aspettando il crollo immobiliare 2

 

  By: gekko's on Venerdì 07 Dicembre 2007 11:35

comincio a preoccuparmi per il mutuo. da ottobre 2005 che ho iniziato a pagare 730,00 euro al mese per un mutuo 3o anni di 180.000,00 ora, e gia da 10 mesi sta pagando rate mensili di 1120,00 € quando ho apero il mutuo con unicredit banca per la casa mi hanno \"consigliata/costretta\"ad aprire un conto corrente alla unicredit banca. ho sottoscritto un prestito di 7.000 euro con rata di 242,oo mensili ,che col mutuo e la rata ci stavo dentro. poi quando il mutuo è schizzato cosi altro, io versavo solo la rata del mutuo lasciando indietro il finanziamento la banca cosa fa? tieni i rid del finamziamento ne somma 4 e quando verso il 1100,00 per il mutuo questi vanno aoprire le rate arretrate del finanziamento. cosi mi hanno chiamata da nicredit banca per la casa, dicendomi che ci sono delle mensilità del mutuo non pagate. tra i due debiti non volevo assolutamernte restare in dietro con il mutuo, chiarito il pasticcio con la banca erogatrice del mutuo, ora tutti i mesi lo verso su un conto corrente che mi hanno dato loro, senza passare del conto corrente aperto in unicredit. resta il fatto che ho delle rate arretate, un costo mensile che faccio una grande fatica a pagare ma che sto pagando regolarmente non so a chi rivolgermi per farmi fare i conteggi e verificare se quell’aumento cosi forte è regolare, sono confusa e ho il timore che possano pignorare la casa. è possibile chiedere alla banca di mettere le rate che sono rimaste indietro in coda? Datemi un consiglio pia

 

  By: gekko's on Venerdì 07 Dicembre 2007 11:32

Non ce la faccio più a pagare il mutuo Sono sposato e non ce la faccio piu a pagare il mutuo a tasso variabile. Io guadagno 1.365 euro al mese e la rata del mutuo è arrivata da sett. 2007 che era di 1.270 a novembre 2007 a eurp 1.335. Chiedo aiuto fate qualcosa se no il mio sogno di una vita va in fumo. Questa casa l'ho presa dopo 12 anni di affitto ma forse era meglio che ci rimanevo in affitto. Chiedo aiuto e c'è tanta gente come me. Fate qualcosa. Pietro (5 dicembre 2007) ^clicca qui#http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=14530&sez=HOME_MAIL^

 

  By: gekko's on Lunedì 12 Novembre 2007 16:17

^clicca qui#http://www.multimedia.ilsole24ore.com/media/247ad462-7d79-11dc-8476-00000e25108c/247ad462-7d79-11dc-8476-00000e25108c.shtml^

 

  By: gekko's on Martedì 06 Novembre 2007 15:19

ma non puoi citare la fonte, gekko? dove cavalo e' stato pubblicato questo articolo? ^clicca qui#http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=216361^

 

  By: nasdacchio on Lunedì 05 Novembre 2007 07:48

05 Novembre 2007 01:59 NEW YORK LA CRISI SUBPRIME SBALLA I CONTI DI NEW YORK CITY di WSI La Big Apple quest'anno incassera' 1/3 in meno in tasse da Wall Street, un ammanco di $1.1 miliardi. Motivo: la peggiore crisi nel settore finanziario dall'11 settembre 2001. I licenziati sono 20.000. E per chi resta, niente bonus. New York City incassera' nel 2007 1/3 in meno in tasse da Wall Street, cioe' un ammanco in gettito fiscale di circa $1.1 miliardi. Motivo: il caos nel settore creditizio esploso con la crisi dei mutui subprime. La Big Apple vive il piu' pesante ridimensionamento del comparto finanziario dall'11 settembre 2001. Il credit crunch e' gia' costato alle grandi banche d'affari decine di miliardi di svalutazioni e ha provocato il siluramento di due tra i massimi protagonisti di Wall Street, il CEO di Merrill Lynch Stan O'Neal e quello di Citigroup Chuck Prince. Il buco nel budget del comune di New York e' dovuto ai minori profitti delle banche, alla riduzione drastica dei bonus annuali e ai licenziamenti programmati o in arrivo. Il tutto costera' circa $175 per ogni adulto che vive a New York. City Hall, cioe' il comune, ricava il 9% del gettito fiscale da Wall Street, pari a $3.3 miliardi. Nel 2006 il comparto finanziario ha pagato una cifra record in bonus di $33.6 miliardi, stando a statistiche ufficiali. Un calo stimato prudentemente in -40% dei bonus significherebbe $13.4 miliardi in meno quest'anno, cioe' $490 milioni di minor gettito fiscale per il comune. Non e' un mercato per vedove e orfani. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul link INSIDER Per adesso sono stati annunciati a livello nazionale 98.700 licenziamenti, di questi circa il 20%, cioe' 20.000, sono previsti a New York State e la meta', cioe' 10.000, a Manhattan. Nella drastica riduzione di personale dovuta al credit cruch sono coinvolti colossi come Merrill Lynch, UBS, Citigroup, Bear Sterns e centinaia di piccole boutique finanziarie con sede a Manhattan e dintorni. \"Non credo che ancora abbiamo un'idea chiara di quel che potra' accadere\", commenta John Challenger, CEO di Challenger, Gray & Christmas, una societa' di consulenza che monitora il mercato del lavoro. \"Dobbiamo aspettare e vedere. Ma il caos potrebbe portare a condizioni molto difficili in futuro. Si comincia a intravedere solo adesso la dimensione del fenomeno\". Purtroppo, per quanto ci vogliano mettere le pezze, bisogna guardare alla realtà, e la realtà dice che uno Stato è fatto di molte città, e che gli Stati uniti, sono fatti di molti stati....a noi comuni mortali l'ardua sentenza sull'amministrazione Bush, sul controllo che puo' avere un presidente sostenuto alle elezioni, e non, da aziende e uomini di affari. mani pulite italiano, non si puo' fare in america, tutto si svolge alla luce del giorno, è lecito poter finanziare campagne elettorali, e non credo solo quelle, aggiungo,....la verità è questa pero'...bisogna pure contraccambiare..chiudere un okkio...agevolare i business...e chi paga????tutto il mondo è paese.!!...ritengo anche che l'america, questa volta, si è giocata la leadership, perchè se la sedia traballa ora ci sono molti paesi pronti a farla cadere...al contrario di qualche anno fa! Credo che stanno spingendo sul pedale moti paesi. La crisi subprime, era prevedibile, e non si è fatto niente per il popolo, a giochi quasi fatti gli si da' 1 punto premio... si è fatto solo qualcosa per salvare la faccia a quello stupido di bush....a me la sua fa ridere...come si fa ad affidare la piu' grande potenza mondiale ad uno cosi'...ubriaco e figlio di papa'...si il papa'...i suoi servizi...saranno loro ????cosa hanno in testa gli americani quando vanno a votare???..a sto punto mi tengo i mastella de noi altri....meglio ancora cicciolina, ai bei tempi pero'!!!:mad:

 

  By: britney on Sabato 03 Novembre 2007 23:01

\"Addio, m’ammazzo per colpa del mutuo\". Aumentano i suicidi di Stefano Lorenzetto Aumentano suicidi e tragedie tra i debitori delle banche perché le rate dei finanziamenti immobiliari diventano sempre più pesanti. Il costo del denaro sale, il 91% dei prestiti è a tasso variabile. E i pignoramenti, che sono già il 3,5% dei tre milioni e mezzo di contratti, si impenneranno al 19% Un mese e mezzo fa, nel Nord Est apparentemente assai benestante, a 500 metri in linea d’aria dalla casa in cui sono nato, un marocchino di 30 anni ha ucciso per strada la compagna, vibrandole otto coltellate sotto gli occhi dei passanti. Movente del delitto: la rata mensile, 700 euro, del mutuo trentennale di 140.000 euro che insieme avevano acceso per l’acquisto di un appartamento. Lei, una vedova con due bimbe a carico, non riusciva a pagare la sua parte. Se 40 anni fa qualcuno avesse detto a mio padre, a me o a un qualsiasi abitante di quel quartiere che un giorno sarebbe accaduto un fatto simile, nessuno ci avrebbe creduto. Per il semplice motivo che le case allora erano appannaggio dei sióri e i poaréti, tuttalpiù, potevano ambire ad averle a pigione. La scorsa settimana, a Tolentino, 450 chilometri più a sud, un lavoratore modello di 43 anni s’è impiccato nel magazzino aziendale, lasciando un figlio di 9 da crescere. La moglie ha raccontato in lacrime ai carabinieri che il marito era molto preoccupato per un mutuo di 50.000 euro, con rate mensili di 500 euro, ottenuto da una banca per comprarsi un’abitazione. Forza Nuova ha annunciato che denuncerà per istigazione al suicidio i responsabili dell’istituto di credito. Tragedie simili un tempo si contavano sulle dita di una mano. Per restare all’ultimo decennio: un operaio di Adrano (Catania) suicida con i gas di scarico della Fiat 850 per un mutuo da 40 milioni di lire; una donna di Adelfia (Bari), madre di quattro figli, con la gola squarciata perché la pensione del marito non bastava più a pagare le rate mensili sempre più onerose; un commercialista di Napoli, padre di due figli, a capofitto nella tromba delle scale pochi mesi dopo aver ricevuto da un istituto di credito un prestito di 200 milioni di lire per la casa. A Verona, la ricca città dove il marocchino ha trucidato la convivente, vi sono attualmente 1.341 alloggi sotto pignoramento. Un numero che fa allargare le braccia persino ai cancellieri del tribunale: «Mai visto nulla del genere». Tecnicamente si chiamano «esecuzioni immobiliari pendenti»: in una sola mattinata si è arrivati a 19. La maggior parte dei capifamiglia coinvolti hanno tra i 25 e i 40 anni, dato anagrafico compatibile con una visione forse troppo baldanzosa della vita. Impossibilitate a pagare le rate del mutuo, l’anno scorso 946 famiglie sono state private della loro casa, con l’aggravante d’aver visto andare in fumo tutti i risparmi investiti. Nel 2000 il numero degli immobili messi all’asta per lo stesso motivo non superava le 100 unità. Ne consegue che in sei anni i pignoramenti sono aumentati dell’846%. Un’ecatombe. Prendo per buoni i dati dell’Adusbef (Associazione difesa consumatori utenti bancari, finanziari e assicurativi), anche se detesto il tono declamatorio con cui il suo presidente, Elio Lanutti, si affaccia a giorni alterni nei telegiornali per sillabarceli: in Italia le procedure immobiliari o i pignoramenti sono pari al 3,5%, quindi oltre 120.000 su 3,5 milioni del totale dei mutui, ma destinati ad aumentare del 19% a causa dell’insostenibilità delle rate, visto che la quasi totalità dei prestiti – il 91%, per essere esatti – sono stati concessi a tasso variabile e quindi soggiacciono all’andamento sfavorevole del costo del denaro. Quello della casa non è che l’aspetto più macroscopico di un’emergenza sociale ed economica che comincia a impensierire (alla buonora!) le autorità. Lunedì scorso un vertice con i prefetti di Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, come dire il gotha delle regioni a reddito più elevato, presieduto a Venezia da Ettore Rosato, sottosegretario agli Interni, s’è concluso con un allarmato avvertimento di Guido Nardone, rappresentante del governo nella città lagunare: «La spesa a rate è molto pericolosa, dà l’illusione alla gente di potersi permettere ogni cosa. Le famiglie si stanno indebitando fino all’osso». Per acquistare la casa? Macché. Roberto De Marco, responsabile veneto del settore risparmio di Federconsumatori, sta seguendo il caso di un centinaio di persone che in provincia di Treviso avevano sottoscritto un prestito di 500 euro con una finanziaria per l’abbonamento annuale alla palestra. Oltre alla forma fisica, si acquistano a rate la Tv al plasma, le vacanze, i mobili, gli elettrodomestici, i computer. E l’auto, naturalmente. Siamo arrivati all’assurdo per cui a un giornalista del Corriere del Veneto, che voleva pagare in contanti una vettura di media cilindrata, il concessionario di una nota casa europea ha insistito per proporre invece il finanziamento. «Se l’agente preferisce vendere a credito, vuol dire che certamente ha un guadagno maggiore. E di riflesso che lui, o la casa madre, stanno tentando di vendermi un secondo prodotto», è il commento del collega. Temo che si tratti della stessa casa automobilistica che ha convinto le finanziarie a inventare per i nuovi ricchi del Nord Est un mutuo così strutturato: villa di rappresentanza finto palladiana con inclusa una berlinona da 100.000 e passa euro. Mica si può farli tornare a casa la sera col ghiaino del viale d’ingresso che crocchia sotto le ruote di una Hyundai, vi pare? «Compri oggi e cominci a pagare fra un anno» è l’esatto contrario, a pensarci bene, di ciò che facevano i nostri padri, che risparmiavano ogni giorno nella speranza di potersi permettere qualcosa – la prima stufa a gas, la prima lavatrice, il primo televisore – dopo due o tre anni. Una casa, quando andava bene, dopo 30. Allora vogliamo dirla chiara e tonda? Abbiamo fatto gli americani senza esserlo. Il paradosso è che persino gli americani sono in difficoltà: in un anno il numero delle abitazioni pignorate negli Stati Uniti è raddoppiato. Secondo una recente indagine della Cgia di Mestre (roba seria), l’indebitamento per credito al consumo è cresciuto nel nostro Paese del 15% rispetto all’anno precedente. Ogni famiglia ha mediamente obblighi per 13.000 euro (erano 12.300 nel 2005 e 10.500 nel 2004). In un quadriennio gli italiani hanno quasi raddoppiato il ricorso ai finanziamenti per le loro spese più o meno voluttuarie, passando dai 45 miliardi di euro nel 2002 ai quasi 90 nel 2006. È anche vero, come mi ha spiegato Ettore Gotti Tedeschi, presidente della Santander Consumer Bank, che «il credito al consumo non è che un mezzo, uno strumento utile come il coltello a tavola, bisogna solo imparare a usarlo» e che «ci sono coppie di giovani che non si sposerebbero se non potessero pagare a rate l’arredamento». Ma qui è venuto il momento d’insegnare alla gente il modo corretto d’impugnarlo, questo coltello. Altrimenti temo che finirà per essere usato sempre più spesso in circostanze come quelle descritte all’inizio. Nella fabbrica di Giancarlo De Bortoli, un piccolo imprenditore tessile di Pramaggiore (Venezia), un terzista che produce per Jil Sander e per Gucci, uno sgobbone che ha ancora i piedi per terra e che s’è mangiato due case (sue) pur di tener testa alla delocalizzazione selvaggia, ho avuto la sorpresa di trovare appesa alla parete, incorniciata, una pagina dei Tipi italiani del 19 marzo 2006. Era l’intervista con Eugenio Benetazzo, trentaduenne trader professionista, cioè operatore di Borsa indipendente, che annunciava «un mutamento epocale senza precedenti». ....... Allora avevo definito Benetazzo «il Beppe Grillo dei poveri». Oggi devo riconoscere che molte delle sue funeree previsioni si sono puntualmente avverate. A cominciare da questa, raggelante: «Nei prossimi nove mesi il costo del denaro è destinato a salire dal 2,50% al 3,50%. Chi ha un mutuo a tasso variabile sulla prima casa cammina sull’orlo di un burrone. Nessun giornale lo ha scritto, ma in Giappone vi è stato un aumento del 35% dei suicidi: le vittime sono capifamiglia che, in seguito al rialzo dei tassi, non riescono a onorare il debito con la banca neppure vendendo l’immobile per cui hanno chiesto il prestito». Ebbene, in 19 mesi il costo del denaro è salito addirittura al 4%, il che significa che su un mutuo integrale per 100.000 euro i rialzi dei tassi hanno comportato interessi aggiuntivi, non pianificati in fase di rogito, per 1.500 euro l’anno: è come se fosse sparito da tanti bilanci familiari un intero stipendio mensile. Gli interessi sui mutui a tasso variabile sono aumentati da quel marzo 2006 di oltre il 60%. Aggiunse Benetazzo: «Sa quale importo arriva a concedere un istituto di credito veneto al cliente che si presenta a chiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa? Il 120%. Non sto scherzando. Ti comprano loro l’abitazione e in più ti offrono un 20% per le spese notarili, i mobili, la tinteggiatura, il trasloco e anche per la cassa da morto, aggiungo io». Macabro. Ma profetico. Ho controllato ieri: questa banca continua a offrire un prodotto che si chiama Mutuotutto Trasgressivo. L’aggettivo mi sembra appropriato. Al pari dello slogan con cui viene reclamizzato: «Abbiamo esagerato: finanziamo la tua casa fino al 120%!». Il simbolo del mutuo è un sandwich a quattro piani. Poi non bisogna stupirsi se qualcuno ci si strozza. :eek::eek: ma non puoi citare la fonte, gekko? dove cavalo e' stato pubblicato questo articolo?

 

  By: gekko's on Venerdì 02 Novembre 2007 10:43

\"Addio, m’ammazzo per colpa del mutuo\". Aumentano i suicidi di Stefano Lorenzetto Aumentano suicidi e tragedie tra i debitori delle banche perché le rate dei finanziamenti immobiliari diventano sempre più pesanti. Il costo del denaro sale, il 91% dei prestiti è a tasso variabile. E i pignoramenti, che sono già il 3,5% dei tre milioni e mezzo di contratti, si impenneranno al 19% Un mese e mezzo fa, nel Nord Est apparentemente assai benestante, a 500 metri in linea d’aria dalla casa in cui sono nato, un marocchino di 30 anni ha ucciso per strada la compagna, vibrandole otto coltellate sotto gli occhi dei passanti. Movente del delitto: la rata mensile, 700 euro, del mutuo trentennale di 140.000 euro che insieme avevano acceso per l’acquisto di un appartamento. Lei, una vedova con due bimbe a carico, non riusciva a pagare la sua parte. Se 40 anni fa qualcuno avesse detto a mio padre, a me o a un qualsiasi abitante di quel quartiere che un giorno sarebbe accaduto un fatto simile, nessuno ci avrebbe creduto. Per il semplice motivo che le case allora erano appannaggio dei sióri e i poaréti, tuttalpiù, potevano ambire ad averle a pigione. La scorsa settimana, a Tolentino, 450 chilometri più a sud, un lavoratore modello di 43 anni s’è impiccato nel magazzino aziendale, lasciando un figlio di 9 da crescere. La moglie ha raccontato in lacrime ai carabinieri che il marito era molto preoccupato per un mutuo di 50.000 euro, con rate mensili di 500 euro, ottenuto da una banca per comprarsi un’abitazione. Forza Nuova ha annunciato che denuncerà per istigazione al suicidio i responsabili dell’istituto di credito. Tragedie simili un tempo si contavano sulle dita di una mano. Per restare all’ultimo decennio: un operaio di Adrano (Catania) suicida con i gas di scarico della Fiat 850 per un mutuo da 40 milioni di lire; una donna di Adelfia (Bari), madre di quattro figli, con la gola squarciata perché la pensione del marito non bastava più a pagare le rate mensili sempre più onerose; un commercialista di Napoli, padre di due figli, a capofitto nella tromba delle scale pochi mesi dopo aver ricevuto da un istituto di credito un prestito di 200 milioni di lire per la casa. A Verona, la ricca città dove il marocchino ha trucidato la convivente, vi sono attualmente 1.341 alloggi sotto pignoramento. Un numero che fa allargare le braccia persino ai cancellieri del tribunale: «Mai visto nulla del genere». Tecnicamente si chiamano «esecuzioni immobiliari pendenti»: in una sola mattinata si è arrivati a 19. La maggior parte dei capifamiglia coinvolti hanno tra i 25 e i 40 anni, dato anagrafico compatibile con una visione forse troppo baldanzosa della vita. Impossibilitate a pagare le rate del mutuo, l’anno scorso 946 famiglie sono state private della loro casa, con l’aggravante d’aver visto andare in fumo tutti i risparmi investiti. Nel 2000 il numero degli immobili messi all’asta per lo stesso motivo non superava le 100 unità. Ne consegue che in sei anni i pignoramenti sono aumentati dell’846%. Un’ecatombe. Prendo per buoni i dati dell’Adusbef (Associazione difesa consumatori utenti bancari, finanziari e assicurativi), anche se detesto il tono declamatorio con cui il suo presidente, Elio Lanutti, si affaccia a giorni alterni nei telegiornali per sillabarceli: in Italia le procedure immobiliari o i pignoramenti sono pari al 3,5%, quindi oltre 120.000 su 3,5 milioni del totale dei mutui, ma destinati ad aumentare del 19% a causa dell’insostenibilità delle rate, visto che la quasi totalità dei prestiti – il 91%, per essere esatti – sono stati concessi a tasso variabile e quindi soggiacciono all’andamento sfavorevole del costo del denaro. Quello della casa non è che l’aspetto più macroscopico di un’emergenza sociale ed economica che comincia a impensierire (alla buonora!) le autorità. Lunedì scorso un vertice con i prefetti di Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, come dire il gotha delle regioni a reddito più elevato, presieduto a Venezia da Ettore Rosato, sottosegretario agli Interni, s’è concluso con un allarmato avvertimento di Guido Nardone, rappresentante del governo nella città lagunare: «La spesa a rate è molto pericolosa, dà l’illusione alla gente di potersi permettere ogni cosa. Le famiglie si stanno indebitando fino all’osso». Per acquistare la casa? Macché. Roberto De Marco, responsabile veneto del settore risparmio di Federconsumatori, sta seguendo il caso di un centinaio di persone che in provincia di Treviso avevano sottoscritto un prestito di 500 euro con una finanziaria per l’abbonamento annuale alla palestra. Oltre alla forma fisica, si acquistano a rate la Tv al plasma, le vacanze, i mobili, gli elettrodomestici, i computer. E l’auto, naturalmente. Siamo arrivati all’assurdo per cui a un giornalista del Corriere del Veneto, che voleva pagare in contanti una vettura di media cilindrata, il concessionario di una nota casa europea ha insistito per proporre invece il finanziamento. «Se l’agente preferisce vendere a credito, vuol dire che certamente ha un guadagno maggiore. E di riflesso che lui, o la casa madre, stanno tentando di vendermi un secondo prodotto», è il commento del collega. Temo che si tratti della stessa casa automobilistica che ha convinto le finanziarie a inventare per i nuovi ricchi del Nord Est un mutuo così strutturato: villa di rappresentanza finto palladiana con inclusa una berlinona da 100.000 e passa euro. Mica si può farli tornare a casa la sera col ghiaino del viale d’ingresso che crocchia sotto le ruote di una Hyundai, vi pare? «Compri oggi e cominci a pagare fra un anno» è l’esatto contrario, a pensarci bene, di ciò che facevano i nostri padri, che risparmiavano ogni giorno nella speranza di potersi permettere qualcosa – la prima stufa a gas, la prima lavatrice, il primo televisore – dopo due o tre anni. Una casa, quando andava bene, dopo 30. Allora vogliamo dirla chiara e tonda? Abbiamo fatto gli americani senza esserlo. Il paradosso è che persino gli americani sono in difficoltà: in un anno il numero delle abitazioni pignorate negli Stati Uniti è raddoppiato. Secondo una recente indagine della Cgia di Mestre (roba seria), l’indebitamento per credito al consumo è cresciuto nel nostro Paese del 15% rispetto all’anno precedente. Ogni famiglia ha mediamente obblighi per 13.000 euro (erano 12.300 nel 2005 e 10.500 nel 2004). In un quadriennio gli italiani hanno quasi raddoppiato il ricorso ai finanziamenti per le loro spese più o meno voluttuarie, passando dai 45 miliardi di euro nel 2002 ai quasi 90 nel 2006. È anche vero, come mi ha spiegato Ettore Gotti Tedeschi, presidente della Santander Consumer Bank, che «il credito al consumo non è che un mezzo, uno strumento utile come il coltello a tavola, bisogna solo imparare a usarlo» e che «ci sono coppie di giovani che non si sposerebbero se non potessero pagare a rate l’arredamento». Ma qui è venuto il momento d’insegnare alla gente il modo corretto d’impugnarlo, questo coltello. Altrimenti temo che finirà per essere usato sempre più spesso in circostanze come quelle descritte all’inizio. Nella fabbrica di Giancarlo De Bortoli, un piccolo imprenditore tessile di Pramaggiore (Venezia), un terzista che produce per Jil Sander e per Gucci, uno sgobbone che ha ancora i piedi per terra e che s’è mangiato due case (sue) pur di tener testa alla delocalizzazione selvaggia, ho avuto la sorpresa di trovare appesa alla parete, incorniciata, una pagina dei Tipi italiani del 19 marzo 2006. Era l’intervista con Eugenio Benetazzo, trentaduenne trader professionista, cioè operatore di Borsa indipendente, che annunciava «un mutamento epocale senza precedenti». «Ci siamo!», testimonia De Bortoli. «I miei dipendenti non ce la fanno più. Sono indebitati fin sopra la punta dei capelli. Basta che in famiglia qualcuno abbia bisogno di cure dentarie ed è la rovina. Vengono a piangere nel mio ufficio. Che devo fare? M’invento una gratifica, gli anticipo lo stipendio o la tredicesima. Fin che posso... Ma ormai sono io stesso a un bivio: a fine mese o preparo le buste paga o verso i contributi. Mi dica Prodi quale delle due». Allora avevo definito Benetazzo «il Beppe Grillo dei poveri». Oggi devo riconoscere che molte delle sue funeree previsioni si sono puntualmente avverate. A cominciare da questa, raggelante: «Nei prossimi nove mesi il costo del denaro è destinato a salire dal 2,50% al 3,50%. Chi ha un mutuo a tasso variabile sulla prima casa cammina sull’orlo di un burrone. Nessun giornale lo ha scritto, ma in Giappone vi è stato un aumento del 35% dei suicidi: le vittime sono capifamiglia che, in seguito al rialzo dei tassi, non riescono a onorare il debito con la banca neppure vendendo l’immobile per cui hanno chiesto il prestito». Ebbene, in 19 mesi il costo del denaro è salito addirittura al 4%, il che significa che su un mutuo integrale per 100.000 euro i rialzi dei tassi hanno comportato interessi aggiuntivi, non pianificati in fase di rogito, per 1.500 euro l’anno: è come se fosse sparito da tanti bilanci familiari un intero stipendio mensile. Gli interessi sui mutui a tasso variabile sono aumentati da quel marzo 2006 di oltre il 60%. Aggiunse Benetazzo: «Sa quale importo arriva a concedere un istituto di credito veneto al cliente che si presenta a chiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa? Il 120%. Non sto scherzando. Ti comprano loro l’abitazione e in più ti offrono un 20% per le spese notarili, i mobili, la tinteggiatura, il trasloco e anche per la cassa da morto, aggiungo io». Macabro. Ma profetico. Ho controllato ieri: questa banca continua a offrire un prodotto che si chiama Mutuotutto Trasgressivo. L’aggettivo mi sembra appropriato. Al pari dello slogan con cui viene reclamizzato: «Abbiamo esagerato: finanziamo la tua casa fino al 120%!». Il simbolo del mutuo è un sandwich a quattro piani. Poi non bisogna stupirsi se qualcuno ci si strozza. :eek::eek:

 

  By: gekko's on Mercoledì 31 Ottobre 2007 17:00

INTERVENTi DEl governatore e del ministro alla giornata mondiale del risparmio Draghi: mutui troppo cari per le famiglie «In aumento il costo dei prestiti a tasso variabile». Padoa-Schioppa: «Lungo il risanamento dei conti» Il ministro Padoa-Schioppa con il governatire Draghi (Lapresse) ROMA - «L'incidenza delle sofferenze sui prestiti per acquisto di abitazioni, ancora bassa, inizia a mostrare segnali di deterioramento». È l'allarme lanciato dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi che, nel suo intervento alla giornata mondiale del risparmio evidenzia come «per le famiglie e le imprese il rialzo dei tassi interbancari si rifletterà in un aumento del costo dei prestiti a tasso variabile». Mezzo punto in più - spiega - «comporterebbe in media un aggravio dello 0,6% del reddito disponibile; l'incidenza sarebbe maggiore per le famiglie meno abbienti». IL COSTO DEI CONTI CORRENTI - La tenuta di un conto corrente bancario costa in media 130 euro l'anno, ma può arrivare, se il deposito è molto movimentato, anche a 218 euro. È quanto emerge dall'indagine condotta dalla Banca d'Italia su 4.500 conti tenuti presso più di 130 istituti di credito. A dare i risultati è stato lo stesso Governatore, nel corso del suo intervento alla giornata mondiale del risparmio. «Sulla base di prime elaborazioni - ha detto Mario Draghi - la spesa media annua per un conto corrente è oggi pari a 130 euro. La spesa, pur ridotta in media rispetto ad una indagine simile del 2005, effettuata con criteri e finalità in parte diversi, è molto variabile anche a causa delle diverse caratteristiche di operatività: il 25% dei conti con il minor numero di operazioni annue costa in media 70 euro, contro i 218 del 25% con il maggior numero di operazioni». Gli italiani preferiscono ora i conti «a pacchetto», piuttosto che quelli a «consumo» dove gli oneri dipendono dal numero dei movimenti. MIGLIORARE L'INFORMAZIONE - Draghi ha quindi invitato le banche a «continuare a migliorare l'informazione fornita alla clientela. Trasparenza delle condizioni, concorrenza tra banche, attenzione per la clientela, consapevolezza di quest' ultima contribuiscono alla riduzione dei costi, possono e devono stimolare ulteriori progressi». MUTUI SUBPRIME - «L'esposizione diretta dei maggiori gruppi bancari italiani al settore dei mutui subprime statunitensi è limitata». Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, usa toni rassicuranti per descrivere l'impatto della crisi finanziaria scoppiata negli Stati Uniti sul comparto creditizio nazionale. «Il sistema bancario italiano ha risentito della turbolenza e delle conseguenti tensioni sui mercati monetari in misura minore rispetto ad altri» ha detto Draghi. PADOA-SCHIOPPA: «RISANAMENTO LUNGO» - «Il cammino di risanamento dei conti non è concluso, è ancora lungo» ha poi sottolineato il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio. Il ministro ha però aggiunto che la prospettiva di riportare il debito «al di sotto del 100% del Pil per la prima volta dal 1991, è a portata di mano». Il debito, ha evidenziato, è un peso soprattutto per le nuove generazioni: proprio i giovani «sono i primi a sostenere il costo del debito, a soffrire l'assenza di adeguate protezioni sociali per un mono del lavoro flessibile, a subire la sproporzione tra le pensioni a cui contribuiscono e quelle che riceveranno, a sopportare il depauperamento delle risorse naturali pe mancati investimenti in uno sviluppo più attento alla preservazione dell'ambiente». 31 ottobre 2007 ^clicca qui#http://www.corriere.it/economia/07_ottobre_31/draghi_conti_correnti.shtml^

 

  By: ocramwall on Sabato 27 Ottobre 2007 22:47

In questa storiaccia ,chea dir il vero ,è una delle tante che vanno ad ingarbugliare la vita economico-sociale del mondo ,ormai globale. Tutti hanno la loro dose di colpa..: Le banche le quali aldilà di qualche piccola borsa di studio ben reclamizzata, fanno unicamente il loro immediato interesse. I costruttori che gonfiando i prezzi delle abitazioni hannop reso il bene primario quasi inarrivabile ai cittadini . Le immobiliari di compravendita che sono anelli inutili e costosi per chi compera. Ma anche gran parte di chi oggi dice di non farcela più a pagare la rata del mutuo ,lasciando stare chi si è trovato in casistiche eccezzionali ,tipo la perdita inaspettata del lavoro, gli altri che hanno sottoscritto un mutuo magari trentennale per tre buchetti di stanze , senza la ben che minima pianificazione, aggiungendo gia che ci siamo : Cellulari ,televisori al plasma ed altri bellissimi gadget proprio non di primissima necessità..............tanto prendi adesso e paghi fra sei mesi!!!!!!!!!!!!!!! Alla fine tutto si somma ed è chiaro che le cose si complicano. Ma alla fine sono convinto che questi furbetti l'avranno vinta e allora giu contributi pubblici per appianare la situazione ,a tutto favore del funzionamento generale dell'economia ........... A discapito di chi ha pianificato la propria vita con rigore ed oculatezza....... in economia si dice : \"DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA\" che buffonata..:eek:

 

  By: britney on Venerdì 26 Ottobre 2007 17:49

anche se i copia&incolla sono noiosi certi documenti non si puo' ignorarli, vero? Allarme delle associazioni dei consumatori: in aumento pignoramenti ed esecuzioni immobiliari per il caro mutui di Claudio Tucci (ilsole24ore) La stima dell'aumento dei pignoramenti in alcune città Aumentano pignoramenti ed esecuzioni immobiliari legati all'insostenibilità del mutuo. Incrementi, secondo una stima delle associazioni dei consumatori, in media del 20% in piccole e grandi città. Milano al primo posto per numero di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nel corso del 2006, con 1.883 procedimenti e con un aumento previsto per l'anno in corso del 22 per cento. Seguono Roma e Torino, rispettivamente con 1.510 e 1.403 casi, con un incremento previsto nel 2007 del 21% nella Capitale del 24% nel capoluogo piemontese. Primato degli aumenti di procedimenti esecutivi e pignoramenti nel 2007 a Napoli, dove viene stimato un incremento di procedimenti del 29 per cento, da 1.320 a 1.690. A renderlo noto sono le quattro associazioni dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che, a Roma, in occasione della quinta edizione del premio «Amico del consumatore 2007» lanciano un vero e proprio grido di allarme sul generalizzato incremento di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nei tribunali italiani. L'Adiconsum stima che circa 400mila famiglie, pari al 25% di quelle che hanno acceso un mutuo a tasso variabile si trovi in grandi difficoltà. «La causa principale - spiegano le associazioni di consumatori - di questa drammatica situazione è da ricercare nell'abuso di utilizzo dei tassi variabili, che si dimostrano nel giro di pochi anni molto onerosi, con aggravi mensili stimati per le famiglie che oscillano dai 150 ai 250 euro per un mutuo dai 100mila ai 200mila euro». Da registrare, come nei giorni scorsi, rispondendo al question time alla Camera, il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero abbia proposto di istituire un fondo di solidarietà per chi è in difficoltà nel pagamento del mutuo. Le associazioni dei consumatori evidenziano come gli incrementi di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari siano trasversali su tutto il territorio nazionale. Se a Verona l'aumento previsto nel 2007 è pari al 22% di casi, situazione analoga accade a Palermo, con un incremento stimato tra il 18% e il 19 per cento. E per fronteggiare la situazione, i consumatori chiedono alle banche di offrire ai propri clienti, in difficoltà nei pagamenti del mutuo, la possibilità di prevedere termini posticipati per far fronte alle scadenze delle rate o idonei piani di ammortamento. Per meglio consentire ai consumatori di «capire e reagire» al mutuo, le associazioni dei consumatori si impegnano a fornire chiarimenti e assistenza ai cittadini nella sottoscrizione del mutuo, mettendo in guardia soprattutto dalla trappola dei cosiddetti «tassi civetta», ovvero, spiega LucianoFanti, legale del Codacons, «tassi d'ingresso, nei mutui rinegoziabili, in un primo momento allettanti, perché minori di quelli di mercato, ma che, alla scadenza, si rivelano decisamente più onerosi». Adiconsum ha chiesto ai 10 maggiori gruppi bancari italiani un incontro per rinegoziare senza aggravi di costi per il mutuatario i mutui stipulati, senza incorrere in penali o commissioni. «In assenza di un accordo - sottolinea Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum - dovrà essere il ministro Bersani, a dover emettere una circolare interpretativa sulla portabilità del mutuo o un intervento legislativo».

 

  By: FABIOLAIN on Giovedì 25 Ottobre 2007 00:42

Non e' che voglio difendere le banche, di porcherie ne fanno a tonnellate, ma stavolta credo che la responsabilita' delle banche sia minima, basti pensare che chi avesse scelto il tasso fisso pagherebbe una rata tuttora superiore a quella che attualmente paga col tasso variabile nonostante i rialzi.\nIl vero problema sono stati i prezzi gonfiati che hanno raggiunto gli immobili in ogni angolo del pianeta (Germania esclusa). Se i prezzi degli immobili non erano gonfiati il rialzo della rata avrebbe creato problemi molto minori, bastava vendere l'immobile e mandare af.fanc.ulo banca e impresa di costruzione limitando le perdite. Del resto i mercati sono un po tutti uguali, se uno compra le Tiscali a 100 euro quando poi se le ritrova a 2 che fa??? Da la colpa al broker che gliele ha vendute??? Certamente no. Purtroppo gli acquirenti delle case spesso non hanno la piu' vaga idea di cosa sia un mercato, se c'e' una qualche responsabilita' da parte delle banche e' solo quella di non aver sottolineato abbastanza che un rialzo dei tassi di solo 2 punti avrebbe comportato un'aumento della rata anche del 20, 30, 40% a seconda della durata del mutuo, ma chi adesso dice \"potevo fare il tasso fisso\" dice una beata FES.SERIA.\n\n\n\n\ncondivido pienamente con te su quello che dici ! e' sacrosanta verita' ! mi fa piacere che ci sia qualcuno che la pensa come me, ma purtroppo al mondo ci sono tante tante pecore piu di quante non ci si possa immaginare che non sanno usare il proprio cervello,ma al contrario riescono molto bene a farsi influenzare da chi trae guadagno facendogli fare datate cose ! e' proprio il caso di dire che ci sono pochi furbi e troppi bischeri come si dice a firenze !!!!!!!!!! e' un mondo di stolti !!!!!

 

  By: il tigre on Mercoledì 24 Ottobre 2007 16:32

caro anti...il prolema si chiama conflitto di interessi...se sai che i tassi storicamente sono bassissimi e' nel tuo interesse consigliare quello che ti fa guadagnare di piu'...tanto di fronte hai di solito gente che non sa nulla di queste cose...spesso non sappiamo molto di mercati persino noi adetti...ma l' avete vista la faccia di quello che fa la pubblicita' del sanpaolo? quello non capisce nulla...e nel dubbio quindi favorisce la sua banca e non certo il cliente

 

  By: antitrader on Mercoledì 24 Ottobre 2007 03:34

Non e' che voglio difendere le banche, di porcherie ne fanno a tonnellate, ma stavolta credo che la responsabilita' delle banche sia minima, basti pensare che chi avesse scelto il tasso fisso pagherebbe una rata tuttora superiore a quella che attualmente paga col tasso variabile nonostante i rialzi. Il vero problema sono stati i prezzi gonfiati che hanno raggiunto gli immobili in ogni angolo del pianeta (Germania esclusa). Se i prezzi degli immobili non erano gonfiati il rialzo della rata avrebbe creato problemi molto minori, bastava vendere l'immobile e mandare af.fanc.ulo banca e impresa di costruzione limitando le perdite. Del resto i mercati sono un po tutti uguali, se uno compra le Tiscali a 100 euro quando poi se le ritrova a 2 che fa??? Da la colpa al broker che gliele ha vendute??? Certamente no. Purtroppo gli acquirenti delle case spesso non hanno la piu' vaga idea di cosa sia un mercato, se c'e' una qualche responsabilita' da parte delle banche e' solo quella di non aver sottolineato abbastanza che un rialzo dei tassi di solo 2 punti avrebbe comportato un'aumento della rata anche del 20, 30, 40% a seconda della durata del mutuo, ma chi adesso dice \"potevo fare il tasso fisso\" dice una beata FES.SERIA.

 

  By: gekko's on Sabato 20 Ottobre 2007 11:43

Le precedenti società che svolgevano questo delicato lavoro, come Data Service ed Insiel, sono state sostituite dalla Asteimmobili Servizi spa con sede sociale presso l'A.B.I. (via delle Botteghe Oscure 46 di Roma) e come soci un pool di banche,quali Intesa San Paolo S. p. A., SI TE BA S. p. A., UGC Banca (Gruppo Unicredit), ICCREA Holding, Banca Monte Paschi di Siena, Credit Servicing, Banca Sella, Banco di Desio, Banca Carige, Banca Popolare di Verona e Novara, Interhol 2001 s.r.l., Banca del Piemonte, Bipielle S.G.C., Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare di Sondrio; per aver offerto un invidiabile vantaggio competitivo imbattibile,ossia la gratuità del servizio offerto. Come mai imprenditori taccagni e vessatori come le banche,dovrebbero offrire prestazioni di servizio gratuite allo Stato? Per chiudere il cerchio,essendo la Asteimmobili di proprietà dell'Abi, e delle banche,che avrebbero investito 3,5 milioni di euro in questa operazione, con una generosa offerta con la finalità privatistica, come ad es. la trasformazione dei pignoramenti degli immobili (chiesti al 99% dalle stesse banche!) in vendite all'asta; oppure le procedure fallimentari di società (che devono soldi alle banche, altrettanto spesso); l'archiviazione (o no, si potrebbe anche sospettare, visto che non sempre il deposito di un atto processuale di diritto civile prevede rilascio di una ricevuta) degli atti e delle sentenze. Le banche gestiranno questi servizi con molta più efficienza, ma con minore attenzione per l'interesse pubblico, per la terzietà degli atti della pubblica amministrazione, per i diritti dei vessati cittadini sottoposti ad ogni sorta di abuso da parte degli Istituti di credito,alla stessa stregua di un “Dracula” chiamato a gestire la banca del sangue ! Per questo evidente conflitto di interessi tra gli istituti di credito,che avrebbero il dovere di salvaguardare anche il sudato risparmio investito nelle abitazioni per acquistare la prima casa per abitarci, tutelato dalla Costituzione,e la voracità di banche, non aduse a guardare mai le esigenze dei cittadini ed andare incontro a temporanee esigenze per onorare gli impegni,nel caso di specie con l’allungamento non oneroso della durata dei mutui stessi, i Senatori Di Lello e Bordon,hanno presentato una interrogazione parlamentare al Governo e l’Adusbef,in esposti denunce alle Procure di Milano,Roma e Genova,ha chiesto di aprire un’indagine nei confronti dei legali rappresentanti di ABI- associazione bancaria italiana e di Intesa Sanpaolo S.p.A.,SI TE BA S.p.A.,UGC Banca (Gruppo Unicredit), ICCREA Holding,Banca Monte Paschi di Siena, Credit Servicing, Banca Sella, Banco di Desio, Banca Carige,Banca Popolare di Verona e Novara, Interhol2001 S.r.l., Banca del Piemonte, Bipielle S.G.C.,Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare di Sondrio e ministro della Giustizia pro-tempore, quantomeno per il delitto di cui all’art. 416 c.p., per il compimento di atti di cui agli artt.374 (Frode processuale), 377 (intralcio alla giustizia), 476 ( falso materiale commesso da pubblico ufficiale), 479 (falso ideologico commesso da pubblico ufficiale), 490 (soppressione, distruzione o occultamento di atti veri), 491 bis ( falso in documenti informatici), o i subordine 340 cp (interruzione o turbativa di ufficio o servizio pubblico). Si chiede altresì, ove siano accertate delle interessenze tra i contraenti, di procedere per i delitti di cui agli artt.. 319 (corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio), 319 ter (corruzione in atti giudiziari) e per ogni altra fattispecie accertanda. ^clicca qui#http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=6067&T=P:eek::eek::eek:^

 

  By: gekko's on Sabato 20 Ottobre 2007 11:42

Subprime: Adusbef stima crescita media 19% pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nel 2007,con 1,8 milioni famiglie,su 3,5 miln di mutui a rischio insolvenza, con contratti a tasso variabile (91%) per responsabilita’ precisa delle banche, entrate nei tribunali con societa’ veicolo. banche che non rinegoziano gratuitamente i mutui, ne’ applicano il decreto bersani su portabilita’ o surroga,perche’ possono pilotare, tramite “asteimmobiliari” (societa’abi-banche) le esecuzioni, con gravissimo conflitto di interessi, denunciato da adusbef alle procure. La crisi dei mutui sub-prime americani, i cui nefasti effetti contagiosi dispiegati anche in Italia, erano stati negati da Bankitalia, Abi ed autorità monetarie (CICR) con rassicuranti dichiarazioni, indecorosamente smentite subito dopo da primarie banche (Intesa San Paolo con una quota del 20% del mercato),che dal 1 ottobre 2007 ha aumentato i tassi sui mutui fino all’1% proprio a causa dei sub-prime, non ha messo in ginocchio soli i consumatori americani,ma anche gli europei,specie se utenti italiani molto più esposti ai rialzi dei tassi, a causa della rapacità del sistema bancario e della cattiva,interessata consulenza agli sportelli. Se infatti la crisi dei mutui sub-prime Usa,ha coinvolto sempre più americani che non riescono più a pagare le rate del proprio mutuo, con ritardi superiori ai 60 giorni nei pagamenti delle rate mensili, aumentati del 30% nel mese di agosto, raggiungendo la quota di 58.441, con aumenti record del numero dei pignoramenti,i più alti da 15 anni, che nel mese di agosto - secondo i dati di Realty Trac- sono saliti del 36 per cento su luglio,con 243.479 pratiche di pignoramento, il 115% in più rispetto a un anno fa, determinando un crollo nelle richieste di nuovi mutui ed un aumento della domanda di rifinanziamento,in Germania ed Italia aumentano procedure esecutive e pignoramenti. E mentre in Italia,i soliti pompieri tendono a tranquillizzare ed a rassicurare, su mezzi di informazione controllati dalle solite banche, negando l’evidenza,l’ultimo bollettino BCE (12/10/07) fotografa una contrazione delle richiesta dei mutui nel terzo trimestre di un -15%, dopo che nel trimestre precedente (marzo giugno) era stata registrata una flessione del 22%, con un crollo della domanda di mutui,che in parte deriva dall’aumento dei tassi (e del parametro Euribor ndr),in parte da maggiori garanzie richieste, dopo la crisi dei mutui sub-prime americani, pretendendo un rapporto tra valore delle garanzie e ammontare del prestito sempre più alto,con un rincaro dei tassi per chi non è in grado di offrire solide garanzie (oltre l’immobile) per compensare il maggiore rischio. Secondo l’agenzia federale di statistica Destatis,ad ottobre 2007 i tedeschi (la prima economia UE) hanno registrato un +20% di insolvenze nel 2007,con famiglie sempre più appesantite da crescenti livelli di indebitamento legati soprattutto a disoccupazione, difficoltà del lavoro autonomo e problemi più personali, come infortuni o lutti familiari, determinando nei primi sette mesi dell’anno, 61.931 casi di insolvenza tra i privati, il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2006,con un incremento del 21,2% nel mese di luglio. Dal 1999 ad oggi ben 400 mila tedeschi non sono riusciti a onorare i debiti contratti, un quarto solo nel 2006, quando sono state registrate 92 mila dichiarazioni di insolvenza (ma quest'anno potrebbero sfondare quota 100 mila), ben il 35% in più rispetto alle 68 mila di tutto il 2005. Gli esperti dell'ufficio di statistica federale sottolineano inoltre che l'indebitamento medio di coloro che si sono rivolti agli uffici governativi di consulenza sui problemi finanziari era, nel 2006, di 37 mila euro. Questa fascia di consumatori, si legge nel rapporto, aveva un reddito netto di 1.150 euro al mese. In Italia non ci sono statistiche dettagliate, ma per alcuni Istituti di ricerca come Nomisma, sarebbero ben 3,6 milioni le famiglie italiane in difficoltà per il caro casa, 1,7 milioni hanno problemi con l'affitto,mentre 1,9 milioni, faticano a pagare la rata del mutuo, per l’eccessiva onerosità delle rate: Adusbef rammenta che mentre negli altri Paesi europei,con banche più portate ad offrire buona consulenza,il 50% dei mutui sono stati erogati a tasso fisso,contro il 9% dell’Italia. Adusbef accusa le banche di aver costretto milioni di consumatori, ad accendere mutui a tasso variabile quando,specie nel 2004,i tassi di interesse erano ai minimi storici e non si doveva consigliare o imporre (molte banche non erogavano proprio i tassi fissi) agli utenti bancari, di essere gravati di pesanti prestiti di lungo periodo (30-40 anni) a costi apparentemente più bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, solo due anni dopo diventavano sempre più insostenibili. In Italia non esistono statistiche precise sulle insolvenze relative ai mutui, né dati aggiornati sulle procedure esecutive immobiliari o pignoramenti, che secondo alcune stime sarebbero pari al 3,5% del totale dei mutui, quindi a circa 120.000 su 3,5 milioni del totale, perché la maggior parte di essi è stato erogato a tasso variabile e risente del rialzo dei tassi Bce,quando negli anni 2003-2004 i tassi di interesse erano arrivati ai minimi storici e tutti gli indicatori stimavano un loro aumento. Con grande fatica Adusbef ha monitorato le procedure esecutive immobiliari di alcuni principali Tribunali, come Roma, Milano, Monza, Como,Venezia,Mantova,Rovigo, dove risultano consistenti aumenti di richieste di pignoramento che non risparmiano neppure i pastori sardi (ubicati soprattutto nel comprensorio Sassari-Carbonia, cagliaritano),con 5.000 aziende messe all’asta dagli istituti di credito, anche per favorire gli interessi di tanti affaristi che cercano di comprare le aziende, spesso per alimentare la speculazione edilizia lungo le coste o in aree di investimenti turistici, con contadini e pastori messi inginocchio e costretti a pagare mutui con tassi d'interesse sino al 13%,per un controvalore di 700 milioni di euro. STIME ADUSBEF SU DATI UFFICIALI RACCOLTI PUBBLICAZIONI SEDE DEL TRIBUNALE N.PIGNORAMENTI ESECUZIONI IMMOBILIARI ANNO 2006 N.PIGNORAMENTI ESECUZIONI IMMOBILIARI STIMATI 2007 AUMENTO PERCENTUALE STIMATO MILANO 1.883 + 227 = 2.297 22% ROMA 1.510 + 317= 1.827 21 % MONZA 691 + 172= 866 25% COMO 351 + 91= 442 26% MANTOVA 325 + 58 =383 18% ROVIGO 220 + 41= 261 19% VENEZIA 270 + 43= 313 16% MACERATA 151 + 40= 191 27% PINEROLO 156 +24= 181 15% Se aggiungiamo a questi dati allarmanti frutto di un rilevante disagio sociale iniziato nel 2002, quando con il pretesto dell’euro sono stati sfilati dalla speculazione organizzata,ben 70 miliardi di euro dalle tasche dei consumatori a favore di coloro che hanno avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe,comprese banche ed assicurazioni,un gravissimo conflitto di interesse, da parte della “Repubblica delle banche”,che profittando della carenza dei fondi statali ha messo le mani sulla informatizzazione della giustizia, si è compiuto un gravissimo misfatto sulla pelle delle famiglie. Le principali banche hanno infatti costituto apposite società denominate Asteimmobiliari,nei principali Tribunali (Roma,Milano,Genova),con la finalità di chiudere il cerchio quando i tartassati e maltrattati utenti non hanno la possibilità di adempiere alle obbligazioni,specie su mutui e prestiti. Abi e banche si sono quindi ritrovate ben presto, con personale impiegato nella società costituita “Asteimmobiliari” a fare lavoro di cancelleria come altri pubblici ufficiali (con la non piccola differenza di non essere entrati per concorso e di non aver dovuto \"prestare giuramento di fedeltà\" allo Stato) in gangli alquanto delicati come le esecuzioni immobiliari, le procedure fallimentari, gli uffici dei giudici di pace, le corti d'appello sia civili che penali, le stesse procure.