By: specoletta on Mercoledì 20 Marzo 2013 13:56
Eurozona in crisi. Dopo quelle di Cipro anche le banche della Slovenia rischiano di saltare
Scritto il 20 marzo 2013 alle 09:15
Non si sono ancora trovare le soluzioni per la crisi di Nicosia che occorre focalizzare l’attenzione anche su un altro paese dell’Area Euro. Si tratta della Slovenia. E il conflitto sociale diventa sempre più la corretta chiave di lettura della crisi.
Salta il piano salva Cipro. Come temuto il parlamento non accetta il piano proposto dalla Troika e con 36 voti contrari e 19 astensioni boccia l’introduzione di un prelievo forzoso sui depositi bancari.
E ora? E ora è tutto da vedere. Il debito PIL del paese decolla al 140%, il sistema bancario, carico di sofferenze greche, non avrà quindi i fondi necessari per un salvataggio che tanto ha fatto discutere, sia per questioni di etica, che di convenienza.
Probabilmente nuovi negoziati in vista, a 360 gradi. Tutti ne saranno interessati. La politica cipriota ma anche la fantomatica Troika, grande ideatrice del furto legalizzato deciso per espropriare i clienti delle banche cipriote della somma pari a 5.8 miliardi di Euro.
A peggiorare la situazione ci ha pensato infatti il continuo flirt fra Cipro e Russia. Il ministro cipriota delle Finanze, stando a quanto si apprende da fonti governative del Paese, è volato a Mosca con il ministro per l’Energia al fine di discutere della crisi del Paese con le autorità russe. Uno screzio non da poco, dopo le voci dei giorni scorsi, che indicavano il colosso energetico Gazprom come un possibile sostituto dell’Ue come soccorritore di Cipro. Eppure, come riportano fonti della Commissione Ue, Sarris starebbe cercando proprio un’estensione del pacchetto di aiuti che Mosca ha concesso a Nicosia.
La situazione è deteriorata completamente quando Sarris ha rassegnato le dimissioni, verso sera. Il motivo? Come spiegano fonti governative cipriote, uno screzio telefonico fra Sarris e Anastasiades, in cui il presidente avrebbe accusato il suo ministro di non aver fatto abbastanza per proteggere gli interessi del Paese. In altre parole, di aver concesso che la troika chiedesse di inserire nel memorandum d’intesa del bailout anche il prelievo forzoso dai conti correnti delle banche operanti a Cipro. (Source)
Ma ancora non si sono trovate soluzioni per Cipro, ecco che affiora una nuova problematica. Ancora una volta è uno stato dell’Unione Europea. Ancora una volta il problema è di matrice bancaria. Ma stavolta non parliamo dell’area del Mediterraneo, bensi dei Balcani. Di quello stato che era sicuramente il più ricco della Jugoslavia, ma che poi… è affondata nella crisi bancaria.
Lubiana sta per affondare e con lei tutta la Slovenia. Le sofferenze bancarie sono pari al 20% del PIL, il Governo (corrotto e in crisi profonda) ha già attuato un piano di emergenza a sostegno del sistema finanziario. Ma potrebbe non bastare.
Non voglio fare terrorismo psicologico, ma mi sembra di vedere un domino, dove i vari tasselli che fino a qualche settimana fa erano tutti in piedi incollati con lo sputo, oggi iniziano a barcollare. E progressivamente rischiano di crollare uno dopo l’altro. La fine di un sistema? Forse. Ma questo sistema è innanzitutto la fine di un progetto, o per lo meno un evoluzione non preventivata di quel progetto che si chiama Euro ed Europa Unita che è stato sempre un colabrodo, ma che ultimamente…è ancora peggio.
The economic situation in Slovenia is being closely followed in Brussels. The economy shrank 2.3 percent last year, according to figures from the State Statistical Office. The Alpine republic has been a candidate for an EU bailout for quite some time. Bratusek has claimed that Slovenia will not need a bailout, but the outlook remains bleak. The country’s debt ratio has tripled since 2008, and there is no sign of a recovery.
The ongoing crisis in the euro zone is hitting the Balkan states especially hard. Slovenia exports a large amount to southern European countries such as Greece, as do Serbia, Bosnia and Croatia. The crisis in southern Europe is having a dramatic affect on these countries’ exports.
In addition, the Balkan countries are affected by the fragile state of Greek banks. “So far the impact of the Greek crisis on the region had not been so great,” Vladimir Gligorov of the Vienna Institute for International Economic Studies told the Austrian Kurier. “But if the Greek banks crash, then it’s another story.” All the countries in which the major Greek banks had a stake could expect “systemic problems”. The entire banking sector in the region would be shaken, Gligorov declared. (Source)
Alcune fonti oltre oceano mi hanno fatto sapere (rimbalzate da Londra) che ci sono trattative per un intervento della solita Troika per salvare la Slovenia. Verrà probabilmente anche fatta una bad bank, ma sarà necessario un sostegno finanziario.
Ma state pur certi che ormai il messaggio che è stato dato a TUTTI noi è molto molto chiaro. fatevi due conti e lo capirete da soli. Ormai è chiaro. Chi paga alla fine? Il privato. Così è successo in Grecia, così è successo (o si voleva far succedere) a Cipro e così probabilmente succederà in Slovenia. Le conseguenze?
Beh, non è bello dire “ve l’avevo detto” ma chi segue il blog da più tempo ricorderà cosa dissi tanto tempo fa. Gennaio 2011.
L’ho scritto nel titolo del post: è solo una questione di tempo. La coperta corta non si può allungare, si può “spostare” in certi momenti più in alto, in altri momenti più in basso. Ma i problemi non solo non sono risolti, ma il tempo non fa altro che peggiorare le cose ed inevitabilmente tutti i danni di questa grande crisi saranno inesorabilmente accollati alla povera gente. Ebbene si, alla collettività. E’ sempre stato così e sarà così anche questa volta, ma non perché vogliamo essere cattivi, ma perché è l’unico modo per poter “cancellare” decenni di eccessi e ripartire “quasi da zero” ricostruendo tutto. (Source)
In proiezione penso a come potrebbe venire risolta una situazione di forte crisi in Italia. Meglio non pensarci… Intanto stiamo allegri e leggiamo che dice DB.
It’s a flat nonsense to argue that the levy on the bank deposits in Cyprus is a unique case that won’t apply to other EMU countries, says Deutsche Bank.
“The incident has probably ensured that if a bank or banking system in Europe is again under strain then depositors are, as a minimum, likely to be on the table as a bargaining tool and these depositors would be rational to think hard about the safety of their money and potentially seek alternatives, DB clarifies.
As such, DB believes that in systemic terms the Cyprus situation will likely go through slow burner of an issue more than an immediate macro shock.
That will leave Europe with short term collateral damage even if Cyprus manages somehow to get another deal better watered down with small depositors bearing less or even none of the levy, DB concludes.
Ben inteso, continuo ad essere convinto che in Italia, come spiegato QUI, non si farà altrettanto.