La nuova Parmalat ha risparmiato 12 miliardi - gz
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By: GZ on Domenica 09 Ottobre 2005 02:54
La valutazione di Parmalat post-crac può essere vista a 1.5 euro oppure a 4 euro a seconda di come uno vede i 14 miliardi di debiti che aveva a dicembre 2003 quando è fallita la vecchia Parmalat e la percentuale di possibile recupero sui 20 o 30 miliardi di risarcimenti chiesti da Bondi.
La vecchia Parmalat aveva 14 miliardi di debiti su cui pagava 7-800 milioni di interessi e la legge Marzano le consente di risorgere ora pulita da debiti il che non è poco, in molti paesi è impossibile fare una cosa del genere.
In secondo luogo Bondi ha calcolato che i creditori di questi 14 miliardi lasciati da Tanzi di debiti hanno diritto a circa il 10% dei vecchi debiti !!!!. Come nota Panerai su MF questa % è molto bassa e probabilmente avrebbe dovuto considerare anche i crediti revocati di 7 miliardi e se lo avesse fatto avrebbero avuto diritto almeno al 40%.
Invece ai creditori sono state assegnate azioni corrispondenti a 1.5 miliardi (il valore nominale delle azioni oggetto di "swap") in cambio dei loro 14 miliardi di crediti
Bondi in cambio di questo taglio del -90% dei crediti ha promesso il 50% dei dividendi e i risarcimenti delle cause), ma intanto mi sembra che grazie alla Marzano e poi a questa % del 10% estremamente bassa della nuova Parmalat per i creditori alla fine siano gli azionisti "nuovi" ad essere favoriti.
Il succo della storia e' che Tanzi ha messo assieme Parmalat facendo 14 miliardi di debiti, con 6-7 miliardi di fatturato non poteva sopravvivere pagando 800 milioni di interessi e si e' messo a truccare i conti.
Questi 14 miliardi di Debiti sono stati miracolosamente trasformati da Marzano e Bondi in 1.5 miliardi di azioni della nuova Parmalat con un "guadagno" teorico di 12.5 miliardi (14 - 1,5) rispetto alla vecchia entita'.
Se ora Parmalat rimanesse sui 2.70 euro avrebbe bruciato oltre a 3 miliardi di capitale degli azionisti vecchi (che sono stati azzerati) anche circa l'80% dei 14 miliardi di debiti (hanno accettato delle azioni pari il 10% solamente del loro debito e piu' hanno l'apprezzamento dei primi giorni) cioe' qualcosa come 13 miliardi.
Secondo me ci saranno sforzi per far oscillare il titolo in su per potere vendere meglio e recuperare qualcosa di piu' dei 10-11 miliardi di debiti a cui i creditori per ora hanno rinunciato
------------------------------- DA "MF" di oggi --------------
....Il recupero per i creditori si basa sul cosiddetto recovery ratio, cioè il calcolo di quante azioni della nuova società potranno essere concesse ai creditori in base alla dimensione dei loro crediti.
Il primo dato che entra a far parte del calcolo del recovery ratio è quello che sintetizza il valore dell'attivo che viene trasferito alla nuova società. Nel caso specifico (ed è questo il dato che rende discutibili le scelte di Bondi), il commissario aretino ha calcolato che l'attivo recuperabile e trasferibile alla nuova società ammontasse a circa 1,5 miliardi di euro, che è diventato anche, insieme ad altre componenti, il capitale della nuova società.
..... il calcolo che ha fatto Bondi è stato elementare. Ha diviso il valore dell'attivo trasferito per l'entità dei debiti complessivi della vecchia società, che da varie comunicazioni risultano essere stati pari a 14 miliardi di euro. Ne è emerso un risultato del 10,6% che ha corrisposto alla percentuale media di recupero dei creditori in generale, sebbene la proposta di Bondi, dal punto di vista giuridico, differenziasse la percentuale di concambio dei crediti in base alla società debitrice e alla tipologia del credito (chirografario o privilegiato).
Il concordato, elemento giuridico essenziale per poter procedere, è stato chiuso sulla base di questi numeri che, avendo cominciato a circolare da tempo, hanno indotto molti creditori di tutti i tipi e in particolare i detentori di obbligazioni a cedere il loro titolo agli organismi che nel frattempo si erano organizzati, come succede sempre in procedure di questo genere: oltre agli hedge fund specializzati anche società o persone che hanno un po' la vocazione dei monatti (come il cosiddetto fondo avvoltoio Usa Harbert), anche se il mercato, come si dice, è questo, bellezza!
I discriminati sono proprio coloro che sono stati indotti a cedere i crediti poiché avevano ricevuto in via informale l'informazione che avrebbero recuperato al massimo il 10%.
Ma i motivi per non esaltare la gestione commissariale sono anche altri e attengono ancora il calcolo del recovery ratio. A giudizio di alcuni esperti, infatti, sarebbe stato necessario includere nel conteggio i crediti di cui lo stesso Bondi ha chiesto la revocatoria e che sono pari a 7 miliardi di euro. Includendo questi crediti che Bondi ha contestato, la divisione avrebbe dovuto essere la seguente, visto che in una ideale partita doppia i crediti revocati vanno inscritti sia a destra che a sinistra, cioè sia all'attivo che al passivo: con questo metodo il numeratore diventa 1,5 miliardi (il patrimonio trasferito) più i 7 miliardi di crediti revocati e il denominatore diventa 14 miliardi di debiti totali più 7, quindi il numeratore diventa 8,5 e il denominatore 21. Il risultato della divisione è circa il 40%, cioè una percentuale assai diversa da quella media accordata.
Se poi addirittura si tiene conto non del valore del patrimonio apportato secondo le stime della gestione commissariale ma di quella che il mercato ha dato, tenendo conto che la società ha comunque un forte avviamento non avendo debiti (probabilmente l'errore di Bondi sta qui, nel non aver sufficientemente apprezzato la mancanza di debiti della nuova società), il numeratore sale di 3,5 miliardi e quindi diventa 5+7 (i debiti revocati), quindi 12, e il denominatore rimane invariato a 21. Risultato: 57%.
Naturalmente questo ultimo calcolo è estremo poiché tiene conto della valutazione della società che la borsa ha fatto il primo giorno di negoziazione, ma probabilmente dà in maniera evidente anche la spiegazione del perché, come il mercato grigio di Londra indicava da giorni, il valore della società fosse ben superiore a quello indicato da Bondi. Il commissario ha invece scelto un'altra via, garantendo ai futuri soci la distribuzione di dividendi pari almeno al 50% degli utili per 15 anni, più il ricavato delle cause o delle transazioni......