By: pablo on Martedì 04 Novembre 2014 09:36
Anti, in Spagna hanno tagliato i salari a livelli da non sopravvivenza, hanno aumentato il ricorso al precariato, hanno una disoccupazione vicina al 25%. Lo stesso FMI (il FMI fa parte degli amici dei rettiliani?) ritiene farlocca la finta ripresa spagnola e prevede un futuro grigio e triste. Non solo: le politiche deflazionistiche del governo spagnolo potrebbero danneggiare l'intera zona europea.
Certo, a te che si affamino e precarizzino i lavoratori piace. A me no però.
SO CHE E' UN PO' LUNGHETTO, MA INVITO TUTTI A LEGGERE CON ATTENZIONE, le analisi sullo stato dell'economia vengono dall'FMI e da persone al di sopra di ogni sospetto (per esempio, viene spiegato come la Spagna sia ancora in piena bolla immobiliare e come dumping sociale, abbattimento dei salari e spese folli interne abbiano drogato per un po' l'economia... e come tutti i dati generali siano ben diversi da quel che si vuol far credere)
" IL VERO STATO DELL'ECONOMIA SPAGNOLA
AEP: La ripresa trainata dalle esportazioni della Spagna ha un caro prezzo
Mentre i nostri media plaudono alla Spagna sulla mitica via della ripresa, si osserva come il boom dalle esportazioni lasci dei grossi punti interrogativi sul reale stato di salute dell'economia spagnola: il ricatto della disoccupazione ha costretto i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro post-umane, la ripresa guidata dalle esportazioni non avvantaggia i più colpiti dalla crisi, e inoltre sta già svanendo...
L'industria automobilistica spagnola è tornata in vita, salvata dai drastici tagli salariali che vanno a trasformare la caratteristica sociale dell'Europa.
L'industria automobilistica è la punta di diamante del grande piano spagnolo per una ripresa trainata dalle esportazioni.
Il governo pro-business di Mariano Rajoy e dei suoi alleati considera questo notevole aumento come una conferma della giustezza delle loro politiche, la prova che è possibile a recuperare la competitività all'interno della zona euro attraverso una "svalutazione interna", un eufemismo per tagli salariali deflazionistici...
Gli economisti keynesiani controbattono con la stessa veemenza che si tratta di una strategia di beggar-thy-neighbor, una corsa al ribasso che sposta la sofferenza all'interno della zona euro ad altri stati che cercano di difendere i loro modelli sociali - soprattutto la Francia e l'Italia, a questo punto - e, in ultima analisi, spinge l'intera unione monetaria in un vortice deflazionistico che si auto-alimenta, come negli anni '30.....
Con una notevole inversione della sua sorte, la Spagna è oggi l'economia a più rapida crescita delle quattro grandi economie della zona euro...
Ciò che resta tutt'altro che chiaro è se l'economia spagnola ha davvero voltato pagina, o se il boom delle esportazioni di automobili riflette la competitività nel resto dell'economia.
Raoul Ruparel del think-tank indipendente Open Europe dice che la maggior parte della ripresa della crescita di quest'anno è venuta da una spesa locale folle, uno scatenamento della domanda repressa col ritorno della fiducia dopo anni di privazioni.
Fernando de Acuña, capo dell'importante agenzia di consulenza immobiliare spagnola RR de Acuña, avverte che il paese sta attraversando una mini-bolla illusoria, con la gente che scommette su un nuovo ciclo del mercato immobiliare anche se gli effetti paralizzanti dell'ultimo ciclo boom-bust non sono ancora passati.
"Pensiamo che i prezzi scenderanno di un altro 20% nei prossimi tre anni. C'è ancora un eccesso di 1,7 milioni di case invendute in un mercato annuale di circa 230.000 abitazioni. I costruttori ne hanno ancora in carico 467.000 unità, e la metà sono indirettamente controllate dalle banche. Si tratta di tirare avanti e far finta di niente. Ce ne sono altre 150.000 in corso di pignoramento che restano bloccate perché i tribunali sono intasati ", ha detto.
"La gente non vuole sentire nulla di tutto questo. Quando nel 2007 abbiamo avvertito che il paese stava andando all'inferno ci hanno chiamato criminali e terroristi, ma avevamo ragione, perché basiamo la nostra analisi sui fatti e non sul pio desiderio ", ha detto.
Si è sempre discusso se la Spagna può sperare di tirarsi fuori da una trappola di bassa crescita facendo affidamento sulle sole esportazioni, visto che ha ancora un'economia relativamente chiusa con un trade gearing di solo il 34% del PIL, di gran lunga inferiore a quello dell'Irlanda, al 108% .
Le partite correnti stanno già lentamente tornando in deficit, come sempre quando le importazioni aumentano, il che suggerisce che la Spagna non è ancora affatto vicina ad un equilibrio competitivo all'interno della zona euro. E' già in "surriscaldamento" - in un certo senso - anche con 5,6 milioni di persone senza lavoro. Il Fondo Monetario Internazionale dice che il tasso di cambio della Spagna è sopravvalutato fino al 15%.
Minacciosamente, il boom delle esportazioni sta già svanendo, nonostante il successo dell'industria automobilistica. Il totale delle spedizioni è aumentato solo dell'1% in un anno fino ad agosto rispetto allo stesso periodo del 2013, con una contrazione dell'11% verso l'America Latina, e del 13% verso il Medio Oriente. Le esportazioni in realtà nel mese di agosto sono calate del 5% rispetto all'anno precedente.
Esperti di commercio dicono che il rimbalzo delle esportazioni dopo la crisi Lehman è stato il risultato di una ricerca frenetica di mercati esteri da parte di imprese in lotta per la vita, con la domanda interna crollata del 15%. Questo è per sua stessa natura un effetto una tantum. Esso non può essere sostenuto senza un blitz degli investimenti, ma il FMI dice che il credito bancario alle imprese si sta ancora contraendo ad un tasso annuo dell'11%, con un "costante aumento della quota di imprese in difficoltà finanziarie".
Il FMI avverte che il paese è ancora profondamente vulnerabile: "La Spagna è fortemente indebitata con il resto del mondo. La posizione patrimoniale netta sull'estero (NIIP) si è ulteriormente aggravata nel 2013, quasi al 100& del PIL ".
Il FMI ha messo in discussione il fatto che la Spagna abbia davvero spinto per delle riforme strutturali profonde, notando che il suo posto nella classifica del "Doing Business" è scivolato ulteriormente. La produttività totale dei fattori (PTF) è su una "tendenza al ribasso", anche se per ora compensata dal calo perverso della disoccupazione. Il mercato del lavoro rimane "segmentato tra lavoratori ben tutelati a tempo indeterminato e i precari, che girano tra posti di lavoro temporanei e disoccupazione", ha detto.
Ciò che è chiaro, inoltre, è che l'eventuale ripresa fino ad ora non ha toccato che marginalmente le vittime della lunga crisi".