La Moneta Elettronica di Stato (conti correnti presso il Tesoro che pagano interessi)

 

  By: hobi50 on Sabato 08 Marzo 2014 15:05

"Allora qualcuno (sia esso lo stato, le banche o la banca centrale, alla fine non fa differenza) deve prendersi l'incarico di far crescere il denaro in circolazione. Peccato che questo qualcuno sia invariabilmente un pianificatore centrale con un potere immenso e altrettanto invariabilmente porti il sistema al collasso." XTol ,è caduto nel mio terreno : io ho fatto il "banchiere". Il banchiere non è nè l'azionista nè il direttore generale(che puo essere anche poco più di un burocrate ) : è il responsabile degli affari ed io lo sono stato. Ma ,le posso assicurare,al contrario di quanto lei ha scritto ,che non ho potuto ,nemmeno per sbaglio, essere stato "un PIANIFICATORE". Ho sempre avuto davanti a me solo imprenditori ed aziende . Non c'era nulla di macro nel mio quotidiano. C'erano solo crediti a singoli soggetti economici. Il mio successo ( e direi ,pomposamente ,quello della nazione ) era se i crediti che autorizzavo tornavo indietro. Altrimenti avrei distrutto prima il capitale della banca e via via di quelli che sono nella parte inferiore della catena di responsabilità. Viceversa il soldi creati e spesi dallo stato sono soldi che spesso sono paragonabili ai soldi erogati da un HOBI INCAPACE. La moneta endogena soffre invece della critica di fondo minskiana : la moneta ,che si forma insieme al rapporto creditizio , è soggetta ad una progressiva instabilità che solo la banca centrale può contrastare . Adesso viviamo nell'epoca dei somari ...quelli dello "stampa e magni ". Hobi

 

  By: XTOL on Sabato 08 Marzo 2014 13:33

caro Hobi, siamo d'accordo sull'insostenibilità dell'ipotesi "denaro creato dallo stato", ma sia chiaro: l'errore devastante non è nelle parole "dallo stato", ma nella parola "creato". in questo lei e zibordi, ai miei occhi, finite entrambi dietro la stessa lavagna. cioè accettate entrambi il presupposto (imho sbagliatissimo) che sia il credito a far crescere l'economia (#F_START# size=3 color=lightblu #F_MID#vero#F_END#) e che quindi il credito sia la leva da azionare (#F_START# size=3 color=red #F_MID#falso#F_END#). Allora qualcuno (sia esso lo stato, le banche o la banca centrale, alla fine non fa differenza) deve prendersi l'incarico di far crescere il denaro in circolazione. Peccato che questo qualcuno sia invariabilmente un pianificatore centrale con un potere immenso e altrettanto invariabilmente porti il sistema al collasso. Date retta a un patacca, la soluzione è (naturalmente non mi illudo che sia mai riconosciuta): se si accetta l'esistenza di uno stato, questo dovrebbe molto semplicemente stampare nuovo denaro infilandolo direttamente nelle tasche dei detentori del denaro preesistente, in proporzione. In un colpo solo si otterrebbe: fine della necessità di fare debito pubblico emersione di ogni ricchezza non dichiarata

 

  By: hobi50 on Venerdì 07 Marzo 2014 15:26

Il QE è il surrogato del debito quando non se ne può più fare. Purtroppo le economie dei nostri giorni sono "debt addicted". Più debito si riesce ad aggiungere ,più le cose vanno bene. Ma è sufficiente solo fermare il delta debito da un anno all'altro,perchè le cose comincino a peggiorare. Il QE è l'ultima trovata per drogare l'economia quando non si possono più fare debiti nè abbassare i tassi che sono già a zero. Questi miglioramenti sono effimeri e produrranno gravissime conseguenze. Hobi

 

  By: alberta on Venerdì 07 Marzo 2014 15:11

A proposito di piani quinquenniali..... ieri erano 5 anni che è iniaziato il QE in GB, qui gli effetti, direi niente di male e parecchi buoni effetti.... 8 slide da vedere http://www.marketwatch.com/story/happy-birthday-uk-qe-6-charts-on-the-5-year-recovery-2014-03-06

 

  By: hobi50 on Venerdì 07 Marzo 2014 14:41

"Questi strambi individui che tuonano contro il denaro creato "dal nulla" a mo' del ragazzino nell'eta' delle sue prime scoperte, non si rendono conto che il denaro creato veramente dal nulla e' proprio quello creato dagli stati tramite le banche centrali. Sul denaro creato dalle banche c'e' almeno un sottostante che, nel caso piu' banale, e' rappresentato da uno straccio di contratto di mutuo che ti impegna a comprarti un bilocale coi soldi creati e, sopratutto, A PAGARLO." Perfetto ed aggiungo. ...e se riesci a pagarlo ,hai contribuito allo sviluppo economico del paese ... E se non riesci ? Beh, in primis , a PAGARE ci DOVREBBE essere il capitale degli azionisti ,poi quello degli obligazionisti , poi quello dei Fondi INTERBANCARI di tutela che sono alimentati dalle stesse banche, ed ,last but non least,lo stato che paga per aver MAL SVOLTO il ruolo di controllore che gli impone il rilascio, attraverso i suoi organi , della licenza bancaria. Hobi

 

  By: antitrader on Venerdì 07 Marzo 2014 13:24

Hobi, mi sa che i cazzari di internet (e relativi discepoli un po' somari) sono arrivati ben oltre i mitici piani quinquennali. Con quelli (i piani Brezneviani) almeno nelle intenzioni c'era uno straccio di obiettivo quale ad es. quello di raddoppiare la produzione di frumento. Quello che non mettevano in conto e' l'infima essenza della razza umana, e cosi' il contadino ucraino prendeva i rubli e anziche' coltivare passava il tempo a scolarsi fiumi di vodka per procurarsi la quale comprava dollari al mercato nero strapagandoli con la sua moneta sovrana fresca di stampa. Un po' come succede adesso con i fondi europei, i nostri coltivatori pigliano i soldi e si comprano er bilocale, operazione che non e' molto piu' raffinata di quello che si scolava la vodka. Questi strambi individui che tuonano contro il denaro creato "dal nulla" a mo' del ragazzino nell'eta' delle sue prime scoperte, non si rendono conto che il denaro creato veramente dal nulla e' proprio quello creato dagli stati tramite le banche centrali. Sul denaro creato dalle banche c'e' almeno un sottostante che, nel caso piu' banale, e' rappresentato da uno straccio di contratto di mutuo che ti impegna a comprarti un bilocale coi soldi creati e, sopratutto, A PAGARLO.

 

  By: hobi50 on Venerdì 07 Marzo 2014 11:21

Che c'è di male ,Xtol ? Per il Dott. Zbordi si dovrebbe ritornare ai piani quinquennali della grande Unione Sovietica. Comunque ,per un miglior risultato ,possiamo sempre sperare che il duo Renzi-Alfano sia meglio del duo Breznev -Kossighin. Anti ,Lei che sull'argomento è un punto di riferimento,è ragionevole sperarlo ....o ,per chi usa la macchina,c'è un radioso futuro di "Zigulì" ( modello sovietico dell'epoca )? Hobi

 

  By: XTOL on Giovedì 06 Marzo 2014 18:17

Se lo stato invece fa creare denaro per usi produttivi, infrastrutture, investimenti per produrre beni e servizi... ----------------------------------------------------------------------- sì sì, e cenerentola come sta?

 

  By: TotoTruffa on Giovedì 06 Marzo 2014 18:13

A pennello se non lo avete ancora visto il video di Ray Dalio a fumetti su come funziona l'economia di 30minuti.Ci sono anche i sottotitoli in italiano basta selezionarli in basso a destra. ^How the economic machine works"#http://www.youtube.com/watch?v=PHe0bXAIuk0^

Beppe Grillo arriva al "denaro dal nulla dalle banche" ! - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 06 Marzo 2014 16:59

Il 3 marzo 2014 Grillo & Casaleggio ci sono arrivati! #i# Il denaro viene creato dal nulla dalle banche#/i# ! Peccato che, essendosi accorti di questo fatto, la conclusione a cui poi arrivano sia totalmente errata. --- ^"Il denaro dal nulla"#http://www.beppegrillo.it/2014/03/il_denaro_dal_nulla.html^ (Blog di Beppe Grillo, 3 marzo 2014) Il primo libro dello scrittore di fantascienza James Ballard fu "Il vento dal nulla". Un vento sempre più forte soffia ovunque e la sua intensità aumenta giorno dopo giorno. La sua origine è sconosciuta e il vento cessa soltanto quando l'ultimo edificio sulla Terra viene distrutto. Questo vento è oggi il denaro, il denaro dal nulla, che sta infettando le economie e gli Stati che ne vengono travolti. Il denaro è creato dalle banche con il meccanismo della riserva frazionaria. #i# Quando la banca concede un prestito ha una riserva che lo garantisce, ma non del tutto. Supponiamo che la banca abbia nei suoi depositi 1.000 euro e che la riserva obbligatoria per un prestito corrisponda al 10% della somma prestata. La banca potrà quindi prestare fino a 10.000 euro nonostante disponga solo di 1.000 euro. Ha creato 9.000 euro dal nulla. Se tutti i clienti di un qualunque istituto bancario decidessero di prelevare le somme depositate scoprirebbero che non esistono e la banca fallirebbe.#/i# Il denaro in circolazione non ha più niente a che fare con la realtà. Si stima che il debito totale del mondo ammonti a 200 trilioni di dollari, mentre la produzione mondiale annua, il PIL, è di 70 trilioni, circa un terzo. Una bolla enorme che prima o poi è destinata ad esplodere. Per uscirne si potrebbe sostituire il denaro creato dalle banche con denaro stampato dagli Stati e con l'obbligo di prestiti interamente coperti da capitali. Per ora siamo seduti sopra a un uragano i cui effetti sono di una dimensione che sfugge alla mente umana. ^L'economista e premio Nobel Maurice Allais disse "L'attuale creazione di denaro dal nulla, operata dal sistema bancario, è identica alla creazione di moneta da parte dei falsari#http://www.beppegrillo.it/2014/03/il_denaro_dal_nulla.html^. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto". Il denaro dal nulla potrebbe terminare con la distruzione delle Nazioni. Come il vento, e poi cessare di colpo. ---- OK, in realtà il meccanismo della riserva frazionaria non funziona così, ma il concetto è grosso modo quello, se si vuole essere più precisi ovviamente si possono leggere gli esempi di contabilità bancaria che qui si sono forniti ormai circa 200 volte (vedi sotto per i ripetenti). In secondo luogo però, è questo è il punto essenziale, NON C'E' NIENTE DI MALE IN QUESTO MECCANISMO DI CREAZIONE DEL DENARO "DAL NIENTE", perchè in questo modo la società non dipende più dalla ricchezza accumulata, cioè dal potere della ricchezza. Se il denaro può essere creato sotto l'egida dello stato, allora la società non è più dipendente dal "capitale" dei capitalisti per così dire, non devi aspettare o invogliarli a investire le loro ricchezze, non dipendi dai famosi capitali esteri, non dipendi dal mercato finanziario o dalla BCE o da Soros o dagli emiri del Dubai. Perchè lo stato può creare lui il capitale necessario senza costi dal niente (vedi il capitolo IV di "La Magia del Denaro" di Hjialmar Schacht ad esempio) La creazione del denaro dal niente può essere malefica o benefica. Se lo stato crea o lascia creare denaro alle mega banche in mano a super-manager con stock options che erogano credito a go-go per speculazione immobiliare, mutui, credito al consumo, manipolazione e intermediazione finanziaria, investimenti in derivati, commodities, mutui cartolarizzaati, btp ecc.. cosa succede ? Hai lunghi periodi in cui tutto sembra andare bene grazie a bolle del consumo, degli immobili e dei mercati finanziari, che creano squilibri enormi nella distribuzione della ricchezza, seguite poi da improvvisi crash come nel 2008 e relativi salvataggi (con contorni di austerità...). Se lo stato invece fa creare denaro per usi produttivi, infrastrutture, investimenti per produrre beni e servizi in agricoltura, industria, turismo, scienza, cultura...in questo secondo caso avresti un economia sana, tipo quella che hanno in Asia ad esempio.

 

  By: pana on Martedì 25 Febbraio 2014 09:37

Soros investe in banche europee, forse il Put sugli indici americani serve a hedgiare gli ivnestiment in area euro ? "CREDO NELL' EURO" Per questo il mio team per gli investimenti è impaziente di fare un sacco di soldi in Europa, http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201402241026178586&chkAgenzie=TMFI&titolo=Soros%20punta%20sulle%20banche%20europee

سرايا القدس تبث مشاهد جديدة لقنص جندي إسرائيلي من وحدة الهندسة شرقي مدينة غزة - YouTube

 

  By: hobi50 on Giovedì 20 Febbraio 2014 16:46

Morphy,un'ultima cosa. Il fallimento (o il concordato )è un normale fatto economico. E soprattutto NON è UNA SCELTA ne un atto in se stesso fraudolento. E' la naturale conseguenza di una situazione economica insostenibile . Hobi

 

  By: hobi50 on Giovedì 20 Febbraio 2014 16:41

Morphy la "sistemazione del debito " è la condizione " NECESSARIA ma non SUFFICIENTE ". Ovviamente poi c'è tutto il lavoro extrafinanza : rimettere in sesto il "sistema paese". Io su questo lascio il passo a quelli più bravi di me. Hobi

 

  By: Morphy on Giovedì 20 Febbraio 2014 16:18

Hobi, scusa se ti faccio un appunto. Tu parli di accordi sui debiti. Il fine è la crescita. Ma scusa la crescita de che? Ci sono cosa che vanno altre la logica della finanza, o meglio ci sono anche altre logiche. Secondo me la crescita che dici riguarda un modello passato fatto di consumi di ciabatte, scope o poco più. Ma questa è una crescita che va bene per i paesi in via di sviluppo. Quando parlavo anni fa di smaterializzazione dell'economia ovviamente venivo spernacchiato. Ora rido io perché i colossi, dico quelli che hanno i soldi in tasca, non producono nulla se non nuvole. E' di questi giorni che Facebook paga 17 mld WhatsApp. Dico stiamo parlando di un'APP per mobile che costa 17 mld, non di impianti di altoforno o di petroliere. Oggi un videogioco può costare anche 200 mln di dollari, dico ci metti su le fabbriche con questi soldi. Ora è vero che abbiamo un debito impagabile perché non abbiamo le industrie ma è anche vero che non abbiamo le industrie perché non abbiamo strategie. Per cui ti metteresti intorno ad un tavolo a parlare di roba che non serve. Poi tieni conto che le società moderne si basano sulle convenzioni e sugli accordi. Non pagare il debito non è proprio mantenere gli accordi, anzi. Molti credono che l'Europa sia una follia. Sarebbe meglio che queste persone si interessassero dei programmi nel lungo periodo che l'Europa potrebbe realizzare e sta realizzando. morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Algo on Giovedì 20 Febbraio 2014 15:55

Che ne pensa il moderatore del piano Savona-Monorchio? Giulio Sapelli ha detto che andrebbe bene a patto di togliere il Fiscal Compact e rinegoziare i trattati http://www.giornalettismo.com/archives/1361957/matteo-renzi-e-il-piano-da-1000-miliardi-per-salvare-litalia/ 1000 miliardi. Cifra tonda. È questo il numero magico che esce dalla proposta di programma, ideata da Paolo Savona e Andrea Monorchio e condivisa dall’Associazione “L’Italia c’è”, che viene sottoposta al nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi e pubblicata sul numero di sabato di Milano Finanza. LO SCAMBIO – Il punto centrale della proposta consiste nella sostituzione di 1000 miliardi di titoli di debito pubblico (BOT, BTP, CCT, eccetera) con 650 miliardi di nuovi titoli a lungo termine, indicizzati all’inflazione ed al 20% della crescita del Pil reale, e 350 miliardi di titoli di partecipazione ad un fondo patrimoniale, nel quale dovrebbero confluire i beni mobili ed immobili dello Stato e degli Enti Locali, per complessivi 700 mld. Si tratterebbe in sostanza di una ristrutturazione di parte del debito pubblico con un allungamento delle scadenze e una riduzione in molti casi dei rendimenti, a fronte dei vantaggi economici rivenienti dalla compartecipazione alla proprietà di beni dello Stato, quantificati in un ritorno minimo garantito pari al rendimento dei nuovi titoli di stato di cui prima, e l’esenzione fiscale delle relative plusvalenze per 25 anni. Questo scambio, da quel che si capisce dall’articolo, dovrebbe avvenire con adesione volontaria da parte dei possessori di titoli di stato (“L’operazione, che verrebbe avviata solo al raggiungimento della soglia di disponibilità di 1.000 miliardi da parte del mercato…”). I VANTAGGI - Secondo gli estensori della proposta i vantaggi sarebbero principalmente due: far diminuire di 200 mld. (il 13% del PIL) il debito pubblico, in quanto i titoli di partecipazione al fondo patrimoniale non sarebbero ovviamente considerati debiti, ed avere un risparmio per interessi di almeno 35 mld. annui, che potrebbero essere utilizzati per abbattere la pressione fiscale. A lato di questa operazione sarebbero inoltre anche costituiti tre fondi da 50 mld. cadauno finalizzati rispettivamente a garantire nuovi mutui immobiliari, accollandosi anche cinque anni di interessi di preammortamento, coprire le perdite delle sofferenze bancarie relativamente ai crediti erogati alle imprese e per ultimo finanziare un credito di imposta al 100% per le ricapitalizzazioni fatte dai soci delle PMI. I DUBBI - Ma arriviamo ai dubbi. Come abbiamo detto l’adesione allo scambio dovrebbe essere eseguita da quel che si capisce su base volontaria. Sinceramente non si vede che convenienza avrebbe un investitore che ha messo i suoi soldi in un titolo scadente fra un paio di anni a vederselo tramutare da una parte in un titolo a lungo termine, con tasso pure inferiore, dall’altra in una quota di fondo per il quale non sembra essere prevista alcuna liquidazione, ma solo la eventuale negoziazione sul mercato, sempre che si trovi un acquirente e chissà a quale prezzo. Non casualmente l’articolo si apre sottolineando come il 60% del debito pubblico italiano sia ad oggi nelle mani di risparmiatori e istituzioni finanziarie nazionali. Se pensare male si fa peccato, però il sospetto viene che la volontarietà non sarebbe proprio così volontaria, a meno di non pensare che lo scambio, come lascerebbe intuire l’importo, sia alla fine circoscritto alle sole istituzioni finanziarie (banche, fondi, eccetera) a vantaggio delle quali sono infatti destinati 2 dei 3 fondi da 50 mld. A questo punto però bisognerebbe considerare se la “spoliazione” da parte dello Stato di 350 mld. di beni non abbia riflessi sulle sue garanzie di solvibilità alterando la struttura di seniority dei titoli di stato. Infatti se prima questi erano garantiti dagli incassi. E dal patrimonio statale, quest’ultimo verrebbe appunto in parte escluso, specie se nel fondo, come indicato nella proposta, ci finissero beni che producono incassi per lo stato come alcune partecipate (ENI, ENEL, FinMeccanica) e i beni demaniali oggetto di concessione ai privati (etere, spiagge, miniere, eccetera). Sicuramente il profilo di rischio sia per i rimanenti che per i nuovi titoli di stato sarebbe diverso da quello attuale, con tutti i relativi problemi conseguenti. LE DIFFICOLTA’ PRATICHE - Ci sarebbero poi le difficoltà brutalmente pratiche: non esiste a tutt’oggi un censimento completo dei beni dello Stato e degli Enti Locali, quindi non si capisce bene come potrebbero essere conferiti e a quali valori. Valori che fra l’altro, considerata la scarsa redditività attuale di molti di questi, sarebbe interessante capire come potrebbero essere calcolati. A questo discorso si riaggancia anche la redditività GARANTITA del fondo che appare estremamente ottimistica. Chi farà rendere quei cespiti in modo da poter remunerare gli investitori? Quali investimenti abbisognerebbero? O se messi in vendita chi se li compra? E a quali prezzi? E gli incassi dove andrebbero reinvestiti? In realtà sarà probabile che lo Stato sia costretto a integrare la redditività del fondo direttamente, vanificando in tutto o in parte il presunto risparmio di interessi. IL VERO PROBLEMA DIETRO LO SCAMBIO – Sinceramente questa operazione più che finalizzata all’abbattimento del debito pubblico, sembra essere un artifizio contabile, in stile rivalutazione quote di Bankitalia, per portarne un po’ fuori dal bilancio statale e poter quindi sostenere coi 100 mld. le banche che stanno collassando sotto il peso di un comparto immobiliare in crisi profonda e delle sofferenze sui crediti erogati alle aziende. In pratica è un sostituto alla bad bank creata con denaro pubblico già cassata più volte dal (ex) ministro Saccomanni, semplicemente per il motivo che soldi in bilancio non ce ne sono e non abbiamo né l’autonomia fiscale, costretta entro i trattati europei, né una Banca Centrale autonoma, come ad esempio la Bank of England, che può sostenere con acquisti sul mercato secondario il nuovo debito pubblico necessario per la nazionalizzazione di parte del sistema bancario. La complessità della soluzione purtroppo temo che indichi la drammaticità della situazione, ma anche l’incapacità di vedere che questa situazione oramai non è più sostenibile a lungo.