By: giorgiofra on Mercoledì 13 Marzo 2013 13:37
In ogni aspetto della vita l'eccesso di zelo produce danni che vanno oltre le intenzioni del legislatore. Dura lex sed lex, sostengono gli stolti.
Troppo spesso dietro il paravento del "dovere" si nascondono rancori personali e frustrazioni che trovano nell'accanimento verso la vittima quell'appagamento personale altrimenti carente, in ragione della pochezza dell'individuo che usa il potere di cui dispone al di la del buon senso.
Il finanziere che multa il commerciante che regala la caramella al bambino, omettendo di fare lo scontrino, giustifica il proprio operato sostenendo di applicare la legge. E' evidente ad ognuno che, in realtà, si tratta di un comportamento dettato da gravi turbe psichiche.
Se ci riflettiamo bene, ognuno di noi infrange di tanto in tanto una delle miriadi di leggi vigenti nel nostro paese.
Mi spiegava tempo fa un ispettore della polizia di stato che, qualora lo volessero, avrebbero sempre un pretesto per arrestare qualcuno. Mi diceva che poteva operare un arresto per la semplice ragione di aver chiamato un amico ad alta voce, quando invece, per non incorrere nel reato di disturbo alla quiete pubblica, sarebbe stato opportuno avvicinarsi alla persona e chiamarla a bassa voce.
Noi tutti, in qualche modo, viviamo in flagranza di qualche reato, anche in ragione del capriccio del magistrato di turno che gode della libertà di interpretare un fatto secondo il suo "libero convincimento".
Ne deriva che, per il buon funzionamento di una società, è opportuno che chi detiene il potere operi usando innanzitutto il buon senso, e quindi applichi ed interpreti le leggi in ragione dello scopo che il legislatore voleva ottenere.
C'è stato un periodo in cui coloro che frequentavano prostitute venivano denunciati per favoreggiamento. Secondo questi zeloti, il fatto di riaccompagnare le prostitute nel luogo in cui le avevano prelevate, favoriva l'attività del meretricio. Fortunatamente si sono resi conto dell'abnormità di questa interpretazione, abbandonando questa folle pratica.
Berlusconi non è uno stinco di santo, come non lo è la maggior parte delle persone. Ma solo i "talebani" possono ostinarsi a non vedere l'accanimento con il quale la magistratura italiana si ostina a perseguirlo, al di la del reale interesse per il bene pubblico.
Io non saprei dire se dietro questo accanimento vi sia un preciso disegno o il desiderio di protagonismo di alcuni individui mentalmente disturbati. Sono invece certo che questo eccesso di zelo, sia nei riguardi di Berlusconi che in altri casi (Finmeccanica), produca enormi danni al nostro Paese. Il mio timore è che la magistratura voglia sostituirsi alla sovranità popolare, cosa davvero pericolosa. Berlusconi è votato da milioni di italiani, assolutamente consapevoli dei suoi vizi e delle sue virtù. E se milioni di italiani vogliono essere rappresentati da Berlusconi, fosse anche il peggiore dei criminali, hanno tutto il diritto di farlo, e la loro volontà non può essere annichilita dalle decisioni di una procura.
Per questa ragione penso che, per il bene di tutti, sarebbe stato più opportuno essere meno zelanti e meno intransigenti.
Voglio precisare che non ho mai votato Berlusconi, anche se ho fatto di peggio: ho votato a sinistra per 30 anni.