By: gianlini on Mercoledì 12 Settembre 2007 12:15
A proposito di manipolazione della realtà da parte dei giornalisti
questo è il resoconto del cronista che naturalmente se la prende con l'autista del tir
se guardate le immagini si vede bene come non ci sia contatto fra tir e auto ma, invece, come l'auto compia una manovra brusca esagerando la reazione ad uno spostamento abbastanza contenuto del tir verso sinistra, sbattendo contro il guardrail e andando poi a tagliare la strada al tir che prosegue la corsa, sbandando vistosamente ma per aver dovuto evitare l'auto e non come conseguenza di un primo, inesistente, urto
il cronista non accenna minimamente invece al fatto che la colpevole principale è, probabilmente, l'amministrazione che ha costryuito e progettato l'autostrada, e che non ha predisposto alcuno spazio di fuga o di sicurezza a sinistra della corsia, che è ridotta al minimo spazio indispensabile...chi è stato in germania o austria o olanda sa bene a cosa mi riferisco....
da noi è molto più facile prendersela con l'autista distratto o con il cittadino evasore e ubriacone
Firenze, l'incidente con una vittima ripreso dalle telecamere dell'autostrada
MILANO — Venti secondi per morire. Istanti lunghissimi, tra panico, terrore, dolore: la tortura più grande se la morte non arriva all’improvviso. Per un pensionato di 87 anni, è andata proprio così. La sua vita è finita tragicamente in un incidente sull’autostrada Firenze Mare. E sarebbe rimasto uno dei tanti scontri ormai ordinari, che si registrano giorno dopo giorno, allungando la lista infinita di decessi e feriti sulle strade italiane, se la sequenza mortale non fosse stata ripresa dalle telecamere della Società Autostrade. Un documento agghiacciante trasmesso ieri da TG1 e Studio Aperto, che racconta come si può morire oltre l’ipotesi della «tragica fatalità».
È l'ora di punta lungo l’autostrada Firenze Mare, tra il casello di Pistoia e quello di Lucca. Le immagini, sia pur in lontananza, riprendono con chiarezza un’utilitaria nera che cerca di spostarsi sulla sinistra per sorpassare. Una manovra non azzardata, nonostante il traffico sulla carreggiata. E accade l’incredibile, almeno a giudicare dalle circostanze apparentemente filmate. Nello stesso tempo un Tir affianca l’auto, come se cercasse di speronarla. Realtà non finzione. Alla guida dell’utilitaria c’è un uomo di cinquant’anni, e a bordo ci sono i suoi anziani genitori. Eppure la sensazione forte è di essere finiti in un frame di «Duel», il film di Steven Spielberg dove il protagonista David Mann si mette alla guida come ogni giorno, e improvvisamente si ritrova a competere con un mostro d’acciaio che gli taglia la strada e gli toglie il respiro.
Novanta minuti di tensione nei quali è impossibile staccarsi dallo schermo. Ma qui siamo sulla Firenze Mare, e al volante non c’è David Mann. Eppure c'è una sfida aperta, senza ragione. Il conducente del Tir stringe sulla sinistra, e l’utilitaria finisce contro il guard-rail. A questo punto, se è lecito credere che all'inizio l'autista si fosse distratto, ora è impossibile pensare che non si sia accorto dell'urto. Infatti non è finita. L'auto rimbalza, perde il controllo, ruota su se stessa attraversando la carreggiata (a due corsie). E la tragedia si compie mentre l’automezzo pur vedendosi tagliare la strada dalla vettura che viaggia come una scheggia impazzita, continua la sua corsa. Indisturbato, senza neppure fermarsi. E si lascia dietro un rottame, schiantatosi contro un vivaio, con un morto e due feriti. Sarà il conducente dell’auto (sopravvissuto insieme alla madre), figlio del pensionato, a raccontare alla polizia stradale la dinamica dell’incidente. E alle sue parole si aggiungono queste immagini capaci di far rintracciare il nome della ditta di trasporti alla quale appartiene il Tir. È bastato un colloquio con il titolare per risalire, senza margine di errore, al conducente di turno a quell’ora su quella tratta. Per lui l’ultima corsa.