Potere previsionale prezzo/utile e prezzo/fatturato

QUATTRO MILIARDI di PEZZI al giorno sui titolini - gz  

  By: GZ on Mercoledì 07 Gennaio 2004 21:23

I titolini americani small cap, quelli trattati sul cosiddetto "Bullettin Board", in sostanza le 3-4 mila small cap quotate hanno scambiato ieri QUATTRO MILIARDI di PEZZI, circa 9 volte quello che scambiavano nel 2002 Al Nasdaq e NYSE scambiano in genere sui 2 miliardi di pezzi al giorno (messi assieme). I titolini spesso quotano un dollaro o quattro dollari per cui ne devi muovere di più di pezzi che per titoli che quotino 20$ o 30$, ma dato che capitalizzano meno del 7 o 8% della borsa è incredibile che scambino il doppio di pezzi del resto dei titoli importanti. Su questi titoli la situazione è assolutamentre identica a quella che esisteva nel marzo 2000 per le Intel, Microsoft, Dell... la bolla speculativa si è replicata in piccolo ------------------------------ http://www.thestreet.com/i/dps/te/theedge1.html ------------ McClellan Report More Evidence of Speculation 01/07/04 10:47 AM EST It reports volume stood at more than four billion shares yesterday. More evidence of speculation: The McClellan Report reports that volume on the Bulletin Board stood at more than four billion shares yesterday. That is more than the combined volume of all the major exchanges, nine times the daily volume of the Bulletin Board in 2002 and four times the daily volume last year

A proposito della difficoltà di vendere al ribasso - gz  

  By: GZ on Martedì 06 Gennaio 2004 18:42

A proposito della difficoltà di vendere al ribasso, ecco il solito Ask Jeeves, ^ASKJ#^ su cui al momento sono short da 18$ e perdendoci 4$ per azione che sono tanti (no, non l'ho raccomandato qui nel sito per prudenza, forse domani per chi ha coraggio). ASKJ Jeeves NON è un titolo tecnologico, è un sito che raccoglie pubblicità e che da 140 dollari era sceso a 50 centesimi e poi ora risale a 22 dollari. Quindi ha perso il -99% in borsa e poi riguadagnato il +2000%, ma durante queste oscillazioni come business stava facendo sempre le stesse cose .... Mi sono trattenuto dal venderlo short a 12, a 15 a 17, ma quando è arrivato sopra i 18 dollari e il ciclo sembra essere meno favorevole non ho potuto fare a meno di venderlo perchè è (per chi non lo riconosca) un concorrente in piccolo di Google, un sito con motore di ricerca, che nel 2002 ha fatturato 70 milioni perdendone 21 e ora sembra che riesca a guadagnare (pubblicità) forse 10-15 milioni ma capitalizza 1.300 milioni di dollari e Google lo schiaccerà sempre come motore di ricerca. Il problema è che non ho tenuto conto che tra pochi giorni Google viene quotato in borsa e sull'onda psicologica di questo mega mega IPO (capitalizzerà forse 15 forse 30 miliardi di dollari) la gente ieri si è messa a comprare di colpo Ask Jeeves. A mio avviso dato che ^ASKJ#^ è un imitazione in piccolo di Google il fatto che Google raccolga dei soldi in borsa per quotarsi semmai è peggio per ASKJ che verrà schiacciata ancora di più da Google (chi di voi mai usa Ask Jeeves invece di Google come motore di ricerca ?) . Ma ^ASKJ#^ è risalito da 50 centesimi a 20 dollari in un anno e mezzo per cui la gente pensa che sia invulnerabile e lo comprano come facevano nel 2000 Ma se uno deve vendere short (cosa che non è obbligatoria per altro) se non vendi questo tipo di bufale che cosa vendi ?

 

  By: polipolio on Mercoledì 19 Novembre 2003 17:00

Non ho visto il documento cui vi riferite. Mi pare comunque roba abbastanza nota; anzi, 3-4 anni fa, proprio per questi temi, andava di moda la teoria delle opzioni reali, che applicavano allo spettro dei valori nel tempo il pricing model delle opzioni. Non si tratta solo di prezzare il valor medio ma anche la 'volatilità', cioè l'ampiezza delle variazioni dei possibili valori e premiarla adeguatamente. Come tutte le buone teorie fui applicata in maniera bieca sui titoli Internet per spiegare ad esempio che siccome esisteva una probabilità non nulla che Tiscali diventasse il monopolio mondiale di tutti i beni e servizi, e quindi di valore infinito, l'adeguato apprezzamento della volatilità spiegava gli oltraggiosi prezzi di borsa raggiunti o posti come target (per chi avesse smarrito la memoria, oltre al grafico in Yahoo che si può sempre avere, c'è un bel post di GZ sulla posizione long short EBI-TIS e alcuni post sulla valutazione fondamentale di Angelo e altri)

 

  By: angelo on Mercoledì 19 Novembre 2003 15:53

Non ricordavo questo contributo da Brealy and Myers. Solo per mia curiosità, mi ricordi di che testo stai parlando e di che capitolo? Io ho letto "Principi di finanza aziendale (Mc Graw Hill Italia del 1990) che traduce il "Principles of corporate finance" del 1998. Nella sostanza,è vero: è difficile inventare qualcosa di nuovo sui metodi di analisi. Più facile è rimestare in maniera leggermente diversa concetti già noti, ma non utilizzati dai più. Quello che a me pareva interessante era il margine di differenza tra le due valutazioni (oltre al fatto che Price ne abbia ricavato un marchio registrato..........).

 

  By: panarea on Mercoledì 19 Novembre 2003 14:11

e' interessante ma non c'è nulla di nuovo, c'è un intero capotolo sul Breyl Mayers di Finanza Aziendale dove spiegano come fare: il capitolo inizia così: uno studente con il DCF è come un bambino con un martello, vuole martellare tutto.... Praticamente loro suggeriscono di fare valore attesi dei FC o con le distribuzioni normali o con gli alberi delle decisioni (quegli della teoria dei giochi). Il libro è del 1984...

 

  By: angelo on Mercoledì 19 Novembre 2003 01:07

Riprendendo il discorso di teoria finanziaria, ed in particolare l'incertezza e la soggettività delle stime da inserire in un Disounted Cash Flow, segnalo un affinamento dell'approccio classico alaborato da PriceWaterhouse e disponibile all'url: http://www.pwc.com/it/ita/about/svcs/finance_edcf.html Cliccando su "Per maggiori dettagli" si visualizzano 21 slides usate ad un convegno per illustrare quello che viene chiamato "Enhanced Discounted cash Flow" (marchio registrato). Il metodo presentato è complesso e non rappresenta (nessun metodo potrebbe) una soluzione definitiva ed ottimale. Ciò nondimeno, l'approccio è interessante dal punto di vista concettuale perchè ci invita a guardare ai flussi di cassa futuri non come un unica successione di numeri stimati dall'analista con un'opera di "fine tuning" ma come una variabile causale: i flussi di cassa futuri possono assumere diversi valori (che nel complesso disegnano una curva gaussiana), ad ognuno dei quali è associata una probabilità di realizzazione (cioè ad un grado di rischio). Viene anche presentato un esempio pratico relativo al dipartimento di ricerca di una società operante nel settore chimico/farmaceutico, normalmene un settore in cui è impossibile basarsi su un unico scenario futuro: esistono diverse possibilità di creazione di valore, a seconda del numero di ricerche che sfoceranno in farmaci commercializzabili, e questo numero è a priori impossibile da prevedere. Nelle stime di Price, il valore stimato dal DCF classico/deterministico è pari a 66 mln di Euro; la stima derivante dal nuovo metodo è meno della metà, 32 mln di Euro. Interessante, no?

 

  By: angelo on Lunedì 20 Ottobre 2003 23:07

Mah, nonostante abbia fatto analisi fondamentale per tanti anni, io condivido molte delle perplessità che ho letto anche su questo forum riguardo agli "analisti" (da estendere peraltro anche a quelli tecnici, dai quali ho letto da sempre commenti del tipo "se non sale, scende"). Per principio, un analista fondamnetale è solo una persona che ha impiegato un pò di tempo a guardare un'azienda, e non ha - per questo - maggiori possibilità di me o di te (o di chiunque "sappia come si fa") di dare un giudizio. Ho visto scrivere troppe stupidaggini (qualcuna l'ho scritta anch'io, ma in tal caso ho cercato di correggermi in fretta), a cominciare dei famosi target del marzo 2000: Banca Leonardo dava Seat a 9/10 Euro mentre era a 7, Intermonte con Espresso a 35 Euro, ABN con Tiscali a 1200 Euro (120 Euro per il titolo quotato oggi). Ma anche in tempi più recenti: Giacomelli dato a 3,5 Euro dopo l'acquisizione di Longoni da uno dei più importanti uffici studi italiani (incidentalmente, in mezzo ad una pagina di avvertenze scritte in piccolo come le polizze assicurative, si poteva scoprire che erano specialist sul titolo........). Ancora oggi, se non so chi è lo scrivente, non mi preoccupo troppo del giudizio di un particolare report. Perchè nella "categoria" esiste gente che conosco da anni ed ha pochi capelli come me, ed i ragazzini che non hanno ancora 30 anni. Di conseguenza, tra le analisi c'è una bella differenza di esperienza. Ed anche di bravura. Ai giovani, ho sempre cercato di spiegare che esiste una tecnica che devono conoscere, ma poi la differenza viene fatta dalle abilità individuali, che nel caso significa voglia di approfondire, di riflettere, in una parola di usare il cervello. Per spiegarmi meglio, ho usato l'analogia del tennis. Chi vuole giocare a tennis studia la medesima tecnica. Poi prova ad applicarla. Alcuni (pochi) diventano bravi. Gli altri rimangono "giocatori della domenica". Qundi, per venire a Buzzi, è indubbio che dopo un rialzo del 60% in pochi mesi c'è sempre chi prende profitto. E il titolo ne risente, perchè Midex o non Midex è rimasto poco liquido. Ma, se seguo un approccio bottom up, faccio fatica a trovare tra i 55 titoli principali molti temi di investimento parimenti interessanti e con buona visibilità futura. E allora continuo a mantenere la mia opinione. Che il prezzo salga o scenda non può influire sul mio giudizio fondamentale. E se ne vuoi sapere una.......... quando Buzzi Unicem era sotto 6 Euro i signori analisti (con forse una sola eccezione) erano tutti HOLD. Son diventati positivi mano a mano che il titolo saliva....... Ciao, Angelo.

 

  By: panarea on Lunedì 20 Ottobre 2003 13:28

x angelo Buzzi sabato sul sole24ore plus analizzato Buzzi, abbassandoil guidizio da outperform a marketperform x la diluizione dei risultati e x i maggiori debiti dovuti al consolidamento di Dyckerhoff. Utile 03 in crecita x via delle plusvalenze. Previsioni base: fatturato 1431 ebit 306.3 utile 175.6 eps 1.02 euro p/e 9.45 venerdì Nextra è scesa da 2.08 a meno del 2%. fonte comunicazioni obbligatorie consob. che ne pensi? Nextra vende il Sole peggiora il giudizio, fumo x far cadere altre pere dall'albero o razionale valutazione?

 

  By: panarea on Giovedì 02 Ottobre 2003 18:41

concordo pienamente ora la scomessa si sposta, come avevi giustamente fatto notare, sul mercato del cemento tedesco, praticamente morto negli ultimi 2 anni ma che se riprendesse potrebbe dare buone soddisfazioni. So che oltre a Nextra e Bankitalia dovrebbero esserci altri istituzionali dentro il capitale e qualcuno potrebbe sforare il 2% presto (ma fino ad allora sono solo voci)

 

  By: angelo on Giovedì 02 Ottobre 2003 18:01

Ciao panarea, oggi si rumoreggia di nuove conferme per il buon momentum del mercato tedesco. Ma in realtà avrai visto che il titolo è partito subito dopo la fine dell'OPS di Dickerhoff (anzi il giorno prima, perchè per i soliti problemi tecnici le banche accettavano le adesioni solo entro il giorno prima): non so come, ma evidentemente c'era una corrente di vendita causata da arbitraggi, a spiegare il comportamento "inguardabile" del titolo pur in assenza di cattive notizie. Un buon esempio del fatto che i fondamentali sono la base per investire bene, ma a volte i fattori tecnici possono essere predominanti nel breve termine.

 

  By: panarea on Giovedì 02 Ottobre 2003 17:27

ciao angelo, guarda oggi buzzi ben sopra i 9.20

sotto Buzzi c'è l'abitraggio - angelo  

  By: angelo on Lunedì 29 Settembre 2003 16:42

Piccolo dettaglio sulle Buzzi: stmattina è scaduto il termine entro cui le banche accettano le adesioni per l'OPS Dickerhoff. Non può essere un caso: Dickerhoff priv -8%, Buzzi ord +3,4%. E' incredibile, non me lo sarei proprio aspettato, ma evidentemente c'erano gli aribitraggisti che son riusciti a lavorare anche questa operazione.

 

  By: panarea on Venerdì 26 Settembre 2003 12:54

ti ringrazio Angelo. concordo sull'approccio personale di apprendere dalla documentazione pubblica e poi di lì mettere la propria esperienza, sensibilità e tempo. Damodoran lo conoscevo, yankee ma molto chiaro. oggi (e ieri) Buzzi tiene. ciao

 

  By: angelo on Mercoledì 24 Settembre 2003 19:58

ciao panarea, - con riguardo a Buzzi, io la penso sempre come prima. Non solo non ho visto novità di rilievo, ma durante la conference call che è seguita ai semestrali, mi dicono che Franco Buzzi abbia confermato il miglioramento congiunturale del mercato tedesco, e che dovrebbe essere possibile alzare nuovamente i prezzi in Germania dall'1/1/2004. Se il dollaro continua a svalutarsi, un pochino patirà, ma operativamente l'unico problema di Buzzi si chiama Dyckerhoff: hanno già mancato la tempistica originariamente fornita per la ristrutturazione del gruppo tedesco, ma certo non potevano prevedere la recessione in Germania (ma perchè non copiano i nostri incentivi per le ristrutturazioni? Nella mia città se si ha bisogno di un'impresa edile bisogna quasi chieder per piacere........). Ma - sui numeri crudi e bruti - se togli l'ammortamento del''avviamento, il P/E 2003 è ancora abbondantemente sotto 10x. E anche per l'OPAS in corso sulle Dickerhoff priv: si può esser perplessi su un premio maggiore del 100% sui prezzi di Borsa (vedi che non sempre i prezzi di Borsa dicon la verità.....)ma si può giudicare positivamente se si guarda il rapporto P/BV oppure il rapporto EV/capacità produttiva (è su quest'ultimo ratio che si è sempre ragionato per le acquisizioni nel settore, tutti gli altri multipli fan solo da contorno). Ho visto anch'io "l'orribile" comportamento operativo del titolo, peraltro condiviso anche da Italcementi, ma non mi sono fatto delle solide ragioni. Certo, se ci si crede, bisogna prenderlo e dimenticarlo per un pò; il book è spesso "asfittico", poche quantità in denaro o in lettera, tanti scambi per poche centinaia di pezzi, prezzi di apertura a volte fatti con 200 pezzi (l'ho notato un paio di volte nelle ultime 3 settimane poi - dico la verità - ho smesso di guardarlo). Per dirla tutta, io ho perso qualche soldo e sono uscito, ma solo perchè avevo trovato un tema di investimento che mi piaceva ancora di più (idea rivelatasi infelice, per il momento) e non volevo incrementare la percentuale di azionario. Resto comunque molto confidente sulla buona qualità del titolo, e sulla visibilità degli utili futuri, staremo a vedere. - riguardo ai testi di analisi fondamentale, come forse avrai capito dalle mie citazioni un pò datate è da un pò che non trovo il tempo per leggere libri sulla valutazione d'azienda. A dire la verità, più che dai libri, io ho imparato moltissimo leggendo i prospetti informativi relativi ad operazioni straordinarie, che devono obbligatoriamente essere depositati presso il Consiglio di Borsa e - quindi - sono documenti pubblici. In molti casi le società quotate le mettono sui siti internet sotto la sezione "investor relations". Anche qui, quando si è fortunati e persistenti , si riesce spesso ad avere qualche dettaglio in più; poichè queste perizie sono fatte con diversi gradi di disclosure: i documenti predisposti per il CdA sono di centinaia di pagine, con allegati estremamente analitici; nei prospetti resi pubblici vi è un "sunto di perizia" ed anche qui il grado di trasparenza informativa è estremamente variabile. Però è una fonte indispensabile, sia per imparare sia - successivamente - per fare analisi (da leggersi: capire se i concambi sono fair per l'azionista di minoranza). Per esempio, ultimamente ho letto una perizia molto interessante nel prospetto riguardante la fusione Milano - Nuova Maa, in cui si applica il DCF anche nella valutazione di una compagnia di assicurazioni (massimo sacrilegio! Già il bilancio di una assicurazione è il trionfo della soggettività e poi gli applichiamo anche un DCF: diventiamo soggettivi al quadrato!). Ma, assieme al DCF, si ripercorrono anche tutti i concetti fondamentali (embedded value, appraisal value ecc...) Se poi uno segue le perizie nel tempo, si vede anche l'evoluzione della materia: nella perizia per l'incorporazione dell'Italia Assicurazioni (circa 2 anni fà, ancora nell'era "Gavazzi"), Milano era valutata come dice il Guatri, metodo patrimoniale compesso con stima dell'avviamento applicando delle percentuali sui premi. Ma gli esempi sono veramente tanti: anche Buzzi ha fatto un prospetto per lanciare l'OPAS sulle Dickerhoff priv; son sicuro che se te lo procuri - salti i fronzoli - e vai subito sui ragionamenti valutativi lo troverai più interessante di qualunque scritto di BASU e altri colleghi accademici. Un'altra fonte che ho trovato interessante è il sito: http://pages.stern.nyu.edu/~adamodar/ costruito dal prof. Aswath Damodaran, l'autore di "Damodaran on Valuation", Wiley, tradotto in italiano in "manuale di valutazione finanziaria", Mc Graw Hill. Il libro è un pò "meno teorico" dei suoi comparabili, il sito è ricco di informazioni, sia sulla teoria della valutazione d'azienda (ed argomenti correlati) sia in termini di database (per esempio contiene i multipli medi degli ultimi 5 anni distinti per settore ed area geografica). Ma soprattutto - perdonami il modo diretto con cui lo dico - bisogna posare i libri, prendere Excel e provare a costruire quello che gli analisti chiamano "i modelloni" in cui si scompone il conto economico di un'azienda a fini di studio e simulazione (per esempio, il fatturato viene diviso per area di business e scomposto in "Prezzo x quantità"). E poi si prova a costruire dei modelli semplificati di DCF..........che diventano via via sempre più complessi... Si può fare, io l'ho dovuto fare perchè ho visto modelloni di altri ma nessuno mi ha mai fornito di un prodotto finito (forse, guardando a posteriori, è stata una fortuna: "no pain, no gain" dicono negli States). Si può fare, sempre non dimenticando - se mi permetti di dire - che la differenza, il valore aggiunto che si può trarre da un'analisi è l'interpretazione dei risultati, e non i risultati puramente matematici del modello. Nessun modello su Excel sostiuirà mai un cervello allenato. PS Mi ero ripromesso anch'io di ravvivare la nostra bella discussione, introducendo anche qualche considerazione sulle interessanti riflessioni di Corto (che condivido al 95%) ma il tempo è tiranno, sarà per la prossima volta.

 

  By: panarea on Mercoledì 24 Settembre 2003 17:08

ciao ancora x angelo, o per altri Mi potresti indicare un titolo di un buon libro sulla valutazione aziendale in Italia, con le specificità normative italiane? Mi interessava qualcosa, se lo conosci, di applicativo puro, non chiacchere filosofiche. Ti ringrazio ancora ciao