By: lutrom on Lunedì 10 Novembre 2003 19:02
da: www.clubcommodity.com
PERCHE' IL BULL MARKET NELLE MATERIE PRIME DURERA' ANCORA MOLTI ANNI.
Il problema di molti investitori è che essi conoscono il prezzo di tutto ma non conoscono il valore di nulla.
Con questo intendo dire che molti di noi ricordano a memoria il “prezzo” delle azioni più sconosciute o delle obbligazioni più esotiche. Ma non abbiamo la minima idea del loro reale “valore”. Tiscali vale 100 o vale 10? Boh! Eppure il segreto per investire con successo è comprare qualcosa che ha un prezzo inferiore al valore reale tenendolo finchè il mercato non si accorge di questo valore. I grandi investitori e gestori fanno i soldi in questo modo. Quando il “sangue è abbondante sulle strade” e tutti fuggono da un asset perché crollato di prezzo e venduto a prezzi stracciati, il saggio investitore compra quello che nessuno vuole. Tutti i bull market più straordinari della storia sono nati in questo modo, da valutazioni ridicole dell’asset in questione.
Gli asset (azioni, commodities, obbligazioni) sono come le minigonne: hanno momenti in cui vanno di moda e momenti in cui cadono nell’oblio. Le materie prime (MP) non fanno eccezione. Negli ultimi 100 anni ogni 20-25 anni abbiamo assistito a degli spettacolari bull market nelle MP . Negli anni 60-70, negli anni 30-40, negli anni 00-10 del secolo scorso le MP hanno avuto dei rendimenti veramente spettacolari.
Negli ultimi 20 anni le MP sono andate molto male. In questi 20 anni si è investito in fibre ottiche, tecnologia, internet ecc.ecc. dimenticandosi d’investire nel settore che sta alla base dell’attività economica, quello delle MP.
Infatti, a causa del persistente calo di prezzo delle MP di questi ultimi 20 anni, si è pensato che non avesse senso investire in un settore così fuori moda e così poco redditizio. Non si sono fatte più esplorazioni per cercare metalli (ad es. i progetti concreti di nuove miniere d’argento sono in tutto il mondo una decina), non si producono prodotti agricoli a sufficienza (il rapporto tra le scorte che avanzano a fine anno e produzione si è ridotto del 60%, il che vuol dire che mentre prima avevamo scorte abbondanti di cereali e soia a fine anno, ora rischiamo di rimanere a secco).
Lo squilibrio tra domanda ed offerta è clamorosamente venuto alla luce con l’emergere della Cina alla ribalta dell’economia mondiale.
La Cina non è solo un formidabile produttore di “manufatti” a bassissimo costo, è anche un formidabile consumatore con 1.200.000.000 di persone che bussano alle porte della modernità e del benessere. Nei primi 9 mesi di quest’anno le importazioni cinesi di commodities sono aumentate in maniera vertiginosa:
Rame +36% - Circa 2 milioni di tonnellate Cotone +596% - Circa 643,000 tonnellate Petrolio +30% - Circa 60 milioni di tonnellate Automobili +55% - Circa 100,000 unità Acciaio +45% - Circa 20.6 milioni di tonnellate
Il mondo quindi si è trovato spiazzato. Ha ridotto negli anni le scorte e la produzione di tante MP non ipotizzando l’impressionante domanda che sarebbe giunta da miliardi di persone alla ricerca di un maggiore benessere.
I mercati azionari, intanto, hanno quindi chiuso il loro ciclo rialzista 3 anni fa. Quello a cui ora assistiamo è semplicemente un rally in controtendenza, l’orso è appena agli inizi.
Le commodities, invece, sono appena all’alba di un nuovo risorgimento che durerà ancora molti anni, sia per l’emergere sulla scena economica di Cina e India (2 miliardi di “fameliche” persone), sia per l’incessante iniezione di liquidità messa in opera dalle autorità monetarie per evitare il tracollo della borsa e dell’economia. Come sapete troppi soldi in giro significano salita dei prezzi e quindi salita dei prezzi anche delle MP che, seppur con gli inevitabili alti e bassi, offriranno agli investitori più accorti almeno 10-15 anni di grandi soddisfazioni.
10/11/2003