZ on Venerdì 07 Ottobre 2005 15:34

Non bisogna farsi impressionare, come trading diventa un buy solo ora Come investimento invece: Nestlè capitalizza 153 miliardi con 87 miliardi di fatturato Danone capitalizza 23 miliardi con 14 miliardi di fatturato Parmalat capitalizza 4.4 miliardi di euro con 3.9 miliardi di fatturato (ha però dei margini più bassi) In più ha dentro una "società di recupero crediti" con 14 miliardi di potenziali risarcimenti solo in Italia e altri 10 o 20 miliardi in America e anche un premio per il controllo perchè non resterà di sicuro indipendente -------------------------------------------------- (Dow Jones)--Italian dairy group Parmalat SpA (PLT.MI) said Thursday it sees its 2007 revenue reaching EUR3.89 billion, and expects revenue for 2005 to be EUR3.78 billion.

 

  By: fabrizio maiocco on Venerdì 07 Ottobre 2005 14:55

cecchino!!

Parmalat nuova versione - gz  

  By: GZ on Giovedì 06 Ottobre 2005 13:44

l'avvio di Parmalat nuova versione è stato da manuale dopo che a Londra sul mercato grigio era partita sui 2.60 arrivando a 2.80 visto che tutti ne parlavano benissimo e Bondi con Marchionne è visto come un uomo d'oro il titolo ovvio che apre alla grande a 3.15 euro Dopotutto cosa c'è di meglio di un titolo di cui non sai niente come bilanci (completamente rifatti), oggetto di possibili acquisizioni perchè appena salvato da bancarotta, con un potenziale di guadagno vago che va da zero (nessuno sa se guadagni, con Tanzi era in perdita dal 1990) a 5 miliardi (a seconda dell'andamento di decine di cause di risarcimento con tutte le banche del mondo ?) lo buttano giù in modo esperto a 2.95 (-6%) perchè altrimenti come fanno a fare trading ? e poi ^PLT#^ riparte senza mai perdere una battuta fino a 3.15 ora (+7% dal minimo)

 

  By: Moderatore on Martedì 04 Ottobre 2005 22:58

.... La nuova Parmalat non avrà più nulla a che fare con il fondatore Calisto Tanzi e la sua famiglia. Tutte le vecchie azioni non hanno più alcun valore. I nuovi soci sono i creditori, quindi i principali sono le banche. Il capitale sociale è stato fissato in 1,6 miliardi di euro, diviso in 1,6 miliardi di azioni dal nominale di 1 euro. Capitalia è il primo azionista con il 5,5%, Jp Morgan ha il 2,3%, Banca Intesa il 2,1%, le americane Wells Fargo e Citigroup (tramite la famigerata società Buconero) hanno il 2% ciascuno. In più c’è il fondo Harbert distressed fund che rastrellando obbligazioni ha messo insieme il 2,7% del capitale. Sono azionisti Parmalat anche tutti i possessori dei vari bond che sono stati trasformati, con vari rapporti di concambio, in azioni. Difficile dire quanto vale la società e quale sarà il prezzo al debutto in Borsa. A Londra i titoli vengono scambiati al grey market (il cosiddetto “mercato grigio”, non ufficiale) intorno a 2,5 euro l’una. Secondo gli ultimi dati del piano industriale messo a punto dal commissario straordinario, Parmalat dovrebbe chiudere il 2005 con un Ebitda di 361 milioni di euro e un free cash flow di 148 milioni. Bisogna poi tenere conto che la nuova Parmalat ha in corso una marea di contenziosi legale: fra revocatorie e risarcimenti i suoi avvocati hanno avanzato richieste per una cinquantina di miliardi di euro. Se solo ne arrivasse il 5%, nelle casse della nuova società entrerebbero 2,6 miliardi. La richiesta maggiore, di 7,1 miliardi, è verso la banca svizzero-americana Csfb (Credit Suisse First Boston). Entro novembre verrà convocata l’assemblea per nominare il consiglio di amministrazione di 11 membri che per statuto non potranno essere scelti tra persone coinvolte nella passata gestione. A quel punto il commissario straordinario lascerà il timone al nuovo cda. Gli analisti delle varie case di brokeraggio stanno studiando i conti della società, della sua attività industriale, per arrivare a una valutazione. In giornata Websim pubblicherà un articolo sull'argomento.

 

  By: Moderatore on Martedì 04 Ottobre 2005 17:53

PARMALAT: BORSA, TORNA IN NEGOZIAZIONE DA GIOVEDI' 6 OTTOBRE Roma, 3 ott - Le azioni Parmalat torneranno a essere negoziate a Piazza Affari da giovedi' 6 ottobre. E' quanto si legge nell'avviso diffuso da Borsa Italiana che ha disposto l'inizio della negoziazione sulle azioni ordinarie della Parmalat. Borsa Italiana ha inoltre deciso che l'inizio delle negoziazioni dei warrant Parmalat sara' disposto da Borsa SpA con successivo provvedimento ''subordinatamente alla comunicazione da parte dell'emittente della messa a disposizione dei warrant Parmalat a favore degli aventi diritto sui relativi conti di depositivo presso intermediari finanziari''. Tornando al ritorno in borsa della azioni Parmalat, nell'avviso di Borsa SpA si legge che il capitale sociale di Parmalat ammonta a 1,6 miliardi di euro ed e' composto da 1,6 miliardi di titoli del valore nominale di 1 euro. Nel primo giorno di quotazione non sara' consentita l'immissione di proposte senza limite di prezzo. ----------------------------------------------------------------------