Per l'ennesima volta, in occasione della Giornata della Terra, da Biden al Papa è stato lanciato un allarme apocalittico se non si prenderanno misure drastiche e urgenti. Previsioni che come solito si riveleranno errate, e gli impegni presi sono irrealizzabili, ma intanto la pressione serve a giustificare un intervento sempre più pesante dello Stato sull'economia e a restringere le libertà dei cittadini.
...«Siamo sull’orlo del baratro», ha detto Biden, «i prossimi dieci anni saranno decisivi»
...Avete la sensazione di aver già sentito questo allarme? Che non sia la prima volta che vengono lanciati ultimatum con tanto di date di scadenza? Ebbene, avete ragione. È almeno da 50 anni che viene annunciata l’Apocalisse climatica a ritmi martellanti. Un recente studio apparso sull’International Journal of Global Warming offre un quadro esauriente della situazione: sono state registrate 79 previsioni di distruzioni finali del mondo causate dai cambiamenti climatici, a cominciare dal 1970, ovvero dalla prima Giornata della Terra. Ebbene, 48 di queste previsioni di fine del mondo sono già scadute, ma nulla di quanto previsto si è realizzato: non solo la fine del mondo, il che è evidente a tutti dal momento che siamo ancora qui a parlarne, ma neanche tutti quegli eventi disastrosi che dovrebbero precederla.
Lo studio, “Apocalypse now? Communicating extreme forecasts”, non è scritto da due “scettici” che vogliono screditare il movimento climatista, ma da due docenti della Carnegie Mellon University, David C. Rode e Paul S. Fischbeck, preoccupati dall’effetto boomerang di questi annunci puntualmente smentiti dalla realtà. «Il problema – fanno notare gli autori – non è solo che tutte le previsioni già giunte a scadenza fossero errate, ma soprattutto che molte di queste erano annunciate come certe riguardo alla data».
...con la scusa dell’allarme climatico si giustifica un intervento sempre più pesante dello Stato sull’economia e si restringono le libertà dei cittadini. Guarda caso, proprio come si sta facendo con la pandemia da coronavirus. E, guarda ancora il caso, pandemia e clima sono sempre più accostate nei discorsi dei “potenti” come crisi che richiedono la stessa risposta.