By: Moderatore on Domenica 21 Agosto 2011 03:32
In realtà il Mais a Chicago è fermo da tre mesi sui 7 dollari, si vede che i cereali si sono messi a salire in Europa in modo indipendente
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^Mais#^ bene rifugio come l'oro
Prezzi al consumo in aumento
Anche le quotazioni del grano, della soia e dell'orzo sono in forte crescita, mentre diminuisce la produzione complessiva, a causa della riduzione delle superfici coltivabili. E a pagare saranno i consumatori...
ROMA - Con il crollo delle borse le quotazioni del mais sono praticamente raddoppiate in un anno ed hanno raggiunto valori da record al pari di quanto è avvenuto per l'oro e per gli altri beni rifugio. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia con la chiusura settimanale delle quotazioni al Chicago Board of Trade il mais per consegna a dicembre ha superato il valore di 7,25 dollari per bushel (19 centesimi di euro al chilo). Si tratta - spiega la Coldiretti - della borsa merci più importante del mondo dove vengono trattate le materie prime agricole, dal mais al grano fino alla soia e all'orzo, al pari di quanto avviene per i titoli di borsa o le monete sui mercati finanziari e valutari.
Dall'inizio dell'anno la corsa dei prezzi del mais è stata ininterrotta con valori che negli ultimi giorni stanno oscillato attorno al massimo storico di sempre. Un andamento motivato da un ridimensionamento nelle produzioni statunitensi sul quale si innestano le speculazioni. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - sottolinea la Coldiretti - è infatti sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l'oro fino alle materie prime come il mais. Il costo dei mangimi è aumentato a giugno del 18 per cento rispetto allo scorso anno.
Per effetto delle manovre finanziarie sul cibo si è verificata - precisa la Coldiretti - una grande volatilità impedendo la programmazione e mettendo a rischio le coltivazioni e l'allevamento in molti Paesi. Al momento - riferisce la Coldiretti - le prime stime del Ministero delle Politiche agricole si limitano alla previsione di un calo di superfici e raccolto per il grano e l'avanzata dell'orzo. Per il grano duro la produzione 2011 dovrebbe attestarsi sui 3,6 milioni di tonnellate, il sei per cento in meno rispetto allo scorso anno, "grazie" ai 128mila ettari persi a inizio campagna e alle ondate di maltempo che hanno condizionato a più riprese le semine annuali.
Identico il discorso per il grano tenero, atteso a quota 2,8 milioni di tonnellate. Qui gli ettari seminati in meno sono stati 27mila, anche se il calo produttivo dovrebbe essere più contenuto (-1 per cento). Ad avvantaggiarsi del calo - continua la Coldiretti - è stato sicuramente l'orzo, che supera il "muro" del milione di tonnellate (+9 per cento sul 2010), visto anche l'aumento delle superfici coltivate da 272mila a 288mila ettari. Nel settore delle oleaginose si prevede un incremento consistente nel comparto della soia, sia in termini di superficie, in aumento di circa 70mila ettari, sia di produzione, con 850mila tonnellate attese, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Dovrebbe, invece, diminuire il raccolto di girasole. Si prevedono - conclude la Coldiretti - circa 250mila tonnellate, contro le 280mila del 2010.