Domanda e Offerta (e tassi di interesse)

 

  By: GZ on Martedì 27 Dicembre 2011 12:04

chi si firma "carlog" è un professore universitario di statistica !... si potrà ben chiedergli di supportare con dei numeri le sue impressioni ?

 

  By: defilstrok on Martedì 27 Dicembre 2011 11:07

Infatti, non noto nulla di aggressivo. Tutt'al più usa modi un po' laschi come è naturale che sia dopo aver ripetuto lo stesso concetto (che non sarà lapalissiano ma non è proprio difficile). Riguardo poi a "gli economisti Keynesiani, che hanno alimentato l'indebitamento pubblico, la presenza dello stato nell'economia, la mancanza di competizione nei servizi pubblici": è un'affermazione che dilaga in rete a mo' di slogan, assolutamente non condivisibile, in primis perché la si cita a mo' di "è tutta colpa dei comunisti" (e Keynes era ben altro); in secundis, perché forse non si ha la consapevolezza che un conto sono le dottrine di Keynes e un conto è l'uso spregiudicato della cosa pubblica in un "magna-magna" senza ritegno; e nello stesso istante non ci si rende contemporaneamente conto che il grosso della responsabilità per la situazione in cui versa oggi l'Occidente è da attribuire, al contrario, al dilagare di nuovi paradigmi neo monetaristi

 

  By: marco on Martedì 27 Dicembre 2011 09:38

Zibordi agressivo? Ma che dite stà li a spiegare e rispiegare a degli ottusi le basi dell'economia e della finanza odierni e dite che è aggressivo?

 

  By: alberta on Martedì 27 Dicembre 2011 04:14

http://www.youtube.com/watch?v=6pjQoZdB8tY Ecco chi è il tipo: http://www.movisol.org/berlino29605.htm Ecco uno stralcio, Convegno del 2005, notare bene: La 'potenza' di una moneta dev'essere una decisione politica. In che modo determiniamo la 'potenza' di una moneta? Questo dev'essere una 'decisione politica' tra i principali governi del mondo. Non è questione di fare la media. Cercare di regolarsi in base alla media è la cosa più cretina che si possa cercare di fare. Piuttosto, ci si regola cercando di stabilire qual è il tasso di crescita. Con questo sono convinto di poter rispondere anche a coloro che dicono che gli Stati Uniti versano in una situazione disastrosa ... Non è vero ! E' infatti possibile determinare il valore del dollaro, cosa che dobbiamo senz'altro fare. E questo valore del dollaro si stima sulla base di ciò che ci possiamo fare ... Occorre innanzi tutto considerare che il problema centrale adesso è quello della creazione del credito. Gli Stati Uniti, in particolare, non si sono dati quella capacità di emettere tutto il credito che è necessario per la realizzazione delle grandi infrastrutture. Se io fossi presidente, con il sostegno del Congresso promuoverei l'emissione autorizzata di credito nei termini consentiti dalla Costituzione e indirizzerei quel credito ai progetti di sviluppo delle infrastrutture economiche di base, ai tanti progetti pronti per essere realizzati -- per l'acqua, l'elettricità i trasporti, sanità e altro -- in tal modo si aumenterebbe automaticamente il tasso netto di produzione dell'economia USA, a partire da quest'anno, al di sopra del minimo necessario. Giacché siamo rimasti al di sotto del minimo necessario da quando Bush è presidente, e anche da prima. Dal 1999-2000, gli Stati Uniti operano in pratica in uno stato fallimentare. E non sono falliti perché sono una nazione, e una nazione ha la facoltà di decidere di ribaltare il fallimento, di sottrarsi alla propria bancarotta. Può farlo in virtù di una semplice decisione. Ora, se si prende una tale decisione, se aumenta il credito emesso a basso tasso d'interesse e in un contesto di cambi fissi, diretto a questi progetti necessari, si inverte la tendenza alla bancarotta e, come avvenne sotto Roosevelt, in particolare negli anni Quaranta, improvvisamente quella americana diventa la più potente economia mondiale. Consideriamo allora sotto questa luce che cos'è il valore del dollaro, che adesso batte la fiacca. Il suo valore è determinato dall'effetto che queste decisioni comportano, queste decisioni realizzabili che debbono essere prese dai governi. Di conseguenza, in una conferenza monetaria non si ricercherà mai il consiglio dei contabili. Bisogna tenerli fuori dalla porta perché non farebbero che affossare con le loro sciocchezze una discussione che deve invece vertere sui punti essenziali, e ci costringerebbero a discutere all'infinito dei loro diversivi. Occorre invece che a discutere siano coloro che capiscono l'economia, che si rendono conto che occorre un accordo sovrano, chiaro e tondo su questo: l'economia deve crescere. Per cui le questioni serie da discutere sono: che direzione prendere? Che tassi di crescita si possono prospettare? Quali impegni di sviluppo tecnologico sono stati presi? E quali prospettive di sviluppo infrastrutturale ci sono?

 

  By: GZ on Martedì 27 Dicembre 2011 03:23

parole sempre parole....mai numeri, cosa hai studiato, Scienze Politiche ?

 

  By: carlog on Martedì 27 Dicembre 2011 03:18

GZ - DeBenedetti e' molto intelligente ... a parte che ultimamente i toni usati da GZ sono abbastanza aggressivi (che succede ... mangiato male? digerito peggio?) la MMT mi sembra stranamente vicina a quanto dicevano gli economisti Keynesiani, che hanno alimentato l'indebitamento pubblico, la presenza dello stato nell'economia, la mancanza di competizione nei servizi pubblici oltrettutto per anni GZ ha tuonato contro l'aumento della liquidita' ritenuta responsabile delle bolle speculative, e quindi della loro esplosione, che ha creato danni agli investitori e all'economia reale, ecc. ecc. a parte lo spauracchio dell'iperinflazione a cui i tedeschi non credono ... in ballo c'e' l'armonizzazione dei sistemi fiscali della comunita' europea e quindi l'effettiva integrazione del sistema economico: non mi pare poco ! e' la Germania che deve aumentare il debito o e' l'Italia a doverlo diminuire ? (in gran parte attraverso politiche fiscali strutturali di medio periodo) mi pare che l'Italia sia in posizione difensiva e deve adeguarsi mi pare anche l'occasione politica per fare un po' di pulizia istituzionale e far capire alla gente che vanno elette le persone capaci e meritevoli il ritorno alla lira mi pare favorisca solo la mafia e la mediocrita' buon anno

 

  By: defilstrok on Martedì 27 Dicembre 2011 02:20

GZ: "i credit default swap (CDS) sul debito Italiano costano sui 550 punti, cioè costa ad es. 55 mila euro l'anno assicurare per 5 anni un milione di BTP... i credit default swap (CDS) sul debito Messicano costano sui 160 bps, tanto per dare un punto di riferimento" GZ: "o svaluti e molto, del -30 o -40% oppure finisci in una depressione simile a quella degli anni '30 con i milioni di disoccupati... Mario Monti e il resto invece no, sembra che non riescano a leggere nemmeno i grafici qui sotto che Debenedetti invece guarda e che sono piuttosto chiari" GZ: "Queste sono le notizie che possono creare panico. Oggi sul Wall Street Journal riportano che la società belga che fornisce i softare per gli IBAN e Swift dei trasferimenti ha ricevuto la richiesta di preparare il software per il ritorno alla dracma, lira e escudo... Ovviamente è un discorso che prescinde dal trading e dallo speculare su un orizzonte temporale di un paio di settimane, perchè non salterà tutto nel prossimo mese. Ma la logica e i numeri dicono che salterà probabilmente, diciamo entro l'estate-autunno del 2012 al più tardi" .................................................... Tre enunciati. Tre domande retoriche e una risposta. Partiamo dal primo punto: CDS a 550, tassi sopra il 7% e spread vs/bund sopra 500. Come mai? Com'è possibile dopo l'insediamento di Monti al posto del Berlusca e l'approvazione dell'ennesima manovra in cinque mesi che, mentre quelli spagnoli hanno visto lo spread scendere a 370 e i tassi all'ultima asta passare dal 5% e rotti all'1,6%, non ci sia stata quanto meno una riduzione dello spread verso 420? O un minimo di window dressing come mai doveroso considerando il maggior onere del mark-to-market imposto dall'EBA anche sui titoli di Stato? Passiamo al secondo punto: "Mario Monti e il resto invece no, sembra che non riescano a leggere nemmeno i grafici qui sotto che Debenedetti invece guarda e che sono piuttosto chiari". Siamo davvero sicuri che Mario Monti non veda? Siamo sicuri che Monti, Merkel, Draghi e Lagarde non vedano e non si rendano conto di quel che sta accadendo in Grecia, se non in Italia o in Europa? E infine il terzo enunciato. Come mai, dopo la notizia dell'agenzia del turismo tedesca TUI in merito alla menzione esplicita della dracma sui prossimi listini, salta fuori adesso il WSJ e cita l'adeguamento software riguardo dracma, escudo e lira (ma non peseta: vedi prima domanda retorica)? Eppoi, come mai trapelano notizie che, se non create ad arte, comportano costi e decisioni (o stati di pre-allerta) che implicano valutazioni prospettiche di una gravità sicuramente ponderata? E, soprattutto, siamo davvero sicuri che "è un discorso che prescinde dal trading e dallo speculare su un orizzonte temporale di un paio di settimane, perchè non salterà tutto nel prossimo mese"? La risposta l'avremo tra una settimana. Ma la MIA risposta conseguenziale alla retorica delle tre domande di cui sopra è un'altra: prendete in seria considerazione la probabilità che dracma, escudo e lira risorgano dal 1° gennaio. Perché Merkel, Sarkozy e Lagarde sanno benissimo che stanno ammazzando l'economia europea, e hanno ben chiaro che "o svaluti e molto, del -30 o -40% o oppure finisci in una depressione simile a quella degli anni '30 con i milioni di disoccupati". E una tale decisione, e la dolorosa e complicatissima gestione del "passaggio" non poteva essere delegata né a Berlusconi né a Bersani, ma solo a un'equipe di tecnici, capitanata per comprensibili ragioni (competenza professionale, esperienza a Bruxelles e abboccamenti con GS, Bilderberg e quant'altro) solo da Monti, con l'appoggio di un Draghi troppo velocemente ed unanimemente collocato a capo dell'Eurotower. Sotto questo profilo mi spiegherei anche le misure adottate sulla tracciabilità, la compattezza della sinistra, il "mezzo" passo indietro del PdL, l'isolamento della Lega, l'anomala resilienza dell'euro a non seguire i tonfi degli indici e dei titoli di stato europei, e l'anomalo "peg" della Svizzera che, proprio in questi giorni, avrebbe deciso di rimodulare il cambio ancora più in basso. Inoltre, se si è preso atto (come scriviamo qui, come scrive il WSJ, come si sostiene in un'infinità di situazioni) che "la logica e i numeri dicono che salterà probabilmente, diciamo entro l'estate-autunno del 2012 al più tardi", perché aspettare l'estate-autunno, quando tutta la situazione sarà senz'altro peggiore di oggi, e non "compiere il passo" il 1° dell'anno? Oltre alla logica della situazione, converrebbe farlo tra cinque giorni per gestire contabilmente un trapasso complicatissimo e di cui non si riescono a valutare le conseguenze, se non altro per evitare la complicazione contabile di un universo mondiale (finanziario e aziendale) che poggia sulla chiusura e riapertura fiscale a cavallo del nuovo anno solare. E' una mia risposta. Ma, reputo, non così peregrina

 

  By: muschio on Martedì 27 Dicembre 2011 00:12

"o svaluti e molto, del -30 o -40% o opurefinisci in una depressione simila a quella degli anni '30 con i milioni di disoccupati" il risultato el'impatto, sia in caso di fortissima svalutazione sia nel caso di depressione, non cambia.

Esorcizzare il fantasma dell'iperinflazione tedesca - GZ  

  By: GZ on Lunedì 26 Dicembre 2011 23:34

Anche Carlo DeBenedetti, il proprietario di Espresso-Repubblica, CIR e altro concorda con noi. Scrive oggi sul Sole24 ore che ^...nel 2012 l'Italia avrà un crollo del PIL del -3%, che la ricetta Monti-BCE-FMI è sbagliata#http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-12-24/francoforte-colpo-salve-100407.shtml?uuid=AamxyWXE^ e un default parziale sul debito pubblico italiano è inevitabile, se si continua con la politica di Monti e della BCE DeBenedetti ha alcuni difetti, ma è super-intelligente e informato, qui cita il noto pezzo del capo economista di Societe Generale ^"Esorcizzare il fantasma di Havenstein"#http://xa.yimg.com/kq/groups/6548896/2086810489/name/dylan%20grice%20on%20german%20hyperinflation%2011%202011.pdf^. Havenstein era il capo della Reichsbank nel 1923, quando scoppiò l'iperinflazione tedesca che nel giro di un anno annientò i risparmi e il valore del marco in Germania riducendo in media la classe media, creando le famose immagini delle donne che alimentavano la stufa con chili di marchi senza valore, lasciando per sempre traumatizzati i tedeschi riguardo all'inflazione e la moneta. Questo famoso episodio storico di iperinflazione in Germania da allora viene sempre citato come spauracchio contro l'idea che lo stato possa creare moneta. Non è esagerato dire che buona parte della resistenza attuale di Merkel, Schauble e praticamente tutto il popolo tedesco all'idea di monetizzare del debito è legata alla percezione di questa esperienza storica che si tramanda in ogni libro di storia. In realtà la storia vera sarebbe diversa come spiegano quelli di Societe Generale in questo paper e come sa chi legga un poco di più dei giornali E se sempre in Germania, dal 1933 al 1939, ci fu un altro esempio di stato che crea moneta su larga scala, sotto Hjialmar Schacht che creò un boom economico riducendo la disoccupazione dal 25% al 4% in quattro anni senza creare inflazione. Per qualche motivo viene sempre citato il caso del 1923 e Havenstein e mai il caso del 1934 e ^Hjalmar Schacht#http://en.wikipedia.org/wiki/Hjalmar_Schacht^ e il suo capo. Il quale capo per qualche motivo aveva intuito il meccanismo: "Non siamo stati così stupidi da mantenere una moneta basata sull'Oro, di cui non ne avevamo, ma abbiamo invece emesso marchi richiedendo però in cambio l'equivalente in lavoro o beni di un marco..." (^"We were not foolish enough to try to make a currency [backed by] gold of which we had none, but for every mark that was issued we required the equivalent of a mark's worth of work done or goods produced#http://www.webofdebt.com/articles/bankrupt-germany.php^. . . .we laugh at the time our national financiers held the view that the value of a currency is regulated by the gold and securities lying in the vaults of a state bank.") - Adolf Hitler Hitler lo aveva intuito, cancellò in pratica tutti i debiti sia interni che esterni, evitò i mercati finanziari esteri (anche perchè non gli era simpatico per cui non aveva scelta), creò moneta per pagare lavori pubblici ed infrastrutture, mise controlli ai prezzi e nel giro di cinque anni portò la Germania ad un boom che lo rese il politico più popolare del momento. MarioMonti e il resto invece no, sembra che non riescano a leggere nemmeno i grafici qui sotto che DeBenedetti invece guarda e che sono piuttosto chiari: o svaluti e molto, del -30 o -40% o opurefinisci in una depressione simila a quella degli anni '30 con i milioni di disoccupati, il caos e la violenza...fino a quando arriva uno che intuisce il trucco...

 

  By: Moderatore on Lunedì 26 Dicembre 2011 22:47

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  By: Blade on Lunedì 26 Dicembre 2011 01:30

Sì ma............ +++++++++++++++++ And for those curious, here are Saxo’s “Outrageous Predictions” from a year earlier. US CONGRESS BLOCKS BERNANKE’S QE3 As we move into the second half of 2011, politicians and pundits increasingly succeed in putting the Fed in the hot seat for having been the critical enabler of the US housing debacle and resulting bank bailout and public debt catastrophe. Meanwhile, the too-big-to-fail banks are back in deep trouble again as their troubled mortgage portfolios once again threaten their solvency. The Fed’s Bernanke rallies the FOMC to indicate a strong new expansion of monetary policy to once again bail out the troubled banks and/or local governments. Emboldened by the political and popular winds blowing, however, a Ron Paul led challenge of the Fed’s authority sees the Congress blocking the Fed’s authority to expand its balance sheet, and sets up an eventual challenge of the Fed’s dual employment/inflation mandate. APPLE BUYS FACEBOOK What do you do when you want domination of the electronic and mobile device consumer market and have no significant presence in social networking? Oh, and a war chest of a mere USD 51 billion? You buy Facebook, the mother lode of (yet to be monetised) social networks. Facebook is worth USD 43 billion, according to sharespost.com. In interviews, Apple CEO Steve Jobs has explained that Apple was in talks with Facebook about partnership opportunities, but that the talks ultimately produced nothing. Facebook was after “onerous terms that we could not agree to”, according to Jobs. At the Web 2.0 Summit Facebook founder Mark Zuckerberg called for Apple to ease its approach to connecting Ping with Facebook, and said that Apple had to “get on the bus”. Steve Jobs might get on the bus indeed and buy Facebook outright. It makes perfect sense; Facebook doesn’t compete against Apple and it ‘faces up’ to Google, which Jobs loves since Google has become his new number one enemy. It’s a deal made in heaven… The gigantic 500+ million Facebook user base could be integrated across Apple’s consumer products and services – every Facebook user automatically has an iTunes Store account and FaceTime chat is integrated into Facebook chat. That’s a lot of iOS devices. US DOLLAR INDEX TOPS 100 The economic growth trajectory in most areas of the world appears healthy for a time in 2011 – at least outside of Europe and Japan. But then trouble occurs in China, where its new 12th five-year plan aimed at increasing consumption fails to function as hoped. With the Chinese industrial base growing more slowly or not at all as a result of the policy shift, the satellite countries dependent on Chinese demand see their economies facing a rough adjustment. This puts global risk appetite in a tail spin, and with the Japanese economy struggling and the Eurozone in disarray, the US dollar suddenly doesn’t look as bad as it did previously. This is especially the case since the market was massively short of the currency at the beginning of the year. The unwinding of these positions pushes the USD index 25% higher to over 100 late in the third quarter of 2011. US 30-YEAR TREASURY YIELD SLIDES TO 3% The dollar devaluation policy, with its roots in the ‘currency wars’ of 2010, force emerging markets to use more of their spare dollars on Treasuries. Also, the US edges over the brink toward a ‘Japanisation’ of its economy with core inflation dropping. The Federal Reserve’s quantitative easing did not have any positive effects, apart from easing the balance sheet woes of American banks. Main Street did not receive much except some benefits from slightly higher stock prices, and with a failure to clear out the system, borrowing returns only slowly and recovery does not gain traction. And then there’s the Eurozone, where the ECB, EU and IMF fail to cure the ills of the peripheral PIIGS, pushing the flock of flustered investors to the safe haven of Uncle Sam. The feel-good factor may have been on the rise in the US in the latter part of 2010, but it vanishes in 2011 and the 30-year Treasury yield drops to 3%. AUSSIE-STERLING DIVES 25% The UK returns to the values of the old days; they work harder, they save more, and soon enough a surprisingly strong expansion in 2011 is underway as the austerity-stricken country defies the naysayers. The markets have it in for the UK, giving the wide expectation that the economy slows as Prime Minister Cameron’s cuts work their way through the system. However, the large, narrow cuts will not hinder consumer sentiment and as real savings boost production the economy bounces back in the second half of 2011 to end the year as a growth frontrunner in Europe. Australia, on the other hand, is struggling with a weakening economy as China steps harder on the brakes to stop inflation from getting out of control. Add to this an Australian property market, which is at best in need of restraint and at worst looks like a bubble ready to burst, and we will see a decline of 25% in AUDGBP. CRUDE OIL GUSHES BEFORE CORRECTING BY ONE THIRD Crude oil, now driven by fundamental investor macro expectations, gets carried away, surging to over USD 100 a barrel in early 2011 on the wave of euphoria that the US economy has broken free of the shackles. Unlike 2008, there’s no follow through to drive the spike higher and investors are left holding oil positions they cannot sustain. Crude succumbs to a violent one-third correction lower later in the year. NATURAL GAS SURGES 50 PERCENT Natural gas enters 2011 with a supply surplus as the global downturn has resulted in supply exceeding demand for two years – resulting in two years’ of double digit losses. But heading into 2011 the fundamentals for Henry Hub improve dramatically. Increased industrial demand on a US recovery, historical cheapness relative to crude and coal, forward curve flattening and action on proposals to export more US natural gas reserves all combine to make passive investments in gas more profitable. And the icing – an unusually frigid cold snap leads to a rapid depletion of stocks. Henry Hub thus sees a one-in-25 year move up by 50% in 2011. GOLD POWERS TO USD 1800 AS CURRENCY WARS ESCALATE The ‘currency wars’ return with a vengeance in 2011, driven by improvement in the US economy rather than a need to help economic recovery. The US trade deficit widens as consumers and governments get their wallets out. As the deficit expands, President Obama’s plan to ‘double exports in five years’ increasingly becomes a pipe dream and incites the ‘man on the street’ to twist the US Congress’s arm to pursue a weaker dollar. Pressure piles on China and as investors flee to metals in search of some stability, gold shoots up to USD 1,800 an ounce. S&P500 REACHES AN ALL-TIME HIGH Dr. Bernanke, using his mandate of ‘make sure the stock market keeps going up’, continues to pump liquidity into the system in 2011. Even ‘mom-and-pop’ investors realise the only strategy worth following is to buy the dips. But the tactic actually works for the Fed, even though it’s a house of cards, and the US consumers start to spend as their stock portfolios improve and they forgive their money managers. Corporate America doesn’t buy the euphoria that a healthy share price is a good indicator of health, though, and continues the deleveraging process – margin improvements, a wary approach to spending and managing the balance sheet, refinancing debt at next to zero interest rates, and so on. Next thing you know, it’s a proper recovery and the US benchmark index sees the 2007 peak in the rear-view mirror on its way to 1,600. RUSSIA’S RTS INDEX REACHES 2500 It’s a perfect storm for Russia’s RTS index in 2011. The next global economic bubble starts to inflate early in the year, sending crude oil above USD 100 a barrel again. The average US investor won’t do anything with his money other than buy the dips on the US stock market, and fans of the Russian stock market realise value in their index at a 1-year forward P/E of 8.6 and price to book ratio of 1.26. The RTS nearly doubles to 2,500 in 2011. The options market says it has a one-in-twelve chance of happening – but the RTS was last up there in mid-2008.

 

  By: Moderatore on Lunedì 26 Dicembre 2011 01:13

Quelli di Saxobank hanno messo fuori le loro previsioni per il 2012, previsioni del tipo "radicale" ---------------------- 1. The stock of Apple Inc plummets 50 per cent from 2011 high Going into 2012, Apple will find itself faced with multiple competitors such as Google, Amazon, Microsoft/Nokia, and Samsung across its most innovative products, the iPhone and iPad. Apple will be unable to maintain its market share of 55 per cent (three times as much as Android) and 66 per cent on the iOS and iPad. 2. EU declares extended bank holiday during 2012 The December EU Treaty changes prove insufficient to solve EU funding needs – particularly those in Italy – and the EU debt crisis returns with a vengeance by mid-year. In response, the stock market finally caves in and drops 25 per cent in short order, prompting EU politicians to call an extended bank holiday – closing all European exchanges and banks for a week or more. 3. A yet unannounced candidate takes the White House In 1992, Texas billionaire Ross Perot managed to take advantage of a recessionary economy and popular disgust with US politics and reap 18.9 per cent of the popular vote. Three years of Obama has brought too little change and only additional widespread disillusionment with the entire US political system, and conditions for a third party candidate have never been riper. Someone with a strong programme for real change throws his or her hat in the ring early in 2012 and snatches the presidency in November in one of the most pivotal elections in US history, taking 38 per cent of the popular vote. 4. Australia goes into recession The effects of the slowing up-and-coming Asian giant ripple through Asia Pacific push other countries into recession. If there ever was a country dependent on the well-being of China it is Australia with its heavy dependence on mining and natural resources. And as China’s demand for these goods weakens, Australia is pushed into a recession, which is then exacerbated as the housing sector finally experiences its long overdue crash –a half decade after the rest of the developed world. 5. Basel III and regulation force 50 bank nationalisations in Europe As 2012 begins, pressure will mount on the European banking system as new capital requirements and regulatory pressure force banks to deleverage in a great hurry. This creates a fire sale on financial assets as there are few takers in the market. A total freeze of the European interbank market forces nervous savers to make bank-runs, as depositors distrust deposit guarantees from insolvent sovereigns. More than 50 banks end up on government balance sheets and several known commercial bank brands cease to exist. 6. Sweden and Norway replace Switzerland as safe havens As we saw with Switzerland, becoming a safe haven in a world of devaluing central banks presents a number of risks to a country’s economy. The capital markets of both countries are far smaller than Switzerland, but the Swiss are aggressively devaluing their currency and money managers are looking for new safe havens for capital. Flows into the two countries’ government bonds on safe haven appeal becomes popular enough to drive 10-yearrates there to more than 100 basis points below the classic safe haven German Bunds. 7. Swiss National Bank wins and catapults EURCHF to 1.50 Switzerland’s persistency in fighting the appreciation of its currency will continue to pay off in 2012. With Swiss fundamentals –particularly export related – continuing to suffer mightily in 2012 from past CHF strength, the SNB and government bear down further to prevent more collateral damage and introduce extensions to existing programmes and even negative interest rates to trigger sufficient capital flight from the traditional safe haven of Switzerland to engineer a move in EURCHF as high as1.50 during the year. 8. USDCNY rises 10 per cent to 7.00 As marginal returns from building million-inhabitant ghost towns diminish and exporters struggle with razor-thin margins due to the advancing CNY China gets to the brink of a “recession”, meaning 5-6 per cent GDP growth. Chinese policymakers come to the rescue of exporters by allowing the CNY to decline against a US Dollar – buoyed by its safe-haven status amid slowing global growth and an on-going Eurozone sovereign debt crisis – and send the pair up to 7.00 for a 10 percent increase. 9. Baltic Dry Index rises 100 per cent Lower oil prices in 2012 could lead to an increase in the Baltic Dry Index as operating expenses go down. Brazil and Australia are expected to expand iron ore supply, further leading to lower prices and therefore higher import demand from China to satisfy its insatiable industrial production. In combination with monetary easing this leads to a massive spike in iron ore demand. 10. Wheat prices to double in 2012 The price of CBOT wheat will double during 2012 after having been the worst performing crop in 2011. With 7 billion people on the earth and money printing machines at full throttle, bad weather across the world will unfortunately return and make it a tricky year for agricultural products. Wheat especially will rally strongly as speculative investors, who had built up one of the biggest short positions on record, will help drive the price back towards the record high last seen in 2008.

 

  By: pana on Mercoledì 26 Ottobre 2011 11:09

orcocan che luridume !! ma vabbe che anche all hotel 6 stelle di Strauss Kahn la polizia aveva analizzato le coperte e oltre allo sperma di DSK ne aveva trovato di altre 10 persone si vede che devono risparmiare il detersivo ..fossi in te mi comprerei un bel sacco a pelo e lo stenderei sopra al letto

U.S. Navy Ridiculed Over Picture Of Commander With Rifle; 'We're Going To Lose A War' | Viral - YouTube

 

  By: shabib on Mercoledì 26 Ottobre 2011 11:03

Paolo , non ho parole...vedi che la qualita' anche scadente non impedisce il business basato sulla fama ? per ora...............

 

  By: Paolo_B on Mercoledì 26 Ottobre 2011 01:42

Verranno sempre a vedere le nostre opere d'arte. Puoi chiedere qualsiasi cifra e trattarli in qualsiasi modo. Ha anche molti commenti positivi su booking. albergo . venezia . fuori stagione . stanza singola. 90 euro notte. vedi anche messaggio sotto a questo.