By: zip2000 on Mercoledì 24 Agosto 2011 01:55
Mah... se per risolvere un probelma di debito si festaggia il qe3, vedremo poi quanto duri.
In Italia ci si appresta a qualche aumento di capitale.
questo è un pezzo uscito oggi sul sole:
Giornata no per Piazza Affari che, in una seduta di rialzi nel resto d'Europa e a Wall Street, chiude in forte ribasso la seduta frenata soprattutto dai titoli delle banche. Al termine degli scambi gli indici FTSE IT All Share e FTSE MIB cedono rispettivamente lo 0,97 e l'1,04 per cento. Positive invece le altre Borse: il DAX 30 di Francoforte guadagna l'1,07%, mentre il CAC 40 di Parigi segna +1,08% mentre il Ftse 100 di Londra sale dello 0,60 per cento. Debole invece l'Ibex 35 di Madrid che chiude sotto la parità (-0,17%). Wall Street ha chiuso allungando il passo con un forte rimbalzo spinta dalla speranza che la Fed annunci presto nuove misure per rilanciare l'economia. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,97% a quota 11,174.64 mentre il Nasdaq è cresciuto del 4,29% a 2446,06 punti, S&P 500 a +3,43%.
Focus Piazza Affari
Dopo un avvio di seduta brillante con gli indici sopra il 2%, Piazza Affari rallenta condizionata dal dietrofront dei bancari. Le vendite si concentrano su Banca Popolare di Milano (-4,89%) in attesa della semestrale e della decisione sull'aumento di capitale: l'argomento sarà affrontato giovedì dal cda e, secondo indiscrezioni, non sarebbe da escludere un rinvio in attesa della stabilizzazione del mercato. Pesanti anche anche Banco Popolare (-4,19%), Mediobanca (-4,15%) e Fondiaria - Sai (-3,47%).
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In generale è tutto il settore del credito a soffrire: l'indice settoriale eurostoxx cede lo 0,83% e i credit default swap sulle banche si sono impennati fino a raggiungere i massimi (l'Itraxx financial è salito a 257 punti base). L'Italia sembra comunque soffrire di più. Con l'intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di stato che ha raffreddato le tensioni sui debiti sovrani, sembra che il "rischio paese" si stia spostando sulle società quotate. In primis le banche. «La sensazione - commenta poi un operatore - è che qualche grosso investitore istituzionale stia liquidando il rischio Italia sull'azionario e che alcuni broker abbiano intercettato questi movimenti e si stiano accodando».
Euro in calo dopo le parole di Greenspan
Sul mercato dei cambi intanto l'euro ha subito uno scossone dopo le parole dell'ex numero uno della Fed Alan Greenspan che ha parlato di «euro vicino al collasso». La moneta unica é scesa sotto quota 1,44 dollari dopo che in mattinata avevano toccato un massimo intraday di 1,45 per attestarsi a quota 1,4409 alla chiusura delle piazze europee.
Dati macro Usa
Negativi i dati macroeconomici americani. Le vendite di case nuove si sono attestate a un tasso annuale destagionalizzato di 298mila, in calo dello 0,7% dal livello di giugno, rivisto a 300mila, ma il 6,8% al di sopra della stima di luglio 2010 (279mila). L'indice delle attività manifatturiere del distretto economico di Richmond poi è sceso a -10 punti a agosto da -1 punti di luglio. Nel mese il sottoindice delle spedizioni finali ai clienti è calato a -17 (da -1), quello sui ricavi del settore servizi è passato a -1 da +7 punti e il sottoindice sulle vendite retail è calato a-33 da +11.
Cala oltre le attese l'indice Zew tedesco
A frenare gli entusiasmi della mattinata sono stati alcuni dati macroeconomici negativi. L'indice Zew tedesco sulle aspettative per l'andamento dell'economia è calato a -37,6 punti in agosto dai -15,1 di luglio. Il dato è peggiore dei -26 punti attesi dagli analisti. L'indicatore sulle condizioni correnti è sceso a 53,5 punti da 90,6. Sul dato, spiega l'istituto di ricerca, pesano i timori di recessione negli Usa, il taglio del rating del debito di Washington e la situazione critica nell'Eurozona. Male anche l'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona sceso ad agosto a 49,7 al livello più basso da settembre del 2009. Il dato è comunque leggermente oltre le stime di 49,5 del mercato. A luglio la produzione manifatturiera segnava 50,4. L'indice dei servizi scende oltre le stime a 51,5 contro il 51,6 di luglio. L'indice composito, infine, è in linea con il mese precedente a 51,1.
Oro verso quota 2000 dollari
In deciso rialzo è anche l'oro con consegna a dicembre, che ha registrato un progresso dell'1,4% a 1.917,90 dollari l'oncia. In questo mese di agosto sconvolto dal crollo delle Borse il prezzo del metallo prezioso è aumentato del 16,8%, mettendo a segno la migliore performance mensile dal settembre 1999. Secondo gli analisti interpellati dall'agenzia Bloomberg, a questo punto, è possibile che venga raggiunta la soglia dei 2mila dollari entro la fine di dicembre, con un incremento annuale del 41%, il più alto degli ultimi 30 anni. Secondo gli operatori, la corsa del metallo prezioso è alimentata anche dalla recente decisione del Venezuela di Chavez di nazionalizzare le proprie riserve.
Petrolio in lieve ripresa
In lieve ripresa il prezzo del petrolio Brent del Mare del Nord. Un barile di greggio in consegna ad ottobre 2011 quota 108,6 dollari, in rialzo dello 0,22% rispetto alla chiusura precedente. Gli operatori guardano con apprensione agli sviluppi della rivolta in Libia. La fine delle ostilità potrebbe far ripartire la produzione nel paese che è il dodicesimo esporatore mondiale.